Fanfic su artisti musicali > Conor Maynard
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Autore: onlyheartandsoul    24/04/2013    2 recensioni
L'amore tra una fan e il suo idolo è la tipologia di amore più forte. Che supera anche la morte.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La terra di mezzo

Guardavo le ragazze intorno a me.
Eravamo in trepidazione, di lì a qualche minuto, Conor sarebbe uscito dal back stage.
Poco dopo era sul palco, bello come sempre.
Aveva una felpa nera con le maniche beige e, sotto, una T-shirt che faceva risaltare il suo fisico tonico.
Non avevo mangiato niente per tutta la giornata, e quindi mi sentivo stanca, ma non ci feci più di tanto caso.
Arrivò anche il turno di Don’t you worry child.
Mi ero sempre chiesta come sarebbe stato sentirla dal vivo, beh, era a dir poco fantastico.
Mentre lui cantava: ‘ My father says ’
Sentii un forte giramento di testa
Don’t you worry, don’t you worry, child ‘
Non feci in tempo a reggermi sulla ringhiera che caddi dal palchetto su cui ero salita per riuscire a vederlo meglio.
Mentre cadevo, vedevo tutta la mia vita passarmi al rallentatore davanti agli occhi, da quando i miei genitori mi avevano lasciata in orfanotrofio, al giorno che doveva essere quello più bello della mia vita.
Strano, diciotto anni sembrano tanti, ma alla fine sono così pochi.
I suoni giungevano ovattati al mio orecchio, tranne la voce di Conor, che rimbombava nella mia testa. Sentivo delle forti grida, un dolore lancinante e poi niente…… il vuoto più totale.
 
Quando mi ero risvegliata, mi sentivo molto più leggera, mi guardavo le mani, erano più pallide del solito, quasi trasparenti.
La testa non mi faceva più male. Quando provavo a camminare non sentivo il pavimento sotto i piedi.
Guardai in basso e mi vidi, sì, vidi me stessa stesa in un letto d’ospedale con la testa fasciata.
Gridavo, ma nessuno accorreva. Forse… forse… non riuscivano a sentirmi.
Mi ero avvicinata al mio corpo e avevo posato la mano sulla fronte della me nel letto… niente, non un movimento… cominciavo a scuoterla. Ancora niente.
Sentivo dei passi avvicinarsi velocemente alla stanza. Mi misi sull’uscio della porta che aprì subito dopo. La persona che entrò tutta trafelata, mi passò attraverso e andò verso il letto.
Non potevo credere ai miei occhi, cioè, fantaocchi, perché non c’era nessun’altra spiegazione se non che fossi diventata un fantasma. Comunque, la persona che aveva preso la mano della ragazza nel letto era Conor. Conor Maynard in persona.
Continuava a stringermi la mano e mi parlava.
Mi rassicurava, mi diceva che presto sarebbe tutto finito e che appena mi sarei ripresa mi avrebbe portata in tour con lui.
La sua voce ogni tanto si incrinava, segno che da un momento all’altro sarebbe scoppiato in un pianto liberatorio.
Ma non lo faceva, diceva che non avrebbe pianto davanti a me.
Infatti usciva dalla stanza per qualche minuto per poi rientrare con gli occhi molto più rossi e gonfi di prima.
Si dava la colpa di tutto, affermava che fosse per colpa sua il fatto che stessi in coma.
Mi avvicinavo a lui e gli accarezzavo il viso per cercare di consolarlo, ma non funzionava.
Lui non si accorgeva del mio tocco sulla sua pelle.
Più volte gli avevo detto do tornare in albergo, almeno per cambiarsi, ma non riusciva a sentirmi. Ne ero sicura, anche se fosse riuscito a farlo, non mi avrebbe mai lasciata sola.
Era rimasto una settimana in quella stanza lì con me.
Anche le infermiere avevano smesso di chiedergli di andarsene.
Lasciava la camera solo per piangere o per il controllo giornaliero dei medici.
L’ottavo giorno mi sentivo più stanca del solito, infatti, mi addormentai.
Al mio risveglio qualcosa era cambiato, mi risultava difficile anche aprire gli occhi, ma, quando sono riuscita a farlo, ho scoperto di non essere più un fantasma, no, ero di nuovo nel mio corpo.
Muovevo lentamente la mia mano per spostarla sui capelli di Conor che si era addormentato vicino a me.
Conor, appena dopo essersi svegliato, si era di alzato di scatto e aveva cominciato a baciarmi la mano.
Non ti preoccupare, ora arrivano i medici - mi diceva
Conor… mi puoi cantare una canzone? … cantami Just in case - mi era difficile parlare, la mia voce era roca e flebile.
Certo -
Aveva cominciato a cantare. Aveva un tono incredibile.
Anche mentre i medici mi controllavano, lui cantava.
Bisogna portarla subito in sala operatoria - diceva uno.
Io ormai non capivo più niente. Avevo gli occhi puntati in quelli di Conor, e lui nei miei.
Tutto il resto era qualcosa di irrilevante.

Anche mentre mi portavano in sala operatoria, io sentivo Conor che, dalla mia stanza cantava.
E così, stavo morendo. Lo dicevano i medici. Io non sentivo più niente ormai.
Ne ero certa, stavo andando in un’altra dimensione e Conor, con la sua voce, faceva sembrare questo passaggio molto più semplice.
 
Era tutto bianco, non c’erano né il cielo, né la terra. L’unica particolarità era uno specchio, uno specchio in mezza al niente. Su di esso c’era un biglietto che diceva:
 
Questa è la terra di mezzo dove tutte le anime aspettano la propria anima gemella. Potrebbe essere il tuo amico più caro, oppure qualcuno che non hai mai visto. “
 
Mi guardai allo specchio, almeno non ero come appena prima di morire.
La fascia intorno alla testa era stata rimpiazzata da lunghi capelli biondi.
Addosso avevo gli stessi vestiti del concerto, e non il camice che mi avevano infilato in ospedale. Beh, almeno ero presentabile per il mio futuro amore.
 
Passavo giornate intere a pensare a come potesse essere, fino a che, dopo tre lunghi giorni, lo specchio improvvisamente cominciò ad illuminarsi, e di lì uscì un ragazzo che cadde per terra.
Lo scuotevo. Avevo riconosciuto il suo profumo, il profumo di vaniglia che appena mi ero svegliata dal coma e prima di morire, aveva inondato le mie narici. Il suo profumo. Era Conor.
Lentamente aveva aperto gli occhi e, di slancio mi aveva abbracciata.
Conor… che ci fai tu qui? Tu dovresti essere laggiù, a cantare, a conoscere tante ragazze, ad innamorarti! Pensa ai tuoi familiari, pensa alle tue fan! - avevo le lacrime agli occhi.
Non riuscivo a vivere senza di te… - aveva preso le mie mani nelle sue – penso di non aver mai amato nessuno quanto amo te in questo momento -
Si avvicinava sempre di più, fino a far toccare le nostre labbra in un tenero bacio.
Tutto, lentamente, stava diventando colorato.
Al posto del soffitto c’era il cielo di uno splendido azzurro.
-  Questo è… -
… il paradiso -
-  Noi staremo per sempre insieme, vero Conor? -
-  Ricordati, l’amore tra una fan e il suo idolo, è l’amore più grande e più vero che possa esistere -
 
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Ciaoooooo :)

Spero che questa OS vi sia piaciuta, ci ho messo molto tempo per scriverla perché non ero mai soddisfatta del risultato finale.
Auguro a tutti una buona serata. :)
Angy xx
  
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