Stavo sognando quando vidi nel sonno un cimitero: grigio, nebbioso, tetro. Aprii la pesante grata arrugginita, il rumore mi agghiacciò mentre mettevo i piedi in quel cimitero orrendo; gracchiava ferale un corvo sopra un monumento funebre, la nebbia circondava tutto, teschi gialli ornavano il cammino tra tortuosi vicoli cosparsi di paglia gialla, ma quello che notai con angoscia è che le date di morte dei sepolti erano future, dovevano ancora verificarsi. Cercai allora, combattuto da desideri contrastanti di fuggire o di cercare ancora, la mia tomba. Ma, mentre camminavo tra gli avelli e i sepolcri, mi imbattei in varie scritte ed epitaffi. Erano indirizzate a politici, uomini illustri o congregazioni... Decisi di annotarne alcune che mi parvero piuttosto singolari per la loro schiettezza. Quando la mattina mi svegliai trovai un taccuino sporco e con incastrati dei fili di sudicia paglia gialla: v'erano riportati gli epitaffi ma, sul davanti, una calligrafia non mia riportava le parole "Fatidici Epitaffi: una risata vi seppellirà".