Le
mani di John scivolano dolcemente sul suo corpo, delineandone ogni
centimetro e
soffermandosi sui punti più sensibili, perché
conosce l’effetto che tutto
questo può fare su di lei. Le loro labbra si cercano, si
incontrano, si
vogliono… Lei tiene le dita tra i suoi capelli, che sono
forse la cosa più bella
del suo ragazzo, mentre circonda con le gambe quelle di lui. Si lascia
andare,
non pensa a niente e non ha alcuna intenzione di farlo. È
preoccupata, sì, ma
in questo momento non è importante.
John,
tutt’un tratto, decide di alzarsi. Lo fissa confusa e
infastidita: perché si
ferma così presto?
-Cavolo,
Cyn…- mormora. –Come diavolo fai ad essere
così fantastica?
La
ragazza scoppia a ridere. –Sei impazzito, per caso?- Torna a
baciarlo, più
intensamente di prima.
Lui
si stacca in fretta. –Porca puttana, stai ferma!- esclama,
mentre con la mano
le muove i capelli.
Solo
un secondo dopo Cynthia si accorge che ha appena scacciato una vespa
dai suoi
capelli; la vede volarle davanti alla faccia e caccia un urlo
straziante, scostando
John di dosso e cominciando a gesticolare in preda al panico.
-È
andata via?- chiede, ancora con la testa tra le braccia.
John
scoppia in una fragorosa risata. –Sì, amore,
è andata. Che femminuccia.
Vorrebbe
rispondergli male, perché odia quando fa così il
maschilista; ma appena si
volta pronta con la sua rispostaccia, se lo ritrova talmente vicino da
non riuscire
a spiccicare una parola.
Seconda
cosa che adora di lui: quegli occhi incantevoli.
People
say I’m cray
doing
what I’m doing
-Che
ti prende?- domanda a questo punto il ragazzo.
Cynthia
scrolla le spalle e si mette seduta bene sul prato, a guardare
l’azzurro mare
di Liverpool davanti a lei. Ora che si è infranto
l’incantesimo, le
preoccupazioni tornano ad assillarla.
Il
posto è deserto; un tempo qui sorgeva una fabbrica, della
quale però è rimasto
solo il vecchio mulino. Questo gira ancora, con calma, raccogliendo
l’acqua del
mare da una parte e facendola cadere dall’altra. La corrente
non è molto forte,
per questo il mulino si muove lentamente.
-Non
dire cazzate.- sbotta John, sedendosi accanto a lei e continuando a
fissarla
ansioso. Ma in fondo, perché glielo sta chiedendo? Sa
benissimo che cos’ha.
-Quando
partite?- chiede allora, sempre mantenendo la testa alta.
Ecco…,
pensa
con un sospiro. –Manca ancora una settimana, Cyn.- cerca di
tranquillizzarla,
ma forse ha usato un tono sbagliato, quasi seccato. Il fatto
è che lei non ha
preso molto bene la notizia della sua partenza per Amburgo. Ma non
capisce che c’è
di mezzo il suo futuro?!
La
ragazza abbassa lo sguardo, e questo gli conferma la sua tesi: non
doveva
parlarle in quel modo.
-Scusa…-
mormora. Si volta anche lui verso il mare e fissa il mulino, rapito dal
suo
movimento continuo e regolare.
-Mi
mancherai.- Cynthia rompe il silenzio con una voce talmente innocente
che
addolcisce persino il grande e forte John Lennon.
La
circonda con un braccio intorno alle spalle e le accarezza dolcemente i
capelli
biondi, mentre lei si lascia cadere sulla sua spalla.
-Perché
non vieni anche tu?- chiede John, anche se conosce già la
risposta.
-Mio
padre non mi lascerà mai.
-Questo
perché gli hai sempre parlato male di me.- Si finge offeso,
mentre Cynthia
scoppia a ridere.
-Non
è affatto vero!- Cyn alza la testa e lo bacia sulla guancia.
Lui si fa cullare
dai suoi baci, che ogni tanto sfociano in morsi delicati.
Quando
lei si stacca, si accuccia di nuovo tra le sue braccia, e John la
stringe a sé.
People
say I’m lazy
dreaming
my life away
-Perché
mi hai portato qui?- La domanda lo coglie alla sprovvista, e ci mette
un po’ a
rispondere.
-Mi
piace il mulino.
-Il
mulino?
Il
ragazzo sorride. –Sì, il mulino che gira.
-Certo
che gira, è un mulino.- osserva lei. –Ma che ci
trovi di così bello?
John
non può fare a meno di continuare a sorridere. La fa alzare
in piedi, sempre
tenendole un braccio intorno alla vita. Si avvicina al suo viso,
solleticandole
il mento con un dito.
-Gira.-
risponde. Dopodiché la bacia, convinto di non poterne mai
essere sazio
abbastanza.