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Autore: Luna Manar    11/11/2007    6 recensioni
Nel nostro bisogno d'essere amati, spesso abbiamo tutte le carte contro, e non ci rendiamo conto di dove siamo fino a quando il punteggio è uguale per tutti e la posta è alta abbastanza da uccidere.
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quistis Trepe, Rinoa Heartilly, Squall Leonheart
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Final Fantasy VIII e i suoi personaggi sono proprietà della Square-Enix e vengono qui utilizzati senza scopo di lucro. Nessuna violazione del copyright è pertanto da ritenersi intesa.

Nota della traduttrice: questa versione della storia è la revisione pubblicata dall'autrice nell'estate del 2015. La ripubblico quindi con le modifiche apportate dall'autrice.

ACE OF SPADES
scritta da Luna Manar, tradotta da Alessia Heartilly

"La carta più potente o la più inutile dell'intero mazzo. Dipende da quale gioco stai giocando."

La notte intorno all'errante Garden di Balamb era abbellita da un tenue splendore. La luce delle stelle brillava e si bagnava nelle onde del vasto oceano, diamanti liquidi che accentuavano lo scintillio dorato delle eliche motrici al di sotto delle acque azzurro zaffiro. Il Garden fluttuava nel mezzo di un cerchio di smeraldo luminescente, seguendo le correnti con ferma determinazione come una maestosa nave d'epoca diretta verso casa.

Ma 'casa' era un termine relativo, e Quistis si sentiva lontana da casa come mai prima nella sua vita. A metà del lungo viaggio verso Trabia, il Garden si stava preparando a vedere il peggio al suo arrivo, pronto ad affrontare le perdite dell'attacco missilistico galbadiano. Mentre la scuola mobile saliva a nord verso la casa di Selphie, il calore familiare di Balamb e dell'emisfero meridionale si era dissipato in un ricordo, e il freddo opprimente stava iniziando a macchiare il profumo piacevole della salmastra brezza oceanica.

Quistis incrociò le braccia e se le strinse intorno, le dita snelle che afferravano i gomiti nel tentativo di scacciare sia il freddo che la sua ansia. La brezza capricciosa scompigliò i suoi capelli ramati, quasi come fragili onde, mentre guardava l'oceano dalla prospettiva privilegiata offerta dal balcone del secondo piano. Stava in piedi dietro la balaustra di metallo, contemplando la superficie dell'acqua, luccicante quasi fosse tempestata di gioielli, molti metri più sotto. Una folata gelida la investì in pieno costringendola a sistemarsi per mantenere l'equilibrio, mentre il Garden oscillava appena a causa della corrente generata dalla virata a destra. Indietreggiò dalla vista del mare mentre il pavimento si fermava, e fu percorsa da un brivido al pensiero delle acque inesorabili che si sarebbero alzate ad incontrarla.

Magari avesse potuto sfuggire alla fredda corrente dei suoi pensieri, in quel momento. Una moltitudine di pensieri pieni di ricordi le inondò la mente, troppi sentimenti che la pervadevano e minacciavano di aprire la diga di emozioni che aveva costruito intorno a sé.

La vista e l'odore dell'oceano di solito a placavano, quando si sentiva così tesa. Ma c'era qualcosa di sinistro in quel mare nero, un'atmosfera estranea che aleggiava a pelo dell'acqua come spire di una nebbia predatrice. Nonostante questo, resistette alla tentazione di distogliere lo sguardo; nascondersi dai suoi timori le avrebbe fatto più male che bene.

Troppe domande, troppo poche risposte. Perché la Strega stava cercando Ellione? Perché questo improvviso tentativo di Galbadia di conquistare il mondo? Cid aveva parlato dello scopo finale della SeeD. Qual era?

Tutte domande molto importanti, ma nessuna di queste tormentava la mente dell'ex insegnante in quel momento.

La missione di Timber è finita. Perché lei era ancora lì?

Sola con i suoi pensieri, Quistis osò permettere ai suoi occhi di luccicare. Ma non ci furono lacrime a tradirla.

Godeva di così tanti privilegi, al Garden. Una casa, una vita, amici - persino una schiera di fan. C'erano così tante persone che sapevano di lei, la rispettavano e la riverivano persino. Ma in quella notte fredda, si sentiva svuotata. Tutti sapevano come si chiamava e cosa sapeva fare, ma nessuno le aveva mai nemmeno chiesto chi era davvero.

E la cosa poteva anche starle bene, se non che l'unica persona da cui aveva bisogno di essere capita era colui che le voltava le spalle senza degnarsi mai d'interessarsi.

Poi era arrivata lei. Il cuore di Quistis sprofondò ancora di più nell'abisso che si era autocreato. Se prima le sue possibilità di ottenere il rispetto di Squall erano state scarse, erano state spazzate via quando quella ragazza era stata coinvolta.

Credeva che fosse una delle crudeli ironie della vita. Non disprezzava affatto Rinoa - e quello era una parte del problema. Ammirava la sua impetuosità intuitiva e intraprendenza schietta, perché sembrava che grazie a quello Rinoa riuscisse a cavarsela sempre. Il suo tempismo era perfetto, il suo senso dei vuoti ignorati altrettanto acuto. Aveva riempito all'istante il vuoto di Squall, senza lasciare a Quistis il tempo di respirare.

Si trovava a lottare per accettare una verità così dura: era stata superata. In un battito di ciglia. Dallo scatto agile di una ragazza che per lei non esisteva prima di quella fatale primavera. Quella ragazza si era avvicinata a Squall e lo aveva sradicato nel giro di pochi minuti - e per di più per ballare. Vero, ce lo aveva mezzo trascinato, ma rimaneva il fatto che lui le aveva permesso di farlo, e quello di per sé era un fenomeno che Quistis faceva fatica ad ingoiare.

E aveva saputo che non avrebbe dovuto guardare, ma non era riuscita a distogliere lo sguardo. Guardarli ballare, una volta che Squall aveva capito come funzionava, era stato un incanto e insieme una punizione. Come per tanti dei successi accumulati da Rinoa, era stato uno sforzo che non avrebbe dovuto riuscire. Ma aveva avuto successo, ed era stato - osava persino pensarlo - magico.

Continuava a ripensare, sconsolata, al paragone con il suo tentativo fallito di far breccia nella corazza impenetrabile dell'attuale comandante. Quella notte serena in maniera impossibile - era stata una notte molto simile a questa - e l'immagine della sua schiena indifferente e delle spalle mascoline la perseguitava più dei suoi occhi distratti. In un'unica frase, aveva reso chiara la sua posizione nei suoi confronti.

'Va' a parlare col muro.'

Da allora, si era trovata piuttosto spesso a fissare i muri. Ma non aveva mai parlato con loro.

In quante cose aveva fallito, da allora? Aveva fallito come insegnante, aveva fallito nel tenere Seifer sotto custodia, aveva fallito nel seguire gli ordini in una missione SeeD piuttosto critica, e, ciliegina sulla torta, aveva fallito nel persuadere una persona, che le era molto cara, a rendersi almeno conto della sua esistenza come essere umano.

Era acclamata da molte persone come un prodigio. Ma allora perché non si sentiva altrettanto sicura di sé?

SeeD a quindici anni, insegnante a diciassette. Molteplici lodi in altrettante aree di specializzazione... poteva dire con certezza di essere una persona esperta, anche se non aveva mantenuto la licenza d'insegnamento. Ma cosa importava il successo, se non aveva nessuno a cui importasse abbastanza da condividerlo con lei? Il successo non bastava a sostituire l'approvazione.

Rinoa aveva di sicuro condiviso quel ballo con Squall. Dev'esserci qualcosa che non va in me, si crucciò, spostando il peso da un piede all'altro, a disagio. Dovrei sentirmi gelosa...ma non è così. In effetti, non provava risentimento. Solo un senso di perdita. Mai nella sua vita si era sentita così bisognosa di qualcosa a cui non sapeva dare un nome. Aveva pensato che fosse amore. Ora, però, non ne era così sicura.

Si spaventò per il ronzio secco dietro di lei che annunciava che la porta che dava sulle scale stava per aprirsi. Un momento dopo si era aperta, e la attraversò Rinoa Heartilly.

Tempismo. Quistis chiuse gli occhi per un momento, lasciando che le sue lacrime mai piante si disperdessero dietro le palpebre prima di guardare a lato, dove la sua visitatrice stava in piedi accanto a lei.

"Spero di non aver interrotto nulla" si scusò Rinoa, appoggiando le mani sul bordo freddo della ringhiera e sporgendosi un poco per guardare l'acqua. "Mi stavo giusto chiedendo se hai visto Squall."

Il viso di Quistis si indurì, e seguì l'esempio di Rinoa, facendo del suo meglio per non lasciare che la sua espressione fosse troppo chiara quando le rispose. "Non di recente."

Rinoa sorrise, senza aver apparentemente notato la tensione nella voce della SeeD. "Bellissimo, vero?"

"...Scusa?"

"L'oceano" chiarì, raddrizzandosi e guardando amichevolmente Quistis. "Secondo me è davvero bello come le stelle ci si riflettano. È anche meglio dall'altro lato del Garden, dove c'è la luna. Sembra un pochino più allegro."

"Ah, sì" replicò Quistis con leggerezza. "Sì, suppongo di sì..."

In silenzio, Rinoa continuò a fissare in lontananza. Il vento giocò anche con i suoi capelli, e per un certo tempo le due rimasero ferme, simboli solitari di fronte alla grandiosa distesa dell'oceano.

Quistis osservò con curiosità la sua visitatrice, chiedendosi come una persona potesse trovare il tempo, nel mezzo di una situazione critica, di notare il modo in cui la luna modificava la percezione del mare. Si chiese se la ragazza riuscisse a capire l'enormità della condizione di Trabia.

Come per sfidare i pensieri critici della SeeD, Rinoa si voltò a fissare verso la rotta del Garden. "Pensi che sarà rimasto qualcosa quando arriveremo là?"

Esitando, Quistis seguì nuovamente l'esempio di Rinoa, fissando senza vederla la loro destinazione, verso il nord. "Difficile dirlo" rispose alla fine. "Il Garden di Trabia è un edificio gigantesco, ma quei missili erano potenti abbastanza da livellare piccole montagne. Non so se si sia trattato di un colpo diretto, e in tal caso non so se ci sia stata la possibilità di resistere all'impatto."

La domanda successiva di Rinoa fu più delicata. "Tu... tu pensi che ci saranno superstiti?"

"Noi contiamo su quello." Fu l'unica risposta che Quistis poté dare.

"E Selphie... qualsiasi cosa succeda, spero che lei stia bene. Se ci sono stati molti danni, sarà dura per lei." Voltandosi improvvisamente, Rinoa lanciò uno sguardo curioso e calcolatore in direzione di Quistis. "So che i SeeD affrontano molti allenamenti per prepararsi a cose come queste, ma Selphie è sempre così... allegra. Non si comporta come un soldato indurito dalle battaglie."

Quistis quasi scoppiò a ridere. "Che cosa ti ha dato l'idea che esista qualcosa che può prepararti alla perdita della tua casa, dei tuoi amici e dei tuoi sogni?" Serrò le labbra dopo aver pronunciato l'ultima parola. Rinoa si allontanò visibilmente da lei, aggrottando le sopracciglia, sulla difensiva.

"Io... io non volevo dire questo."

Sospirando, Quistis premette la punta delle nocche contro il viso, scosse la testa e si appoggiò stancamente alla balaustra. Le sembrava di avere la nausea da mal di mare. La sua voce si addolcì, e strinse duramente gli occhi, frustrata, pentita. "Scusa, Rinoa. Non dovrei aggredirti così. Lo faccio dalla prima volta che ti ho incontrato, e mi dispiace. Sono solo una perfezionista egoista che sta scoprendo di non essere così perfetta, dopo tutto."

Sorridendo debolmente, come insicura se offrire la propria comprensione o tenere le distanze, Rinoa tornò a fissare l'orizzonte. "Tutti hanno diritto di essere sconvolti, visto che..." Poi aggiunse, prima che Quistis potesse rispondere: "Non sono una professionista come te, ma se hai bisogno di parlare con qualcuno, sarò felice di ascoltare."

Quistis fece un cenno per rifiutare l'offerta con un sorriso debole e forzato. "Oh, non importa. Non è... necessario. Ho bisogno di tempo per pensare, ecco tutto. Starò bene."

"Stai attenta, o comincerai a parlare come Squall."

Anche se il commento era stato detto come battuta, Quistis non poté fare a meno di domandarsi se l'osservazione non fosse in qualche modo accurata. Guardò, piena di speranza, lo sguardo luminoso di Rinoa.

Aveva aspettato troppo, ancora una volta. Rinoa si era già avviata alla porta. "Brrr, fa freddo qui fuori. Beh, ci vediamo dopo, Quistis. Penso che andrò a cercarlo nel Centro Addestramento adesso."

A Quistis venne la pelle d'oca. "Il Centro Addestramento?" Raddrizzandosi, girò sui tacchi e si avvicinò di un passo a Rinoa, allungando il braccio a mo' di avvertimento. "Rinoa, non puoi farlo. È pericoloso là dentro."

Rinoa si fermò a due passi dalla porta, girandosi un po' per minimizzare quella preoccupazione. "Voglio trovare Squall. Ho guardato dappertutto e non posso immaginare un altro posto in cui possa essere." Sorridendo, fece l'occhiolino, come se fosse a conoscenza di qualche grande segreto che Quistis ignorava. "Non preoccuparti, starò attenta."

Quistis aggrottò le sopracciglia. Che questa ragazza volesse morire? "Cosa vuoi dirgli? Gli darò io il messaggio."

"Niente. Voglio solo parlargli."

"Nel centro di addestramento?"

"Se lui è lì, sì. Che c'è di male in questo?"

"Sarai cibo per Archeosaurus se metti piede là dentro, ecco cosa c'è di male!"

"Va bene," assicurò Rinoa con fervore. "Mi armerò prima. Non sono una SeeD, ma ciò non toglie che so come difendermi."

"Almeno trova qualcuno che venga con te-"

Un po' irritata, e sempre più a disagio, Rinoa scosse la testa sfidando le preoccupazioni di Quistis. "Fidati di me, starò benissimo. Se non potrò combattere, scapperò."

"Non lasciare che i tuoi sentimenti ti facciano fare cose stupide, Rinoa!"

Quistis si rimproverò tra sé e sé, dato che non seguiva i suoi stessi consigli. Ma le ribolliva il sangue e la frustrazione le donava artigli. "Sei attratta da lui, vero?" Le puntò contro un dito accusatore. "Non cercare di nasconderlo." L'altra mano le si chiuse in un pugno involontario lungo il fianco.

Ammutolita, Rinoa poté solo scuotere la testa in silenzio, la bocca semi-aperta e, per una volta, vuota di parole con cui rispondere.

Quistis lottò con la sua febbre malvagia, ma la diga si era già rotta, e non c'era modo di fermare l'impeto di rabbia che animò le sue parole successive. "È così ovvio. Non capisco perché nessuno abbia detto niente. Ma è una follia, Rinoa. Sarò la prima a dirtelo, sei fuori strada. Forse otterrai che Squall diventi il tuo compagno di squadra, ma non sarà mai tuo amico. È troppo preso da se stesso per essere l'amico di chiunque."

Tornando finalmente in sé, Rinoa ribatté prima che Quistis potesse aggiungere altro: "Suppongo che tu sia l'insegnante in carica su 'Squall 101'?".

Eccolo di nuovo, quel colpo perfetto in maniera impossibile. Lei non sapeva, non poteva sapere, ma colpì comunque nel segno. Pensavo...oh, ma cosa ne so? Non importa adesso. Un altro moto di rabbia spinse da parte la sua auto-commiserazione, e raccolse la forza di andare avanti. "Stai cercando di avvicinarti al più risoluto bluffatore del mondo abbastanza da poter tentare di sbirciare le sue carte." Mosse bruscamente le braccia, come se muoversi in sincronia con le sue parole potesse in qualche modo farle penetrare più in profondità. "Non ci è mai riuscito nessuno, e alla fine ti ritroverai a ritirarti, proprio come tutti gli altri." Fece un altro passo intimidatorio verso la sua preda, completando l'attacco prima che Rinoa potesse ribattere in fretta: "Quando si tratta di cose personale, Squall è un asso di picche. Se scommetti con lui, è meglio che tu abbia una buona mano, o devi essere pronta a ricevere la scala reale - giù per tutti i gradini."

Poi, tanto improvvisamente quanto era arrivato, il flusso di rabbia cieca finì. Quistis rimase ferma dov'era, svuotata della sua furia. Una paura più fredda del mare iniziò a circondare con un brivido il suo cuore. Si era lasciata andare. E ora l'avrebbe pagata cara.

L'espressione insolitamente imperturbabile di Rinoa precedette la sua risposta quieta e indiscutibile. "Se è per questo, tu non sei certo una Regina di Cuori."

Quistis si irrigidì, costringendosi a non distogliere lo sguardo. Ma non riuscì a tener testa ulteriormente allo sguardo fisso di Rinoa. Lentamente, i suoi occhi si abbassarono e si posarono sulle piastrelle in ferro sotto ai suoi piedi. Le sue braccia, improvvisamente deboli e fiacche ai suoi fianchi, lottarono per ricreare l'abbraccio contro il freddo che si era data solo pochi minuti prima. L'aria era più fredda che mai.

Rinoa si allontanò attentamente dalla porta e tornò alla balaustra, rimanendo alla larga da Quistis. Rimase in piedi con una mano sulla ringhiera, il viso rivolto al cielo. "Non mi piace litigare con la gente" mormorò con calma, poi distolse lo sguardo dalle stelle e fissò gli occhi sull'espressione vuota e lontana di Quistis. La sua voce si alzò un poco. "Ma lascia che ti dica una cosa, e anche se non voglio che sembri un luogo comune, è vero." Mosse i piedi leggermente in modo da fronteggiare direttamente la SeeD. "Non puoi far nulla se non ci provi."

Confusa, essendosi aspettata una sgridata e non avendone ricevute, Quistis si azzardò a guardare Rinoa con occhi perplessi.

"Mi è stato detto in passato che la mia 'infatuazione' per la resistenza non sarebbe mai servita a nulla." Rinoa guardò nuovamente verso l'acqua. "Forse non è andata come avevo pianificato, ma ho fatto molta strada, e non intendo tornare indietro, anche se la situazione sembra senza speranza. Ho provato a liberare Timber, e voglio ancora farlo. Se significa diventare parte di qualcosa molto più grande di me, va bene. Pianificherò quel che posso e seguirò la corrente." Avvicinandosi alla balaustra del balcone, si appoggiò alla ringhiera, tornando all'occupazione precedente di fissare il riflesso di diamante nell'acqua. Continuò a parlare, a voce abbastanza alta perché Quistis la sentisse, se avesse voluto ascoltarla. "Squall mi ha aiutato davvero tanto da quando l'ho incontrato. Non so se è perché vuole farlo, o perché è il suo lavoro, ma ne ha passate parecchie a causa mia. Ha lavorato molto duramente." Aggiunge l'ammissione successiva a voce bassa. "Lo ammiro." Chiuse gli occhi.

Quistis la guardò con attenzione, intrigata dal comportamento improvvisamente distante di Rinoa, e ancora più sorpresa dal non sentire traccia di animosità nelle sue parole.

"So che non è perfetto, ma chi lo è? Fa il meglio che sa fare. Lo hai detto tu stessa che era appena stato promosso." Togliendosi dal vento, si voltò verso Quistis e puntò il dito verso la direzione generica del luogo dove si era trovato l'ufficio di Cid, che era ora il ponte della loro gigante base mobile. "Ora, ha il comando, e ti garantisco che non se lo sarebbe mai aspettato. Lo ha fatto comunque, ed è un buon comandante, anche se non ha quasi esperienza. Hai una qualche idea di cosa possa significare, passare da semplice cadetto a leader rispettato nel giro di due settimane? Io so di non saperlo." Incrociò le braccia dietro la schiena, mise un piede avanti e guardò pensierosa le stelle. "Cosa vorrà dire essere lui...?" Rilassandosi, rivolse le sue domande all'ascolto paziente di Quistis. "Perché si nasconde sempre? Come ci riesce? A volte vorrei poter fare lo stesso. Ma tu e io sappiamo che non si può far tutto da soli. Penso che l'unico modo per non impazzire dalla pressione sia tenerla tutta dentro così non deve averci a che fare. Se lui sembra star bene, allora le gente penserà che sta bene. E se la gente pensa che lui stia bene, lui si sente più fiducioso. Probabilmente c'è altro, ma è questo quel che vedo." La sua espressione già seria si incupì ulteriormente. "Alla fine arriverò a lui. Quando succederà..."

Una folata di vento particolarmente forte scosse il Garden, interrompendo il discorso di Rinoa e costringendo sia lei che Quistis a lottare per restare in equilibrio.

Una volta che il pavimento traballante si fu fermato, Rinoa terminò la sua frase come se non fosse successo nulla di strano. "Voglio esserci. Io penso che lui si interessi davvero di tutti. Voglio sapere se è vero." Si strofinò appena il braccio per ripulirlo da alcune gocce di mare che le erano state spruzzate addosso. "E anche se mi sbaglio, sono comunque arrivata a provarlo. Non ci sarà nulla di cui pentirsi."

Quistis rimase ferma, incapace di muoversi, di parlare. Non sapeva cosa dire, se avesse detto qualcosa. Se avesse avuto parole per rispondere, dubitava di poter trovare le capacità motorie per pronunciarle, al momento. Il suo intero viso le sembrava intorpidito.

Alla fine, Rinoa si mosse nuovamente verso la porta. Sulle braccia e le gambe aveva la pelle d'oca. Sembrava non avvedersene. Si fermò di fronte a Quistis. Un sorriso comprensivo le toccò le guance. "Il poker non è solo un gioco a carte, sai. Nel gioco dei cuori, la carta più pericolosa può anche vincere la partita. Se scegli di tenerla, può essere tutto e niente. Puoi fare il colpaccio, o perdere anche i vestiti." Il suo sorriso svanì, rimpiazzato da una maschera pallida e solenne che non oscurò un'improvvisa tristezza nei suoi occhi scuri. "In ogni caso... la mia vita, per me, è più di un gioco. Credimi, se sono pronta ad alzare la posta, sono altrettanto pronta a perderla. Quello che mi stupisce più di Squall è che nessun altro sembra prendere sul serio la mia scommessa. Io offro solo quel che ho da dare. Se non è abbastanza... che sia. Almeno c'ho provato con tutte le mie forze." Aspettando qualche momento, cercò gli occhi della SeeD per capire se avrebbe ricevuto una risposta. Non vedendone nessuna, si voltò lentamente e sparì dietro la pesante porta di metallo.

Quistis non la seguì. Fissò invece le acque sottostanti e cominciò a contare i secondi fino a quando sentì di nuovo qualcosa di diverso dal dolore senza dolore dentro al petto.

*~*~*~*~*

SNAP. CRASH. BOOM. THUD. SNAP, SNAP.

"Ciao!"

Squall si rannicchiò.

Si inginocchiò alla fine del balcone devastato conosciuto una volta come "Area Segreta". L'improvviso distacco del Garden ne aveva spezzato in due le fondamenta, e nessuno ci andava più, data la sua inutilità allo stato attuale per incontri romantici. Nessuno, a dire il vero, tranne Squall, e proprio per quella ragione.

O almeno, fino a quel momento.

Sbirciando con sdegno al di sopra della sua spalla, Squall guardò Rinoa riducendo gli occhi a due fessure; lei, a quanto pareva, aveva appena partecipato a una partita fin troppo realistica di gatto e topo con un mostro alto oltre nove metri. Guardò con distacco, annoiato mentre l'infuriato Archeosaurus sbuffava, tentava di mordere e artigliava la piccola porta. Ma purtroppo i muri del Centro Addestramento erano perfettamente in grado di reggere ai colpi di dieci dinosauri di quelle dimensioni, e i tentativi dell'antica belva di cacciare la sua preda erano, alla fine, inutili.

Sospirò e distolse lo sguardo quando Rinoa trottò verso di lui. "Fai sempre così tanto casino quando entri in una stanza?" ringhiò irritato.

Rinoa si lasciò cadere accanto a lui, lasciando che le gambe le penzolassero giù dal distrutto bordo metallico del pavimento. Al polso sinistro indossava il suo strano lancia-boomerang, simile ad una balestra. Nell'altra mano reggeva un sacchettino di bocconcini di biscotti. "Ho provato a dirgli che i biscotti al cioccolato gli avrebbero fatto male, ma non mi ha ascoltato."

Detto questo, si infilò uno dei piccoli snack in bocca, facendo dondolare leggermente le gambe. Fissò trucemente l'Archeosaurus al di sopra della spalla; la belva, avendo realizzato che non aveva di che mangiare, diede un gemito lamentoso e si allontanò in cerca di una preda più facile.

Squall lanciò un'occhiata a lei, e poi alle acque gelide laggiù in fondo, considerando la posizione insicura di Rinoa. Nessuna recinzione impediva loro di cadere oltre il bordo e affondare dritti verso le loro morti. "Se cadi, non intendo tuffarmi e salvarti" borbottò con tono grave.

"Non cadrò. Che fai qui?"

"...Volevo stare da solo."

"E dov'è la novità?" Masticando rumorosamente un altro biscotto.

"Che cosa fai tu qui?" Squall si morse la lingua, pentendosi della domanda; cosa importava a lui, e l'ultima cosa di cui aveva bisogno era incoraggiare una conversazione. Sgridandosi mentalmente, fissò il suo gunblade, che giaceva per terra al suo fianco. Perfetto. Ora mi tocca il giro lungo.

"Venuta a cercarti" rispose Rinoa, prevedibilmente. "Pensato che volessi un po' di compagnia."

Squall grugnì in derisione della sua logica. "Spiacente di deluderti."

Lei gli tese un biscotto. "Vuoi uno? È al cioccolato."

Lui non la guardò. "No."

La mano di lei non si mosse. "Non me ne vado se non lo prendi."

...Sul serio? Con un profondo sospiro per serbare la pazienza, Squall le lanciò un'occhiata malevola e le strappò il biscotto di mano. Poi aspettò, guardandola con aspettativa e tenendo il biscotto sospeso tra le mani a pochi centimetri dal pavimento. Alla fine fece un cenno verso la porta. "Non te ne vai?"

Lei lo fissò di rimando, scherzosa. "Non ho detto che me ne sarei andata subito."

Il pugno di Squall si strinse intorno al biscotto, sbriciolandolo rumorosamente.

Rinoa alzò un sopracciglio. "Non lo assaggi?" Puntò al suo pugno chiuso.

"Non hai detto che dovevo mangiarlo." Aprendo la mano sopra il bordo, Squall buttò i poveri resti di biscotto nel mare.

Rinoa sospirò e rovesciò il sacchetto di biscotti nelle acque sottostanti. "Almeno qualche pesce sarà felice." Accartocciò il sacchetto e lo posò a terra, accanto a sé, poi piegò le gambe e si appoggiò indietro, sulle mani.

Squall finì di pulirsi la mano e tornò a vigilare silenziosamente il mare, decidendo che se Rinoa non parlava troppo, poteva non ascoltarla e pensare nello stesso momento. Per quanto lei sembrasse divertirsi a imporsi a lui nel tempo libero, di solito non era troppo irritante fintanto che lui non cercava di levarsela di torno. Lo lasciava riflettere indisturbato, a meno che avesse una domanda rilevante. Tuttavia, non poteva fare a meno di notare che, anche quando lei lo lasciava fare, i suoi pensieri finivano di solito a riguardare lei in qualche modo. Curioso, come funzionasse, la mente che vagava verso argomenti che avevano a che fare con le persone nelle immediate vicinanze. Non l'aveva mai notato prima.

"Che è successo a questo posto?"

Puntualmente interrotto, Squall fece correre le dita lungo il bordo spezzato di metallo distrutto della Zona Segreta. "Era un balcone," spiegò. "Distrutto quando il Garden è decollato. È stato vietato l'ingresso da allora."

"Oh, capisco." Rinoa rise. "Un posto perfetto per stare soli, dato che nessuno può più venirci."

E nonostante questo lei lo aveva trovato lì. Squall scosse la testa. "Immagino di no." Lei rise di nuovo, e lui si chiese perché. Quel suono gli fece drizzare i peli sulla nuca, anche se non poteva dire che il brivido fosse fastidioso. Squall di solito odiava il rumore brusco e fastidioso di una risata, ma quella di Rinoa era diversa, più morbida.

"Qualche altra ragione per cui sei qui?"

"Mi annoiavo." Prendendo il gunblade e alzandosi allo stesso tempo, Squall si mise l'arma sulla spalla e si avviò all'uscita.

Rinoa si posò le mani su un ginocchio, lasciando che la testa le cadesse all'indietro per poterlo fissare da una prospettiva comicamente invertita. "Ti annoi facilmente? Forse hai bisogno di trovare un modo per rendere la vita di tutti i giorni più interessante."

Squall rimase fermo per un momento, senza guardarla. Poi si riavviò alla porta senza una parola.

Rinoa fece una capriola all'indietro, bloccandogli la strada mentre si alzava. Fingendo che bloccarlo fosse stata una coincidenza della sua manovra, si tolse una ciocca ribelle dal viso e giocò con la fedina d'argento che pendeva dalla sua catenina. "Ehi, uhm...pensavo, hai fame? Voglio dire, io ho fame, ma la mensa è chiusa."

Squall fece un cenno conclusivo con la mano libera. "Devi aspettare domattina. Non servono nessuno dopo le 19.00."

Lei ancora non si mosse. "Non c'è un distributore o simili? Solo uno snack?"

Lui scosse la testa, osservando il pavimento come alla ricerca di una soluzione. "Questo non è un hotel" ruggì, irritato dall'essere trattenuto così a lungo. "Non offriamo molte delle comodità a cui potresti essere abituata."

"Ho chiesto uno snack, non una cena da gourmet."

"Allora trovatelo." Facendosi strada oltre di lei, attraversò determinato la porta e scese le scale che portavano al centro addestramento. "Non posso aiutarti."

Rinoa lo seguì, testarda, ma preparò intelligentemente l'arma mentre lasciava la relativa sicurezza del balcone distrutto. "Devi essere un maestro delle notti in bianco" sbottò quando riuscì a stargli al passo. "Scommetto che sei un asso in verifiche scritte e saggi a destra e a manca."

Squall si allontanò dal sentiero, sfiorando con i piedi una serie di rocce attraverso un ruscello artificiale. Si fermò con sicurezza dall'altro lato e continuò lungo la sponda. Era una scorciatoia che aveva preso molte volte prima d'allora, una linea retta dritta fino all'uscita. "Che cosa te lo fa dire?" Non aspettò che Rinoa camminasse barcollando sulle rocce del ruscello, lui era già metri avanti quando lei finalmente riuscì a raggiungere la sponda opposta.

Imperturbabile, lei corse per raggiungerlo, strizzando dall'acqua una parte del suo vestito azzurro. "Perché" affermò lei "sei sempre così concentrato, anche quando non ti interessa nulla di quello che succede. Non sono mai stata così, io. Mi distraggo sempre quando sono annoiata. Non riesco a finire un progetto, a meno che significhi qualcosa, per me."

"Con un comportamento come questo, non mi stupisco che il tuo gruppo di resistenza fosse così gracile." Rallentarono avvicinandosi a un macigno incombente dietro un pennacchio di palme. Mantenendosi vicino alla pietra, Squall fiancheggiò l'ostacolo, circospetto verso qualsiasi cosa vivente che potesse nascondersi nei paraggi.

Per non essere da meno, Rinoa seguì l'esempio e controllò dietro di loro. "È per questo che vi abbiamo assunto. Non solo avete fallito nella nostra causa, avete fallito anche nell'uccidere la strega, e quello era un ordine dal Garden. Mi sa che anche i professionisti allenati a volte fanno casino."

Squall si fermò. La guardò di traverso, con occhi torvi. "Se hai lamentele, parlane con Shu."

"A dire il vero, mi sorprendo che ne siamo usciti tutti vivi, alla fine." Sembrò discutere tra sé e sé per un momento. "Penso che tu abbia fatto un buon lavoro. Ti assumerei ancora." Mentre gli occhi di Squall si riducevano a due fessure che la guardavano scettiche, lei continuò prima che lui potesse rispondere, parlando velocemente. "Non che ne abbia bisogno. Timber non è ancora libera, e finché non lo sarà, mi dovrai sopportare."

"Fantastico." Guardò deliberatamente da un lato per un momento - un movimento che Rinoa aveva intuito essere una versione di Squall del roteare gli occhi. Lo guardò mentre lui si rilassava un momento contro la pietra ed esaminava una crepa nel tamburo del suo gunblade.

"Mi chiedevo" si avventurò lei, curiosa del motivo per cui aveva scelto di fermarsi "una volta che entri nella SeeD, fino a quando rimani in servizio?"

Squall svuotò il caricatore dei bossoli di quattro pallottole usate e si accinse a rimpiazzarle con pallottole nuove. "Fino a quando ce la fai."

"Oh." Lei annuì, sembrando sorpresa, ma accettando la risposta. "Pensi che lo farai per tutta la vita?"

Probabilmente morirò facendolo. "Non lo so."

"Beh, spero che tu rimanga nei paraggi. Non riesco a pensare a nessun altro che vorrei al mio fianco, anche se sei un aiuto a pagamento."

Squall chiuse il tamburo e lo fece ruotare un poco. Soddisfatto, abbassò la punta dell'arma fino all'erba e bloccò Rinoa con uno sguardo gelido. "Non ho mai chiesto di essere al tuo fianco."

"Ma lo sei" ribatté lei. "È il tuo dovere. Se non ti piace, forse fai il lavoro sbagliato." Lei sorrise maliziosa, per nulla turbata dal suo sguardo sempre più cupo. "Ci sono cose meno pericolose. Ti vedrei come gestore di un hotel - hai le capacità organizzative per farlo - o come insegnante di arti marziali."

Squall distolse lo sguardo. "Non mi interessano quelle cose."

"Perché no?"

"Perché ti interessa di cosa faccio io per vivere?"

"Fare il mercenario è un lavoro pericoloso" rispose lei con attenzione. "Ti sei già ferito qualche volta. Ci tengo a te... proprio come tengo ad un amico."

Sul punto di andarsene, Squall si trovò all'improvviso incapace di muoversi. Senza sapere quale parola lo stesse tenendo incollato al pavimento e irritato di essersi lasciato cadere nella trappola, ruotò per affrontare Rinoa. Un amico? Ecco tutto. La sua attenzione, prima divisa tra la conversazione e la giungla intorno a lui, si focalizzò esclusivamente su di lei. La sua voce si calmò pericolosamente. "Cosa ti fa pensare che io sia tuo amico?"

Rinoa si raddrizzò di più, indurendosi. "Beh, anche se non lo sei. Io sono tua amica. Non mi aspetto che tu sia mio amico. Scommetto che non puoi certo iniziare ad interessarti di una tua cliente, vero? Non lasciare che le emozioni o la comprensione ostacolino il tuo lavoro."

Sentendosi particolarmente fuori posto, Squall annuì lentamente, circospetto, sicuro che lei gli stesse tendendo una trappola. "...È esatto."

"Capisco..." Incrociando le mani dietro la schiena, Rinoa fece qualche passo insicuro verso di lui, il suo sguardo fisso sul terreno sotto ai piedi di lui. "Quindi tu semplicemente... segui il contratto, no?"

"Faccio quel che devo fare."

"E di quello che vuoi fare?"

"...Se dipende solo da me, faccio qualsiasi cosa sia logico fare."

"Quiiiiindi." Sorridendo improvvisamente, Rinoa si sporse un poco in avanti, le mani ancora incrociate dietro di lei, gli occhi luminosi e sapienti. Era un'espressione e una posizione che Squall aveva imparato a temere, da lei. Significava che lo aveva portato esattamente dove voleva, e non c'era assolutamente nulla che lui potesse fare. "È logico farsi strada combattendo attraverso una giungla infestata da mostri e nascondersi su un balcone mezzo distrutto dove nessuno può andare, così puoi star solo."

"...Già." Ora sapeva che era una trappola. Ma era anche curioso.

"Eeeeee, è anche logico portarmi in giro per il Garden, e poi a fare una passeggiata, e poi a un concerto, solo per farmi stare zitta."

"Credo di sì."

"Quindi è anche logico che soldati SeeD freschi d'addestramento diventino comandanti abbastanza scadenti."

"Quindi?" Squall spinse il braccio in aria, come protesta silenziosa. Qual è il nocciolo della questione?

Che Rinoa avesse capito, o che avesse semplicemente finito le cose da citare, rimase in silenzio abbastanza a lungo perché un uccello selvatico gridasse due volte dal suo nido in alto. "Vediamo... ti ho trovato nel tuo nascondiglio, non hai ottenuto che tacessi, e penso che molte persone concorderanno che sei stato un capo con molto successo." Sorrise. "Dimmi se mi perdo qualcosa, ma fino ad oggi, sembra che tutta la tua filosofia abbia danni irreparabili."

Questa volta, Squall roteò davvero gli occhi. Non ho tempo per queste cose. Arriveremo presto. Ad ogni modo, i suoi piedi rimasero incollati al terreno. "Non sono venuto perché la mia 'filosofia' venisse messa in discussione da te."

"È davvero così peggio che rimuginare sopra ogni cosa da solo?"

"Forse."

"Forse no." Gli si avvicinò deliberatamente. "C'è un altro lato della moneta, Squall, più luminoso."

"Chissenefrega." Avrebbe dovuto capirlo: l'imboscata aveva funzionato, e ora si sentiva come un coniglio che lotta per liberarsi dalle fauci di un lupo. Tutto quello che voleva fare era scappare vero un buco nero e silenzioso dove poteva stare tranquillo e al sicuro. Squall si rimise in moto, veloce.

Non andò lontano. Rinoa gli corse dietro e si piantò di nuovo sulla sua strada. I suoi occhi castani sembrarono più luminosi del solito. "Ti disturba davvero così tanto che le persone si interessino di te abbastanza da chiedersi perché fai le cose che fai?" Squall cercò di aggirarla, ma lei lo contrastò passo dopo passo. "Beh?"

Alla fine lui si fermò, fendendo violentemente l'aria al suo fianco. "Se perdono tempo a pensare al mio stato mentale, forse sono loro a fare il lavoro sbagliato."

"Essere amico di qualcuno non è un lavoro. È un privilegio."

Lui ringhiò, senza parole. Un 'privilegio' che ti sei data da sola? Non può funzionare in entrambi i modi. "Sì?" sbottò, alzando la voce finché rimbombò contro l'alto soffitto a cupola. "E com'è? Non ti ho offerto nulla. Smetti di provare a conoscermi. Non puoi nemmeno iniziare a farlo. Nessuno può, e io voglio che sia così." Fece un passo verso di lei, minaccioso, e per la prima volta, lei indietreggiò di alcuni passi. "Vuoi essere mia 'amica'. Vuoi mostrarmi il 'lato più luminoso' della vita. Beh, lascia che ti dica una cosa." I suoi occhi blu parvero lampeggiare. "Non c'è nessun lato più luminoso nel mio mondo. Pensi che se passerai abbastanza tempo accanto a me potrai capirmi? Ti do una mano. Non me ne frega un cazzo." Rinoa sobbalzò, ma lui continuò, spietato, lottando per liberarsi dalle banalità di Rinoa. "Sembra che tu e tutti gli altri pensiate di potermi della realtà solo perché per voi è più comoda. Ho una notizia. Non voglio la vostra compassione. Non mi interessi tu, la tua resistenza, o chiunque altro, o qualunque altra cosa, e se non vuoi crederlo, sei anche più stupida del resto dei cretini che pensano che io sia fatto per essere l'eroico leader della SeeD!"

Quel ruggito riecheggiò nel Centro Addestramento. Gli uccelli ora tacevano.

Rinoa stava trattenendo il respiro, scossa, ferita da quelle parole. Sentì vacillare la sua risoluzione. Lui era così arrabbiato - non poteva nemmeno ricordare di averlo mai visto così. Era terrificante.

'Finirai per ritirarti.'

Scosse la testa per schiarirsi le idee. No, dichiarò a se stessa. Questa volta non scappo. Io non mi ritiro! I suoi occhi parvero palpitare, e ingoiò le lacrime. Improvvisamente, furono faccia a faccia, con lei che lo fronteggiava con altrettanta ferocia. "Sai proprio come si litiga, vero? Non mi stupisco che spaventi la gente." Reprimendo un sorriso alla sua conseguente espressione di sorpresa, lei continuò a far pressione con il suo vantaggio. "Beh io non me la bevo. La ragione per cui hai lasciato che Selphie guidasse la missione alla base missilistica è che non te ne fregava un cazzo? Dimmi che tu ed Irvine siete venuti a salvarmi dagli Shumelke solo perché era protocollo." Fece alcuni passi avanti, e con sua soddisfazione vide che lui cedeva terreno. "Avresti potuto dire 'stai vicino ad Irvine', ma non l'hai fatto. Mi hai detto di stare vicino a te." Si raddrizzò; erano quasi faccia a faccia. "C'è una persona dietro quegli occhi, Squall, e io riesco a vederle dritto attraverso."

"E chissenefrega" grugnì Squall, naufragando nella sorpresa.

Lei tossì una risata divertita, usando di nuovo la sua ritrovata spavalderia. "Oh, risparmiamela. Questo vuol dire solo che hai troppa paura per rispondere. Non sei il duro che sembri da fuori. Sei solo duro abbastanza da fingerlo. Ma un giorno o l'altro ti troverai ad affrontare qualcosa che è troppo più grande di te, e farcela da solo non sarà nemmeno un'opzione possibile."

Per un momento, rimasero fermi accanto al masso, e non ci furono altre parole. Solo due facce arrabbiate e un paio di cuori feriti, entrambi a curare ferite invisibili.

Squall osò parlare per primo, con calma, scuotendo la testa. "Perché fai tutto questo?"

Lei era anche troppo pronta a dare la sua equilibrata risposta: "Perché sono l'unica persona che non puoi scacciare". Mostrami le tue carte, Squall. Per me, stai bluffando."

Lui aveva gli occhi stretti e gelidi, mentre giudicava silenziosamente la sua serietà. Rinoa si aggrappò con forza alla sua determinazione mentre lo guardava esaminarla; si rifiutava di dargli il pretesto che gli serviva per attaccare le sue affermazioni e farle a pezzi.

Alla fine lui parlò, e sembrò che fosse a miglia di distanza anche se stava ritto in piedi a pochi passi da lei. Le sue labbra si mossero appena mentre chiese: "E se tu avessi ragione, e questa fantasia che hai creato fosse vera? Allora? Cosa succederebbe?".

Rinoa batté intenzionalmente le palpebre, senza distogliere mai lo sguardo. La sua espressione non cambiò. "Questo dipende da te."

"E se invece ti sbagliassi? Cosa ci perderesti?"

"Qualcuno di cui mi importa molto. Non solo questo..." Il suo sguardo scuro divenne grave, come per avvertirlo. "Se mi sbaglio, allora Cid ha fatto un errore molto grave scegliendoti come leader del Garden. Se mi sbaglio, Squall, non sarò solo io a soffrire. Tutti soffriranno." I suoi occhi si addolcirono quando sussurrò tristemente: "soprattutto tu".

Un profondo ruggito squarciò l'aria pesante. Un piccolo albero cadde sul fiume.

Spaventata, Rinoa si voltò in direzione della confusione. "Cos'è stato?"

"Nasconditi! Stai contro la roccia!"

Lei sapeva bene di non mettere in discussione l'ordine di Squall. Scansando il supposto pericolo, si appiattì contro l'ostacolo di pietra, cercando freneticamente intorno a sé dove si trovasse l'assalitore. All'inizio non vide nulla.

Nemmeno Squall. Era sparito.

Un grugnito secco e passi pesanti annunciarono l'arrivo di un giovane Archeosaurus. Si schiantò nella piccola radura vicino al fiume e saltò, atterrando con un tonfo capace di scuotere il terreno e continuando in un pesante trottare lungo la riva. Era più piccolo della bestia che aveva inseguito Rinoa poco prima, la pelle spessa un po' più rossa, le strisce un po' più pallide, ma era comunque spaventoso, e sicuramente più agile. Con orrore di Rinoa, i suoi occhi affamati l'avevano trovata. Emettendo un ruggito tonante, l'Archeosaurus si lanciò verso di lei in piena carica, bocca aperta, denti snudati e pronti a far di lei il prossimo pasto.

Un nome si bloccò nella gola di Rinoa, balbettato sulle sue labbra. "S...S, Squall?"

L'aveva lasciata lì a morire?

Si gettò su di un lato mentre le enormi fauci si chiudevano di scatto sull'aria vuota, dove prima c'era la preda. Incapace di fermare la sua carica, il dinosauro batté la testa contro la roccia. Confuso, il dinosauro indietreggiò e sferzò la sua potente coda. Con stupore di Rinoa, non sembrava nemmeno stordito dall'impatto, e si voltò prontamente verso di lei per tornare ad attaccarla.

Con occhi spalancati, preparò la più potente magia di ghiaccio che aveva con sé, sapendo per tutto il tempo che questa non era una battaglia che poteva vincere da sola. L'Archeosaurus più grande che aveva incontrato prima era troppo grande e lento per catturare facilmente un umano più agile in spazi ristretti, ma questa bestia mezza cresciuta era abbastanza veloce da raggiungerla, superarla e sconfiggerla prima che lei avesse anche solo la possibilità di arrivare alla salvezza offerta dal ponte.

Trattenne il respiro. Il dinosauro scattò in avanti.

A uno dei due giganteschi passi che lo separavano dallo snack che si era prefissato, il giovane dinosauro mugghiò di rabbia, subendo un'imboscata dall'alto; Squall saltò dalla cima del masso, cadendo con forza sulla schiena della bestia e affondando la punta dell'arma nella sua spalla.

Fermando il suo assalto, ruggendo di dolore e lottando per la preda sul terreno fangoso, dato che l'attacco del SeeD gli aveva fatto perdere l'equilibrio, il dinosauro voltò la testa all'indietro per afferrare il suo assalitore con le sue fauci potenti, con l'intento di strappare un saporito, anche se noioso, bocconcino dalla sua schiena.

Squall non aveva nessuna intenzione di dargliela vinta facilmente. Si mantenne appena dietro la nuca, dove non poteva essere né visto né afferrato, e diede uno strattone violento al suo gunblade per liberarlo dalla dura pelle dell'animale. Tenendo forte la presa mentre l'Archeosaurus si scuoteva e ruggiva di dolore, si portò alla mente una magia Blind per accecarlo.

Il suono rivelatore di un'altra magia che veniva lanciata da qualche parte nelle vicinanze lo fece esitare. Una folata gelida d'aria secca gli soffiò intorno. L'Archeosaurus urlò per l'oltraggio e la frustrazione mentre la metà inferiore del suo corpo veniva improvvisamente intrappolata in un esplosivo blocco crescente di ghiaccio.

Rinoa doveva aver deciso di dare una mano, invece che fuggire. Dannazione, sta' indietro! "Ti ho detto di nasconderti!" Squall s'arrischiò a scivolare fino a terra lungo il fianco della bestia, mentre era distratta. Scelta che rimpianse.

Scuotendosi per liberarsi dalla sua trappola di ghiaccio, la testa del dinosauro si voltò proprio mentre Squall saltava. I denti a uncino afferrarono l'orlo della sua giacca, e le fauci si chiusero di scatto sulla preda in pelle. Ringhiando trionfante, il dinosauro scosse di nuovo la testa, ghermendo Squall nell'aria e facendolo dondolare ben sopra il terreno.

Il gunblade cadde dalla mano priva di forza di Squall; man mano che la giacca gli si stringeva intorno alle spalle, la percezione delle braccia andava scemando. Comunque, si rese conto della propria fortuna e cercò di pensare a un modo di uscire da quella situazione; se il dinosauro fosse stato un adulto, la sola forza della bestia sarebbe stata abbastanza da spezzargli ogni osso del corpo mentre veniva scosso a quel modo come un cane. Non poteva accecarlo, adesso, dato che non riusciva a vedergli occhi per prendere la mira. Ma-

Un improvviso click precedette il ruggito di dolore del dinosauro e il rilascio della pressione sulle sue braccia. L'Archeosaurus dovette lasciarlo andare per rosicchiare il tagliente boomerang argentato che gli si era incastrato per pochi centimetri nel fianco resistente.

Con le dita ancora formicolanti per il rinnovato afflusso di sangue, Squall atterrò in piedi, riuscendo ad afferrare il gunblade mentre correva verso Rinoa. "Andiamo! Intanto che è occupato..." Diede un'occhiata veloce al dinosauro al di sopra della spalla; era ancora intrappolato nel ghiaccio e cercava senza successo di raggiungere il metallo doloroso che aveva conficcato nel fianco.

Rinoa non discusse gli ordini. Abbandonò l'arma e lei e Squall scattarono verso il ponte che portava all'uscita e alla salvezza.

Si erano mossi solo di alcuni metri verso la loro destinazione quando una cascata di ruggiti assordanti li gettò letteralmente indietro. Squall si fermò e Rinoa gli corse addosso, barcollando prima di riprendere equilibrio accanto a lui.

Quando guardò di nuovo, ogni speranza che aveva avuto di uscire dal centro addestramento illesi svanì. Prima di realizzare cosa stesse facendo, aveva afferrato il braccio di Squall, stringendogli forte le dita intorno al gomito.

"...Li voleva proprio, quei biscotti."

La rara battuta sarcastica di Squall si perse nella mente di Rinoa mentre fissava la figura che torreggiava su di loro: il gigantesco Archeosaurus da cui era scappata poco prima. Era gigantesco, un mostro persino per la sua specie, e un bel contrasto con la creatura mezza cresciuta che li aveva attaccati momenti prima. E aveva portato qualche amico.

Altri tre Archeosaurus, che sembravano piuttosto affamati, seguivano i passi del dinosauro che li guidava. I loro occhi blu iniettati di sangue caddero su Squall e Rinoa, come se li stessero puntando.

Rinoa aggrottò le sopracciglia vedendo questi indesiderati ospiti. "Chi mette questi cosi qui dentro?"

Il giovane dinosauro dietro di loro strappò il boomerang dal suo fianco. Con un ruggito, trionfale, si liberò dal ghiaccio e afflosciandosi appena si avvicinò ai due umani nello stretto spazio di terreno libero.

Squall strattonò il proprio braccio dalla presa spaventata di Rinoa. "Ora ce l'hai fatta" ringhiò.

Lei lo fissò, scioccata. "Io ce l'ho fatta?! Se non fosse stato per me, saresti stato la cena del piccolino!"

"Potrei ancora diventarlo. E se non fosse stato per te che hai lanciato quella magia, avrei potuto accecarlo e non dovremmo preoccuparci di tutto questo." Tenendo pronta la spada, Squall guardò il cerchio di fauci dentate per trovare una qualsiasi via di fuga.

L'Archeosaurus giovane, impaziente, attaccò. Squall alla fine ebbe l'occasione di lanciare la sua magia. Improvvisamente accecata, la creatura cercò di fermarsi e scivolò sull'erba bagnata. Squall e Rinoa si spostarono di lato quando la bestia scivolò all'indietro, addosso al gruppo degli altri dinosauri, facendone cadere due. Il capobranco grugnì, irato, e spinse giù da un piccolo dirupo il suo cieco compagno che si dimenava. Lo sfortunato dinosauro morse disperatamente il terreno inconsistente, cadendo, e alla fine ruzzolò in un ruscello poco profondo una dozzina di metri più sotto.

Le loro prede stavano già correndo nella direzione opposta, approfittando dello sfortunato dinosauro per fuggire velocemente.

Più esperti del loro giovane amico, gli altri dinosauri li inseguirono a passi pesanti, dividendosi in due coppie. Il più grande dei quattro inseguì gli umani in fuga, e la coppia più piccola cercò di intrappolarli.

Squall voltò velocemente in un opportuno boschetto, con Rinoa alle calcagna. Osservò una serie di gingko particolarmente folte, e si gettò velocemente in mezzo a loro, fermandosi solo quando fu certo che i dinosauri non potevano più vederlo. Tenendosi basso e guardando dalla sua postazione vantaggiosa le enormi creature che cercavano e annusavano l'area circostante, si calmò alla fine abbastanza da lanciare un'occhiataccia furiosa a Rinoa, che si era inginocchiata accanto a lui. "Se ne usciamo vivi, ti faccio confinare nei dormitori."

Lei gli fece una linguaccia. "Non è colpa mia se sei così asociale. La prossima volta, passa il tempo in un posto normale, come il Giardino."

"Non ti ho chiesto cosa ne pensi."

"Allora chiedimi quanto me ne frega."

Squall si portò la mano libera alla fronte, ringhiando a denti stretti. "Almeno io so quel che faccio. Non riesci a camminare in un posto senza attrarre tutti i predatori più grossi che ci vivono." Nessuno mi ha mai creato tanti casini!

Rinoa gli lanciò un'occhiata seria e significativa. "Tutti tranne uno."

Un forte crack esplose dal terreno vicino a Squall. Per un momento, l'intero centro addestramento fu silenzioso. Anche l'espressione di Rinoa si fece vuota.

Lentamente, Squall si guardò la mano destra. Digrignò i denti e si trattenne dallo sputare tutte le bestemmie che sapeva. Il tamburo del suo gunblade stava fumando.

Quattro ruggiti eccitati scossero l'area d'addestramento.

Rinoa inarcò un sopracciglio, mentre entrambi si alzavano per correre. "Bella mossa. Già che ci siamo, magari posso fare segno che siamo qui?"

"Va' avanti. Posso scappare mentre mangiano te."

Non c'era più tempo per discutere; i dinosauri erano di nuovo alle loro calcagna. Quattro teste giganti si infilarono all'improvviso nel fogliame, ma avevano più problemi a liberarsi dal muro di arbusti che si erano attorcigliati intorno alle loro teste di quanti ne avessero avuti a infilarcisi. Le loro piccole prede scappavano con facilità in uno spazio tra il fogliame.

Squall si diresse al ponte. Il fossato sottostante era troppo largo perché i dinosauri potessero superarlo con un balzo, e il ponte era fatto per scomparire se qualcosa di abbastanza grande cercava di oltrepassarlo.

Sentì un grido e un leggero thud. "Squall!"

Fermandosi quanto bastava per guardarsi alle spalle, vide che Rinoa era inciampata, e stava lottando per rialzarsi mentre il più grande degli Archeosaurus si avvicinava a un passo in grado di scuotere il terreno.

"Cazzo!" È una follia. È troppo lontana - Girò i tacchi e corse incontro al dinosauro. Facendo ruotare l'arma dietro di sé, le gridò un avvertimento. "Sta' giù!"

Anche se il dinosauro si stava precipitando su di lei, Rinoa si abbassò, rotolò all'indietro sul terreno ed evitò per un soffio di essere divorata.

La pessima valutazione del dinosauro gli costò caro: la punta metallica, molto resistente e molto affilata andò in collisione duramente con il suo muso sensibile. La bestia gettò la testa all'indietro e puntò gli artigli nel terreno, stordito dall'odore potente del suo stesso sangue.

Squall tirò in piedi Rinoa pochi secondi prima che il dinosauro perdesse l'equilibrio e cadesse in avanti. Fuggirono verso il ponte mentre gli altri tre dinosauri li inseguivano. Non c'è abbastanza tempo. Per quanto potessero essere ingombranti gli Archeosaurus, una volta che avevano acquistato velocità potevano raggiungere un umano in pochi balzi.

Con urgenza, Squall invocò i GF e in pochi secondi una presenza familiare nella sua mente rispose. Persino mentre correva si concentrò e fu ricompensato da un curioso scintillio lungo i nervi, e la sensazione vertiginosa dell'essere senza peso, che denotava la protezione del GF.

Un flash di lampi azzurri segnalò l'arrivo di Quetzal. Squall e Rinoa riuscirono finalmente a raggiungere il ponte e lo attraversarono di corsa, fermandosi una volta raggiunto l'altro lato per girarsi e guardare, ansimando, mentre due dei tre Archeosaurus all'inseguimento venivano intercettati dal gigantesco uccello stridulo. Fulmini si allargarono intorno al GF, piovendo sui dinosauri come pungenti tuoni dall'energia sopraccarica. Spaventate, due delle enormi creature si voltarono e si ritirarono, calpestando il loro compagno più grande che lottava per rialzarsi, mentre fuggivano. L'ultimo dinosauro scansò l'uccello che svaniva tra gli scintilli, e continuò la sua caccia febbrile, solo per cadere come un sasso quando il ponte di salvataggio si aprì sotto alle sue zampe. Cadde a peso morto, mugghiando, nelle acque poco profonde della scarpata.

Ancora tremante per la paura, Rinoa sorrise debolmente. "Beh... siamo vivi."

Squall non ebbe modo di rispondere. Un altro grido stridulo echeggiò tra le mura mentre il giovane Archeosaurus, avendo trovato un modo di risalire il lato scosceso del fossato, saltò fuori dal cespuglio dietro di lui e scosse la sua testa pesante, colpendolo col muso nel centro del petto. Il colpo lo mandò ad annaspare. In qualche modo, riuscì a mantenere la presa sull'arma, ma il colpo gli aveva tolto il respiro, e un momento dopo l'Archeosaurus gli era addosso.

"Ma togliti!"

Un peso gli cadde sul petto, ma per sua sorpresa, non era il piede del dinosauro ad essergli addosso, mentre le fauci dentate della belva gli scendevano verso la testa. In quello che poteva solo pensare fosse una sorta di riflesso naturale, il suo braccio libero aveva stretto Rinoa a sé. Sobbalzò e si preparò a sentire l'impatto mortale dei denti del mostro.

Uno swish risuonò nell'aria proprio sopra di lui, seguito dal suono delle catene che sbattevano tra loro e un grugnito attutito e infuriato. Squall aprì gli occhi e scoprì molto più confuso che morto.

Il dinosauro torreggiava ancora su di lui, ma gli unici denti che poteva vedere erano quelli lunghi abbastanza da mostrarsi al di fuori del labbro superiore; una potente frusta, simile ad una catena era arrotolata tre volte intorno al muso della bestia, e gli teneva chiusa la bocca. Stava lottando in un futile tentativo di romperne le maglie.

Squall lasciò che la testa gli ricadesse all'indietro sul terreno e lasciò andare il respiro esausto che aveva trattenuto negli ultimi dieci secondi. Chiuse gli occhi, silenziosamente grato che qualcuno li avesse salvati.

Li. Giusto.

Con un grugnito dal profondo del petto, Squall lasciò andare Rinoa e mantenne il braccio lontano da lei, come se avesse toccato qualcosa di indicibilmente sporco. Lei giaceva distesa su di lui, gli si aggrappava tremante, all'apparenza inconsapevole che il pericolo per entrambe le loro vite era finalmente passato. Lui continuò a fissarla cupamente fino a quanto lei tornò finalmente in sé e alzò la testa, abbastanza per incontrare con lo sguardo i suoi occhi avvelenati.

Sorrise a disagio, con le guance che diventavano rosse, conscia in maniera imbarazzante della sua posizione su di lui.

Squall parlò molto lentamente. "Lo dico una volta sola" mormorò con voce dura e tesa, poi fece un grosso respiro, pronunciando le parole successive molto, molto chiaramente. "Giù Da Me."

La loro salvatrice scelse quel momento per avvicinarsi, torreggiando sulla testa di Squall e tenendo ben salda la frusta a catene che teneva stretto e calmo il giovane dinosauro. Quistis fece un sorrisetto mentre fissava l'espressione seccata di Squall. "Spero di non interrompere nulla."

Alzandosi velocemente e togliendosi dalle vicinanze di Squall, Rinoa si pulì i vestiti, come se lo sporco fosse il più pressante dei suoi problemi. "Solo la cena di un Archeosaurus" disse, suonando più calma di quanto era in realtà.

Squall si tirò su a sedere, trovandosi così faccia a faccia con un dinosauro confuso, perplesso e immobilizzato. Grugnendo, allontanò il naso della bestia dalla sua faccia e si rialzò, riponendo l'arma nella sua guaina, alla cintura, e voltandosi verso la scarpata. Tre dei dinosauri erano andati. Il più grande stava riuscendo solo in quel momento a rimettersi in piedi. Guardò quello relativamente piccolo intrappolato dalla frusta di Quistis. La povera bestia sembrava completamente confusa, del tutto non abituata a stare così vicino a tre potenziali pasti e al contempo incapace di aprire la bocca. Guardò Quistis poi Rinoa e poi Squall, con gli occhi sbarrati e confusi, come se stesse implorando di essere liberato da uno di loro così da poterseli mangiare tutti.

Quistis si avvicinò calma alla confusa creatura e la accarezzò sulla testa come se non fosse nulla di più pericoloso di un chocobo. Guardò Squall e Rinoa e poi ancora il dinosauro. "Ma voi due fate sempre così tanto casino quando entrate in una stanza?"

Squall e Rinoa si scambiarono un'occhiata di sbieco.

Squall incrociò le braccia e guardò una pianta.

Rinoa nascose il viso in una mano e scosse la testa, ridendo.

*~*~*~*~*

"Mi hai salvata."

Rinoa camminava con Squall lungo il quieto corridoio aperto che connetteva il Centro Addestramento al cuore del Garden di Balamb. Il corridoio era ben illuminato nonostante l'oscurità dei suoi muri; in alto, la luna riluceva fulgida attraverso la struttura a finestre, e le stelle ne accompagnavano la radiosità nel loro instancabile viaggio lungo i cieli. L'attenzione di Rinoa era focalizzata sullo splendore notturno, anche se le sue parole erano rivolte al suo riluttante compagno.

Squall non diede allo spettacolo usuale della luce celeste nessuna attenzione di sorta. "No, non l'ho fatto."

Rinoa sorrise, tornando alla fine coi piedi per terra. "Sì che l'hai fatto! Ti sei messo tra me e i denti di quella cosa. Questo è salvarmi."

"...Sei incorreggibile."

Lei sorrise; attraversarono un breve tratto di stanze comunicanti senza finestre ed emersero nell'enorme distesa che rappresentava il centro del Garden. "Esatto. E non me ne vado finché non vedo un sacchetto di patatine e una bibita. Ho ancora fame."

Squall si fermò e la guardò. Non molli, eh? "Se ti faccio vedere dove puoi trovarli, mi lasci in pace?"

"Affare fatto. Solo per oggi però. Domani avrò ancora fame."

Sollevato di aver trovato una soluzione così semplice al problema, il SeeD, stanco e di malumore, riprese a camminare verso i dormitori. "Dai, seguimi. So che Zell tiene della roba in camera. Vedo se ha voglia di darti qualcosa."

Rinoa arricciò il naso all'idea di mangiare 'roba' che stava in camera di Zell. "Non so... forse potrei andare a rubare qualcosa dalla mensa e basta."

Squall represse un grugnito. Rinoa era, tecnicamente, sua ospite. Se avesse fatto qualcosa di cui pentirsi, lui sarebbe stato ritenuto responsabile delle sue azioni, dato che era stato lui a lasciarla entrare al Garden. Aveva già rischiato di farlo morire - numerose volte - e l'ultima cosa di cui aveva bisogno era che lei iniziasse a sottrarre cose dalle preziose scorte di cibo del Garden. "Voglio avere ancora un lavoro quando mi alzo la mattina."

"Farò piano. Promesso."

"Con i tuoi precedenti? Non voglio dover spiegare al Dottor Stranamore perché eri in cucina alle due del mattino a ingozzarti di patatine."

Lei lo interruppe prima che potesse dire altro. "Hai appena detto la parola 'amore'?" La sua voce tremò di una risata trattenuta.

Squall si morse la lingua. Grosso errore. "No."

"Non ci credo. Non penso di averti mai sentito pronunciarla in una battuta."

"Non eccitarti troppo..." Alla fine del corridoio aperto dei dormitori, voltò a destra verso l'ala maschile, e si diresse alla fine del corridoio.

"Wow" esclamò Rinoa mentre si muovevano lungo la fila oscura di porte. "I dormitori sono davvero bui la notte."

"Forse perché in teoria tutti dormono" sottolineò lui. "Zitta." Fermandosi finalmente di fronte alla stanza di Zell, fece cenno a Rinoa di stare dietro di lui e bussò una volta, cercando di non fare troppo rumore lui stesso.

Nessuna risposta.

Sospirando, provò ancora - picchiando un po' più forte, stavolta. Dietro di lui, Rinoa sobbalzò ad ogni colpo.

Grazie al cielo, Zell aveva il sonno leggero. Una voce attutita e piena di sbadigli arrivò fino a loro attraverso la porta. "Eh...? Che è?"

Squall cercò di fare il disinvolto. "Sono Squall."

Ci fu una breve pausa scioccata. "O sai che ore shono?"

"Apri, devo parlarti."

"A beeene....'rivo..." La porta si aprì con un leggero swish. Zell si appoggiò allo stipite, in pigiama, e sembrava che un drago lo avesse masticato e risputato. Occhiaie nere gli sottolineavano gli occhi, e la metà sinistra del suo ciuffo biondo spuntava a lato della testa, come se qualcuno gliel'avesse spinto nel cervello. Sbatté le palpebre come per trovare una logica alla strana scena che aveva di fronte. "Ma che è, un appuntamento di mezzanotte?"

Squall si sentì ribollire il sangue. Ma perché pensano tutti che - "Vuole qualcosa da mangiare" rispose, il suo tono non più agitato del solito. "Non mi lascerà in pace finché non le trovo qualcosa. So che hai del cibo nascosto da qualche parte."

Zell si grattò il ciuffo che gli pendeva dal lato. "Eh?" Un malvagio grugnito di Squall gli fece ricordare. "Ah...sì, ma i-"

"Solo patatine e una bibita, vuole solo quello."

"Hey" sbottò Zell, improvvisamente sveglio "non sono mica un fast-food. Non prendo ordinazioni."

Dai, Zell, solo stavolta, non fare il difficile! Squall ebbe un'idea. Non era una tattica del tutto corretta, simile a qualcosa che avrebbe fatto Seifer, ma era l'unico modo di procurare a Rinoa lo snack che aveva richiesto. "Sono sicuro che Cid adorerebbe sapere dei tuoi panini-party di mezzanotte con i tuoi amici" borbottò freddamente, guardando soddisfatto gli occhi di Zell che diventavano stretti. "Soprattutto considerato che mi hai tenuto sveglio con il casino ogni venerdì per-"

"Parla più piano, amico!"

Dietro Squall, Rinoa ridacchiò piano.

Zell si grattò di nuovo la testa, anche se questa volta il gesto era più dovuto al nervosismo che al tentativo di chiarire i pensieri. Un sorriso imbarazzato e ultra amichevole gli si disegnò improvvisamente sul volto. Fece cenno col pollice dietro di sé. "Ci vuoi anche le patatine fritte?"

Squall si trascinò esausto verso la sua stanza, con Rinoa che masticava allegramente dietro di lui.

Si fermò davanti alla sua porta e le lanciò un'occhiataccia. "Non dirmi che hai dimenticato come arrivare alla tua camera."

Lei bevve un sorso della sua bibita. "No, me ne vado" gli assicurò. "Volevo solo dirti una cosa."

Figurarsi. "Cosa?"

L'espressione di lei si fece più seria. "Squall... voglio che tu sappia, anche se abbiamo litigato, e gli Archeosaurus ci han quasi mangiato... sono felice di essere venuta e di averti trovato."

Lui annuì un poco, anche se non era chiaro se si trattasse di un cenno di accordo o una semplice accettazione. "So che hai buone intenzioni, ma... non puoi cambiarmi, sai."

A questa, Rinoa sorrise tristemente. "Che tu ci creda o no, non ho mai dovuto cambiarti." Iniziò ad indietreggiare, un passo alla volta, come se fosse riluttante a voltarsi. "Lo hai fatto da solo."

Squall la guardò mentre si voltava e se ne andava, svanendo nell'ombra quando la distanza la inghiottiva nel lato occidentale dei dormitori.

Silenziosamente, entrò nella sua stanza. Anche se doveva fare la doccia, e pulire il sangue dall'arma, passò alcuni minuti a fissare fuori dalla sua finestra le acque cristalline sottostanti.

L'ultima cosa che lei aveva detto gli aleggiava in mente, e anche se lei per adesso se ne era andata, non riusciva a fare in modo che le sue parole lo lasciassero in pace.

*~*~*~*~*

Un profondo grugnito di protesta fu il suono finale emesso dal giovane dinosauro - ora saldamente imbavagliato - prima che la porta di metallo dell'enorme gabbia si chiudesse con un click.

Il custode delle più pericolose creature selvagge del centro addestramento si pulì le mani quando i lucchetti di metallo della gabbia furono saldamente chiusi. Quistis rimase a debita distanza, strofinandosi le mani indolenzite. Stava ancora cercando di far tornare il sangue a circolare nelle dita. Anche se immobilizzato dalle catene della sua frusta, l'Archeosaurus era un animale potente, e c'era voluta gran parte della sua forza per tenerlo a bada.

"Grazie per l'aiuto, signorina Trepe." Il custode annuì il suo apprezzamento in direzione di Quistis. "Abbiamo avuto molti problemi a prendere i piccoli oggi. Pensavamo di averli messi tutti nelle loro gabbie per la notte, ma mi sa che ci siamo persi questo."

"Credo che i vostri ringraziamenti siano mal indirizzati. Non sono stata io a trovarlo. Deve ringraziare Squall e Rinoa. Se li è quasi mangiati."

Il custode, un uomo alto e corpulento, con i capelli prematuramente grigi, si grattò la testa pensieroso. "Rinoa... quella ragazza della resistenza di Timber?" Il suo viso si contrasse, come se stesse trattenendo uno sguardo cupo. "Mi preoccupa che una come lei giri qui intorno. Ho sentito che è la figlia del Colonnello Caraway! Con legami con un uomo simile... non vedo perché l'abbiamo fatta entrare. E il modo in cui guarda quel ragazzo, Squall, mi preoccuperei anche per lui."

Quistis si accigliò, sentendosi improvvisamente sulla difensiva per motivi che non avrebbe saputo definire con esattezza. "Come può giudicare così velocemente quando tutto quello che sa sono pettegolezzi?"

"Beh... è una galbadiana, dopo tutto." A loro non piacciono i tipi di Dollet e di Balamb."

Galbadiana! È l'unica ragione? "Rinoa guidava un gruppo di resistenza contro Galbadia!"

"Comunque." Il custode si mosse intorno alle numerose gabbie per animali rinforzate presenti nella stanza, anche se il suo significato si estese ben oltre le spesse mura. "Questa è la mia casa. Ho vissuto qui sin da quando ero un ragazzino, fin dall'inizio, quando Cid metteva in piedi questo posto. Morirei se succedesse qualcosa al Garden. Lei mi capisce, vero?"

Quistis non ritenne la domanda degna di una risposta. Si voltò verso l'uscita e marciò in silenzio fuori dalla stanza.

La "zona sicura" intorno al perimetro dell'area d'addestramento era separata dalla "zona-battaglia" da un muro molto alto e spesso di metallo, oltre il quale c'era un profondo burrone, seguito da una serie di cavi ad alta tensione che nemmeno i dinosauri osavano sfidare. Attraversò rapida il corridoio ricurvo e quello principale, ribollendo di rabbia, diretta alla sua stanza, sperando fino all'ultimo di non essere fermata lungo la strada dai suoi fan.

Non era dell'umore giusto per avere a che fare con gli adulatori. Non quella notte.

A metà strada verso i dormitori, rallentò la sua andatura estenuante e fece una rigida passeggiata intorno al cerchio interno di fontane. Guardò ogni pesce che sputava acqua mentre camminava.

Quando sono diventata un'erba così cattiva?

Per quanto provasse, non riusciva a capire cosa l'avesse resa così furiosa poco prima. L'aveva irritata davvero che il custode degli animali fosse stato così superficialmente pieno di pregiudizi, ma era un peccato comprensibile. Quasi tutti i cittadini di Galbadia che entravano nel Garden erano prigionieri, e per buone ragioni: erano soldati. La "repubblica" dittatoriale era, difatti, ostile anche nelle minime cose, quanto veniva dipinta. Quistis non era certo un'attivista sociale, e avrebbe probabilmente lasciato perdere le opinioni dell'uomo, se non fosse stato per un commento:

Mi preoccuperei anche per lui.

Questo aveva accesso una pericolosa miccia in lei. Anche ora, il ricordo la faceva ribollire. Non esisteva una persona più scettica di Squall Leonhart. Se lui non vedeva inganni in Rinoa, allora non ce n'erano. Rinoa, pericolosa? Non ha nulla di malvagio. Lei è... testarda, certo, ma... non cattiva. Non è una spia, se è quello che intende lui. Non riuscirebbe a mentire nemmeno per salvarsi la vita. Sta solo cercando di aiutarlo. E... potrebbe proprio riuscirci.

Era successo piano piano, ma persino Quistis si era accorta del cambiamento: Squall non sembrava più ricettivo del solito, ma, forse, meno evasivo di quanto fosse normalmente. Poteva essere un cambio portato dalla posizione di comando, immaginò, svoltando nei corridoi del dormitorio. Era comunque difficile spiegare i due aneddoti che aveva già sentito su Squall che accettava - o faceva una battuta negli ultimi giorni. Non l'aveva visto con i propri occhi, ma la cosa sembrava confermava quello che lei, tra sé e sé, aveva negato; l'aura scusa intorno a lui si era schiarita un poco.

E poi, c'era stato il Centro Addestramento. La risposta naturale al pericolo imminente sarebbe stato alzare le braccia per proteggersi. Quando Quistis li aveva raggiunti, però, lui stringeva forte Rinoa. Aggrappato a lei, stava rotolando per proteggere lei, invece.

E anche dopo che il pericolo era passato, era sembrato un poco... disarmato. Quando lui e Rinoa erano usciti, l'avevano fatto fianco a fianco. E Squall sembrava non notarlo, non aveva cercato di lasciare indietro Rinoa.. Quistis lo conosceva almeno quanto bastava da riconoscere questo piccolo, ma significativo cambiamento nel suo comportamento - qualcosa che solo Rinoa era stata capace di catalizzare per quanto chiunque potesse ricordare.

E ora qualcuno aveva insinuato che questa ragazza fosse pericolosa e dovesse essere tenuta alla larga da lui.

È ridicolo. Non possiamo allontanarla. Lui ha bisogno di lei!

Fu questo pensiero a fermare completamente Quistis fuori dalla porta della sua stanza. Rimase immobile, in piedi, a fissare nella stanza buia come se si trattasse del più profondo vuoto oscuro che avesse mai visto. Si sentì improvvisamente debole, come se le sue ginocchia si stessero sciogliendo.

Aveva desiderato di poter dissipare qualunque caos esistesse dentro Squall e lo portasse a essere così insensibile. Aveva pensato di poterlo fare lei, dato che lo conosceva da più tempo DI chiunque altro nel Garden.

Il suo obiettivo era diventata una passione. Il bisogno di vedere che Squall aveva imparato a fidarsi di qualcuno era diventato così forte che aveva pensato che il terribile mal di cuore che le causava fosse amore. Ma nonostante tutti i suoi sforzi, aveva fallito. Non era diversa agli occhi di Squall da tutte le altre persone anonime. E alla luce del successo di Rinoa, la sua passione svaniva velocemente.

Pensavo che lei fosse innamorata di lui quanto me... ma lui non mi guarda mai più del necessario. L'ho visto fissare lei per minuti di fila. Se è Rinoa a convincerlo a cambiare, o serve più dell'amore per farsi ascoltare da qualcuno... o io non sono mai stata innamorata, fin dal principio.

Forse era vero. Forse non lo amava.

Ma ci sto ancora pensando, no? Non è che non mi interessi.

Entrando lentamente nella stanza, si sedette al buio, sul bordo del materasso, continuando a fissare avanti senza vedere nulla.

Qualcuno doveva arrivare a lui, se lui voleva avere successo a lungo termine. Ma Quistis cominciava a pensare di non essere lei a poterlo fare. Squall la conosceva. Era stata la sua insegnante per un anno. Era arrivata al Garden quando Squall avevano otto anni; erano cresciuti insieme. Erano troppo familiari.

Rinoa era una novità, e come tale tutto di lei era una sorpresa. Teneva in sospeso non solo Squall, ma tutti, e se c'era qualcosa in lei che poteva raggiungerlo, lui non poteva difendersene in alcun modo perché non sapeva cosa aspettarsi. E c'era 'qualcosa'. Il fatto che si trattasse di qualcosa che non sapeva indicare con precisione lo faceva sembrare anche più genuino. Rinoa aveva un effetto su di lui che nessuno era riuscito a replicare in più di tredici anni.

Tredici? Quistis rifece il calcolo, si accigliò e piegò la testa su un lato, come per buttare spazzatura che offuscava il cervello facendola uscire dall'orecchio. Come faccio a saperlo? Non lo conosco da così tanto. Da dove mi è uscita questa? Non sentiva che quel pensiero passeggero fosse stato in qualche modo sbagliato. Ma potrebbe voler dire... che lui non è sempre stato così. Se è così, allora perché? C'è stato qualcun altro, tanto tempo fa? E quando? Quando Squall era stato diverso da... Squall?

I ricordi vorticavano in maniera confusa. All'improvviso, nella sua mente ci fu un'immagine di Squall da bambino piccolo, che sorrideva - ma dove, o perché, non riusciva a ricordarlo. Un sorriso su di lui sarebbe sembrato così fuori posto, ora. Eppure, era sicura che quel ricordo fosse accurato.

E io? Confusa, distrutta, e lontana dalle risposte, Quistis si stese sulla schiena, senza preoccuparsi di cambiarsi per la notte o infilarsi sotto le coperte. Nessuna sa chi sono. Ho bisogno di qualcuno che mi conosca. Squall ha Rinoa. Io chi ho?

Un groppo gelido cominciò a crescerle dentro quando realizzò che quello era un suo problema, suo e di nessun altro.

Al momento, sembrava che nulla potesse alleviare quella gelida afflizione, e quello che la spaventava di più era che il freddo al cuore stava diventando velocemente così intenso, che era davvero duro per lei sentire altro.

È così che si sente sempre Squall? Si chiese: è successo qualcosa? Quando aveva bisogno di qualcuno non c'era nessuno?

Da sola, finirò... per essere come lui?

*~*~*~*~*

Squall si svegliò presto la mattina successiva, dolorante ma riposato.

Compì la sua routine del mattina con l'efficienza meccanica di una catena di montaggio, compiendo ogni passo esattamente come aveva fatto ogni giorno che ricordava della sua vita. Quando emerse dalla sua stanza, era pulito, vestito, sbarbato, e persino i capelli indisciplinati erano abbastanza in ordine.

Si diresse alla mensa, scuotendo via gli ultimi rimasugli di freddo del mattino che lo assalivano spesso. Aspettò pazientemente in fila per prendere la colazione e portò il vassoio allo stesso tavolino nell'angolo più lontano a cui sedeva sempre. Mentre si sedeva, colpì con il piede qualcosa sotto la sedia. Si chinò per vedere cosa fosse, e con stupore, prese un vecchio mazzo di carte da gioco ancora impacchettate. Posò la scatola rovinata sul tavolino e ci rimuginò sopra mangiando. Era da tanto che non vedeva qualcuno giocare a carte a qualcosa che non fosse quello stupido Triple Triad che ossessionava chiunque. Non ricordava l'ultima volta che aveva visto una scatola di semplici carte da gioco.

Decidendo di intrattenersi un po' mentre mangiava, aprì la scatola, tolse i jolly, e iniziò a giocare al solitario. Aveva appena scoperto il terzo re quando Rinoa si avvicinò, e si sedette di fronte a lui con il suo vassoio. Lui continuò a giocare come se lei non fosse esistita, e lei lo lasciò fare senza interromperlo.

Perse. Rimise le carte nel mazzo, le sistemò, le rimise nella scatola, e guardò finalmente la sua visitatrice. Lei sorrise, ma non gli disse nulla.

"Che hai?" Mescolò il cibo, senza nessuna intenzione di mangiare ancora. "Non ti alzi mai così presto."

Dovette aspettare a lungo la risposta, e si chiese brevemente se lei tacesse per un qualche motivo. Alla fine, lei parlò, ma non era certo se lei stesse davvero rispondendo a lui, o semplicemente dicendo la prima cosa che voleva dire.

"Ho una domanda."

"Un'altra?" Morse un biscotto prima di ricordare di non avere fame. Seguì un altro lungo silenzio. Dopo che ebbe finito il biscotto, appoggiò il gomito al tavolo, contemplando il sorriso stranamente sicuro di sé sul viso di Rinoa. "Anche se non rispondo, me lo chiederai lo stesso. Quindi forza." L'invito era una scusa - era di un umore stranamente curioso, e la domanda che lei stava trattenendo a poca distanza da lui lo stava facendo contorcere dentro.

Rinoa si sporse in avanti, sembrando molto soddisfatta di se stessa, come se avesse vinto una gara decisiva con lui. Porse quindi la sua domanda. "Com'è che sai sempre esattamente cosa fare? Pensi così velocemente..." Tornò ad appoggiarsi allo schienale, premendo le mani contro il bordo della sedia. "Quando sono intrappolata in situazioni da cui non so come uscire, finisco sempre per fare casino e sembrare molto stupida. Sembra sempre che tu abbia una risposta per tutto... non puoi essere addestrato per tutto. Quindi come fai?" Ridacchiò. "Ti fa sembrare un chiaroveggente."

Squall masticò un pezzetto di bacon, pensieroso. Gettando il pezzo restante di carne morbida nel piatto, si pulì le mani nel tovagliolo e prese di nuovo la scatola delle carte. La aprì e mise il mazzo non mescolato di fronte a Rinoa. "Scegli una carta" la istruì. "Non dirmi quale."

Sorridendo curiosa, Rinoa prese il mazzo e fece scorrere le carte. Ne scelse una e mise il resto sul tavolo.

Con un gesto veloce della mano, Squall fece cadere a cascata il resto delle carte, tutte con il simbolo in giù. "Ora mettila a posto." Guardò Rinoa posizionare la sua carta da qualche parte nel mezzo, poi le raccolse, mescolandole molte volte. Poi le sparse sul tavolo, stavolta coi simboli visibili, e scelse la terzultima a destra della fila. Le mostrò il Cinque di Fiori. "È questa?"

Le sopracciglia di Rinoa si alzarono. "È stupefacente. Come facevi a saperlo? Sembra magia."

Squall rimise la carta nel mazzo. "Non è magia. È osservazione... e un piccolo gioco di mano."

Lei piegò la testa di lato, riprendendo pensosamente in mano la "sua" carta. "Mi stai dicendo che quando sei nei guai, noti tutto, e conti su questo e sui trucchi che hai imparato in passato per uscirne."

Lui annuì. "Qualcosa di simile. Ma prima devi conoscere i trucchi. Il resto... è solo lavorare con quello che hai."

"E se finisci tutti i trucchi?"

Allungò una mano per riprendere la carta dalle sue mani, rimettendola nel mazzo. "Due carte stavolta." Sistemò il mazzo, e lo mise di nuovo di fronte a lei.

Lei scelse attentamente, cercando di trovare due carte completamente diverse. Rimise il mazzo sul tavolo e guardò mentre Squall le spargeva ancora. Notando il movimento apparentemente senza significato, esitò prima di rimettere a posto le sue carte. "Non guardare."

Squall la fissò un momento, poi, ubbidendole, voltò la testa.

Lei rimise le carte nel mazzo - due volte - tirandole fuori e rimettendole dentro, cercando il più possibile di fare in modo che fossero allineate con le altre, così da non dare segnali di esser state scelte. "Ora prova" lo sfidò in un tono ingannevolmente amichevole.

Squall chiuse il mazzo e lo mescolò. Questa volta fece scorrere le carte senza permetterle di vederle. Rimise giù il mazzo ed estrasse le due carte che aveva scelto, entrambe col simbolo in giù. La fissò seriamente al di sopra dei due rettangoli di carta decorata.

"...Sono queste le tue carte?"

Con un sorrisetto, conscia di aver scoperto il suo trucco e che lui non poteva aver trovato le sue carte, accettò l'offerta.

Il suo sorriso svanì nel nulla quando tirò su le carte per vederle.

Non erano le carte che aveva scelto. Ma era più scioccata dalla scelta di lui di quanto non lo sarebbe stata se lui avesse indovinato.

"Due regole da seguire sempre" mormorò Squall freddamente in risposta alla sua seconda domanda. "Conosci te stesso... e conosci il tuo nemico."

Rinoa posò lentamente le carte. Alzò gli occhi per guardare quelli di Squall, che ora però erano più freddi che mai. Stavolta non aveva parole con cui controbattere. Abbassò lo sguardo sul tavolo e sulle carte a faccia in giù di fronte a lei, giocherellando pensosa con la sua collana.

Tre suoni di tonalità crescente precedettero la voce di Nida all'interfono. Attenzione, a tutti i membri SeeD: ci stiamo avvicinando alla costa di Trabia. Per favore presentatevi immediatamente alle postazioni a voi assegnate. Squall, c'è bisogno di te sul ponte.

Senza una parola, Squall si alzò, prese il suo vassoio, e se ne andò.

Rinoa aspettò svariati minuti, fino a che fu sicura che se ne fosse andato, prima di trovare finalmente la volontà di allungare le mani e prendere le due carte in modo da poterle guardare ancora. Una dopo l'altra, la scioccavano ancora e ancora mentre le rivoltava.

La Regina di Cuori. L'Asso di Picche.

Conosci il tuo nemico. Conosci te stesso.

Il Garden tremò mentre si spingeva fuori dall'acqua e verso l'assalto dei gelidi venti di Trabia.

*****
Nota dell'autrice: questa storia è stata pubblicata la prima volta nel 2002. La versione che potete leggere qui è rinnovata, per allinearla alle mie attuali abilità di scrittura. Detto questo, mi rendo conto che questa storia piaceva ai lettori, e quindi ho cercato di non modificarla troppo. Non voglio che sia irriconoscibile o che manchino i dettagli che hanno dato fascino alla versione originale. Quindi ho lasciato molte cose che avrei preferito modificare o cancellare del tutto (soprattutto un sacco di descrizioni), ed ecco perché questa storia sembra un po' diversa da cose come Growing Pains o Surrogates (NdT: l'autrice ha pubblicato la storia come nuova, lasciando online anche la vecchia versione. Le due storie a cui si riferisce sono due cose che ha pubblicato di recente e che verranno tradotte e pubblicate). Spero che i nuovi lettori la trovino comunque godibile, e che le persone che già la conoscono approvino le modifiche. Lascerò online la vecchia versione per circa un mese, in questo modo i lettori potranno modificare i preferiti. Poi la rimuoverò. SE PREFERITE LA VECCHIA VERSIONE, potrete comunque leggerla sul G-Drive (NdT: la vecchia versione della storia è leggibile sul mio sito, a questo indirizzo). Trovate il link sul mio profilo.

*~* FINE *~*

*****
Nota della traduttrice: ogni recensione e commento, anche in messaggio privato, sarà tradotto e inviato all'autrice, e ogni eventuale risposta verrà poi riportata qui. Per chi volesse tenersi aggiornato sulle mie traduzioni (in questo e altri fandom), lascio il link alla mia pagina facebook (dove segnalo sempre quando aggiorno) e alla mailing list. Alla prossima! - Alessia Heartilly

   
 
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