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Il sole era
già alto nel cielo quando Bulma
si svegliò; rotolò su un fianco, sbatté gli occhi, si rizzò a sedere e
sbadigliando si stiracchiò.
Si guardò
intorno ancora un po’ intontita, prese la sveglia sul
comodino e guardò l’ora: le undici…Però niente male, si era fatta proprio una
bella dormita, senza che nessuno l’avesse disturbata.
Avrebbe
dovuto aiutare suo padre, giù in laboratorio, ma se lui l’aveva lasciata
dormire, pazienza…sicuramente voleva dire che non c’era bisogno di lei, poteva
gestire da solo gli ordini degli ultimi clienti.
Una volta
in piedi, cercò le sue pantofole finite, puntualmente, sotto il letto…si chinò
e mosse una mano alla ricerca delle ciabatte perdute.
Se le
infilò e notò che i pantaloni del suo pigiama erano troppo lunghi, poteva
pulirci il pavimento, sostituendo il classico spolverino.
Alzò le
spalle facendo un altro sbadiglio, prima o poi li avrebbe fatti accorciare, lei
di certo non si sarebbe messa a cucire, proprio non ci si vedeva con ago e filo…magari
lo avrebbe chiesto a Chichi.
Lentamente
scese le scale, fece un giretto per la casa, che trovò vuota e silenziosa:
chissà dove era andata a cacciarsi sua madre.
Entrò in
cucina e mise su l’acqua per il the, mangiucchiando qualche biscotto in attesa che l’acqua bollisse.
Quando
l’acqua raggiunse la giusta temperatura, segnalata da un fenomenale
marchingegno di sua invenzione, la versò in una tazza, giocherellò con l’infuso
di the verde, divertendosi a vedere l’acqua colorarsi di arancione…stanca di quell’umile passatempo, buttò nel secchio ciò che rimaneva
e sorseggiò la sue bevanda davanti la finestra. Subito
la sua attenzione fu catturata, dall’esemplare maschio che si allenava nel suo
giardino: Vegeta indossava una canottiera che gli metteva in risalto i
pettorali, dei pantaloncini corti che non nascondevano la forza delle sua gambe, poi portò il suo sguardo alle sue mani
grandi e forti….chissà come sarebbe stato essere accarezzata da mani del
genere.
Il suono
del telefono la fece sobbalzare, tanto da versare un po’ di the sul lustro
pavimento e da farle emettere un gridolino di
stupore; con una mano tremante per lo spavento prese il telefono:
<< P-pronto?! >>
<<
Ciao, Bulma…dormito bene? >>
La voce
dall’altra parte dell’apparecchio era come sempre gioiosa.
<< Iamco…sei tu! >> disse un po’ scocciata, ma lui
sembrò neanche accorgersene.
<<
Certo che sono io…aspettavi una telefonata di
qualcuno? >>
<<
No…Come mai mi hai chiamata? >> gli chiese alzando gli occhi al cielo.
<<
Volevo ricordarti di oggi…dobbiamo andare al cinema e bla bla..
>>
Bulma
smise di ascoltare la voce del suo presunto fidanzato, si riaffacciò alla
finestra e Vegeta ricatturò tutta la sua attenzione,
ne era talmente assorbita che per poco non le cadde dalle mani il telefono, lo
riprese al volo sentendo Ia voce insistente di Iamco;
<< Bulma…allora ci sei ancora? >>
<< S-Sì… che mi stavi dicendo? >>
<< Ti
va bene l’ora in cui passo a prenderti? >>
<<
Sì, sì… >>
<<
Perfetto, a dopo >>
Certo come
no, chissà qual’era quest’ora stabilita da Iamco…Bah lo avrebbe scoperto quel pomeriggio, non se la
sarebbe presa se non fosse stata ancora pronta.
Stava per
dirigersi in bagno ed immergersi in un confortevole bagno caldo quando qualcuno
bloccò il suo passaggio:
<<
Ehi! >> esclamo Bulma.
<<
Donna levati dai piedi… e cucinami subito qualcosa >> le ordinò Vegeta.
<<
Non ci penso nemmeno per chi mi hai preso?! Io qui ci
vivo, mica sono la colf >> gli disse corrugando la fronte.
<< Ma
sai con chi stai parlando? >> fece prepotente Vegeta.
<<
Sì, sì…tu sei il principe dei Sayan…ma sai a me quanto me ne importa! >> scosse il capo e
riprese << Guarda: lì c’è il frigo lo apri e troverai molte pietanze che
sono sicura ti faranno impazzire, poi quello è il forno ed infine in quello
scaffale ci sono le padelle…serviti pure! >> esclamò indicando qua e là.
<<
Sei forse pazza, donna?! >>
<<
No, e per la cronaca … il mio nome è Bulma…B-u-l-m-a! Ora tieni…e non dare
fuoco alla casa >> gli disse mettendogli in mano una padella dimenticata
su un mobile vicino la porta.
<<
Dove credi di andare do… >> si interruppe nel vedere l’espressione
contrariata di lei. << Bulma, dove credi di
andare?? >>
<< A
fare un bel bagno caldo…e mi raccomando, non sbirciare >> disse con
malizia Bulma.
Uscì dalla
stanza lasciando Vegeta con la padella in mano che tremava dalla rabbia.
Intanto Bulma salì le scale, entrò in bagno, aveva appena richiuso
la porta, quando sentì un urlo provenire dal piano di sotto:
<<
Inutile terrestre!!! >>
Bulma
nonostante sapesse che Vegeta si stava rivolgendo a lei, scosse semplicemente
la testa, fece uscire l’acqua calda, poi riempì la vasca, lasciò cadere gli
indumenti per terra e vi si immerse.
Chiuse gli
occhi lasciandosi cullare dalla piacevole sensazione di benessere, prodotta
dall’acqua calda miscelata ai sali versati all’interno di questa.
Intanto era
venuta in soccorso a Vegeta la signora Brief.
Entrò in
cucina canticchiando, tra le braccia aveva due sacchi colmi di spesa:
<<
Oh, Vegeta che ci fai con una padella in mano? >> gli chiese posando i
pacchi distrattamente sul tavolo.
<< Me
lo chiedo pure io…però so che cosa vorrei tanto farci
>> disse lui in tono aspro.
<< E
cosa, caro? >> domandò ancora la signora Brief
sistemando la spesa, ora in uno scaffale ora in un altro.
<<
Vorrei tanto spaccarla in testa a Bulma! >>
ruggì Vegeta.
<<
Oh, state sempre a litigare, ma sono sicura che con il tempo riuscirete ad
andare d’accordo >> affermò lei scuotendo il capo.
Si avvicinò
a lui:
<< Dai questa a me…ti preparo qualcosa da mangiare >> gli
disse predendo la padella.
<<
Era ora! >> si lamentò il Sayan mettendosi
seduto.