Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Dragonheart 95    25/04/2013    2 recensioni
Immaginatevi la storia del mito di Orfeo e Euridice, ma con i personaggi di Inuyasha. Un bel mito davvero, io l'ho fatto ed ecco cosa ne esce. Buona lettura.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hakudoshi, Inuyasha, Kagome, Kikyo, Naraku
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Inuyasha era un suonatore di lira greco, ed era sposato con la bella ninfa Kagome. La loro era una vita agiata e ricca d’amore. Però qualcuno tramava nell’ombra contro il loro legame e questo qualcuno era il pastore Hojo, da sempre infatuato della bella ninfa. Un giorno, approfittando che ella girovagasse nei prati fioriti senza la presenza del suo uomo, provò ad avvicinarla, ma ella fuggì. Il pastore la iseguì a lungo, e ad un certo punto Kagome mise il suo piede su un serpente che la morse mortalmente. Hojo vedendo cosa successe scappò in preda alla paura.
Inuyasha fu all’oscuro della fine della sua compagna fin quando la notizia della morte di Kagome non arrivò alle sue orecchie, portata da una donna del villaggio vicino ai prati fioriti. La disperazione colse l’uomo che si isolò dal mondo per tre giorni e tre notti, in compagnia della sua inseparabile lira suonando le sue melodie, sperando che queste placassero il suo dolore. Ma ciò non servì e dunque Inuyasha prese una decisione importante, sarebbe andato nel mondo dei morti per cercare di riprendere Kagome.
 
Il viaggio per arrivare nell’Ade fu faticoso e impervio, ma l’uomo riuscì nella sua impresa, accompagnato dalla sua fedele lira. Arrivato al momento di attraversare lo Stige, il traghettatore Totosai, demone con la barba bianca, capelli bianchi lunghi, e occhi rosso sangue, negò a Inuyasha il passaggio. Allora Inuyasha suonò la lira e la melodia invase piacevolmente il demonio che commosso dalla musica decise di scortare Inuyasha. Arrivato alla sponda opposta fu fermato da Ah-Un, animale gigantesco e feroce. Aveva tre teste, e tutte e tre ringhiavano, ma Inuyasha riuscì a placarle con la sua musica.
 
Superato l’ennesimo ostacolo arrivò alla prigione di Takemaru, il dio che aveva cercato di possedere la dea Izayoi, la moglie del re degli dei Inu non Tashio. Takemaru soffriva, legato a una ruota in continuo movimento, e quando vide Inuyasha lo pregò di fermare momentaneamente il suo supplizio. Allora Inuyasha suonò ancora e la melodia fece fermare la ruota momentaneamente, finito l’effetto della melodia la ruota riprese a girare, ma il dio ringraziò l’uomo che aveva affievolito, seppur di poco la sua pena.
Inuyasha arrivò poi alla prigione di Hakudoshi, semidio che si era macchiato di orribili atti come servire le carni di suo figlio agli dei. Hakudoshi era immerso fino al mento nell’acqua, mentre un albero da frutto era sulla sua testa. Se cercava di bere, l’acqua si ritirava, se cercava di mangiare, i rami con i frutti si accorciavano. Quando vide Inuyasha supplicò lui di suonare per cercare di fermare la punizione, l’uomo obbedì, ma anche se l’acqua e l’albero si fermarono, anche Hakudoshi rimase immobile.
 
Inuyasha proseguì nel suo cammino e arrivò a scendere 1000 scalini, ritrovandosi al centro del regno dei morti, al cospetto di Naraku e Kikyo, gli dei che governavano l’Oltretomba. Naraku era addormentato, mentre Kikyo guardava Inuyasha per capire il motivo della sua presenza.
<< O tu, uomo che giungi dal regno esterno, cosa porta le tue membra qui? >>
<< Dea Kikyo, son qui per una ragione, ridatemi la mia donna Kagome. >>
Detto ciò suonò ancora una volta il suo strumento. Kikyo fu invasa dalla musica, le ricordò i precedenti momenti della sua vita, prima che il dio dei morti Naraku la strappasse dal quella che era la sua esistenza.
<< Sei di buon cuore mortale, avrai la tua donna indietro, ma bada di non guardarla se non quando sarete giunti alla luce, o lei sarà persa per sempre. >>
<< La ringrazio infinitamente, la gioia che pervade il mio animo è immensa. >>
 
Con un gesto della mano Kikyo fece comparire l’anima di Kagome, poi intimò ai due di andarsene da quel luogo. Inuyasha e Kagome si misero così in cammino, ma per Inuyasha rispettare la condizione del patto era cosa ardua. Arrivati in prossimità della luce e pensando che ormai non erano più nel regno dei morti, Inuyasha si girò e vide la sua Kagome, anche se sua da quel momento non sarebbe più stata. Un rimbombo risuonò nell’antro infernale per tre volte, poi Kagome parlò:
<< Quale sventura ha colpito me misera, e te. Ora non potrò più veder la luce, non sarò più tua. Addio mio amato. >>
Kagome scomparve, trascinata da un vento improvviso, che si ritirava nelle viscere dell’oscurità. Inuyasha provò a tornare indietro, ma non gli fu possibile. Il patto era rotto, ormai era tutto perduto. Da quel giorno fino alla sua morte, Inuyasha non amò più nessuno, solo la lira faceva lui compagnia, la lira che aveva sconfitto la morte, ma purtroppo non aveva cambiato la sua sorte.
 
“ Non lottare mai per qualcosa che hai già vinto, è gloria buttata. Non lottare mai per qualcosa che il destino ti ha già portato via, è sofferenza sprecata. “
 
 
 
 
 
  
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