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Autore: marine the racoon    26/04/2013    5 recensioni
Questo capitolo l'ho dedicato alla ragazza che ci rincorre nel capitolo 3 di The Arrival, l'ultimo gioco di slender uscito. Siccome sono convinta che sia una proxy (nella storia viene spiegato cos'è), volevo provare a esprimere tutta la tristezza di questa figura obbligata a servire il suo padrone.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
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Sono qui, che giro per questo edificio abbandonato, in cerca della mia preda.
Non ricordo neanche più perché devo farlo. Forse solo perché il mio padrone me lo ha ordinato, ed io devo obbedirgli, volente o nolente.
Questa volta devo prendere una ragazza dai capelli che arrivano alle spalle, occhi castani, magra, vestita a maschiaccio, felpa nera con cappuccio e maniche, e semplici jeans chiari.
Porta anche delle Nike nere. Non so nient’altro di lei, ne il nome, ne gli anni, dove vive, niente.
Io e il mio padrone, lo Slenderman, stiamo cercando di bloccarla, spegnendo i generatori di elettricità e nascondendoli.
Li abbiamo nascosti anche in stanze molto strette, come i bagni, dove sarà facile prenderla.
Perché la ragazza scappi, deve riuscire ad attivare i generatori e prendere l’ascensore.
Io e il mio capo ci siamo divisi i piani: il primo piano lo controllerò io, il secondo lui, ma naturalmente ha detto che se scopro che è salita, devo inseguirla.
Ha anche aggiunto che se questa volta fallisco, morirò. Ok, tanto è lui che comanda.
A volte, ricordo ancora la mia vita prima di questo inferno. Ero una ragazza abbastanza normale, sempre triste, credevo che il mondo ce l’avesse con me.
I miei capelli erano neri, ora sono neri sporco e da corti si sono allungati fino a metà schiena. I miei occhi erano azzurri come il cielo, ora sono completamente neri. E sono piena di graffi, la maggior parte causati dal mio capo.
Ah, mi sono dimenticata di dirvi che ho anche la bocca nera, questo però non so il perché.
Sono molto trasandata, con la mia felpa con cappuccio grigia macchiata di olio dei motori e sporco del posto.
Sapete, è da tanto che ci vivo in realtà, è proprio qui che Slenderman mi ha trovata e fatta diventare una Proxy.
Per chi non lo sapesse: i Proxy sono le persone al servizio dello Slenderman, e molte volte non sono coscienti di quello che fanno, perché sotto ipnosi.
Io mi sono arresa, e lui ha capito che non c’è più neppure bisogno dell’ipnosi, tanto lo farei comunque, perché non saprei dove altro andare o cosa fare. Comunque, ritornando a me, porto anche dei guanti neri e dei pantaloni neri.
Ora so che se potessi, tornerei indietro e rifarei tutto da capo. Ah, eccola finalmente, ha acceso il primo generatore e ora sta venendo vicino a dove sono nascosta io, con la sua stupida torcia.
Quando è abbastanza nascosta io, con la sua stupida torcia.
Quando è abbastanza vicina, esco dal mio nascondiglio e la attacco, ringhiando e grugnendo.
Lei non se lo aspettava, sicuramente pensava di vedere il mio capo, non me.
La ragazza rimane immobile per lo shock e la sorpresa, ed io gli salto addosso, e con le unghie inizio a graffiarla e squarciargli i vestiti. Lei si dibatte, cerca di riafferrare la torcia che gli è caduta dalle mani, ma la tengo inchiodata a terra, fino a che non riesce a liberarsi con la forza e a riprendere la torcia. Fa per puntarla contro di me, ma io sono già scappata, nascosta dietro a degli scatoloni lì vicino. Lei si guarda intorno e riprende la sua ricerca, questa volta girandosi di continuo. “Molto bene”, pensai, “Continua a girarti e il mio capo ti prenderà!”.
La ragazza attivò altri due generatori e salì al secondo piano.
La rincorsi, ansimando e ringhiando, ma lei mi vide e puntò la torcia contro il mio viso, accecandomi. Mi misi le abbraccia intorno al viso, soffiando, e lei iniziò a camminare all’indietro, sempre puntandomi la torcia. Io ero costretta a rimanere ferma, ma non appena la luminosità della torcia diminuisce avanzai, ma subito la luce torna a farsi troppo intensa. Poi, quando quasi la ragazza non mi vide più, si girò e si ritrovò contro il mio capo.
La ragazza si mise ad urlare e riuscì a scappare via,  prima che venisse presa. Noi continuiamo a inseguirla, sempre nel solito modo, ma lei, infine, riuscì ad attivare tutti i generatori e ad attivare l’ascensore.
Mentre l’ascensore incominciò a salire, piano, poi sempre più velocemente, mi misi a correre per cercare di raggiungerlo e saltarci sopra.
Non dovevo assolutamente fallire, o sarebbe stata la mia fine. La ragazza mi vide e si spaventò.
Sentì la presenza del mio capo dietro di me, che mi osservava per vedere se ce l’avessi fatta.
La distanza tra me e la piattaforma non era tanta, se avessi saltato sarei riuscita a salire. Ma quando stavo per saltare, di nuovo quella maledetta luce accecante, mi colpì. Urlai e soffiai di rabbia.
L’ascensore acquistò velocità, e la ragazza sparì, insieme a quella luce.
Caddi in ginocchio. Sapevo cosa mi aspettava ora. Lui si avvicinò. Girai la testa per guardarlo, fissando il suo viso bianco e vuoto. Lui tirò fuori i tentacoli, che si fiondarono su di me, come ombre nere che strisciano verso la sua preda.

Gridai.

Poi arrivò l’oblio, la dolce pace.
Finalmente, dopo tanto tempo, mi sentì felice.





--------~~ Angolo Autrice ~~---------------------

Questa storia l'ho scritta perchè penso che il destino dei Proxy sia molto triste, e questo pensiero lo volevo condividere. Forse non molti ci hanno pensato, ma i proxy sono costretti a fare quello che Slendy vuole D: Poverini ç_ç E quando ho scritto questa storia, ero un po' triste, ed anche per questo volevo farla il più triste possibile. Non ho niente da aggiungere, arrivederci a tutti :D
   
 
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