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Autore: Cable    26/04/2013    2 recensioni
Aveva freddo.
Rabbrividì e si strinse nelle coperte.
Odiava l’inverno gelido.
E odiava la primavera quando tardava ad arrivare.
Odiava molte cose, compreso se stesso.
Ritornò a fissare lo specchio appeso al muro.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Aveva freddo.
Rabbrividì e si strinse nelle coperte.
Odiava l’inverno gelido.
E odiava la primavera quando tardava ad arrivare.
Odiava molte cose, compreso se stesso.
Ritornò a fissare lo specchio appeso al muro.
Si strinse ancora di più alle coperte. Cercava uno scudo.
Una protezione.
Ma nulla poteva distrarlo da quell’immagine orrenda.
Quel mostro riflesso nello specchio.
Si definiva un abominio, uno scherzo della natura.
Non meritava di vivere.
E come avrebbe potuto condurre una vita normale con un volto così orrendo?
Nessuno gli si sarebbe affiancato.
 Nessuno.
Si fissò nuovamente.
Provò rabbia verso se stesso e batté la testa contro il muro violentemente.
Per punirsi ancora scostò le coperte, accolse il gelo e mostrò allo specchio la sua nudità.
Le sue forme imperfette. Le sue membra malformate.
Quel viso asimmetrico, e quegli occhi.
Occhi dannatamente brutti.
Storti, vuoti.
Li odiava.
Chi aveva deciso di renderlo così?
Quali coincidenze lo avevano reso ridicolo e inosservabile?
Perché?
Era la sua unica domanda, l’unica cosa di cui gli importasse.
Non aveva ambizioni, ormai.
Come avrebbe potuto sperare in un futuro glorioso, o felice, quando il suo volto era talmente agghiacciante da impedirgli di uscire di casa?
Come avrebbe potuto continuare a vivere serenamente per anni con quella consapevolezza terrificante?
Con il rimorso di non essere normale, accettabile.
Rimpiangendo ciò che la natura non gli aveva dato.
Con uno scatto d’ira spense la luce, e restò al buio.
Sentiva lo specchio sospirare lieto.
Non avrebbe più riflesso quel demonio per qualche tempo.
Nemmeno lo specchio lo voleva vedere.
Nemmeno lui si voleva vedere.
Erano alcuni giorni che non mangiava.
Beveva a stento, senza piacere.
Non aveva sollievi.
Passava le giornate vuote a spiare la gente normale.
Ad ammirare coloro che conducevano una vita normale.
Rinchiuso dietro una finestra, al sicuro dai loro giudizi.
Lo avrebbero odiato tutti se lo avessero visto.
Ancora.
Non lo avrebbe più sopportato.
Riaccese la luce e trovò se stesso ad aspettarlo nello specchio.
Si coprì gli occhi con le mani ed urlò.
Era furibondo.
Conficcò le lunghe unghie nelle proprie guance e fece una serie di tagli verticali.
Le ferite bruciavano, il sangue era piacevole.
Lo assaggiò con la lingua.
Si guardò allo specchio.
La faccia era rossa di sangue.
Era sicuramente ammirabile.
Affascinante.
C’era finalmente qualcosa di puro e piacevole nel suo volto.
Sapeva che cosa doveva fare.
Si alzò.
Non sentiva più il freddo.
Camminò lentamente verso la cucina ed estrasse un coltello dal cassetto.
Tornò in camera e si sedette su un angolo del letto.
Esattamente davanti allo specchio.
Con decisione fece un profondo solco sul suo bel viso.
Un bellissimo volto che egli non vedeva.
Poi tagliò ancora, e ancora.
Tagliò e strappò quanto rimaneva, tutta la pelle che odiava.
Stava rimuovendo la sua mostruosità.
Sorrise, e i denti si inondarono di sangue.
Per quella gelida notte fu felice come non mai.

 
   
 
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