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Autore: illmarryniall_    22/04/2013    18 recensioni
"And what did your heart decide?"
"He decided to help a boy to breathe."
________________________________
«E il tuo cuore cos’ ha deciso?»
«Ha deciso di aiutare un ragazzo a respirare.»
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Buon salve a tutti.
Questa fanfiction è puramente inventata.
Non c’entra nulla con la realtà, fatti puramente casuali.
In questa storia parlerò di due famiglie con un passato coinvolgente e due ragazzi, tenuti sempre all’oscuro di tutto, che finiranno per incontrarsi, diventare amici. . .
Io, per iniziare, mi chiamo Marika.
Ho già scritto una storia precedente, vi posto il link qui sotto.
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1295412&i=1
Quella riguardava Niall, membro dei oned.
Questa sarà un tantino diversa.
Questa storia s’intitolerà BREATHE, ossia respirare.
Perchè? Non lo so, m’ispirava molto e mi dava un senso di sicurezza.
Ho letto molte storie e qualche libro recentemente e ho deciso d’ispirarmi un po’ a tutte quante.
Iniziamo con la presentazione dei personaggi principali.
                                                    
                                                                  ***
 
Justin: 
Demi:
 
 
 
NON VI INTERESSA TUTTO CIO’?
BENE, COMINCIAMO.
*rullo dei tamburi*
Vi avviso che come primo capitolo non sarà molto lungo.
 
                                                                  ***
 
 
Ero rientrata da qualche giorno dalle vacanze estive ed il lavoro era già una noia assoluta.
Gente che entrava, abbandonava i suoi cani e veniva a riprenderseli dopo chissà quante ore.
Non era uno dei lavori migliori ma dovevo accontentarmi.
I miei genitori erano in giro per il mondo a fare affari qua e là, non m’interessava sapere che tipo di affari, quindi preferivo starmene in disparte, trovando un lavoro che mi tenesse lontana da tutta la sacra famiglia.
Dog-sitter, che lavoro banale.
                                                                  *** 
 
Quel fastidioso campanellino all’entrata strillò due volte prima che qualcuno andasse a servire.
A quanto pare tutti avevano bisogno di una visita all’udito, quindi andai io.
Mi ritrovai di fronte ad un ragazzo alquanto impaziente, che continuava a punzecchiare quel maledetto campanellino pur avendomi vista attraversare il corridoio.
Non potei non ammettere che se avessi avuto la possibilità, l’avrei ammazzato all’istante.
Mi recai con molta cautela al bancone, avevo voglia di farlo innervosire ancora per un po’.
Fu lui a rivolgermi per primo la parola.
‘’Ho bisogno di lasciare il mio cane per un paio di giorni.’’ Disse dolcemente.
Il che mi lasciò perplessa.
‘’Mi dispiace ma questo non è un albergo per cani.’’ Borbottai.
‘’Posso pagare tutto ciò che le pare, ma devo lasciare qui il mio cane per almeno tre giorni.’’
‘’Ed io le rispondo nuovamente che questo non è un albergo canile.’’
‘’Cosa devo fare per convincerla?’’ insistette lui.
Rimasi in bilico un attimino, prima di dare aria alla mia bocca.
‘’Va bene, lo terrò io.’’ sospirai. ‘’Come mai deve lasciare il suo cane in custodia a qualcun altro?’’ chiesi con riluttanza.
‘’Devo fare delle commissioni, la mia ragazza è fuori città e non può tenere questa bestia.’’
‘’Non dovrebbe rivolgersi così verso il suo cane.’’ Mi soffermai notevolmente sulla parola ‘suo’.
‘’Non sono affari che le riguardano. La ringrazio del favore, ci vediamo presto.’’
‘’Mi lasci almeno un nominativo.’’ Chiesi prima che lui oltrepassasse la porta.
‘’Bieber.’’ Ridacchiò uscendo.
Che diamine rise a fare!
 
‘’Demi chi era alla porta?’’ sentii provenire dalla stanza accanto.
‘’Un ragazzo alquanto fastidioso che mi ha affidato il suo cane per due giorni.’’
‘’Ti ha affidato cosa? Ma non è possibile. Fammelo chiamare immediatamente.’’
‘’Purtroppo è andato via lasciando solo uno stupido cognome.’’
‘’Ma come si permette? Questo non è lavoro nostro.’’
‘’Lo so Lucia, ho provato a dirlo.’’
‘’E lui?’’
‘’Ha provato a convincermi con del denaro.’’
‘’Se ha proposto di pagare bene..’’ si soffermò. ‘’Vorrà dire che terremo questo cane.’’ Concluse ridendo.
‘’Mh.’’ Sospirai.
Mi allontanai dalla sala per portare al piano di sopra quell’adorabile cagnolino. 
Attaccato al collare aveva un ciondolo con inciso il suo nome. Si chiamava Rocki.
Che nome carino.
Credo.
Non feci in tempo a sistemarlo nella stanza che quel dannato campanellino suonò nuovamente.
Lavorai tutto il pomeriggio, portando a spasso circa dieci cani in tutto.
Credevo di essermi tramutata in un cane anche io.
Andai al piano di sopra a riprendere Rocki e salutai Lucia per poi dirigermi verso casa.
‘’Lù io vado, ci vediamo domani.’’ Dissi uscendo.
‘’Demi aspetta un minuto.’’ Mi tirò da un braccio verso la sala d’attesa.
‘’Ascolta, domani ho un appuntamento e devo andare fuori città a pranzo, non vorrei scomodarti nel lasciarti il locale, quindi domani rimani pure a casa.’’
‘’Un appuntamento?’’
‘’Sì. Un ragazzo. È una storia lunga, te la racconterò non appena avremo tempo.’’
‘’Ok, d’accordo. Comunque affare fatto, domani rimango a casa. Mi rilasso un po’.’’
                                                                     ***
 
Quel cane non mi dava un attimo di pace, andava gironzolando per casa come se niente fosse.
Aprendo il frigorifero mi avvolse una depressione tremenda, tipica di quando hai fame e nel frigorifero non c’è assolutamente nulla.
‘’Caro Rocki, ci tocca uscire a fare un po’ di spesa.’’ Mi rivolsi a lui come se mi ascoltasse e la cosa buffa fu che mi rispose abbaiando.
Andai in camera a prendere un guinzaglio.
Mi seguì e si mise in posizione di attesa di fronte ai miei piedi.
L’intelligenza di quel cane era micidiale.
La suoneria del mio cellulare mi distrasse per un attimo.
‘’Pronto?’’ 
‘’Come sta il mio Rocki?’’
Come diavolo faceva ad avere il mio numero di cellulare?
‘’Scusi, lei è?’’ chiesi innervosita.
‘’Justin.’’ Sospirò. ‘’Bieber.’’
‘’Ah, Bieber. E come fa ad avere il mio numero?’’
‘’Questioni private. Ora mi dica come sta il mio cane.’’
‘’Non aveva detto che non le interessava niente?’’
‘’Altre questioni private.’’
‘’Sì, questioni. Comunque sta bene. Stiamo uscendo a fare un po’ di spesa, ho la casa vuota.’’
Notai una leggera risata provenire dall’altra parte del telefono.
‘’Cosa c’è da ridere?’’
‘’Niente, ci vediamo tra qualche giorno.’’ Riattaccò immediatamente.
Quel ragazzo sapeva perfettamente come far attivare ogni minimo nervo presente nel corpo di una persona.
‘’Bene Rocki, andiamo a procurarci il cibo.’’
Scodinzolò quella piccola coda e mi fece segno di uscire dalla stanza.
Legai al suo collare il piccolo guinzaglio azzurro e mi feci guidare fuori casa.
Come se io non conoscessi la strada.
 
Ritornammo a casa stracolmi di cibo.
Comprai anche una piccola scatoletta di carne per Rocki, per quanto riguarda me invece mi accontentai di un panino col salame e un po’ di succo alla pesca.
Rimasi fissa all’orologio quando notai che erano appena le 21.00 ma ero in preda al sonno.
Indossai il pigiama e andai dritta dritta nel mio letto caldo.
Rocki mi seguì e si stese a ciambella sotto il letto.
Entrambi cademmo in un sonno profondo.


Spazio autrice.
Benvenute e grazie se avete letto questo primo capitolo.
Lo so che non è un granchè, vi prometto che la storia seguente sarà migliore.
Vorrei postarvi una piccola gif per mostrarvi il tipo di cane che è Rocki.


Bene, bene, bene.
Recensite se vi va, mi dite cosa pensate, cosa immaginate che ci sarà nei prossimi capitoli.
Insomma, fate un po' voi.
Vi ringrazio, passo e chiudo.

 
 
 
 
   
 
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