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Autore: Carmen Black    24/04/2013    1 recensioni
Ero nel luogo dove i sogni prendevano vita.
Dove riuscivo ad accantonare la realtà e fluttuare nei meandri della mente buia e sconosciuta.
Dove un semplice rumore può far dimenticare le preoccupazioni rendendo liberi dagli schemi e dalla quotidianità...
One Shot scritta per il contest sul Forum di EFP indetto da Ellecrz
Genere: Introspettivo, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Di Luce e Diamanti






 
 
 Ero nel luogo dove i sogni prendevano vita.
Dove riuscivo ad accantonare la realtà e fluttuare nei meandri della mente buia e sconosciuta.
Dove un semplice rumore può far dimenticare le preoccupazioni rendendo liberi dagli schemi e dalla quotidianità: il giardino di mia nonna.
Ero lì anche quella sera, una delle tante in cui il mio istinto mi ci aveva guidato.
C’era odore di legno, odore primavera e di… famiglia.
Mi bastava ascoltare il respiro della notte e la mia testa si svuotava di tutto il suo sapere, di ogni vincolo che l’essere uomo impone e l’immaginazione partiva senza alcun freno.
Le forme prendevano vita come se possedessero una propria volontà e io me ne stavo lì a fissare il vuoto apparente, ma mai vuoto era stato così pieno di colore e movimento.
C’era una serie di luci che penzolava malamente da un piccolo pino.
Pian piano iniziò a danzare lentamente creando delle figure asimmetriche che assumevano una strana conformazione.
Piegai la testa di lato e come un vortice di stelle che si dirada, qualcosa cominciò a prendere vita.
Aveva la forma sferica e un colore abbagliante. Apparvero dei tessuti rossi, del raso bianco e poi legno levigato.
La serie di luci luminose continuò a vorticare e a plasmare sotto il mio sguardo ammirato.
Avvolse la sfera e ne creò i particolari curati: speciali ghirigori, spirali e arabeschi.
Poi… ci fu un’implosione di luce improvvisa che mi fece strizzare gli occhi.
Quando riaprii le palpebre il capolavoro era terminato.
Cioè che risplendeva dinanzi a me era qualcosa che andava ben oltre all’immaginazione, era come se fosse vero.
Ero certa che se avessi allungato una mano sarei stata in grado di sentirlo.

Sentire un sogno, toccarlo. Esiste qualcosa di meglio?
Era una carrozza, come quelle delle principesse dei cartoni animati, ed era a forma di zucca, creata con del ferro battuto color latte e sostenuta da due ampie ruote.
In cima ad essa c’era un bouquet di lucciole e fiori bianchi, alla base invece c’era un maestoso fiocco di raso.
Le sedute della carrozza erano rivestite da cuscini rossi e veli trasparenti.
Alla guida della carrozza non c’erano dei cavalli però. Erano delle luci che insieme davano la forma a un animale molto più piccolo, forse uno stambecco o anche un ariete.
Mi accorsi che man mano che vagliavo le ipotesi, la visione di fronte a me cambiava insieme alla mia idea. E allora perché non renne?
Le renne facevano volare la slitta di Babbo Natale, quindi magari potevano fare volare anche quella splendida carrozza.
I due animali trainanti divennero ciò che volevo e ci fu un’altra implosione di luce.
Ecco, adesso il lavoro era ultimato davvero.
Una zucca trainata da due renne che splendeva di luce e diamanti. E tutto ciò che la circondava prendeva le sue stesse fattezze, brillando come stelle.
Quello era il sogno a occhi aperti più bello che avessi mai fatto.
Era un sogno nel sogno.
Ecco perché andavo al giardino di mia nonna.
Perché siamo fatti della stessa sostanza dei sogni*, ne abbiamo bisogno per vivere.
E perché la vera realtà va ben oltre ciò che imponiamo alla nostra mente di credere.


 



Angolino Autrice
Ciao, ho scritto questa piccola OS per un contest, sperando di non essere andata troppo fuori tema. Alla fine c'è una citazione di Shakespeare, credo che la conoscano tutti. Spero che vi piaccia, a presto :)

  
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