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Autore: evenstar    23/04/2013    3 recensioni
"E' cambiato tutto dopo New York. Vivi delle esperienze al limite e poi tutto finisce. Non dormo più, e se dormo ho gli incubi. Molte persone vogliono uccidermi ma c'è una cosa che voglio proteggere, senza la quale non vivrei"
Dopo New York l'eroe è caduto e al suo posto si è rialzato l'uomo. Riuscirà Tony Stark a sconfiggere i suoi mostri personali e a tornare ad essere quello che era prima? Ma soprattutto, riuscirà a proteggere la persona che gli è sempre stata accanto, in tutti questi anni?
Special guests della storia gli Avengers (chi più, chi meno)
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James 'Rhodey' Rhodes, Natasha Romanoff, Phil Coulson, Tony Stark, Virginia 'Pepper' Potts
Note: Cross-over, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Durante il volo di ritorno alla Villa Pepper riprese coscienza e si accorse che il taglio sulla fronte era stato medicato e che qualcuno le stava tenendo del ghiaccio istantaneo sulla guancia contusa. Guardò tristemente verso Banner, chiudendo gli occhi e rintanandosi nel suo silenzio quando vide che lui ricambiava il suo sguardo. Poco dopo l’elicottero atterrò sul piazzale davanti alla Villa e  Bruce scese per primo, prendendo poi per un braccio Pepper scortandola a terra mentre la donna reggeva ancora tra le mani l’elmo distrutto di Iron Man, aggrappandosi ad esso come un naufrago ad un relitto galleggiante. Poco dopo anche l’agente Romanoff e l’agente Barton scesero e si diressero a passo di marcia verso la porta della casa, intenzionati a capire rapidamente cosa fosse successo.
- Fermi – disse loro Bruce mentre Pepper apriva la porta con la sua chiave magnetica muovendo le mani come un automa, senza quasi rendersi conto di cosa stesse facendo. - Lasciatele qualche minuto – affermò trattenendo i compagni mentre la giovane entrava in casa, zoppicando.
I due annuirono e rimasero fuori mentre la porta si chiudeva davanti a loro.
Pepper varcò al soglia, la vista ancora appannata dalle lacrime e dall’ematoma che le si stava formando sul sopracciglio destro. Fece qualche passo nell’atrio vuoto, guardandosi intorno come nell’incubo che aveva avuto solo qualche ora prima. O forse era passato molto meno tempo, forse quello non era stato un sogno, ma l’allucinazione era stata tutto il resto che aveva vissuto: l’arrivo di Tony, il suo salvataggio e la sua morte.
Nulla si muoveva nella penombra della stanza, non si sentiva nessun rumore se non quello del respiro affannato della ragazza che si muoveva incerta. 
- Tony? – mormorò in un sussurro appena percettibile, senza credere che a quelle parole sarebbe seguito qualcosa.
Un’ombra nera più fitta del crepuscolo circostante si mosse appena verso di lei. 
La ragazza strizzò gli occhi non riuscendo a mettere a fuoco quello che stava vedendo poi, sentendosi in pericolo, fece un passo verso la porta alla sue spalle, vagamente conscia che fuori poteva essere protetta. Poco dopo però un vagito, che in breve divenne un pianto disperato, ruppe il silenzio immoto della sala. – Arya? – mormorò Pepper, avvicinandosi di un passo all’ombra che le stava davanti.
- Luci, JARVIS – disse l’ombra che, nell’illuminarsi delle lampade, divenne improvvisamente Tony immobile di fronte a lei con un fagottino rosa in braccio.
Tony, che lei aveva visto esplodere.
Tony, il cui elmo stringeva ancora tra le mani, disperatamente.
Tony, che le aveva promesso che l’avrebbe trovata, sempre.
Tony.
Pepper fece un passo verso di lui e verso Arya che continuava a piangere tra le sue braccia, mentre le lacrime cominciavano a scorrerle sulle guance senza che lei avesse più la forza né il coraggio di trattenerle. In breve il braccio libero dell’uomo le circondò la vita e le sue labbra si posarono sulla sua fronte ferita, fresche e sicure. Pepper sentì che le gambe le cedevano e si accasciò a terra, sempre sostenuta da Tony che le si accovacciò vicino, mettendole la bambina tra le braccia.
- Arya – ripeté la donna, quasi non credesse di poter riabbracciare la figlia.
- Sta bene, è solo affamata – rispose Tony sorridendole, sebbene la stesse scrutando attentamente.  A parte il brutto taglio sulla fronte, ora medicato, sembrava indenne, ma quando il suo sguardo si fermò negli occhi di Pepper, Tony smise di sorridere. Quello che vide lo terrorizzò e dovette fare uno sforzo enorme per non cedere all’ira. In quegli occhi azzurri tristi vide se stesso dopo New York. Vide lo sguardo di una persona che sapeva di aver perso tutto e non si era ancora resa conto di aver avuto una seconda possibilità dalla vita. Si rese improvvisamente conto che le parti si erano invertite, lui era diventato la roccia alla quale aggrapparsi nel mezzo della tempesta e lei la persona da proteggere.
- Ho avuto paura di non poterla rivedere, Tony – singhiozzò la ragazza, stringendo la bimba che nel frattempo si era un po’ calmata. – Non avrei potuto vivere senza di lei. Senza di voi – disse con uno sguardo sperso fisso negli occhi nocciola di Tony.
- Sei a casa. Non ti succederà nulla. Te lo prometto – le disse capendo che poteva farlo. Poteva essere forte per entrambi, quella volta toccava a lui, ed era pronto.
- Ti ho visto esplodere… - gli disse tremando tra le sue braccia. Tony avrebbe voluto rimettere Arya nella sua culla, ma capì, dal modo in cui Pepper la teneva stretta a sè, che in quel momento la cosa migliore per entrambe era stare vicine e che la bambina non sarebbe mai stata in un posto più sicuro dell’abbraccio materno. Condusse entrambe al divano e fece sedere Pepper in modo che fosse più comoda.
- Non mi sono mai mosso da casa – rispose lui azzardando un sorriso.
- Ma come? Iron Man… tu eri lì. Mi hai trovato…
Tony sorrise. – Era quello a cui stavo lavorando in questi mesi.
Pepper scosse il capo, non capendo.
 - Non posso tornare indietro, Pepper. Se solo avessi saputo… non avrei mai rivelato di essere Iron Man se avessi saputo che ti avrei messo in pericolo. Non posso cancellare quello che ho fatto, ma posso evitare di farti preoccupare per ogni missione.
- Non capisco, come…?
- Sono riuscito a… - cercò di trovare delle parole semplici per spiegare quello che aveva fatto. La versione tecnica avrebbe dovuto aspettare, per il momento sarebbe dovuta bastare una spiegazione semplice. - …a creare un’armatura che risponda ai miei comandi neuronali.
- Neuronali? Non capisco…
- … a distanza, Pepper.
- Vuoi dire che tu non…?
- Non ho mai lasciato il laboratorio – affermò. – Sono stato a casa con Arya, ma contemporaneamente ero con te nel capannone.
- L’armatura era… vuota – prese finalmente coscienza la ragazza.
Tony annuì.
- Ma…  come?
Furono interrotti dalla porta d’ingresso che si apriva.
- Si può? – chiese la voce incerta di Bruce facendo capolino nell’ingresso.
- Certo che si può – lo scostò poco gentilmente l’agente Romanoff entrando in casa e piazzandosi minacciosa davanti a Tony. – Si può sapere che cosa è successo, Stark? – chiese poco gentilmente.
- Anche per me è un piacere rivederla, agente Romanoff. Non mi dica che si è preoccupata per me? – chiese ironico, sorridendo sornione all’espressione furiosa della donna.
- Sei saltato in aria – gli fece notare Clint sedendosi sul divano, facendo come a casa sua.
- Si, e mi pare che, come al solito, sia stata colpa tua, agente.
- Ho fatto il mio lavoro.
- Uccidermi?
- Far esplodere le cose. Eri in mezzo… non è un problema mio.
- Non è un problema tuo? – gli rispose alzando un sopracciglio con espressione fintamente sorpresa.
- L’armatura… - disse Nat indicando il casco che era ora abbandonato sul tavolino di fronte al divano.
- Era vuota – concluse con un sospiro Tony e tanti saluti alla sua idea di mantenere segreto il suo progetto. – Vi spiegherò tutto, datemi solo un giorno – disse. Non poteva evitare di dare spiegazioni, ma avrebbe almeno evitato di darle quel giorno. Quel giorno voleva solo sistemare Pepper e restare tranquillo con la sua famiglia per qualche ora.
- Non credo che Fury aspetterà – gli rispose l’agente Romanoff, scontrosa.
- L’agente Coulson dello S.H.I.E.L.D in linea per lei, signore – disse JARVIS più o meno nello stesso momento.
- Il solito tempismo – rispose Tony lanciando un’occhiata ironica a Pepper e, con sua immensa sorpresa, vedendola sorridere alla battuta. - Phil – disse solo Tony usando il vivavoce, facendo un cenno ad una sempre più confusa Pepper, che non avrebbe mai immaginato un simile dispiegamento di forze solo per lei.
- Virginia, sono felice che tu stia bene – disse l’agente rivolgendosi direttamente a lei. – Stai bene, vero? – chiese poi rendendosi conto di aver dato per scontato un fatto che, quando era coinvolto Tony Stark, non era mai scontato.
- Qualche livido, un brutto mal di testa.
- Niente che non possa passare con un’aspirina, Coulson la pianti di provarci con la mia fidanzata? – chiese Tony con tono fintamente scontroso.
- Grazie, Phil. E grazie anche a tutti voi per tutto quello che avete fatto – rispose Pepper ignorando Tony e rivolgendosi un po’ a tutti.
- E’ stato un piacere – le rispose Phil. - Stark… - disse poi tornando serio.
- Lo so, lo so. Il direttore Fury… - iniziò a dire Tony, ma venne interrotto quasi subito da un’altra voce.
- Il direttore Fury vuole te e un tuo rapporto su quello che è successo nel suo ufficio domani entro le 8 – disse Fury stesso.
- Andiamo, speravo di poter passare un po’ di tempo con… - iniziò a dire Tony che si era aspettato di dover spiegare tutto subito. - Domani? – chiese confuso quando si rese conto che gli stavano dando la serata incredibilmente libera.
- Domani Stark, alle 8. Che non vuol dire alle 8 e mezza, né alle 9. Alle 8.
- Non si potrebbe fare alle 10? Alle 8 avrei… - iniziò a dire Tony con una smorfia, ma si interrupe quasi subito all’occhiata severa dell’agente Romanoff.
- Voi altri tre – riprese la voce dura del direttore come se fosse presente nella stanza e li stesse indicando uno per uno. – Tornate immediatamente a New York e nel viaggio cercate di trovare una buona scusa per aver partecipato ad una missione non autorizzata – disse nel suo peggior tono di rimprovero.
Banner chinò il capo in atteggiamento contrito, Barton sorrise e fece l’occhiolino a Pepper, Natasha sollevò gli occhi al cielo e sbuffò, ma tutti e tre si alzarono e si diressero alla porta.
- Mettici del ghiaccio su quell’occhio o domani non riuscirai neanche più ad aprirlo – le disse Banner indicando la fronte della ragazza dove l’ematoma si stava allargando sempre di più.
- D’accordo e… Bruce – gli rispose Pepper osservandolo con gratitudine. – Grazie di tutto. Davvero.
Banner accarezzò lievemente la fronte della bimba e sorrise. – E’ stato un piacere.
- Si riguardi, signorina Potts – disse ammiccandole Natasha. – E cerca di tenerlo sotto controllo – finì indicando Tony che era fermo dietro Pepper, in atteggiamento protettivo.
Pepper sorrise. – Faremo il possibile – le rispose cullando Arya. – Credo che la piccola Stark sarà più brava di me in questo.
- Oh, anche tu non te la sei mai cavata male – le rispose l’agente sorridendole.
- In bocca al lupo – si sentì in dovere di dire Barton, visto che tutti erano in vena di saluti e lui era a corto di argomenti.
- Crepi.
- Noi ci vediamo domani – disse in direzione di Tony, ma suonò più come una minaccia che come un augurio.
- E’ una proposta Legolas? Perché guarda che sono già occupato.
Clint sbuffò. – Purtroppo è una certezza.
- Grazie – disse alla fine Tony tornando improvvisamente serio, accompagnandoli alla porta, ma il modo e il tono in cui lo disse fece capire a tutti quanto profondi fossero i suoi sentimenti.
Quando se ne furono andati Tony tornò verso il salotto pensando di trovarci Pepper, ma la stanza era deserta. Perplesso si diresse verso la cucina, trovandola vuota. Prese un po’ di ghiaccio e si diresse verso la camera da letto. La ragazza aveva trovato la forza di salire fino in camera e aveva sistemato Arya nella sua culla, poi si era stesa sul letto in attesa che Tony arrivasse. Lui si avvicinò e le mise il ghiaccio sulla fronte, stendendosi poi a fianco a lei nel letto.
- Da quando fai quello che ti suggeriscono? – chiese Pepper fintamente sorpresa.
- Meglio prevenire – le disse facendole uno dei suoi sorrisi magnetici.
- Devo essere un mostro.
- Sei bellissima.
- Sono blu – mormorò Pepper riuscendo a scherzare.
- Oh, questo è niente. Vedrai che bella tonalità verdina avrai tra qualche giorno!
Pepper fece una smorfia.
- Credimi, sono un esperto in materia. Non dovremmo andare in ospedale? – le chiese quindi osservandola perplesso.
- No, non ce n’è bisogno.
- Sei sicura. Hai la testa dura, ma oggi l’hai sbattuta parecchio in giro.
- Sto bene, ho solo sonno.
- Appunto, hai una commozione cerebrale.
- Sono stata picchiata, rapita, picchiata…
- L’hai già detto - le fece notare.
- E’ successo due volte.
- Mi dispiace…
- … salvata – gli disse poi guardandolo e facendogli capire che non lo riteneva minimamente responsabile per quello che era successo. - Ti ho visto morire e poi tornare… sono solo stanca, Tony – gli rispose appoggiandosi a lui.
- Come vuoi.
- Sai per un po’ ho temuto che credessi al biglietto che Hammer mi ha obbligato a scrivere – gli disse chiudendo gli occhi e appoggiandosi al suo torace.
- Per un attimo, solo per un attimo, ci ho creduto.
Pepper sospirò.
- Poi mi sono reso conto di quanto fossi stupido a pensare una cosa simile. Non mi hai mai abbandonato in tutti questi anni – le disse posandole un bacio sui capelli. – E, a proposito – continuò prendendo dal comodino l’anello che le aveva regalato. – Questo è tuo – finì infilandole di nuovo l’anello al dito, così come aveva fatto il giorno della nascita di Arya.  
Lei sorrise. - Sono così stanca – mormorò poi accoccolandosi contro di lui.
Tony l’aiutò a togliersi i vestiti insanguinati e le fece fare una rapida doccia infilandole poi il pigiama. La fece stendere di nuovo nel loro letto e l’abbracciò tenendola stretta a sé. Pepper mormorò qualcosa, ma lui non capì. - Come? – le sussurrò.
Lei si strinse maggiormente a lui. – Così sono al sicuro – gli disse sospirando contro il suo collo.
Lui la strinse. - Ti prometto che farò tutto il possibile per proteggerti. E per proteggere Arya.
- Lo so.
- Ti amo.
- Ti amo anche io.

Bene gente, la vostra Even oggi è completamente fuori di melone e, a meno di 4 ore dalla fatidica ora, non sta letteralmente più nella pelle. Qualunque cosa mi abbiano detto oggi non è stata recepita, a qualunque domanda mi è stata fatta ho risposto che tanto io "andavo a vedere Iron Man" e quindi non vi aspettate grossi commenti su questo capitolo finale. Sono contenta che, con qualche tappa forzata, siamo arrivati alla fine prima della prima (domani c'è l'epilogo ma è solo una paginetta per chiarire qualche cosa qui e là). 
Spero davvero che la storia vi sia piaciuta e che il finale non vi abbia deluso.
Ci rileggiamo domani con l'epilogo che conclude definitivamente questa storia, ispirata dalla visione del (primo) trailer di Iron Man 3 e scritta di getto. 
Grazie a tutti voi che avete letto, un grazie enorme a chi ha anche commentato e in particolare a m4r3tt4, sic e _Maria_ che non si sono perse un capitolo (e in particolare grazie a _Maria_ che molto spesso ha scritto commenti quasi più lunghi dei miei capitoli! :P)
Ciao
Even

  
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