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Autore: Kira Kinohari    23/04/2013    0 recensioni
Kai appena uscito dall'ultimo incontro con Takao ha finalmente capito di doversi affidare a qualcuno, di non poter combattere solo per sé e quando gli si presenta l'occasione di mettere in atto ciò che ha appena imparato, se la fa sfuggire.
Cercherà di rimediare a modo suo, aspettando che il tempo faccia il suo corso e rimargini le ferite.
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hilary, Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Rei Kon, Takao Kinomiya
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Aya si svegliò stringendo le coperte, sudata. Com'era possibile che avesse sognato Hiwatari?
Si alzò di malavoglia e anche con l'umore sotto le scarpe. La prima cosa che doveva fare era cucinare, cucinare la rilassava, ma soprattutto la distraeva. Preparò dei muffin e delle uova strapazzate, poi mise su del tè.
Dalla stanza di suo fratello arrivavano delle risate. Era felice che Mimì finalmente l'avesse raggiunto, non potevano proprio stare separati quei due. Era felice di avere la sua amica vicino, ma nonostante tutto non ci teneva molto a sentire i loro mormorii d'amore.
Mangiò qualcosa e lasciò il resto per i suoi coinquilini, poi uscì e si incamminò verso la sua scuola. Iko e Kyo erano già sulla panchina e l'aspettavano, ma quella mattina rimasero deluse, perchè arrivò sola e a piedi.
“Deluse eh” le prese un po' in giro la rossa.
Loro fecero un sorriso triste, poi entrarono a scuola.

Era strano, ma Kai si era svegliato con una sensazione sottopelle, aveva l'impressione che sarebbe successo qualcosa di brutto, non sapeva spiegarsi cosa, ma sicuramente stava per succedere qualcosa. Aveva avuto quella sensazione poche volte, ma non si era mai sbagliato. Questo lo mise assolutamente giù di tono.
Entrò in classe all'ultimo secondo, si sedette e osservo Aya, anche lei sembrava particolarmente nervosa quella mattina. Era forse perchè aveva scoperto chi era?
No, c'era qualcosa di più. Eppure Kai riconosceva di doverle delle scuse e non poteva più rimandare quel suo dovere, non poteva più far finta di nulla. Le avrebbe parlato e poi tutto sarebbe tornato come prima, si sarebbero evitati per il bene di Yuya.
Bisognava capire solo come avvicinarsi a lei senza farsi vedere da nessuno. Sicuramente non poteva fare tutto a scuola, troppi occhi a guardare, avrebbe dovuto provare a cercarla in città. Forse l'avrebbe seguita.
“Allora, ho pensato di fare un bellissimo lavoro per la prossima settimana. Vi metterete a coppie e lavorerete per tirare fuori dalla crisi un'impresa commerciale. Per evitare vari commenti sulle coppie non sarò io a deciderlo, ma sarà la fortuna. Ho fatto i bigliettini per metà della classe, e l'altra metà dovrà tirarne fuori uno. Il nome sul bigliettino sarà quello del suo compagno di lavoro.” disse la professoressa, iniziando a chiamare i nomi.
Quando sentì il suo cognome Aya si alzò annoiata, si diresse verso la cattedra e pescò svogliata un bigliettino. Iko era ancora libera, quindi sperò di finire con lei.
Dall'espressione che aveva fatto Aya, Kai capì che era finito in coppia con lei. La professoressa confermò la sua tesi. Bene, avrebbero sicuramente preso un votaccio, non avrebbero collaborato e proprio non gli andava di doversi tirare su la media scolastica solo perchè non c'era dialogo.

“Sono finito in coppia con la tua fidanzata.” disse Kai mentre pranzava con il suo amico
“Lei non è la mia fidanzata.”
“Poco cambia. Mi toccherà prendere un brutto voto.”
“Allora ti sei messo davvero a studiare, questa volta.”
“Sì.”
“Le parlerò io e le chiederò di porre una tregua.” disse alzandosi e dirigendosi verso la sua amica.
Aya lo ascoltò con attenzione, la sua richiesta era quella di mettere da parte l'orgoglio per un po' e di comunicare solo per una settimana, era una richiesta ragionevole. La rossa accettò di buon grado, ma mise in chiaro che lo faceva solo per lui.
“Fatto.” disse Yuya.
Bene, per il momento aveva ottenuto del tempo.

Era strano stare nella sua stanza, era grande, con un bellissimo letto a una piazza e mezza, decorato con dei mobili sobri e con qualche poster sulle pareti. Aya rimase sorpresa ancora una volta, erano poster su opere teatrali. Non se lo sarebbe mai aspettato. La cosa che però l'aveva fatta rimanere di sasso era stata la sua valigia rossa nell'angolo.
“Stavo aspettando l'occasione per restituirtela” disse Kai, anticipando qualsiasi cosa lei volesse dire. Era il momento giusto per scusarsi. “Senti, io...” avrebbe voluto davvero dire quella parola, quel “mi dispiace” che non gli era quasi mai uscito dalle labbra, ma il telefono di lei li interruppe.
“Jake?” attese un attimo la sua risposta, poi impallidì e chiuse la comunicazione. “Devo usare la TV”, disse prima di mettere il canale sportivo. In quel momento stava passando una notizia.
“Abbiamo una comunicazione speciale. A quanto pare la famosa Associazione BBA ha chiuso i battenti. Sembra che l'azienda fosse già in crisi da qualche mese e che i campionati fossero l'ultima opportunità per riportare la situazione alla parità, ma a quanto pare non ha funzionato. Questa mattina il Presidente Daitenji ha dato le sue dimissioni e la società è stata venduta. Pare che ci saranno delle grandi novità per quanto riguarda questo nuovo sport.”
Aya cadde in ginocchio sul pavimento, senza parole. Com'era potuto succedere?
“Ehi,” Kai le fu vicino in un attimo, le strinse le braccia attorno al corpo e la prese di peso posandola sul letto e passandole un fazzoletto. Solo in quel momento lei si accorse che stava piangendo.
Perse il fazzoletto e si asciugò gli occhi.
“Sapevi di questo?”
“Sapevo che il nonno era in crisi, ma non pensavo a questi livelli.”
“Ti accompagno da lui?”
“No. Io ho bisogno di un attimo per riprendermi” disse lei, asciugandosi ancora le lacrime.
Lui accennò un sì e le porse un altro fazzolettino perchè l'altro era zuppo. Lei lo prese e continuò ad asciugarsi gli occhi.
Non sapeva come aiutarla, non riusciva a trovare un modo per farla sentire meglio. Non era abituato a quelle situazioni, tutto ciò che gli venne in mente fu un lontano ricordo di quando era bambino. Era caduto e si era sbucciato un ginocchio, poi era corso in casa piangendo, talmente forte che suo padre si era alzato dalla sua scrivania, dove passava tutto il tempo. Lui aveva sciacquato la ferita, l'aveva disinfettata, ma non smetteva di fare male e Kai non smetteva di piangere, così lo aveva preso tra le braccia e lo aveva cullato.
Avrebbe dovuto cullarla?
Senza pensarci un minuto di più la prese tra le braccia e iniziò a dondolarsi sul letto. Si sentiva un imbecille.

Quando si risvegliò era in una stanza sconosciuta, voltò la testa e sul comodino trovò Dranzer. Ora ricordava che era nella stanza di Kai, poi aveva ricevuto la notizia che la BBA era affondata e poi?
Cavolo, si era addormentata lì, tra le sue braccia, piangendo. Bella figura.
Kai era nell'angolo della stanza, stava armeggiando con tazze e bollitore, un minuto dopo si sedette accanto a lei, offrendole una tazza di te.
“Grazie.” mormorò lei.
“Ti devo delle scuse.” disse lui, senza preavviso. La fece quasi strozzare con quelle sue parole, ma non riuscì a rispondere, rimase ferma ad osservarlo.
“Quella sera non dovevo comportarmi così. Ero molto stanco e, beh, non ero a conoscenza che fossi la nipote di Daitenji. Anche se questo non giustifica il mio comportamento.”
“Devo chiamare un'ambulanza?” chiese lei.
“Stai male?”
“Non io, ma tu.” rispose lei, con un breve sorriso, prima di bere un sorso.
“Ha chiamato tuo fratello”
“Jake?”
“Voleva sapere dove fossi.”
“E cosa gli hai detto?”
“Che sei rimasta a scuola perchè avevi da fare una ricerca e che ti stavo aiutando.”
“L'ha bevuta?”
“Assolutamente no, ma mi ha minacciato se ti interessa.”
“Che schiocco.”

Quando tornò a casa suo fratello era molto preoccupato, aspettava sul divano, continuando a cambiare posizione, tenendo stretta la mano della sua fidanzata. Aya si sedette accanto a lui e lo abbraccio.
“Mi dispiace di averti fatto preoccupare, avevo solo bisogno di riprendermi dalla notizia.”
“Non farlo più” disse lui.
“Andiamo di sopra? Penso che i nonni abbiano bisogno di noi.”
“Inutile, il nonno sembra sparito nel nulla.”
“COSA?”
L'avevano cercato dappertutto, ma lui era sparito, non si era fatto vedere da nessuna parte. La nonna era preoccupata, loro erano preoccupati, ma non sembrava essere utile tutto questo. Andarono a dormire tristi e abbattuti.
La mattina dopo Aya non se la sentiva di uscire e seguire le lezioni, ma l'aria di casa era talmente triste che preferì subire una noiosa giornata. Iko e Kyo la aspettavano come sempre, lei si avvicinò e le salutò con la mano, avviandosi verso la scuola. La stavano fissando con occhi strani, e non solo le sue amiche, quindi la voce si era sparsa in giro.
Sentiva il bisogno di stare un po' da sola, così prese a camminare più veloce, ma non entrò a scuola, fece il giro e si sedette sulle scale di emergenza, sperando che nessuno sarebbe andato a disturbarla. A quanto pare il suo desiderio non era stato esaudito. Sentiva i passi avvicinarsi, poi video una figura, non aveva voglia di sapere chi era, ma lo sconosciuto non si spostava.
“Mi dispiace per tuo nonno” disse infine Yuya “Ti ho portato un cappuccino, ti va?”
Aya sorrise triste, “Mi spiace, Yuya, ma ho bisogno di stare sola.”
Il ragazzo ritrasse la mano e se ne andò, senza dire altro.

Era passata una settimana, finalmente sapevano dove era finito il presidente Daitenji, sapevano che era in ritiro con alcuni bladers e quello la fece sentire più tranquilla. Sapeva che tra di loro c'erano i campioni giapponesi, Max, Ray e altri partecipanti dell'ultimo campionato. Non si spiegava allora perchè Kai fosse rimasto a scuola. Per fortuna la professoressa si era ammalata, quindi aveva smesso di vederlo, il compito era stato rimandato al suo ritorno, per quegli ultimi giorni era stata tranquilla e sola, come desiderava, ma a quanto pareva la sua fortuna era finita.
“Bene, voglio che riprendiate il vostro lavoro da dove l'avete lasciato. Riformate le coppie e iniziate a lavorare” disse con un sorriso e poi un colpo di tosse.
Aya portò la sedia fino al banco di Kai, poi accese il computer portatile e iniziò a cercare alcune informazioni commerciali.
“A quanto vuoi che ammonti il capitale?” chiese.
“Mh.”
“Vanno bene ventisei milioni di yen?”
“Ok.”
“Allora, direi che apriamo un'azienda sportiva. Giusto?”
Kai fece un piccolo impercettibile sorriso.
“Come stai?” le chiese a metà lezione.
“Sto bene. Non devi preoccuparti, prenderemo un voto alto.”
“E tuo nonno? Lo avete trovato?”
“Come fai a saperlo, tu?” chiese la ragazza, shoccata.
Kai fece spallucce.
“E' insieme ai tuoi amici in ritiro.”continuò lei e d'un tratto non potè più mantenere la sua curiosità “Dimmi, perchè non sei con loro?”
“Ho altri piani per il futuro.” disse lui, semplicemente.
Aya non ci mise molto a capirlo, in realtà lo aveva già pensato da tempo, ma poi si era ricreduta. Pensava che avesse finalmente capito di aver bisogno degli amici, ma no, era troppo testardo.
“Non ce la fai a smettere eh.”
“Cosa intendi dire?”
“Che hai una vera e propria mania per Takao. Non riesci a pensare per un attimo di metterti dalla sua parte e non contro di lui?”
“Non sono cose che ti riguardano!”
“Giusto. Non ti piace che una persona ti dica le cose come stanno. Quindi ti schiererai ancora una volta dalla parte sbagliata. Complimenti.”
Kai la fissò con una certa rabbia, poi senza aggiungere altro si alzò e uscì dall'aula. Senza rispondere ai richiami della professoressa.
“Il solito permaloso.”
  
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