Seduta nell’ombra di alti alberi, una bambina osservava l’ampia striscia di sabbia bianca, lambita da un mare immenso e docile.
Solo il rumore del vento e quello dell’acqua avvolgeva la boscaglia fitta e ingiallita dalla salsedine, e la bambina restava lì, seduta sulla sabbia trapunta di foglie filiformi, con le braccia a cingere le gambe premute sul petto.
Piccole lame di luce, sfuggite alle fronde, illuminavano, a ritmo della brezza, i suoi occhi chiari e i lunghi capelli biondi.
 
Un rumore in lontananza, sordo, cadenzato, si levò dal cuore della terra, scuotendola appena.
La bambina si voltò verso il folto, lasciando che le sue iridi carezzassero l’ombra degli alberi, cercando calma l’origine di quel frastuono che, improvvisamente, si fermò.
Allora, dopo essersi alzata, sorrise, si voltò di nuovo e avanzò piano alla spiaggia deserta.
Quando i suoi piedi nudi toccarono la sabbia fine e tiepida, e gli alberi la lasciarono libera, un sole caldo le colorò il volto, e una brezza salata la investì, facendo danzare le sue ciocche bionde e la sua tunica bianca.
 
Quando raggiunse la sponda, si volse ancora, guardando l’enorme macchia scura degli alberi, che incombeva cupe sulla spiaggia.
E attese.
In piedi, le spalle verso quell’oceano quieto, il petto verso l’opprimente bosco, attese.
 
Quando la luna fu alta nel cielo terso, e le stelle illuminarono timidamente la spiaggia, donandogli ombre mobili e bluastre, dall'oscurità impenetrabile degli alberi, una creatura imponente si manifestò in tutta la sua fierezza.
La pelle tesa sui muscoli possenti era bagnata da un lungo viaggio, i due grandi occhi liquidi poterono finalmente spaziare, liberi dalla costrizione degli spessi tronchi, una criniera candida si muoveva nel buio, e il suo respiro irregolare riempì il silenzio della notte.
 
Il grande cavallo bianco arrestò il suo galoppo dissennato in mezzo agli ultimi alberi del bosco, pestò più volte la sabbia, facendo tremare la terra e il cuore della ragazza, poi nitrì piano, avanzando con passo fiero e misurato verso di lei.
Si fermò a un metro dalla bambina, che lo rimirava, affamata di assimilare ogni piccolo dettaglio che la luce lunare scopriva.
 
Appena si ritené soddisfatta, fu lei a farsi avanti.
Adesso poteva sentire il suo respiro caldo scaturire dalle grandi narici, che ancora si contraevano irregolari per una corsa senza tregua; poteva distinguere i muscoli ancora rigidi e guizzanti sotto la pelle tesa e sottile, e gioì della sua presenza.
 
Sollevò una mano, lentamente, posando la punta delle dita sul suo muso vellutato e tiepido, sorridendo appena quando sentì uno sbuffo scaturire dal profondo del suo petto.
Il suo tocco si fece sempre più frequente e ampio, e l’animale mise da parte l’orgoglio, abbandonandosi a quelle dolci carezze.
 
 
Il mare cominciò a gorgogliare con più insistenza: prima piccole, poi sempre più grandi, le onde si sollevarono, lanciando lapilli ghiacciati sulla bimba e sullo stallone bianco.
Fu allora che il cavallo nitri, pestando ancora la terra e accucciandosi al fianco della ragazza, attendendo mansueto che questa gli salisse sulla groppa.
 
Lei seguì con gli occhi le linee sinuose del suo corpo nervoso, poi si sedette sulla sua schiena, reggendosi ad una ciocca di criniera candida quando si alzò.
Seguì senza timore i suoi movimenti, semplicemente felice, assecondandolo, anche quando s’impennò, gridando la sua potenza contro l’oceano, sovrastando il rombo stesso delle onde.
 
 
Note: Questa Flash è dedicata alla mia migliore amica, che oggi compie 16 anni. Ti voglio bene sorellina, AUGURI <3