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Autore: Hyrim    24/04/2013    4 recensioni
Il famosissimo romanzo di Alessandro Manzoni portato in scena come spettacolo di beneficenza da attori provenienti da tutto il mondo... Ovviamente le rispettive nazioni saranno lì, pronte a vegliare su tutto, pronti a risolvere qualsiasi problema...
Ma se il problema fosse proprio il mancato arrivo della compagnia?
Come faranno a mandare avanti la serata?
Beh, molto semplice: copione alla mano, un bel respiro e pronti ad affidarsi alle loro capacità interpretative e alla giusta direzione di Germania!
L'unico problema è... conoscono la storia? O ancor peggio, conoscono le parti degli altri compagni?
Riusciranno a salvare la serata seguendo il copione o improvviseranno?
Avanti! Lo spettacolo deve continuare!
Genere: Comico, Commedia, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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- Come sarebbe a dire il loro volo non è arrivato!? -
Riecheggiò nella sala la voce del Tedesco, con un accenno di preoccupazione nel tono… appena appena dominante sulla rabbia.
- E’ così, Germania-San. -
- Ci dispiace tanto-aru! –
Risposero i due Asiatici inchinandosi contemporaneamente in segno di scuse.
- Era compito di Grecia occuparsi delle telefonate-aru! – Continuò poi il Cinese. – Solo che quando l’abbiamo trovato-aru… Stava tranquillamente dormendo sotto un mucchio di gatti-aru! –
Il Giapponese nel frattempo continuava a torturarsi le mani l’una con l’altra dal nervosismo, e non osava alzare lo sguardo. - E’ tutta colpa nostra, Germania-San. Gomenasai! Gomenasai! –
Ed ecco altri tre-quattro inchini di scuse da parte di entrambi.
 – Non avremmo dovuto affidare a lui il compito di avvertire il pilota-aru! –
Dal viso di Germania si capiva benissimo come non avesse idea di che pesci prendere.
- … Manteniamo la calma. – Disse, nemmeno troppo convinto di ciò che diceva. – Ora avete avvertito il pilota, giusto? Cosa sarà mai un piccolo ritardo? Possiamo gestirlo! – Si voltò, passando lo sguardo sulla massa di nazioni dietro di se.  - … In qualche modo. – Aggiunse poi.
- Ayyyaaah! Piccolo ritardo-aru !? –
- Di quanto tempo stiamo parlando? –
- Dodici ore, Germania-San. –
- Forse anche di più-aru. – Aggiunse Cina con tono sconsolato.
Ci furono secondi di silenzio.
… Interminabili secondi di silenzio.
La quiete prima della tempesta.
- WAAAS !?!? DOCICI ORE !?!? -
Altre voci cominciarono ad emergere dal gruppo di nazioni dietro il biondo. Tutti sembravano ugualmente preoccupati. Qualcuno, fra cui Inghilterra, si era anche alzato in piedi.
- Non abbiamo speranze di trovare un sostituto in così poco tempo. It’s impossibile! -
- Per una volta concordo con lui, dude. –  Aggiunse America, rivolto al Tedesco. –Dobbiamo rimandare la serata. –
- Rimandare la serata!? – E stavolta era stato Svizzera ad alzarsi in piedi. – Con quello che è costata!? –
Anche Olanda sembrava essere di un’opinione simile.
- Inghilterra ha ragione. – Sospirò Germania. – Dobbiamo rimandare la serata. -
- Mancano poco più di due ore all’inizio dello spettacolo! –  Ricordò con voce quasi spaventata Ungheria. – Molti degli spettatori saranno già al rinfresco! –
- Non  possiamo rimandare la serata, West! –
- Non posso credere a ciò che sto per asserire ma… Concordo con il Prussiano. –
Ammise, senza nascondere la vergogna, Austria.
- Ci sono davvero tante persone lì fuori ad aspettare… Non possiamo deluderle. -
Disse convinta Belgio stringendo il pugno.
- Se Belgio la vede così… Beh, allora mi schiero dalla loro parte anch’io, razza di bastardi! -
- Yo tambièn, Romanitoo… -
- Siete pazzi!? – Chiese scioccato Inghilterra sbarrando gli occhi. – How the hell can we find un gruppo di più di venti attori da chiudere in un teatro a recitare senza aver studiato la parte e senza la promessa di una retribuzione!? –
- … -
A quelle parole Germania si voltò del tutto verso di loro, la sua mente sfiorata da una folle improvvisa idea. – Mnhh… - Si poggiò due dita sotto il mento, osservando l’intero gruppo. Tutte le nazioni. Uno ciascuno… - E se non ci fosse esattamente la necessitàditrovarle…? –
Scese ancora una volta il silenzio.
In uno sguardo sembravano tutti aver capito.
- Oh my God, no! No, no, no e poi no!! –
 
- No, no, no e poi no!! – L’Ungherese continuava a piantare i piedi per terra nel disperato tentativo di impedire all’albino di trascinarla di fronte a Germania.
Era passata poco meno di un’ora dall’idea improvvisa che aveva colto Ludwig.
Un’idea folle… Così folle che forse avrebbe anche potuto funzionare.
- Nem!! Prussia! Ho detto di no!! Atkozott!! Lasciami andare!!
- Nein Ungarn! Su, è un’ottima idea !! -
Ghignò il Prussiano, per nulla deciso a mollare la presa.
- Ti spacco la faccia a suon di padellate stavolta!! Lo giuro!!
Lasciami andare! Fattyú!! Rohadék!! Seggfej!! -
- Vielen Dank per le belle parole, Ungheria. Sempre molto fine, come al solito. -
La verità è che il Prussiano non capiva l‘Ungherese… Ma di sicuro non lo doveva star elogiando più di tanto, dato il suo umore tutt’altro che trattabile.
- Bruder, cosa sta succedendo qui? Perché trascini così Ungheria? -
- Ohy, West! – Aveva sorriso raggiante, il Prussiano. – Cercavi dei protagonisti!? Beh, eccoci qui! Guardaci! Non siamo un Renzo e una Lucia perfetti!? Oh, ja che lo siamo! Guardaci!-
Così fece Germania. Li squadrò qualche secondo, poi alzò un sopracciglio.
- E così vorresti che dessi a te la parte di Renzo e ad Ungheria il ruolo di Lucia…? -
- Mi oppongo categoricamente!! -
La voce dell’Austriaco si alzò dall’angolo opposto della stanza.
- A cuccia tu, quattrocchi!! -
Gridò di rimando Gilbert.
- Non è una brutta idea, sai, Bruder? – Rispose il Tedesco riassumendo un’aria pensierosa… - Non è affatto una brutta idea, aber… -
- Aber?? – Ripeterono in coro il Prussiano e l’Ungherese, entrambi con i nervi a fior di pelle… Nonostante stessero sperando due cose completamente opposte l’una all’altra.
- Aber… Ho già trovato una parte più adatta per Ungheria…. E a dir la verità anche per te, Bruder. -
- … Oh. Come non detto. Peccato. – Sospirò , lasciando l’Ungherese libera di andare… Non prima di aver ricevuto una padellata ben assestata in piena fronte.
Germania scosse la testa, riportò l’attenzione sul litigio che nel frattempo era in corso dall’altro lato, con aria stanca.
- I am the Hero! E l’Hero è sempre il protagonista!! –
- Già così siamo a rischio. Con te come protagonista andrebbe tutto in malora, bloody hell!! –
Pazienza esaurita. Era una buona mezzora che quei due litigavano ormai.
- Non sai che l’Inghilterra è stata a lungo tempo la patria del teatro!? Con Shakespeare ci siamo innalzati sopra il livello mondiale! -
Due prime donne.  L’Inglese e l’Americano questo erano agli occhi cerulei del Tedesco.
… E alla fine,a dirla tutta,l’intera sala era impegnata in un’accesa discussione su chi dovesse accaparrarsi i ruoli migliori. Nessuno aveva intenzione di appacificarsi. Come se non bastasse, il tutto  stava procurando un rilevante mal di testa al povero Tedesco, che continuava a massaggiarsi le tempie tentando di non esplodere… Come se la cosa fosse risultata utile.
- SMETTETELA! KINDER! TUTTI RAGAZZINI! SMETTETELA!! -
Stavolta l’urlo del tedesco sembrava aver rasentato l’isteria… Rasentato, eh.
Un’altra volta non era stato ascoltato. Tutti continuarono a litigare indisturbati.
Frustrante. Davvero frustrante.
- Finalmente qualcuno impara come ci si sente… -
Mormorò timidamente il povero Canada lasciato in disparte in un angolino… che fu ignorato anche questa volta, dato che Germania attraversò a passi pesanti la sala, accendendo il microfono e portando il volume di quest’ultimo al massimo… cacciando così un urlo da far quasi crollare le pareti.
- IL PROSSIMO CHE DICE UNA PAROLA, ANCHE SOLTANTO UNA PAROLA VERRA’ UTILIZZATO COME VENDITORE DI WRUST ALL’ESTERNO DEL TEATRO, SONO STATO ABBASTANZA CHIARO!?!? –
Finalmente il tanto atteso silenzio.
- Mi avete stancato con questa disputa per i ruoli!! I ruoli li decido io. FINE.
Nessuno di voi saprà il proprio ruolo qui. Passerò io a darvi i copioni con le battute segnate… E nessuno di voi saprà il ruolo degli altri, così imparerete cosa vuol dire la vera attenzione quando si sta facendo qualcosa di importante!
Avete tre secondi per uscire di qui! TRE SECONDI. -
Nessuno si mosse.
- Eins… Zwei… -
Come non detto. Improvvisamente la stanza si era svuotata. Il soave silenzio a dar sollievo ai nervi, ma soprattutto alle orecchie del povero Germania.
- … Molto bene. Mettiamoci a lavoro.
Ma prima… -
Si guardò intorno, con aria al quanto stanca.
- Mein Gott, che qualcuno mi dia un’aspirina.-
  
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