È rimasto qualcosa della tua assenza nel crepuscolo morente, e nel momento in cui il cielo racchiude la luce diurna in una particolare oscurità.
Ancora rimembro che nel breve tempo della tua vita la tua bellezza splendeva così forte da offuscar il sole, e rimembro anche che la forza che mi donavi era l’essenza dei miei giorni. Il firmamento, le tempeste ed i segreti del Creato s’arrendevano tutti alla tua invincibile energia.
Tu, feroce brezza d’eroismo, raggiungesti troppo presto la gloria divina di quel regno irraggiungibile anche per la più alta delle stelle, il Regno dei Cieli al quale nei tuoi ultimi giorni volgevi l’epilogo delle tue ambizioni folli e brillanti.
Nessuno ricorda con esattezza quanto tempo sia passato; nessuno saprebbe dire se tu sia stato solo un sogno.
Ora nulla è qui per ricordarmi chi tu eri, e neanche il tempo esiste più, incapace di sopravviverti – ogni attimo perduto nell’estremo gelo d’un istante che permaneva da chissà quanto. Un silenzio saturo d’indicibile disperazione ha sostituito la vita poiché nulla merita d’esistere se non in te ed attraverso te.
Sopravvivrai in eterno nel mio cuore e dovunque vi sia la bellezza.
Riuscirò sempre a ritrovarti nella nostalgia del sole di fine settembre, nell’incanto della nebbia che si posa in un giorno d’autunno, nelle strade ricoperte dalla neve di gennaio.
Io stessa divengo la personificazione della tua assenza, qui, sotto un cielo ormai privo di stelle.