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Autore: _justjuls_    26/04/2013    3 recensioni
Non so se ti è mai capitato di sentirti diverso; non uguale ai ragazzi e dalle ragazze della tua scuola, e magari ti hanno insultato, solo perché non sei come loro.
Beh, se sei mai stato in questa situazione, allora saprai come mi sono sempre sentita. Sono dislessica, iperattiva, con un disturbo da deficit dell’attenzione, insomma, non male per una matricola al primo anno di liceo. Scusa, non mi sono ancora presentata: mi chiamo Aurora Chord e in effetti sono diversa.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A QUANTO PARE MIA MAMMA NON E' CATWOMAN


«Dove stiamo andando?» le domandai, ma non mi dava retta e continuava a borbottare istericamente. Stanca la strattonai e finalmente, dopo aver alzato il tono di voce, mi calcolò.
«HEY ROSE ! Vuoi dirmi dove stiamo andando?» Urlai con un tono di disperazione.
«Aspetta un attimo, andiamo negli spogliatoi che chiamo con l’Iphone per sapere cosa devo fare in questi casi» disse in tono allarmato.
«Stai scherzando, vero? Hai un Iphone e non me l’hai detto? Com’è? Bianco, nero,4,4s o 5? Oh, adesso voglio proprio vederlo.» Domandai agitata come una bambina dell’asilo.
«No, dai. Non ora, ne parliamo dopo. Comunque non è quel tipo di Iphone che credi tu.» Disse scocciata.
«Oh, capisco. Hai un’iphone 3 ,non importa, non è bellissimo ma dopotutto è sempre un iphone.»
Sbuffò e continuò la sua camminata nervosa fino allo spogliatoio e una volta arrivata, mi chiuse fuori.

«Ehi, Rose! Aprimi!» bussai ripetutamente senza ottenere alcuna risposta.
Poggiai l’orecchio sulla porta e sentii Rose che parlava con qualcuno. La mia curiosità ebbe il sopravvento, sfondai la porta, ma non vidi ciò che mi aspettavo.
Rose stava parlando con una specie di uommocon il culo di cavallo ed era come se fosse davanti a lei, immerso nel vapore formato da una doccia da cui scendeva acqua calda. Quando Rose mi vide, mosse immediatamente le mani nel vapore e L’uomo-cavallo sparì. Avevo gli occhi serrati, non sapevo bene cosa avevo appena visto, probabilmente solo un’allucinazione, -forse quando Cassie mi ha spinto ho picchiato la testa e sono entrata in una specie di trans, per questo negli ultimi venti minuti sono successe cose strane.- pensai.
«Rose, dimmi che era solo un app del tuo iphone» dissi con voce tremante.
«Ehm, devo dirti una cosa importante Rory, beh, non so esattamente come spiegartelo ma tu non sei una persona normale …»
«Grazie, per avermi ricordato che sono strana! Ci mancavi solo tu a ricordarmi che sono una sfigata!» Il mio tono era irritante, ma lei sembrava non farci caso e procedette pacatamente.
«Voglio dire che tu sei una mezzosangue, Aurora. Figlia di umano e di un Dio greco.»
«Certo, come no, ora mi prendi anche in giro, grazie mille. E adesso mi dirai che mia mamma è Catwoman, ma non me l’aveva mai detto per non mettermi in pericolo. Ce l’hai una torcia con gatto? Sai, così, solo per chiamare mamma e confessarle che ho scoperto il suo segreto.» Rose mi guardò fissa negli occhi.
«Rory, dico sul serio. Sei una mezzosangue. Se non ci credi ora andiamo a chiederlo a tua madre.»
A quel punto non ebbi altra scelta che andare a casa a discutere con mia madre di questa pazzia, magari insieme avremmo potuto scegliere un buon ospedale psichiatrico per Rose.
Arrivate a casa, mia madre ci aprì la porta e nel vedere il volto preoccupato di Rose le chiese «E’ il momento?»«si» .
 
«OK, adesso mi spiegate cosa cavolo è successo? Perché mi hai portato via proprio quando Cassie ha cominciato a parlare in rima baciata? Era uno spasso! Ed è il momento per cosa?»
mia madre aveva l’aria un po’ confusa, «Come? Cassie è stata umiliata? Povera, dolce ragazzina, è sempre stata così gentile! Mi ha aiutato pure a …»
«La smettete, per favore? Signora Chord, è il momento che le racconti tutta la verità, perché a me non vuole credere.» Strillò Rose isterica. 
«Okay. Rory siediti sul divano, ti devo parlare.» mi fece segno mia madre .
Non so quanto tempo sia durata la discussione, a occhio e croce un’ora circa, ma mi è sembrata un’eternità. Ora, ricapitoliamo: Da ciò che mi raccontò mia madre, Rose mi aveva detto la verità , sono figlia di un dio greco ,di uno di quelli che vive sull’Olimpo. Ho dei “poteri” che si stanno rafforzando nel tempo e mia mamma non è Catwoman. Ah, dimenticavo: mia madre non sa chi sia il dio in questione. Basta, il mito di una vita è crollato. Ero convinta che mio padre fosse un marine morto in Afghanistan, ma ora so che è immortale, magnifico no?

«Ok, e ora io dovrei fare le valigie per andare in questo posto dove c’è gente uguale a me?» chiesi con un’espressione ancora incredula.
«Esatto, ed io verrò con te» rispose Rose in tono convinto.
«Ma scusa, molliamo tutto? E la mamma?»Ribattei.
«Non ti preoccupare, io starò bene» rispose lei con gentilezza.
«Mamma…»
«E' tutto Okay tesoro, avrai sempre Rose al tuo fianco. Lei ti ha protetto fino ad oggi e continuerà a farlo, dico bene?» Chiese a Rose in tono conciliante.
«Certo Signora Chord.» Confermò Rose.
«Okay, allora partiamo. Prima però, fammi preparare la mia roba.»
Stanca, confusa e un po’ malinconica mi diressi in camera mia, e preparai uno zaino con il necessario che mi sarebbe servito per il viaggio. Mi abbondonai sul letto per una decina di minuti. Avevo troppe cose a cui pensare, troppe informazioni da assimilare, ma il tempo e le circostanze non me lo permettevano. Così mi feci forte e andai incontro alle due persone al mondo alle quali avevo sempre voluto più bene al mondo, ma che mi avevo mentito per tutta la vita.

 

--SPAZIO AUTRICE--
Grazie per aver letto anche questo capitolo.
Spero che vi sia piaciuto, vi sarei molto grata se mi lasciaste una recensione :)
Julie Mellark
  
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