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Autore: musa07    24/04/2013    3 recensioni
" Era incredibile come, nonostante fosse fine Aprile, il tempo continuasse a fare i capricci in quella maniera.
Come quel giorno … "
Mini one-shotina per il compleanno di Takeshilovelove. Buon divertimento.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hayato Gokudera, Takeshi Yamamoto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mini one-shotina per il compleanno di Takeshilovelove. Buon divertimento.
 




“ Non pensare. Fallo!”
 
 
 

 
 
Era incredibile come, nonostante fosse fine Aprile, il tempo continuasse a fare i capricci in quella maniera.
Come quel giorno …
 
Alla mattina risplendeva un sole abbagliante ma poi, sul finire della mattinata pesanti nuvoloni neri, carichi di pioggia erano apparsi all’orizzonte per poi iniziare a sfogarsi maligni non appena l’intervallo che decretava la pausa pranzo era finito.
E aveva continuato imperterrito a piovere per tutto il pomeriggio, con sempre maggior intensità, tanto che, a un certo punto, era saltata anche la corrente.
Takeshi Yamamoto e Hayato Gokudera, attardatisi a scuola fino ad allora, perché era loro quel giorno il turno di pulizia dell’aula, attendevano sotto il portico lo smaltire della bufera.
Gokudera sbuffava, in preda ai nervi. Oltrettutto: doveva dimenticarsi le sue fidate sigarette proprio quel giorno! Imprecò nuovamente, stavolta esternando il suo fastidio.
- Che giornata di merda! – esclamò e vide perfettamente come l’altro sorrise a quell’uscita. Si era trattato di un sorriso impercettibile ma ormai Hayato, suo malgrado e suo danno, aveva imparato a conoscere ogni singola sfumatura del volto di Takeshi.
Ecco perché era ancora più innervosito! Era nervoso perché si trovava da solo con lui. Era nervoso perché era maledettamente e pericolosamente vicino a lui. Era nervoso perché aveva a fatica realizzato e ammesso con se stesso che quell’idiota invasato del baseball non gli era poi così tanto indifferente. Sbuffò e tossichiò.
- Che giornata di merda! – ripetè per l’ennesima volta.
E, nuovamente, Yamamoto permise alle sue dolci labbra di piegarsi in un leggero sorriso.
- Che hai da ridere, stupido fissato del baseball?! – si inalberò Gokudera sputando fumo dal naso.
- Niente … niente. – cercò di ammansirlo Takeshi, pensando bene di sorridere ancora di più, dato che il sorriso era la sua arma di difesa. Arma di difesa micidiale per le povere coronarie del dinamitario.
- Oggi è il mio compleanno. – confessò alla fine il ragazzo dal sorriso eternamente stampato in faccia e Gokudera imprecò nuovamente ma stavolta dentro di sé, cercando di fare un rapido calcolo di quante volte avesse usato la parola “merda” associandola a quel giorno.
“ Hum, niente bene!” si maledì.
- Potevi anche dirmelo. – biascicò Hayato in imbarazzo, facendosi scivolare lungo il muro dietro di lui fino a sedersi a terra, raggomitolandosi sulle ginocchia.
- Ti interessava così tanto saperlo? – lo punzecchiò divertito Takeshi con una punta di malizia sorniona, facendosi scivolare a sua volta fino a terra, sedendosigli a fianco.
- No ovviamente! – fu la risposta secca e brusca del futuro Guardiano della Tempesta, risposta data troppo in fretta perché preoccupato di tentar di tener sotto controllo il battito del cuore che era pericolosamente accelerato ma non voleva assolutamente spostarsi da lì, da dove si trovava. Vicino a Takeshi, al suo corpo e al calore che emanava.
E lo stesso pensava Yamamoto. Era la prima volta che si trovavano così fisicamente vicini mentre si trovavano da soli.
Sospirò il giocatore di baseball, non avendo il coraggio di spostare lo sguardo e continuando a tenere gli occhi fissi davanti a sé, alla pioggia che stava andando via-via scemando. Percepiva chiaramente il suono del respiro di Hayato mescolarsi al suo, così come percepiva perfettamente attraverso la stoffa della camicia della divisa, il braccio dell’altro appoggiato al suo, così come percepì chiaramente che il ragazzo con gli occhi dal colore più straordinario che avesse mai visto in vita sua, rabbrividì.
- Hai freddo? – gli chiese dolcemente preoccupato Yamamoto girandosi quel tanto verso di lui.
- No! – si schernì Gokudera, cercando di essere e apparire il più incazzoso e scontroso possibile. Non voleva apparire un debole, in particolar modo davanti ai suoi occhi. Che Takeshi potesse pensare che lui aveva bisogno di essere protetto, rassicurato, non sospettando minimamente – né tantomeno sperandoci – che quello era proprio il desiderio più grande del moretto: proteggerlo. E fargli capire che per lui c’era. Sempre, comunque e ovunque. Che poteva appoggiarsi a lui in qualsiasi momento, ma non come a un semplice compagno di avventure.
E forse fu proprio per questo suo desiderio, che non gli riusciva più di trattenere come un sogno dentro di sé, che Takeshi gli passò un braccio intorno alle spalle circondandolo e attirandolo leggermente a sé.
- Ohi, idiota fissato del baseball, cosa diavolo pensi di fare??!! – cercò di redarguirlo ribellandosi. Ma il suo era stato un tentativo di ribellione talmente blando che all’altro bastò semplicemente stringere leggermente le dita sulla sua spalla per sedare ogni protesta e poter così riportare lo sguardo avanti a sé. E l’unica cosa che poté fare Hayato, l’unica che non poté negare al suo Essere più profondo, fu quella di appoggiare la testa sulla spalla di Yamamoto. Il quale sgranò per un attimo gli occhi meravigliato per poi riprendersi dalla sorpresa e appoggiare a sua volta la testa su quella dell’altro.
Rimasero così per un pò, ascoltando lo scrosciare della pioggia affievolirsi e notando come nel cielo si andasse aprendo uno squarcio di sereno. Ah: e ovviamente ascoltando il rimbombare dei loro cuori emozionati. Oltrettutto, Takeshi aveva ben pensato con la mano libera di andare a raggiungere quella di Hayato che giaceva abbandonata in grembo e ora, eccoli lì: mano nella mano, testa su testa.
- L’arcobaleno! – esclamarono nello stesso identico istante sgranando gli occhi e l’uno poté vedere nell’altro come un sorriso di piacevole sorpresa si dipinse nel volto e rimanerne rapito. Di fronte a quello spettacolo della natura e del proprio compagno, si strinsero inconsciamente ancora di più l’uno all’altro almeno fino a quando Gokudera non scivolò delicatamente dalla sua stretta e altrettanto delicatamente, mettendosi in ginocchio di fianco a lui, gli posò un leggero bacio sulla guancia socchiudendo gli occhi e bisbigliando: - Buon compleanno. –
E Takeshi si sarebbe ricordato per tutta la vita quella sensazione di calore che gli si sprigionò in tutto il corpo e in tutta l’anima. Si mise a sua volta in ginocchio di fronte all’altro, fissandolo negli occhi e naufragando dentro a quei pozzi verdi da sembrare a volte quasi turchesi. Gli prese Takeshi il volto tra le mani sollevandolo delicatamente verso di sé, per poi appoggiargli le labbra sulle sue per un frugale leggero bacio nel momento in cui socchiusero gli occhi entrambi. Fu uno sfiorare lieve, appena accennato. Uno sfiorare di labbra tuttavia da brivido perché entrambi vi riversarono tutto quello che a parole non riuscivano a comunicare.
- Grazie. – gli mormorò Yamamoto sorridendogli prima di abbracciarlo. – Vieni a casa mia a festeggiare? – gli propose poi l’attimo immediatamente successivo e inutile dire che scatenò l’ira funesta di Hayato con questa proposta.
- Teme! Non metterti strane idee in testa adesso! – lo imbeccò il dinamitario spostandolo bruscamente da sé, spingendolo via dal petto e Gokudera poté vedere la sua espressione confusa.
- Ma … ma, Gokudera cosa hai capito? – fu la replica confusa. – Il mio vecchio mi ha preparato una piccola festicciola e Tsuna e gli altri vengono a casa mia questo pomeriggio. – spiegò.
Hayato divenne di tutti i colori possibili e immaginabili e iniziò, comprensibilmente, a balbettare dall’imbarazzo, strappando un sorriso sornione al festeggiato.
- Porcellino, a cosa hai pensato? – pensò bene di infierire Takeshi prendendolo bonariamente in giro con uno dei suoi sorrisi da “piega ginocchia”, mandando in agitazione ancora di più Hayato il quale, l’unica maniera che aveva di difendersi era quella di chiudersi ancora di più a riccio.
- Che cosa vai farneticando stupido fissato del baseball!?- si inalberò, facendo sorridere ancora di più l’altro.
- Quando vorrai venire a casa mia di tua spontanea volontà, per passare del tempo da soli tu ed io, sarai il benvenuto. – fu la replica imperturbabile di Takeshi, detta con quel suo solito sorriso così enigmatico perché implicava in sé tante cose, tante sensazioni ed emozioni.
- Sì, sogna! Neanche tra cent’anni! Tsk. – cercò di darsi un contegno Gokudera alzandosi dietro di lui e incrociando le braccia al petto fingendosi stizzito ma quando vide l’altro di schiena, quando vide le sue spalle, le sue braccia ma soprattutto il suo adorato volto, il suo sorriso, non voltato verso di lui, Hayato provò un grande senso di vuoto, di abbandono e si sentì incredibilmente perso, solo … Lo afferrò per una manica, appogiandogli la testa sulla schiena.
- Magari, domani? – disse Hayato in un bisbiglio e Takeshi non poté far altro che sorridere teneramente sentendosi inondare d’amore e rendendo partecipe anche l’altro di questo amore prendendolo delicatamente per un braccio per portarlo avanti a sé e stringerlo forte a lui.
- Sì: domani … Domani. Andiamo a casa adesso. – disse alla fine sciogliendo l’abbraccio e tendendogli la mano che Hayato guardò per un istante. Guardò quelle dita protese verso di lui, quell’amore che gli veniva offerto incondizionatamente e vide la propria mano protendersi verso quella di Takeshi e stringersi ad essa, accettando tutto quello che gli veniva offerto.
- Sì, andiamo. – replicò il ragazzo dagli occhi verdi facendogli dono, per la prima volta da quando si conoscevano, di un sorriso.
Le loro dita si intrecciarono e si incamminarono lungo la strada con il sole – ormai fatto capolino tra le nuvole – che infiammava i loro volti e, come il loro amore appena sbocciato, irradiava il loro cammino.



 
FINE
 


Clau: Sì lo so che la frase finale sembra tratta da un film d’amore di serie B ma ormai lo sapete che ‘sti due mi ispirano lovelove ad alto impatto glicemico^^ E ora: Buon compleanno Takeshilovelove^^
Yamamoto: Grazie Clau^^
Clau: ^^ Madre: tra un po’ è anche il compleanno di quell’altro sociopatico …
Hibari: -____-
Clau: Bisogna che m’inventi una fic anche per lui. Hum … mumble mumble … una fic dove ovviamente farò risaltare tutto il carisma, l’incanto, l’ascendente dell’altra metà della coppia. Hi hi hi
Hibari: -____-
Dino: ^^; Gomen Kyoya gomen.
Hibari: Come fai a sapere che sta parlando di te?
Dino: Perchè sono io l’altra metà della coppia.
Hibari: Mai detta o pensata una cosa del genere.
Clau: E invece io sì, e con me anche tutto il resto della popolazione femminile, razza di Mr Sociopatico che non sei altro. Bleahhhh
Hibari: Questa pazza scatenata vuol essere presa a morsi davvero prima o poi.
Dino: Tanto poi non lo fai mai.
Hibari: Vuoi che inizi da te?
Clau&Dino: Ehm, meglio che chiudiamo qui va! BUON COMPLEANNO TAKESHI^^
   
 
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