Erano in
macchina.
La meta era un bar che avevano spesso definito come il “loro bar”. Era un
posticino tranquillo, cosa assai rara da trovare nella Grande Mela, piccolo,
non vi erano mai tanti clienti, forse ciò era dovuto al fatto che non fosse in
pieno “centro”. La barista era simpatica. Il locale era gestito da una
famiglia, avevano presupposto. Spesso vi era una donna sui quarant’anni, magra,
capelli e occhi neri. A volte vi era un uomo sulla sessantina, ma lo avevano
trovato quasi sempre quando Kate non era in servizio e andavano li a fare
colazione. Il più delle volte andavano in quel bar per un aperitivo alla
domenica, visto che era il giorno libero di Beckett. Puntualmente trovavano una
signora sulla cinquantina, avevano ipotizzato fosse un’amica di famiglia.
Quella domenica erano stati in casa tutto il giorno.
Castle stava scrivendo il nuovo libro, quindi si era rintanato nello studio
tutto il giorno.
Quando scriveva non permetteva a nessuno di entrare e disturbarlo, tanto meno
Kate che era una continua distrazione.
Era entrata solo verso l’una a portagli qualcosa da mangiare.
Beckett era stata tutto il giorno sul divano. Martha le aveva fatto un po’ di compagnia,
ma verso le tre era uscita di casa.
Alexis era sotto esami, dunque anch’essa s’era rinchiusa in camera per
studiare.
Alla domenica in televisione Beckett aveva l’appuntamento fisso con quei film
romantici, tutti amore, rose, matrimoni e felicità.
Molte volte Rick stava seduto sul divano con lei, ma non gli piacevano quei
film, quindi prendeva un libro e leggeva.
Alle cinque Castle uscì dal suo studio e trovò Beckett immersa nella lettura.
“E’ già finito il film?”
Kate lo guardò e annuì.
“Andiamo a fare un aperitivo?” Propose lo scrittore.
“Certo! Mi cambio e andiamo!”
Salirono tutti e due e si diressero nella camera da letto di Castle, che ormai
era diventata anche di Beckett, ma non ufficialmente.
La detective prese dal cassetto, dove riponeva sempre alcuni suoi vestiti
quando stava da Rick, un paio di pantaloni neri e una maglietta.
Rick si tolse la tuta che indossava, e si mise una camicia e un paio di
pantaloni.
Beckett andò in bagno a truccarsi e a lavarsi i denti e Castle la seguì perché
doveva fare i suoi bisogni e anche lui per lavarsi i denti.
Si guardavano riflessi nello specchio, mentre tutti e due facevano gli stessi
gesti e a Rick brillavano gli occhi.
Non gli era mai successo con le due ex mogli di lavarsi i denti insieme, eppure
era una cosa cosi quotidiana.
Quando tutti e due furono pronti, si diressero per mano nel garage.
Rick non aveva solo la Ferrari, aveva anche una berlina bianca.
Beckett non fece storie, quel giorno avrebbe guidato lui.
Si avviarono e fuori vi era un tramonto spettacolare.
Il cielo era rosa.
Magnifico.
Kate si perse a guardare fuori dal finestrino.
Rick vedendola distratta, fece una cosa che proprio doveva fare.
Era una necessità primaria.
Sentiva una caccola che proprio gli dava fastidio nel naso.
Cautamente, cercando di non farsi beccare dalla fidanzata, si infilò un dito su
per il naso.
La sfortuna dello scrittore volle che la detective proprio in quel momento si
girasse per dirgli qualcosa.
“Ric.. che cosa stai facendo?!”
Castle imbarazzato, rimise subito la mano sul volante.
“Niente, è che proprio mi dava fastidio!”
“E usare un fazzolettino te no?!”
“Eri distratta..”
Lo scrittore allungò la mano destra, quella con cui aveva appena ispezionato il
suo naso, verso la coscia di Beckett.
“Non provare a toccarmi con quella mano! Ho i pantaloni puliti e anche se
fossero sporchi, luridi e puzzolenti, non toccarmi lo stesso.!”
“Ma Kate!!”
“No ‘ma Kate’ un corno! Che schifo! Ma cosa sei un bambino di cinque anni che
si scaccola di continuo?”
“…”
“Ah, si giusto tu sei un bambino di cinque anni!”
“Scusa amore.. eddai.. come se tu non ti scaccolassi mai! E’ una bella
sensazione!”
“Castle non stai migliorando la tua situazione. Certo mi scaccolo anche io,
quante volte mi hai vista? Sono sempre con un dito su per il naso!”
“Ti beccherò una volta e ti farò la paternale come la stai facendo tu, adesso,
a me.”
“Vedremo.. per fortuna che ho.. aspetta..”
Beckett iniziò a frugare dentro la borsa nera che si era portata.
“Ma dove cavolo l’ho messa?!”
“Ah eccola!”
Kate orgogliosa di quello che aveva trovato dentro la sua borsa, si girò verso
Rick e gli mostrò il contenitore di un gel antibatterico per mani.
“L’Amuchina, davvero?” Chiese Rick.
“Si, se vuoi tornare a toccarmi con la mano destra, allora adesso la allunghi e
poi ti spalmi l’Amuchina.”
“Va bene..”
Allungò la mano e mentre Kate stava per versare un po’ del liquido trasparente
sulla sua mano, cacciò un urlo fortissimo.
“O mio Dio! Cosa c’è?”
“Hai.. hai… una caccola.. li..” E iniziò
ad indicare l’indice della mano destra di Castle.
Rick si mise a ridere come un bambino che vede suo papà fargli facce buffe.
“E si che di solito le sento quando mi rimangono sulle dita..”
“Castle! Che schifo! Fammi scendere! SUBITO.”
“Amore ma quando vedrai la cacca di un nostro ipotetico figlio, o la sua pipì
reagirai sempre cosi?” Nel frattempo Castle continuava a ridere.
“Se continui cosi, il nostro ipotetico figlio lo vedi col binocolo!”
“Mi puoi prendere un fazzoletto, cosi la tiro via e poi mi puoi mettere
l’Amuchina, cosi poi ti faccio vedere cosa è capace di fare la mia mano
destra?”
Kate frugò dentro al cruscotto e gli porse il fazzoletto desiderato. Nel
frattempo continuava a ripetere sottovoce, ma non tanto da essere sentita dal
fidanzato: “ Che schifo, che schifo, che schifo..”
Rick tolse l’oggetto della loro animata discussione dal suo dito indice e poi
si voltò verso Kate chiedendogli se poteva cacciare fuori dal finestrino il
fazzoletto.
Glielo chiese perché sapeva che le dava fastidio, giustamente, quando venivano
lanciati fuori dai finestrini o anche buttati per terra, cose che potevano
benissimo essere gettati dentro a un cestino.
Ma in quel momento Kate gli rispose: “Si, buttalo fuori. Tanto è biodegradabile.”
Quanto fosse biodegradabile un fazzoletto Rick non ne aveva idea, ma lo fece e
basta.
Le porse la mano e lei ci mise il liquido.
Tenendo il volante con le ginocchia, come amava fare, si spalmò su entrambe le
mani l’antibatterico e lasciò che si asciugasse da solo in pochi secondi.
“Ecco fatto, ti sei calmata?”
“…”
“Dammi un bacio.”
Si guardarono e Beckett si sporse verso di lui.
Più si avvicinava a lui e più vedeva qualcosa di sospetto che usciva dalla sua
narice destra.
“ CASTLEEEEEEEEEEEEEE! CHE SCHIFOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO! NE HAI
UN’ALTRA NEL NASO CHE TI ESCE PER METà!”
“Ci risiamo…”