Non ho mai pensato che stare da soli fosse bello, mi ci sono semplicemente abituata.
Non credo nel principe azzurro, non credo nelle fate, non credo nel destino e nemmeno nel amore a prima vista, ah e non credo in Dio, mi ha sempre portato via le persone a cui volevo bene, me le ha fatte perdere nei modi peggiori, mi ha fatto rimanere sola.
Nel ottobre del 2012 ho perso mia Nonna, il cancro la portata via.
Nel marzo del 2013 alle 20.36 il cuore del mio migliore amico aveva cessato di battere e lui aveva smesso di esistere.
Un incidente in moto per colpa di un autista ubriaco.
I medici avevano detto che mi ero salvata per miracolo di Dio ma non è andata così. E comunque avrei preferito morire insieme a lui.
Da quel momento mia madre mi porta da uno psicologo diverso ogni santo mese, non ha ancora capito che i soldi non mi faranno dimenticare ciò che è successo e nemmeno scomparire la rabbia e il dolore che ho dentro. Mio padre se ne è andato più o meno nello stesso periodo con un'altra donna, meglio così forse adesso ha un'altra figlia a cui vorrà bene davvero, a differenza di quanto non ne volesse a me. Questa è la mia vita, spettacolare, vero?
Non ho mai pensato di uccidermi, dare la soddisfazione agli altri di vedermi cadere? No grazie, sono sempre riuscita a rialzarmi e continuerò a farlo. Comunque dopo tutta questa accurata descrizione di quanto sia merdosa la mia vita mi sono dimenticata di dirti che oggi è il mio primo giorno del secondo anno di superiori e che prima  che la mia vita venisse stravolta in questo modo io ero diversa.
Devo ripetere il secondo anno perchè ho smesso di andare a scuola da marzo che coincide più o meno al mio cambiamento radicale.
*** Mi preparo, i miei lunghi capelli castani arrivano fino alla fine della schiena, metto la matita nera e mi vesto con lo stesso colore e una gonna che non arriva nemmeno a metà coscia, insomma voglio andare contro l'intero mondo degli adulti. Mia madre, quindi, non approverà ma dopo tutto, non me ne importa di meno. Se prima che la mia vita venisse rovinata sembravo una barbie versione angelo ora sono il contrario e mi piace. Non sono una ragazza timida e non sono nemmeno depressa ho solo tanta rabbia dentro.
Adesso vado di sotto, mi voglio godere la faccia di mia madre.

'Ciao tesoro... Oh no, ti prego vai a cambiarti'

Lo dice più 'versione supplica' che obbligo, faccio un sorrisetto che ormai mi caratterizza, quello da bastarda.

'Perchè? Sono tanto sexy.'

Non lo penso davvero ma so che ad una come lui potrebbe provocare un infarto.

'Amore mio, ma cosa ti è successo?  Tu non eri così'

Dice quasi tra le lacrime.

'Quella che ero è morta insieme a tutte le persone a cui volevo davvero bene'

Prendo la borsa da per terra e esco di casa, arrivo a scuola, chissà se qualcuno mi riconoscerà. Stanno aspettando tutti il mio arrivo per farmi una sorpresa ma la sorpresa gliela farò io. Entro nel grande edificio. Mi guardano tutti, io li ignoro e proseguo la mia strada. Arriva una piccola ragazza minuta, mi ricorda qualcuno comunque penso sia di prima, è in soggezione davanti a me. La guardo con aria superiore, lei fa un altro passo in avanti.

'Sei.. A-alessia?

Faccio il mio sorrisetto. Ci stanno osservando tutti. Mi abbasso leggermente con le spalle.

'tu dici? mhh...'

proseguo la mia strada senza degnarla di uno sguardo. Lei mi segue con lo sguardo e poi, quello che non mi aspettavo.

'A.. Aspetta, io... io sono la sorella di Marco'

Rimango paralizzata. Sono ferma, immobile non so cosa dire. Lei continua.

'Sai quando è accaduto l'incidente... ?'

Sento che la sua voce inizia a tremare, sta per piangere, gli occhi sono ancora fissati su di noi. Mi giro lentamente sui tacchi neri.

'Sì.'

le dico in modo secco.

'Era vicino al tuo compleanno, lui ti stava scrivendo una lettera. Nessuno della mia famiglia l'ha mai letta perchè era già chiusa. A-abbiamo pensato di portartela ma sei sparita.. penso che lui ci tenesse che la leggessi, lui ti voleva bene. Ci dev'essere qualcosa d'altro dentro ma non.. non so che sia.'

Sta piangendo, la osservo, è così indifesa. Mi avvicino a lei.

'Me la puoi dare?'

Accenna ad un sorriso. Penso che non credesse  l'avrei presa.

'Sì.. sì certo prendila.' 

dice tirando fuori una busta dalla sua cartella.
me la porge, quasi tremando. Ma faccio così paura? 
la prendo. C'è scritto 'Da Marco per il mio piccolo angelo anzi la mia piccola scema, per te Alessia'
Sto riflettendo se dirle grazie o meno, prendo una decisone.

'.... Grazie'

Mi sorride tra le lacrime. Mi allontano e la infilo nella borsa.

'Ma volete una foto?'

dico al numeroso gruppo di persone che continuano a scrutarmi fastidiosamente. 
E poi mi ricordo. Io non ero così prima ma non è un motivo plausibile per continuare a fissarmi. Mi metto contro il muro, osservo ancora una volta la lettera e poi suona la campanella.
Non ascolto un secondo di lezione, non l'avrei fatto comunque finchè qualcuno non dice il mio nome. Alzo lo sguardo.

'Alessia, è passato molto tempo dall'ultima volta che sei venuta a scuola.'

E' il professore di Musica, quanto lo adoravo un tempo ma è cambiato tutto dall'ultima volta.

'Lei dice?'

Faccio ridere la classe ma non era quello il mio intento. Lui fa finta di non sentire la mia risposta. L'ora trascorre in fretta, il mio sogno di cantare era rimasto impolverato e chiuso un cassetto di cui avevo perso la chiave.
Arrivo a casa, mia madre è al lavoro, mi siedo sul tavolo della grossa cucina, tiro fuori dalla borsa la lettera. Le mie mani tremano al solo pensiero che l'avesse scritta lui.
la apro con cautela sentivo le lacrime arrivare.
 

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Ciao io mi chiamo Alessia e chiariamoci questa non è il racconto della mia vita ♥ 
Mi scusa per eventuali errori, spero che il modo in cui scrivo vi piaccia.
Recensite e fatemi sapere che ne pensate ♥ 
anche su Twitter se volete, un grosso bacio #MySelf 

@IlivemyDream_