Quando Sherlock intuì che John aveva raggiunto un equilibrio con quella donna, il suo cuore iniziò a battere velocemente e una sensazione di malessere si diffuse nel suo petto.
Assomigliava alla nostalgia di casa. Era nostalgia di John.
Sentimenti, riconobbe.
Non ha mai voluto riservargli neanche un piccolo spazio o momento nella sua vita e adesso lo travolgono.
Esplodono maestosamente, come fuochi d'artificio in una notte serena, come un fiume in piena che, iracondo, lotta ferocemente contro quella diga troppo bassa per contenere tutta quella furia.
Una diga sopravvalutata, dove neanche i suoi argini - erosi piano piano dallo morbido scorrere delle acque - erano pronti a tale impeto.
Una diga sopravvalutata, dove neanche i suoi argini - erosi piano piano dallo morbido scorrere delle acque - erano pronti a tale impeto.
Un cuore non così abituato a sopportare il peso dei sentimenti.
Sherlock fissa il vuoto, il cielo sereno e il Tamigi placido sotto di sè.
Ormai non gli resta più nulla, se non chiudere tutte quelle sensazioni fondamentalmente dolorose in una camera blindata del suo Mind Palace.
Da sentimenti a sentimentalismo il passo è breve, riflette, meglio correre ai ripari.
Si concede un solo pensiero, selezionato fra i tanti rinchiusi. Il più razionale.
Continuare a sopravvivere, come ha fatto per tutti quegli anni, lì al 221b di Baker Street, solo e senza casa.
Senza John.