Fiamme
Beveva
il suo scotch incurante delle forme,
dei colori,delle moltitudini di personalità
che ruotavano attorno alla sua persona,era già il quarto
bicchiere della serata
per John, lo agitava nella mano e mandò giù. La
vita era solo un palcoscenico nel
quale gli uomini o
meglio le maschere tendevano a
recitare un ruolo,quel ruolo tracciato dal grande disegno di Dio o
meglio dal fato pensò
John. Dio chissà
dov’era,se mai c’era stato pensò ancora
mandando giù un
quinto bicchiere e quell’alcol era come gomma
sulla sua mente,pronto a cancellare
come in un foglio i suoi orribili dolori,quei
dolori che gettavano il suo cuore verso l’eterna dannazione,
tra le fiamme, perché il
suo dolore,si,bruciava più delle fiamme del dannato
Inferno
ed ardeva con lui il suo animo ed
ardeva con lui il suo spirito e
quelle fiamme infine lo avvolgevano
interamente bruciando ogni singolo frammento
del suo essere, ogni singolo frammento della sua essenza,
era solo un dannato,un
burattino in balia di quelle fiamme, in balia del dolore bruciante di
una vendetta consumata e forse inutile adesso.
E John
si rifugiava nella sua corazza,in
quell’identità che si era imposto, quella del soldato,una corazza che nessuno avrebbe
mai più scalfito una corazza che si confondeva,si miscelava
con quelle fiamme dalle quali era
costantemente
avvolto e dalle quali mai si sarebbe liberato,perché il dolore che bruciava attraverso quelle fiamme era come una cicatrice,indelebile
nel suo essere.
E
cercava di essere una roccia John
Winchester agli occhi dei suoi figli, Sam e Dean che
leggevano il suo animo come nessun’altro ed era per questo
che John li teneva
lontani, dentro il suo mondo e fuori
dalla sua vita,perché
loro,loro erano tutto ciò
che gli
restava e le fiamme, le sue
brucianti fiamme, mai
più avrebbero dovuto
avvolgere i suoi ragazzi
come accaduto in passato,quel
dannato passato impossibile da cambiare.
Le fiamme
dell’eterna dannazione mai avrebbero smesso di ardere ed
avvolgerlo, perché mai
sarebbe riuscito ad accettare la morte della sua Mary le fiamme
del dolore avrebbero continuato a bruciare ed attanagliare
ogni brandello del suo animo e del
suo corpo, sempre.
L’Inferno
consta di due fasi; vivere sul palcoscenico del
mondo bruciando di dolore per la perdita del vero amore, e la morte è il seguito,la morte
è toccare
con mano quelle fiamme invisibili
che
si celano allo sguardo altrui durante la vita
che avvolgono e bruciano anima, corpo
e spirito pensò John.
La
Road House era colma quella sera ma tutt’attorno
nulla aveva valore per John, era come se fosse solo li dentro, ovunque fosse andato avrebbe sempre portato
con se il suo Inferno,le sue fiamme, luogo
e volti non importavano e di questo era consapevole. Stringeva con
forza tra le
mani il bicchiere immerso nei suoi pensieri, e gli venne in mente il
sorriso di
Mary, una lacrima cadde veloce rigando il suo viso confondendosi con il
poco
scotch rimasto al fondo,pura,fredda quella
lacrima, trasposizione di un amore a
cui neanche la morte poteva mettere fine,anche lei,quella lacrima incapace di spegnere le fiamme
che lo consumavano sempre più. John
pensò d’un
tratto agli occhi azzurri di lei, ed alle fiamme
che avevano spento l’ oceano di
quegli stessi occhi per sempre la notte del 2 novembre 1983. Quella
notte dove
le fiamme avevano sconfitto
l’oceano ma dove
l’amore non avrebbe mai
smesso di vivere,perché l’amore è forte
quanto il dolore bruciante,è forte come
le fiamme che lo alimentano.
“Cosa
pensavi John?”
“Ellen..”
“Pensavi
che la vendetta ti avrebbe restituito tua
moglie?”
John
non rispose, solo silenzio tra loro e le voci
dei clienti attorno a se, la vendetta era stata solo una comoda
illusione,un rifugio nel quale
tentare di vivere per
dar senso ad un esistenza priva di
significato senza Mary, fatta solo di atrocità, male,
Inferno, fiamme.