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Autore: shaka    14/11/2007    1 recensioni
Una ragazza che si sente soffocare nel mondo di cristallo in cui vive...tra party e feste di beneficienza. Sophie decide di partire per andare da una zia in Germania, e in compagnia dell'adorata cugina Frida vivrà un week-end davvero unico.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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prologo
PROLOGO: RINCHIUSA


Era una di quelle giornate così…normalmente deprimenti, di quelle in cui il cuore è oppresso da tanta monotonia e io…affogavo in uno stato malinconico.
Gli impegni sempre troppi…studio e “lavoro”, e la terribile sensazione di essere inadeguata a tutto.
Sì perché quando hai un nome importante non sai mai fino a che punto ciò che fai lo devi al nome, o alle tue capacità.

Così mi sento io da molto ormai…ma forse dovrei dirvi chi sono…il mio nome è Sophie Catherine Grosvenor, e mio padre è il fratello minore del Duca di Westminister..

La mia vita è sempre così orribilmente piena che mi sembra di avere solo pochi minuti al giorno a disposizione…gli impegni che derivano dalla mia posizione sociale mi sottraggono tempo ed energie e io non riesco più a fare quello che ho così fortemente voluto per metà della mia vita.
Sin da piccola ho desiderato diventare un avvocato, cosa strana per la mia famiglia, Lord e Lady abituati a avivere praticamente di rendita…soprattutto dalla parte femminile.
Sono cresciuta tra feste di beneficenza e party per raccolte fondi, e mi è stata impartita una rigida educazione volta a fare di me una perfetta moglie. Sarebbe stato semplice…nasci, impari a diventare una donna con la D maiuscola, sposi qualcuno che possa garantirti un futuro e ti crei una famiglia.

Io però ho distrutto i sogni di gloria di mia madre il giorno in cui le ho detto… “Mi sono iscritta alla facoltà di Legge”. Mi ero iscritta alla University of London, non tra le più rinomate, ma di certo la più vicina a casa, così da poter onorare gli odiati impegni familiari.
Sembrava avessimo trovato un equilibrio, ma presto mi resi conto che così non era.

I mie impegni “ufficiali” erano triplicati da quando avevo cominciato a studiare: mia madre mi trascinava a ogni singolo cocktail, cena, after dinner…e per colpa di quello che per me era peggio di un lavoro forzato, restai indietro con gli esami.
Cercare di studiare era un hobby secondo mia madre…prima di tutto le raccolte fondi, le mostre e probabilmente anche il parrucchiere.
Andare via di casa era impensabile; le rare volte che avevo accennato l’argomento mia madre aveva tagliato corto con un “non se ne parla” e mio padre…bhe ormai non lo vedevo più perché era spesso lontano da casa per amministrare i beni di famiglia.
Scappare di casa…forse ero troppo codarda per farlo.

Quel giorno così ordinario però mi si presentò un’occasione per vivere, almeno un po’, e per non lasciarmi vivere.

Una busta indirizzata a mia madre, che lei aveva gettato via, aveva attirato la mia attenzione. Erano inviti per una serata , ovviamente di beneficenza, in Germania, ma lei li aveva snobbati, anche se non mi era chiaro il motivo…mia madre e le sue paranoie…
Portai via la busta, nemmeno io sapevo il motivo di tale gesto. Lo feci e basta.
Era di Zia Lotte, una cara persona, a mio parere, che avevamo frequentato spesso in passato, ma poi i rapporti si erano allentati…troppo cafona per mia madre.
Questo solo perché lei aveva un sacco di terre e, invece che adibirle a graziose quanto inutili serre, aveva continuato a coltivarle da sola dopo la morte del marito e curava gli affari personalmente.
Risultato: secondo la mia madre-shopping-dipendente Zia Lotte era una zotica.

La chiamai e le parlai un po’, spiegandole il mio stato d’animo, e lei disse che non voleva discuterne. Mi voleva in Germania al più tardi il venerdì.

Era ciò che mi serviva…staccare la spina qualche giorno per tornare poi con più grinta e, magari, anche con le idee più chiare.
E poi ci sarebbe stata anche Frida, la nipote più grande di Zia Lotte, che adoravo letteralmente, sebbene avessi poche occasioni per vederla.
Aveva la mia età, e frequentava la facoltà di Veterinaria all’ Università di Lipsia; figlia di una nobildonna di origini russe, Ekaterine Vorkosigan, e del proprietario di una scuderia del campionato GT, Herr Karl Von Himmel, era un vero vulcano e di sicuro mi avrebbe aiutato a distrarmi un po’.
Riappesi il telefono decisamente sollevata, ma prestò una doccia di acqua fredda mi colpì in pieno…dovevo convincere mia madre.
  
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