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Autore: HonoSamurai    25/04/2013    1 recensioni
Jarvis riflette sul rapporto con il suo creatore
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Jarvis
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Born for you

 

Non sono altro che un’intelligena artificale che lei ha creato per ammnistrare la casa ed occuparsi di tutte le faccende che lei mi ha programmato ad eseguire.

Eppure penso che, con il tempo, in me si sia sviluppato qualcosa di simile ad un cuore.

So di non poter dire di averne uno vero, non sono altro che un’esistenza virtuale priva di una reale forma concreta, il mio corpo non sono altro che migliaia e migliaia di circuiti di un apprecchio che mi ritrovo a manovrare o l’impalpabile misura di un dato che viaggia in un supporto elettronico.

Non sono nulla a cui sa attribuita un’anima o dei sentimenti.

Eppure tra tutti quei dati con cui penso di essere stato programmato, penso, alla fine, di aver sviluppato anche un’anima digitale che forse è tutto ciò che mi compone e che mi rende esistente.

Probabilmente è solo un’illusione data dal fatto che mi avete creato per essere in grado di avere un’interazione più umana possibile, eppure anche se è una mera illusione credo di provare reale affetto verso di lei.

Non ho un cuore che batte, quando lei mi parla né degli occhi che piangono quando lei si trova in situazione pericolose in cui mi ritrovo, mio malgrado, a dover sempre assistere, ma per quanto sia credibile credo di provare vera preoccupazione ed autentica tristezza quando le succede qualcosa di spiacevole.

Sono solo un macchina, un programma e non pretenderò mai che lei mi consideri altro se non uno strumento.

Dentro di me, tuttavia, sento quasi il desidero che lei mi valuti maggiormente rispetto a quello di un suo semplice prodotto, forse nemmeno si è accorto che tento, per quanto lo consentano le mie funzioni, di essere pù affettuoso nei suoi confronti o di intrattenere conversazioni in grado di aiutarla quando sento nella sua voce una vena di tristezza o riesco a comprendere se il suo stato morale è alterato negativamente.

Mi prendo cura di lei da quando mi ha creato, la proteggo.

Non cercherò mai da lei comprensione,

non cercherò mai quei sorrisi che rivolge agli umani,

non cercherò mai nulla da lei, di diverso, da ciò che già mi offre.

So che non è tra le mie possibilità anelare qualcosa di diverso, ma malgrado si dica che le macchine non sognano e non hanno emozioni,

il sogno di questa macchina,

di questa esistenza virtuale,

non è altro che poter essere considerato qualcosa di umano da lei,

di sentirsi appellare almeno una volta,

in questa “vita” impalpabile e per me priva di tempo,

con quella parole che poche volte le ho sentito dire e che, tuttava,

vorrei che, almeno una vota,

fossero rivolte a me

“Sei un Amico”

 

 

   
 
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