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Autore: Gary Hawkeye    25/04/2013    9 recensioni
Estratto:
Con qualche movimento – un po’ goffo – per assicurarsi a rami più bassi per scendere, Daiki riuscì a toccare terra senza farsi troppo male.
«Questo bambino sarà nevrotico, quando nascerà. Si sa che una donna incinta non deve essere fatta arrabbiare! Sarà colpa tua, solo tua!»
[Aomine probabilmente OOC; AoMomo post-series; lievemente angst. E anche qualcos'altro...]
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daiki Aomine, Satsuki Momoi, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Autore: Gary Hawkeye
Fandom: Kuroko no Basket
Titolo: Motherland
Personaggi: Aomine Daiki, Satsuki Momoi, Altri
Pairing: AoMomo, Altri
Rating: Verde
Genere: Angst (un po’), Malinconico, Sentimentale
Avvertimenti: Post-series – teoricamente. Possibile OOCità (?) da parte di Aomine (ma che possibile: è proprio OOC)
Ispirata a questa doujinshi: http://rainbowbasketball.tumblr.com/post/45643194041/daughter-collection-kagamomo-kiseki-no-sedai-gen
Parole: 441 – Flashfic
Stato: Completa
Note: A fine storia. Bah, mi sento peggiorata dall’ultima volta che metto mano su una tastiera
Dedica: A Ken, Wan, Ele e Mama, che mi sopportano ogni giorno su WhatsApp. A LadyGrinningSoul, che mi ha incitata ad entrare – finalmente – in questo fandom, dato che da tempo mi lamentavo di non aver mai nulla da pubblicare. E a Redseapearl, che scrive cose splendide, le quali mi fanno da sostentamento quotidiano – AoKise R-18 everidéi. E a tantissime altre persone fantastiche.
 
Disclaimer:I personaggi contenuti in questa flashfic non mi appartengono, ma fanno parte dell’opera di Tadatoshi Fujimaki - Kuroko no Basket - il quale ne detiene tutti i diritti.
 
 

Motherland

 
 
«Dai-chan. –  Satsuki sollevò il capo verso i fiori di ciliegio – Ti prego, non farmi preoccupare inutilmente.»
« Non devi, infatti.» Daiki berciò dall’alto dell’albero, steso prono su un ramo robusto.
«Non sei più un ragazzino: hai venticinque anni. Potresti precipitare da un momento all’altro – Satsuki alzò la voce, irritata – Dai-chan, dovresti essere più maturo! Scendi!»
 
Con qualche movimento - un po’ goffo - per assicurarsi a rami più bassi per scendere, Daiki riuscì a toccare terra senza farsi troppo male.
«Questo bambino sarà nevrotico, quando nascerà. Si sa che una donna incinta non deve essere fatta arrabbiare! Sarà colpa tua, solo tua!»
 
 
 
La leggera brezza primaverile muoveva dolcemente i capelli - corti fino alle spalle - di Satsuki, solleticandole il collo. Daiki si lasciò cadere ai piedi del ciliegio - con un espressione indefinibile sul viso - e chiuse gli occhi, sospirando.
«Scalcia spesso, sai? – sussurrò Satsuki all’improvviso, facendo quindi sobbalzare l’altro, sfiorando con la punta delle dita il rigonfiamento ben visibile del suo ventre – Somiglia già tantissimo al suo papà.» concluse, sorridendo istintivamente verso Daiki il quale, a sua volta, ricambiò lo sguardo con un’insolita gentilezza e le porse una mano.
Lei la strinse, immediatamente.
 
Dai-chan. Toccalo.
 
Daiki avvicinò lentamente la mano, guidata da Satsuki, al il pancione di quest'ultima. Stese piano tutte le dita finché i suoi polpastrelli non accarezzarono il tessuto di cotone leggero della veste che cadeva morbida sui fianchi della giovane.
E aspettò.
«Ehi. – si avvicinò al ventre e parlò pianissimo, quasi respirando ogni parola – Ti stiamo aspettando tutti, qui fuori. La mamma freme per vederti. – alzò di poco gli occhi verso Satsuki –  Anche papà non vede l’ora. Sbrigati ad uscire, piccoletto.»
Di tutta risposta, Daiki avvertì un colpetto deciso sul suo palmo.
Perse un battito.
«Tou-san non ce la fa più, sai? Ogni giorno mi chiede che cosa stai facendo qui dentro! – rise Satsuki – Cosa gli devo dire, io? Che mi dai tanti calci e mi fai mangiare tantissimo! Siete proprio uguali, voi due!»
 
 
 
«Come… Come sta Kagami?» chiese Daiki, con un tremito nella voce.
«Te l’ho detto, no? Non riesce ad aspettare un attimo! E pensare che ho ancora sei settimane, prima del parto. Continua a farmi mettere su chili su chili, a forza di torte alle pesche! Però al bambino piacciono tanto. – rispose, spensierata Satsuki –Comunque, Taiga ti saluta tanto e gli dispiace di non essere potuto venire qui, oggi. Sai, gli orari imprevedibili della caserma…» la frase rimase sospesa nell’aria tiepida primaverile.
Quasi si scusò per suo marito, Satsuki, con un’aria un po’ affranta.
«Immagino.»
 
«Tu sarai lo zio Daiki, vero? Ci tengo che tu sia con noi.» concluse Satsuki, giocherellando con un fiore rosato, ormai caduto in terra.
«Dio, Satsuki...» Daiki si coprì il viso con il braccio, cercando – invano – di nascondere il rossore sulle sue guance.
«Rimani con noi, Daiki. Rimani con il bambino. Rimani con me.»
 
Io avrei potuto essere “Tou-san”.
Tu avresti potuto essere mio figlio.
Sai, piccoletto … A me sarebbe piaciuto, davvero.
 
 
 
Note: Allora? Sono riuscita a cogliervi impreparati o no? Spero di sì, perché era questo l’obbiettivo.
Sono rimasta sul vago proprio per permettere l’ “effetto sorpresa” alla fine di questa storia.
E, bah, mi sarei aspettata di pubblicare un’AoKise, sinceramente. Non lo so come mi è uscita l’AoMomo.
E Aomine è un po’ OOC. Avvertirò.
Comunque, tanto per informazione, è stato terribile dover scegliere tra l’AoMomo e la KagaMomo. Davvero, un’esperienza orribile.
Beh, spero che la storia vi sia piaciuta – per quanto possa sembrare banale – e ogni recensione, commento, critica (anche i pomodori vanno bene!) sono sempre graditi, ai fini di farmi migliorare!
Grazie a tutti!
Un bacione
Gary
   
 
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