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Autore: Alyssa    02/09/2004    8 recensioni
Frutto di un paio di giorni in cui avevo completamente perso la testa per Ranma...comment please! Un temporale aiuta Akane e Ranma a rivelare i loro sentimenti.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IL TEMPORALE

Era una nuvolosa mattina di inizio estate. Il cielo era di un colore grigiastro anche se il caldo clima già si faceva sentire…
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAARRRRRRRRRRGGGGGGHH!!!!”
Un urlo straziante che svegliò tutto il vicinato s’udì da una casa di Nerima con su scritto: Tendo. Scuola di arti marziali.
“LASCIAMI IN PACE, VECCHIACCIO! VATTENE VIA!!!” urlò Ranma Chan. “Ranmaaaaaaa! Alle prime luci del mattino sei ancora più carina! Fatti abbracciareeeeee!” disse con voce languida Happosai e continuò a inseguirla.
“Oh, come siete allegri di prima mattina!” esclamò Kasumi andando in cucina.
“Quanto baccano! Da quando è arrivato Ranma non si può più avere un attimo di pace!” borbottò Nabiki stiracchiandosi.
“Hey ma non sono io! È il vecchiaccio maniaco…” ribatté Ranma Chan.
Le si avvicinò Happosai che si strusciò alla sua coscia. “Aaaaaah, la soffice pelle di una ragazza mi fa ringiovanireeeee!”
KA-BLAM!!!! Ranma- Chan lo fece volare via con uno dei suoi calci; prese poi una teiera di acqua calda e ritornò maschio. “Quel vecchio, mai una mattina che mi lasci in pace…”
“Oh, ma dov’è Akane? Dobbiamo svegliarla altrimenti farà tardi a scuola. Ranma potresti andare tu? Io devo preparare la colazione” disse Kasumi.
“C-che cosa? Uff….e va bene.” E cominciò a salire le scale.
“E non farle niente di osceno. Anche se sei il suo fidanzato, dubito che lei apprezzerebbe!” aggiunse Nabiki.
“MA COSA TI PASSA PER LA TESTA?!” urlò Ranma e arrossì violentemente continuando a dirigersi verso la camera di Akane.
*Ma chi si metterebbe mai a fare certe cose con una donna priva di fascino come lei?! Sarebbe impossibile…*
Giunse davanti alla porta e bussò.
“Akane, sei sveglia? Alzati, dobbiamo andare a scuola” disse.
Niente. Ranma allora aprì un pochino la porta e sbirciò dentro: la camera era ancora buia e Akane dormiva profondamente. Si avvicinò al letto deciso a svegliarla.
*Ma come può dormire ancora dopo tutto il rumore di prima? Neanche le cannonate la sveglierebbero!*
Proprio mentre si sporse per darle una scrollata passò il signor Genma che lo vide e gli tirò una spinta. “Figliolo! Cosa stai facendo?! Non è da te essere così avventato!”
Ranma perse l’equilibrio e cadde proprio sopra ad Akane che si svegliò. La ragazza aprì gli occhi, se lo ritrovò a un centimetro da lei e sentì il battito del cuore accelerarsi. Ma poi…
“RANMA SEI UN PERVERTITO!!!” Gli sferrò un calcio facendolo volare fuori dalla finestra.
A colazione il ragazzo presentò un bernoccolo sulla testa mentre Akane aveva messo su il broncio.
“Tsk! Non devi preoccuparti, Akane. Un gorilla come te non lo toccherei neanche con una canna da pesca!” disse Ranma mangiando.
“Strano, mi sembravi contento, stamani, sul mio letto.” Ribatté lei.
“Ma quando mai?! Risparmiati queste fantasie a quando sogni! Tanto nessuno con un minimo di cervello ti si avvicinerebbe…”
BOM! Akane gli tirò un pugno in testa. Si alzò con disinvoltura e prese la sua cartella.
“Io vado a scuola. Ci vediamo oggi.” Ed uscì.
“Ranma sei stato proprio un cafone, lasciatelo dire!” disse Nabiki.
“Cosa?! Ma se lei fraintende sempre tutto….” ed uscì a sua volta di casa correndo.
Akane intanto sulla strada per la scuola stava pensando:
*quel cretino di Ranma! Può dire tutto quello che vuole lui, tanto non me ne frega nulla! Però perché tutte le volte deve sempre trattarmi così?.....io sono davvero così poco affascinante?*
“Hey, ti sei offesa per ciò che ho detto?” le chiese Ranma arrivando dietro di lei.
“Certo che no. Ormai so anche troppo bene che tu non sei né carino né gentile. Anzi, privo di qualsiasi tatto” rispose Akane freddamente.
Ranma si irritò un po’ ma tentò di fare come se la cosa non l’avesse colpito.
“Sei sempre la solita antipatica!” le disse.
“Pfui….maniaco!”
“COSA?! Vuoi fare a botte?” Improvvisamente Shan-Pu gli saltò addosso con la sua bicicletta interrompendolo.
“Ni hao Lanma! Oggi uscilai con me!” disse la ragazza abbracciandolo.
“Ciao ciao Ranma!” lo salutò Akane e se ne andò a scuola approfittando dell’interruzione.
“Akane aspetta! Umpf…Shan-Pu lasciami!” Si divincolò dall’abbraccio e arrivò a scuola appena in tempo.
Akane nel frattempo aveva già respinto la schiera di pretendenti ed era entrata in classe anche se con un’aria triste e un po’ irritata. Non ne poteva più del civettare di Ranma tutte le mattine con Shan-Pu, Ukyo o Kodachi. Appena vide il ragazzo arrivare di corsa in classe si girò dall’altra parte e per tutta la mattina non ci scambiò parola. Alla fine delle lezioni Akane salutò tutti i suoi compagni di classe, poiché l’indomani sarebbero iniziate le vacanze estive, e si incamminò per la strada di casa con Ranma a fianco che camminava sulla ringhiera.
“Ehm…A-Akane, stamani non sono riuscito a dirtelo perché siamo stati interrotti ma….” Cominciò a dire Ranma.
“Non importa. Spero tu ti sia divertito con la tua cinesina!” lo interruppe Akane ancora arrabbiata.
“Ma che stai dicendo? Non sarai mica gelosa?” disse Ranma stupito.
Akane arrossì lievemente “Neanche per sogno! Ranma sei uno stupido, lasciami in pace!!!” urlò e scappò via lasciandolo li da solo come un palo.
“Ma che le prende? Io volevo solo scusarmi….” Disse Ranma.
Al ritorno a casa Akane pranzò il più velocemente possibile senza scambiare parola con nessuno poi si diresse spedita in palestra per allenarsi; quella era l’unica cosa che la faceva sfogare da tutta la rabbia che aveva dentro.
Dopo qualche minuto arrivò Ranma di corsa e anche lui si mise a mangiare tranquillo.
“Ranma per caso non ti sei ancora scusato con Akane?” gli chiese Nabiki che stava guardando il telegiornale.
“Mh? Cosa te lo fa pensare?” disse lui.
“Bè non ha parlato con nessuno da quando è tornata, non è da lei. Io ti consiglio di andare a trovarla, abbracciarla teneramente e dirle dolci parole di conforto”
“MA COME PUOI PENSARE CHE IO FACCIA UNA COSA DEL GENERE?!” urlò Ranma sputacchiando il cibo.
“Già, hai ragione. Oltre ad essere timido sei anche codardo, perciò non riusciresti mai a farlo” concluse Nabiki e se ne andò in camera sua.
*Umpf…è già la seconda volta che oggi mi offendono per il mio comportamento. Ma io non ho fatto nulla!!! Quella scema di un’Akane se la prende sempre per tutto! E poi io so essere gentile se mi ci metto d’impegno(forse).*
“Stai tranquilla Nabiki” le disse Akane facendo una pausa dal suo allenamento. “Uno come Ranma non potrà mai farmi paura!”
“Hey Akane! Ma cosa vuoi da me?!” sbottò Ranma seccandosi ancora di più. Lei gli fece la linguaccia e se ne andò.
*Quelle due quando ci si mettono sono peggio delle arpie! Ma chi si credono di essere?! Se solo ci riprovano dovranno vedersela con me!*
In quel momento arrivò Happosai con la sua solita scorta di biancheria intima femminile e una folla di ragazze urlanti alle calcagna. “Ah ah ah ah ah! Anche oggi è stata una ricerca fruttuosa!” sghignazzò e fuggì con grande facilità dalle sue inseguitrici.
“Sei sempre il solito, vecchiaccio!” disse sprezzante Ranma ma piombarono sulla sua testa Genma e il signor Tendo.
“Maestro è stato di una bravura a dir poco incredibile!” disse Tendo.
“Non stia a sentire quell’ingrato di mio figlio! È ancora troppo immaturo per capire.” Continuò Genma costringendo il figlio inchinarsi ad Happosai.
“Macché maturo e maturo, papà!” esclamò Ranma e gli mollò un pugno in faccia.
“Ah ah ah ah ah ah! Venite con me, vi insegnerò tutto quello che so!” disse Happosai e partì di corsa seguito dagli altri due.
“Tsk! Che gente!” sospirò Ranma e andò in palestra ad allenarsi.
**
Akane era nella sua camera a fare i compiti ma non riusciva a concentrarsi. Possibile che si fosse davvero offesa così tanto per le prese in giro di Ranma? Eppure era successo esattamente come tutti gli altri giorni…perché solo adesso ci stava male? Tutte le volte che lo rivedeva provava una rabbia pazzesca e avrebbe avuto voglia di tirargli qualcosa in testa.
*Ranma sei un’insensibile! Non c’è bisogno che tu mi ripeta in continuazione che ho la vita larga e che non sono affascinante! Perché allora non vai da Shan-Pu o Ukyo? Loro ti andrebbero bene, vero? STUPIDO!!!*
E tirò un pugno sulla sua scrivania che si crepò.
“Akane, tutto bene?” domandò la sorella maggiore Kasumi passando di lì con i panni da stendere.
“Oh…certo, tutto ok. Come sempre” rispose Akane cercando di essere naturale.
“Eppure io ti vedo molto nervosa quest’oggi. Cos’è che ti fa stare così tanto male?” disse Kasumi sedendosi di fianco a lei.
*Quanto sono stupida! Faccio preoccupare anche la mia sorellina! Sono una scema…*
“E’ per quello che ti ha detto Ranma stamattina, vero?” disse la sorella leggendoglielo negli occhi.
“Cosa? Ma no, che dici…?”
“Vedi Akane, voi due avete dei caratteri molto forti ma in fondo vi volete bene. Solo che a volte vi scappano delle parole poco gentili da dire. Però io credo che Ranma non pensi sul serio ciò che ti dice, nemmeno tu lo fai quando lo offendi, vero? E non volete ammetterlo perché siete timidi. Non bisogna prendersela per cose del genere, sono sicura che se gli dessi la possibilità Ranma si scuserebbe con te” disse Kasumi sorridendo. “Oh, mi stavo completamente dimenticando che devo fare il bucato! Ti lascio a studiare, Akane” esclamò e uscì dalla stanza.
Akane rifletté bene sulle parole della sorella e scoprì che aveva ragione: si stavano comportando come due bambini. Quella sera si sarebbe scusata a sua volta con Ranma. Purtroppo i due non ebbero nessuna occasione di parlare chi per un motivo e chi per un altro, così arrivò l’ora di cena senza che avessero fatto pace. Una nuova notizia però giunse alle loro orecchie, che li stupì entrambi:
“COSA?! Dovete uscire tutti e lasciarci qui da soli?!” esclamarono all’unisono.
“Mi dispiace tanto Akane, ma purtroppo devo andare a trovare un’amica in ospedale. Gliel’avevo promesso, cerca di capire…” disse Kasumi mortificata.
“Anch’io devo andare a cena fuori con i miei compagni di classe, perciò buona serata!” continuò Nabiki.
“He-hey, un momento solo…” balbettò Ranma.
“Stai tranquillo, non sarete soli. Ci sono sempre mio padre, il signor Genma e Happosai con voi” disse Kasumi rassicurante.
“Ma se è da oggi che non si vedono!” ribatté Akane.
“Vi ho lasciato la cena pronta in tavola. Adesso noi dobbiamo andare. Cercheremo di tornare prima possibile, d’accordo?” disse la sorella maggiore delle Tendo con un sorriso così dolce e gentile che Ranma e Akane non seppero obiettare altro.
Ranma sospirò. “Vabbè tanto è solo per poche ore”
“Akane mi raccomando: se il tuo fidanzatino di salta addosso cerca di difenderti, chiaro?” disse Nabiki uscendo.
“Te l’ho già detto. Non ho affatto paura” rispose Akane in tono di sfida. “Non riuscirebbe mai a toccarmi, nemmeno se lo pregassi in ginocchio!”
“Hey, voi due…” disse Ranma.
Quando furono soli i due si scambiarono un’occhiata in cagnesco.
“Tsk! In fondo hai ragione Akane: una donna rozza come te non la toccherei neanche se mi pagassero!” disse Ranma cercando di vendicarsi.
“Sei solo un codardo!” rispose lei.
“COSA?!”
“Vado in camera mia, così tolgo il disturbo. Non ho fame, cena pure da solo!” disse Akane e salì le scale.
“Certo, vattene! Tanto non sei di alcuna compagnia!!!” le urlò dietro Ranma con una linguaccia, per tutta risposta sentì la porta della camera di Akane sbattere forte.
All’interno la ragazza si buttò sul letto ancora un po’ triste.
*Accidenti, non sono riuscita a scusarmi con Ranma. Ormai è tutto il giorno che non facciamo altro che litigare! Però anche lui non è per niente gentile, mi fa arrabbiare sempre di più! In questo modo nemmeno io riesco a trovare il momento giusto per chiedergli scusa per il mio comportamento...*Si girò su un fianco e chiuse gli occhi per rilassarsi un po’.
In cucina Ranma stava mangiando la sua cena con la tv accesa.
*Quella scema di Akane! Diventa sempre meno gentile con me, si comporta come un maschiaccio e non fa altro che picchiarmi. Poi sono io che devo sempre scusarmi con lei……ma adesso basta! Stasera la costringerò a pregarmi in ginocchio di perdonarla!*
Mezz’ora dopo Akane uscì dalla sua camera e scese in sala da pranzo per cenare. Non c’era nessuno e la casa era così silenziosa senza tutti gli altri. Si sedette, si guardò un po’ in torno nervosa e cominciò a mangiare. Non le piaceva quel silenzio e chissà dove si era andato a cacciare Ranma! Forse ad allenarsi sui tetti o in cortile…ad un tratto sentì uno scricchiolio al piano di sopra che la fece sussultare.
“Ranma? Sei stato tu?” domandò. Nessuna risposta. Pensò che fosse stata solo un’impressione. Dopo pochi minuti però udì dei tonfi irregolari provenire dal soffitto e di nuovo degli scricchiolii. Posò le bacchette e si alzò decisa ad andare a vedere di sopra. Sentì un tuono in lontananza e fuori cominciò a piovere.
“Accidenti, ci mancava solo il temporale adesso! E pensare che siamo in estate!” si disse ad alta voce. Non voleva ammetterlo ma era un po’ intimorita, non le era mai piaciuto stare da sola in casa sin da quando era piccola. Prese una bastone di legno per essere armata e cercare di farsi un po’ di coraggio. Arrivò al secondo piano dove le luci erano tutte spente. “Ranma ci sei?” disse di nuovo ma come prima non ricevette risposta. In compenso sentì ancora dei rumori provenire dal corridoio.
*Non sarà mica un ladro? Cosa posso fare adesso…ma perché quello scemo di Ranma non c’è mai quando serve?!* Cominciò ad addentrarsi nell’oscurità stringendo più forte il bastone in mano. Camminava lentamente cercando di non fare rumore. Sapeva che c’era qualcuno, ne avvertiva la presenza…All’improvviso un lampo e un tuono fortissimo la spaventarono a morte.
“Ma insomma, ora basta! Vieni fuori, chiunque tu sia!!!” strillò la ragazza. Sentì un dito gelido toccarle il collo. Si girò urlando e colpì col bastone con tutta la forza che aveva.
“A-Akane…c-certo che quando ti arrabbi diventi un pericolo pubblico…” balbettò Ranma steso K.O. sul pavimento con un livido sul viso.
“Ranma….eri tu? Ma cosa accidenti ti è saltato in mente? Stupido!” esclamò Akane abbassando il bastone.
“Sarò pure stupido ma tu resti comunque la donna più violenta di tutto il Giappone!” ribatté lui rialzandosi.
“CHE COSA?!” urlò indignata Akane, poi però decise di calmarsi. “Scusami, non volevo farti così male….solo che mi sono spaventata”
“Tsk! Ma guarda, la rozza Akane che ha paura dei tuoni…” la prese in giro Ranma.
Akane fece finta di non sentire, quello era il momento giusto. “E poi…ecco, io…scusa anche per oggi” disse in un filo di voce guardandolo con i suoi occhioni castani.
Ranma deglutì a fatica. *C-com’è carina!* “B-bè nemmeno io sono stato molto gentile con te e….” ma Akane gli tappò la bocca. “Cofa fuffede?”
“Ssssh….ho sentito gli stessi rumori di prima” sussurrò Akane.
“Quali rumori?”
“Scricchiolii e colpi dal soffitto. Pensavo fossi stato tu…”
“Io sono stato sempre sul tetto finché non ha cominciato a piovere. Dopo sono entrato dalla finestra…” poi udì anche lui qualcosa muoversi.
“Cosa pensi che sia?” chiese Akane.
“Non lo so, ma dobbiamo controllare!” rispose Ranma e piano piano cominciarono ad avanzare verso la stanza di Akane da cui provenivano i rumori. Fuori il temporale si fece più violento. Akane era abbastanza agitata anche se la presenza di Ranma la tranquillizzava un po’. Quando si ritrovarono di fronte alla porta il ragazzo disse: “Akane io salterò addosso al losco individuo mentre tu accendi la luce, capito?”
Lei annuì. Aspettarono qualche attimo poi Ranma aprì bruscamente la porta aggredendo la strana figura mentre Akane pigiò l’interruttore della luce che subito si accese.
“E voi che ci fate qui?!” chiese seccato Happosai mentre frugava nel cassetto dei reggiseni di Akane.
“COSA DIAVOLO CI FAI TU, PIUTTOSTO!!!” urlò Ranma dandogli un potente calcio che lo scaraventò via.
“Non hai un briciolo di rispetto per un povero vecchiooooooo” gridò Happosai allontanandosi in aria.
“Roba da non credere. Pensavo fosse andato ad addestrare i nostri padri!” disse Ranma ricomponendosi.
“Forse è sgattaiolato via durante la notte. È proprio da lui!” continuò Akane. Adesso però erano di nuovo soli. Rimasero in silenzio. “Ehm…credo sia meglio andare giù a staccare gli elettrodomestici. Se li colpisce un fulmine dopo non funzioneranno più e…oh!” la ragazza si interruppe notando che sul viso di Ranma c’era un piccolo taglio che però sanguinava. “Ranma quello dove te lo sei fatto?”
Lui si mise una mano sul punto colpito e vide il sangue sulle dita. “Credo prima nella zuffa col vecchio ma non è niente. Non mi fa neanche male…” disse.
Akane gli ci premette sopra un dito.
“AHIAHIAHIAHIAHIAAAAAA!!!!” strillò Ranma facendo un salto di mezzo metro.
“Non sembrerebbe. Aspettami qui, vado a prendere la scatola del pronto soccorso” disse con un sorriso Akane e corse giù.
*Non so cosa sia successo ma stasera la vedo più carina e gentile del solito…come mai? Mi verrebbe perfino voglia di……oh, maledizione Ranma! Cosa accidenti vai a pensare!!! Sei un uomo, non una femminuccia romantica!*
“Eccomi!” sentì la voce di Akane e subito dopo apparve con una scatola in mano. Prese un batuffolo di cotone e ci mise sopra del disinfettante, poi tamponò il taglio.
“BRUCIA BRUCIA BRUCIA!!!” urlò Ranma saltellando di qua e di là.
“Andiamo Ranma, non fare il bambino! Non è così terribile e poi fa bene per le ferite!” disse Akane esasperata.
“Certo…dovresti provarci tu!” ribatté Ranma imbronciato cercando di resistere.
Akane alzò le mani per mettergli un cerotto ma proprio in quel momento…KA-BOOOM!!!! Un tuono e un lampo più forti fecero saltare tutte le luci e la casa si ritrovò immersa nell’oscurità.
“Maledizione, ci mancava pure questa!” sbuffò Ranma e fece per alzarsi, Akane però lo trattenne.
“Aspetta, fammi mettere questo! Almeno guarirai” disse lei. Girò con delicatezza la testa di Ranma, il quale al contatto con le mani di Akane ebbe un sussulto, e mise il cerotto. “Ecco fatto!” Un altro tuono fece tremare violentemente i vetri delle finestre di tutta la casa. Ranma sentì che le mani di Akane, ancora sul suo viso, ebbero un fremito incontrollato.
“Akane cosa c’è?” chiese curioso.
Lei ci mise un po’ per rispondere. “….niente. Nulla che ti riguardi”
Ancora un ennesimo tuono e la sentì rannicchiarsi su sé stessa nervosa.
“Non avrai mica paura dei temporali, eh?!” esclamò sbalordito Ranma. Lei non rispose. Il ragazzo allora prese a ridere incontrollabilmente dimenandosi come un matto. “AH AH AH AH AH! Non posso crederci! Come sei paurosa, Akane!!!”
“Non osare prendermi in giro!!!” gridò lei e gli diede un pugno col solo risultato che al buio caddero tutti e due per terra….uno sopra l’altro. Ranma sentì il respiro di Akane farsi più irregolare, sentì il suo corpo sotto di lui, la pelle morbida della ragazza ed ebbe un irrefrenabile istinto di stringerla a sé e di non lasciarla mai più.
“A-Akane…” riuscì a malapena a dire. “….scusami, ti sono venuto addosso!” e si spostò. Maledizione! Che diavolo mi è preso? Non è da me fare certi pensieri!.....però lei è così carina.
Akane si rimise a sedere sul letto cercando di calmare i battiti del suo cuore che stava letteralmente impazzendo. *Caspita, c’è mancato poco! Credevo che questa volta ci sarebbe riuscito sul serio…peccato. Ma cosa sto dicendo?! Siamo soli, al buio, in una casa…potrebbe farmi quello e altro!!!*
“Cre-credo che andrò a letto! Si è fatto tardi…” disse Ranma e si alzò incamminandosi verso la porta.
Akane rimase sola sul letto. Non sapeva spiegarsi perché ma non voleva che Ranma se ne andasse…almeno non con quel temporale! Non le piaceva ammetterlo ma da sempre la inquietavano i tuoni e i fulmini, anche se non l’aveva mai detto a nessuno. Da piccola si rifugiava sempre nel letto di sua sorella Kasumi ed allora dormiva serena ma adesso…non poteva più. Come avrebbe fatto a spiegarlo a Ranma? L’avrebbe di sicuro presa in giro… Vide il ragazzo che stava per varcare la soglia e pensò:*oh, al diavolo! Meglio le prese in giro che passare una notte insonne!!!*
“Ranma aspetta!”
Lui si fermò subito. “Si? Cosa c’è?”
“Ecco, io…volevo dirti che, ehm…”
“Non sarai sul serio spaventata, vero?!”
“Ranma! Non essere ridicolo…”
“E allora che vuoi? Secondo me invece muori dalla voglia di chiedermi di rimanere perché hai paura…”
Cavoli, come aveva fatto ad azzeccarci così in pieno? “CERTO CHE NO! Figurati se mi spavento per delle sciocchezze simili!” rispose lei. Perché ci si doveva mettere anche il suo dannatissimo orgoglio, ora!?
“Oh, ma davvero? Allora quali sarebbero le cose che ti spaventano sul serio?” le chiese Ranma in tono provocante voltandosi verso di lei.
Akane intuì che la faccenda stava degenerando. Doveva uscire da quella situazione al più presto o sarebbe accaduto l’inevitabile.
“Guarda che se non me lo dici lo scoprirò da solo” continuò il ragazzo avvicinandosi sempre di più.
Lei decise allora di stuzzicarlo a sua volta; tanto non ci sarebbe mai riuscito, non aveva il coraggio. “E cosa avresti intenzione di fare, caro signor Saotome?” gli rispose con lo stesso tono di voce. Ormai erano faccia a faccia.
“Sei davvero sicura di volerlo sapere? Io non mi tiro indietro una volta che ho cominciato…” disse Ranma con un sorrisetto.
“Non vedo l’ora di vedere!....sempre che tu ne abbia il coraggio!” ribatté Akane convinta che sarebbe scappato alla prima occasione.
“E’ già la terza volta che oggi mi accusi di essere un codardo” e l’abbracciò improvvisamente tenendola stretta. “Ma non ti sarai sbagliata?”
Akane ormai ci era dentro, fino al collo. Però cosa gli era preso, a Ranma? Era la prima volta che lo vedeva così audace. Forse la mancanza di luce gli dava più sicurezza. Sentì di nuovo il suo cuore accelerare i battiti e il respiro mozzarglisi in gola. Avvertiva Ranma così vicino a sé e la cosa non le dava fastidio, anzi. Le piaceva stare così com’era, le davano un senso di protezione quelle braccia forti intorno alla sua vita. “Stai tranquillo, io non mi sbaglio mai” rispose e cominciò ad avvicinare il viso a quello di lui.
Ora era Ranma ad esserci dentro fino al collo, anzi anche più su! Era sicuro che al minimo tocco Akane gli avrebbe tirato uno dei suoi soliti pugni in faccia, per questo si era divertito a provocarla un po’. Ma come mai adesso il pugno non arrivava? E come da copione la sua timidezza si fece sentire: ad un tratto si rese spaventosamente conto di tenerla ancora abbracciata e diventò rosso come un peperone. Come se avesse sentito il caldo del rossore Akane si fermò e disse ridacchiando: “Ranma, non ti sarai mica imbarazzato di nuovo? Che delusione! Allora vedi che avevo ragione?”
Ah-ah! Eccolo il Ranma che lei conosceva: timido e impacciato, come sempre, non appena le cose si facevano più ‘impegnative’. Le sembrò di vederlo lì, attaccato a lei con una faccia rossa da ebete sperando con tutte le forze che qualcuno li interrompesse. Ma adesso non c’era nessuno in casa, nessuno che li potesse disturbare. Akane si ritrovò a sogghignare a questo pensiero. Da preda si era trasformata in cacciatrice, lo sentiva. Decise di dare una smossa alla questione, per vedere come reagiva Ranma, e cominciò ad accarezzargli la schiena, le spalle, il viso e i capelli con fare suadente. Ranma si irrigidì come un sasso e provò a dire qualcosa.
“A-Akane….che stai facendo?” perché la sua voce era così roca? Ingoiò a fatica sentendo le mani della ragazza arrivare al suo petto muscoloso. Avvertì un brivido lungo tutta la schiena che cercò di reprimere. Ma Akane dove li aveva imparati quei giochetti?
“Sto cercando di farti capire che io non ho paura di niente, in questo momento” rispose lei senza fermarsi. Si stava divertendo un mondo, questo era certo. Sapeva fin troppo bene che Ranma non era il tipo da fare quelle cose, non perché non avesse voluto ma perché era troppo timido. Un po’ questo pensiero le fece tenerezza; era raro trovare un ragazzo che si imbarazzava così per delle carezze. Lo abbracciò a sua volta e premette il viso sul suo petto. Sentì il cuore del ragazzo battere forte come il suo e stette ad ascoltarlo come incantata. Un lampo molto vicino illuminò per un secondo la stanza. La vista di come erano abbracciati per poco fece prendere un colpo al povero Ranma. Era sicuro di non stare sognando? Come poteva accadere nella realtà…? Istintivamente provò a sottrarsi anche se Akane lo teneva avvinghiato a lei molto stretto.
“Hey cosa fai? Stai cercando di scappare? Allora sei tu quello ad avere paura!” gli disse alzando gli occhi per guardarlo in faccia, avvicinò il viso al suo. La debole luce della notte le permetteva solo di vedere la sua sagoma.
“Ehm…Akane…” balbettò Ranma ma non riuscì a continuare. Sentì il respiro di Akane sul collo e sulle guance ed ebbe un altro brivido; avvertì lo sguardo su di lui e voltò la testa per timore che lo vedesse così rosso e imbarazzato.
“Oh, andiamo Ranma! Un po’ di coraggio!” sbottò Akane. Gli prese il viso tra le mani e appoggiò delicatamente le labbra sulle sue. Ah, quanto aveva aspettato questo momento! Finalmente sola, senza nessuna pseudo-fidanzatina a interromperli, libera di poter considerare Ranma solo suo. Sentì che piano piano lui rispondeva al bacio, inizialmente con un po’ d’incertezza poi sempre più profondamente.
Akane lo stava baciando! E quello non era un sogno, decisamente! Sentì tutti i suoi istinti più nascosti risvegliarsi e decise, per una volta, di dare loro ascolto. Strinse Akane ancora di più a sé spingendola anche contro il muro mentre le sue mani scendevano ad accarezzarle la vita e i fianchi. Ma perché le aveva sempre ripetuto che aveva la vita larga? Quando si staccarono avevano il fiatone entrambi, un po’ per l’emozione di essersi baciati per la prima volta, un po’ per il desiderio di rifarlo ancora e ancora.
“Bene signorina Akane Tendo, mi hai mostrato che te la sai cavare in questo campo” disse Ranma ormai deciso a portare fino in fondo la cosa, senza ripensamenti. “Ma se permetti adesso è il mio turno!”
La spinse delicatamente sul letto col suo corpo e cominciò a mordicchiarla sulle spalle e sulle braccia. Sentì Akane stringersi a lui e cominciare a baciarlo su tutto il viso, poi desiderosa delle sue labbra gli accarezzò le guance e lo baciò di nuovo sulla bocca. “Ranma, non andare via stanotte” sussurrò la ragazza teneramente accoccolandosi a lui come una bambina.
“Non ci penso neanche” rispose Ranma accarezzandola.
Così passarono la notte abbracciati, lasciando che i fatti parlassero più di tutte le parole che non si erano detti. Solo alle prime luci dell’alba i due ragazzi si addormentarono felici insieme, finalmente liberi da un peso nel loro cuore. Nessuno seppe mai cosa successe quella notte, a parte Kasumi e Nabiki che li trovarono nello stesso letto la mattina dopo. Ma decisero comunque di non dire nulla ad anima viva. Sarebbero stati loro due a decidere il momento giusto in cui dirlo…

  
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