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Autore: Micole    25/04/2013    0 recensioni
Cosa si ricorda di una storia d'amore? L'inizio.
Ogni storia ha un suo inizio.
Anche la storia più banale, più triste, più stupida, ha un inizio unico.
È questo che rende ogni amore diverso. Ed è questo che mi piace raccontare.
"Immersa nei suoi pensieri gira in una traversa del centro.
Nello stesso istante, un maggiolino verde pino esce da un portone, i due ragazzi che sono in macchina cantano a squarciagola "One day" quando il ragazzo bruno che è al volante frena all' improvviso."
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Come sempre la riproduzione casuale dell' iPod la sapeva lunga.
Nel gelo di inizio dicembre mentre Micole sfrecciava col motorino nelle vie addobbate del centro, "the Christmas song" di  Michael Buble non poteva essere la colonna sonora più perfetta.
Era triste e non ne sapeva il motivo, ma al tempo stesso era felice e conosceva
perfettamente il perchè.
Immersa nei suoi pensieri gira in una traversa del centro.
Nello stesso istante, un maggiolino verde pino esce da un portone, i due ragazzi che sono in macchina cantano a squarciagola "One day" quando il ragazzo bruno che è al volante frena all' improvviso.
Davanti a loro una ragazza bionda tiene in un equilibrio precario il suo motorino.
L' altro ragazzo scende dalla macchina per andare ad aiutarla, ma riconosce quei vestiti, riconosce quel casco.
Lei è' l' unica in tutta la città a portare un casco giallo con gli occhi e la bocca di Tweety sulla nuca. Lei è l' unica che si veste diversamente da tutte le ragazze della città in cui abita. Non tutte hanno il suo stile, non tutte possono portare quell' accozzaglia di vestiti, quel miscuglio di stili diversi, senza dare l' idea di essersi vestite al buio.
Micole sta per iniziare a urlare una sfilza di improperi che difficilmente avrebbe pronunciato in un luogo pubblico, quando lo vide scendere dalla macchina.
Danilo la osservava, ha le gambe fasciate da calze grigie con piccoli pois bianchi, porta stivaletti camperos di pelle nera  con delle borchie ai lati, un pantaloncino nero a vita alta, un maglione nero con grandi stelle verdi e un pesante cappotto di pelliccia maculata. Non l' aveva mai vista con un espressione del genere sul volto, gli faceva quasi paura.
Si osservarono, gli occhi verdi di lui si persero nel nero petrolio degli occhi di Micole e lo stessero fecero i suoi.
Il ragazzo che era al volante si avvicina a lei e mette il motorino sul cavalletto centrale senza che la ragazza se ne accorga.
"Si è rotto lo specchietto sinistro, deve essere stata la botta, tu stai bene vero?" Disse  il ragazzo bruno.
" si, grazie" rispose distrattamente.
Mai in condizioni normali avrebbe ringraziato il ragazzo che l' aveva quasi buttata all' aria.
" tranquillo Ale è da oggi che rompe vetri" rispose Danilo.
Era vero, la mattina stessa Micole al bar dove lavora Danilo aveva fatto cadere un bicchiere. Fra le risate dei suoi amici gli aveva chiesto se doveva ripagarlo e lui aveva risposto " dopo, dopo." A Micole era suonata tanto come una minaccia. Mai a pensare che si sarebbe vendicato per davvero.
"Bene ora siamo pari, non mi piace avere debiti " rispose la bionda  con un sorriso a metà bocca.
Lui la guardava, era una ragazzina , non era poi nemmeno così bella: aveva le gambe grosse, poco seno, non era neanche provocante. Eppure quei capelli biondi e mossi, quel sorriso, quei grandi occhi neri, quel modo di fare, la sua ostinazione a complicarsi la vita e la sua timidezza lo avevano colpito come mai prima aveva fatto nessuna.
Dal canto suo Micole si rese conto che nel suo orecchio sinistro la cuffietta le stava intonando "cigatettes and  alcohol" degli Oasis, questo la riporto' col pensiero alla sera prima, passata a cercare Danilo su Facebook. Lo sapeva che era folle, ma non aveva potuto fare a meno di salvare una foto di Danilo sul iPod. Con la mano strinse forte l' aggeggio nella tasca. Davanti a lei c'era lui in carne ed ossa, quel ragazzo con i capelli biondo cenere e con gli occhi verdi.
Non le erano mai piaciuti i ragazzi biondi, solitamente era tutti uguali e ugualmente sciapiti. Ma lui era diverso, aveva un volto unico, o  forse era l' unico per lei.



 
Micole, seduta al primo banco, non riusciva a concentrarsi, non ricordava neanche una delle tante parole che il professore aveva usato per descrivere la biografia di Molière. Chiese, rigorosamente in francese, di uscire dalla classe per consegnare un foglio in segreteria. Guardo' il cellulare, erano solo le nove e mezza, si sentiva impazzire. Sapeva che  il suo stato d'animo dipendeva da  Danilo, ma lui era un sogno impossibile.
Lei non era bella, non era magra, non era affascinante e non era sexy. E soprattutto  sapeva che un ragazzo di venticinque anni non avrebbe mai guardato lei, allora perché tuta quest'agitazione?
Scese le scale di marmo e si avvicinò alla segreteria.
"Bionda"
"Hey bionda"
Micole si giro' sconcertata, in direzione della voce.
Danilo la vide finalmente girarsi. Oggi aveva messo degli stivaletti bassi di pelle marrone con un jeans blu scuro, una maglia bianca con un teschio borchiato, una giacca verde smeraldo e una sciarpa bordeaux, gli ricordava lontanamente un' anguria.
"Ciao" mormoro' Micole.
Lui si avvicinò allo sportello della segreteria per posare i caffè.
La segretaria apparì improvvisamente con occhi languidi e ringrazio'  fin troppo affettuosamente Danilo.
Micole rimase toccata da questo molto più di quanto avesse ritenuto possibile.
Danilo la osservava mentre girava lo sguardo innervosita e sorrise sotto i baffi. Rimase colpito quando Micole gli chiese se poteva portarle un cappuccino .
Ordinava sempre cappuccino. Danilo con un ghigno giro' sui tacchi e se ne andò.
Micole tornò in classe con il morale sotto i piedi.
Lui le piaceva, le piaceva come mai nessuno le era piaciuto.
Ma i ragazzi non erano attratti da lei, ai ragazzi piacevano quelle che aprivano le gambe facilmente, e lei non era una di quelle ragazze.
Danilo era tornato nel liceo con un cappuccino nascosto fra le grandi mani. Ora doveva solo trovarla. Ripensandoci non era stata una grande idea, non l'avrebbe mai trovata. Proprio mentre stava per andarsene scorse una ragazza bellissima, piccolina e bruna, la ricordava era un amica di Micole.
"Ciao scusa, potresti farmi vedere la classe della tua amica bionda?"
La ragazza sorrise raggiante, Micole questa giornata l'avrebbe ricordata, eccome.
Danilo segui' la ragazza bruna fino ad un' aula  all'inizio del corridoio del primo piano, e lesse 4G.
La ragazza chiamò un ragazzino rossiccio e gli disse di chiamare fuori la classe Micole Masetti.
Micole disegnava il logo di Superman sul suo banco verde vomito, quando si sentì chiamare. Alzò involontariamente lo sguardo, era un ragazzino con dei capelli lunghi  e rosso-castano.
Il professore annui e disse" prego Masetti, ma solo un minuto."
Micole si alzò e attraverso la soglia della porta con un espressione confusa, e poi lo vide. Alto, biondo, con gli occhi verdi e profondi e bello come un dio. Micole non poteva credere quanto bene gli stessero quei jeans, stretti al punto giusto.
Lui le porse una tazza di cappuccino ancora fumante. 
  
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