Il rumore delle farfalle.

Non era distante, bastava solo attraversare la strada.

Eppure la sua vergogna, la sua mancanza di coraggio e il suo fastidioso imbarazzo glie lo impedivano.

Rimaneva lì, seduto sugli scalini di casa propria a guardarlo.

Adorava il suo profilo perfetto, la sua pelle candida e i suoi occhi. Erano quelli a ternerlo prigioniero.

Prigioniero del suo carattere, non ci aveva mai parlato ma sapeva quanto quel ragazzo fosse puro nell'anima.

Un giorno troverò il coraggio di parlargli, si era detto.

Si sentiva sempre osservato da quei due occhi color miele, spesso aveva la sensazione che Blaine Anderson volesse attraversare la strada per parlagli.

Arrivava fino all'albero davanti al suo vialetto, poi qualcosa lo faceva tornare indietro e lui rimaneva deluso. Inutile dire che non fosse interessato, perché lo era.

Guardò con la coda dell'occhio la casa dall'altra parte della strada, il giardino era sempre ben curato.

Non aveva mai visto i genitori di Blaine, a volte c'era un ragazzo che sembrava più grande di lui ma di solito abitava da solo.

Era incredibile come un ragazzo così giovane potesse occuparsi di tutto, a volte nemmeno lui e suo padre riuscivano a svolgere tutti i compiti che la vita domestica richiedeva.

***

Era una calda sera di fine estate, come sempre lui se ne stava lì a decidere se attraversare la strada o no.

Non so che cosa gli fece scattare la scintilla quella sera, ma questa volta prese una decisione.

Si alzò lentamente dalla sua sedia da giardino scolorita, attraversò il suo vialetto, aspettò che la macchina nera passasse e finalmente arrivò davanti al famoso albero dove si fermava sempre. Ma questa volta, l'albero non ostacolò il suo cammino.

Kurt, non c'era. Almeno non era in giardino, non sa ancora con quale coraggio suonò il campanello e un uomo sulla cinquantina aprì e lo guardò.

“Ciao, cosa desideri?”

Quello era il signor Hummel, ne era sicuro lo vedeva spesso quando andava al supermercato passava sempre davanti alla sua officina.

“V-volevo parlare con suo figlio..”
L'uomo lo guardò e alzò un sopracciglio.

“Ha fatto qualcosa che ti ha dato fastidio?”
Beh, in effetti era una domanda giusta.

“No, n-no..”

“Papà, chi è?”chiese una voce dall'interno della casa.

Non aveva mai sentito così chiaramente la sua voce, e cavolo avrà avuto qualche difetto quel ragazzo?

Appena Kurt vide chi era, spalancò gli occhi e gli si stampò una chiara espressione di stupore sul viso.

“Papà, ehm...lasciaci soli.”

“O-ok..”

L'uomo accostò la porta e lasciò i due ragazzi nel giardino, perfetto adesso non si poteva più tornare indietro.

“C'è qualcosa che volevi dirmi?”chiese il ragazzo da gli occhi azzurri.

“S-sì.”

Blaine, non riusciva a pronunciare una parola. Adesso i suoi occhi erano attirati dalle labbra rosee semichiuse, erano così invitanti. Ma non poteva rovinare tutto con un bacio, almeno non adesso.

Gli occhi azzurri lo fissavano nervosi, perché non diceva niente? Aveva perso le parole.

“Lo senti il rumore delle farfalle?”

Kurt lo guardò stranito, che c'entravano le farfalle adesso.

“Scusami ma non ti seguo.”
“Le farfalle, nel mio stomaco.”

L'altro sorrise e guardò Blaine negli occhi, doveva farlo adesso.

Non poteva essere vero, il ragazzo dalla pelle candida si stava avvicinando.

Ci aveva messo tanto per attraversare quella maledetta strada, e adesso meritava un bel premio.

Le labbra rosee e carnose di Kurt erano perfettamente appoggiate sulle sue, maledette insicurezze. Se avesse raggiunto il vialetto di casa Hummel, si sarebbe gustato prima tutto questo.

“Ora lo sento.”aveva detto sussurrato il primo sulle sue labbra.

“C-che cosa?”

“Il rumore delle farfalle.”



Angolo dell'autrice.

Eccomi qua, non sapevo se fare più capitoli o una oneshot. 
Beh, per adesso è uscita questa schifezza. Spero solo che vi sia piaciuta, e fatemi sapere che cosa ne pensate.
Graaazie di aver letto, baci baci.

ChiaraColfer.