25/04/2013
1 recensioniQuesto storia è dedicata a una persona speciale che in questo ultimo periodo sta diventando importante per me.
Grazie per avermi ascoltata, per avermi fatto ridere e per avermi fatto sentire speciale.
Inoltre nella storia non c'è nessun nome, in quanto ho voluto che ognuno di potesse immedesiare con i personaggi.
Ad essere sincera questa storia è nata pensando a Donghae, il mio bias.
Spero vi piaccia.
Fire
Due lucenti pietre d’ambra erano incastonate in quel viso così perfetto per lei; lei che rincorreva il suo sogno nonostante tutte le difficoltà.
Ora tutta la sua fatica era stata ripagata, lui era lì, davanti a lei e le sorrideva dolce.
Una morsa allo stomaco la costrinse a sbattere più volte le ciglia.
La tempesta era visibile in quelle pietruzze lucenti come il cioccolato fuso.
“Hi”
La sua voce, quel dolce suono di cui si era innamorata, ora le rimbombava nelle orecchie come un tuono.
Non rispose al suo saluto, non aveva la forza di farlo o più semplicemente non era sicura di come sarebbe uscita la sua voce, quindi decise semplicemente di sorridere, lasciando che lui potesse leggere la sua felicità negli occhi.
Capì, il suo sogno capì tutto.
Fece in breve inchino e poi proseguì per la sua strada.
Lei lo guardò allontanarsi mentre il suo cuore s’infrangeva in mille piccoli pezzi.
Sapeva, sapeva molto bene che quel momento di gioia sarebbe durato solamente pochi istanti e che si sarebbe trasformato nel suo peggior incubo.
Il suo sguardo lo seguiva lentamente e lo vide scomparire piano piano.
Piccole gocce salate iniziarono a premerle sugli angoli degli occhi ma lei scosse la testa e si girò per andarsene da quel posto.
Rovistò nella sua borsa e, preso l’Ipod, s’infilò le cuffiette lasciando che la musica la consolasse.
Grosso sbaglio.
La sua voce tornò più prepotente di prima e le inflisse un dolore atroce, proprio all’altezza del cuore,
Non ce la fece più.
Piano piano si allontanò da tutte quelle persone che urlavano e si andò a nascondere dietro una colonna, dove finalmente si lasciò andare.
Un pianto libero, quella era l’unica soluzione per riprendersi almeno un poco.
Com’era possibile stare così male per una voce? Com’era possibile piangere per un ragazzo che neanche conosci?
Tutte questioni a cui lei non sapeva dare risposta, era successo e basta.
La canzone finì ma subito ne partì un’altra, e fu solamente dopo poche note che lei alzò il viso e sorrise con ancora le lacrime a rigarle il viso.
No, non sarebbe finita così.
Avrebbe lottato, sarebbe andata fino in fondo.
Lei voleva rivederlo, lei ci credeva, lei aveva ancora dentro di se quel sogno.
Si alzò e uscì dall’aeroporto, volse lo sguardo verso il cielo e, proprio mentre l’aereo della sua voce solcava quel mare azzurro chiaro, lei rise mentre nelle sue orecchie le solite parole rimbombavano.
“ Never Stop Dreaming”