“Who wants
to live forever?
Who wants to
live forever?
Who dares to
love forever?
When love
must die…”
Queen- who
wants to live forever
Killian
Jones si
risvegliò con la testa che
pulsava, le costole ancora in via di guarigione che gli facevano
dannatamente
male, lo stomaco che protestava per la fame e la gola secca e riarsa.
Appena
aprì gli
occhi si ritrovò nell’oscurità
più completa. Cercò di muoversi, di alzarsi in
piedi, ma qualcosa glielo impedì
: perplesso, si tastò il torso, e scoprì che era
legato come un salame. E che
mancava il suo uncino.
‘Ok,
facciamo il punto della situazione. Qual è
l’ultima cosa che mi ricordo?’.
Disingarbugliare i pensieri nella sua mente
offuscata e dolorante gli richiese qualche minuto, ma alla fine
riuscì a
ricreare una linea degli eventi abbastanza precisa.
Si
ricordava di avere dato le coordinate sbagliate del luogo dove si
nascondeva il
pugnale del Coccodrillo a Cora e Regina, perché non si
fidava di loro. E aveva
fatto bene, perché Cora, appena aveva messo le mani sulla
mappa, l’aveva
sbattutto al muro e fatto svenire, mettendo bene in chiaro che non
aveva mai
avuto intenzione di aiutarlo nella sua vendetta.
Ma
poco male. D’altronde lui non voleva il pugnale : gli bastava
semplicemente
recuperare il suo uncino e andare a cercare il Coccodrillo dovunque
fosse
andato…un posto senza magia, dove avrebbero potuto vedersela
ad armi pari.
Aveva dovuto giocare d’astuzia, per non far capire il suo
vero piano alle
streghe, le quali sembravano ossessionate da questo pugnale per
chissà quali
loschi e insidiosi piani…lui
invece
aveva un unico e semplice obbiettivo : uccidere quel codardo con il suo
uncino.
Fine. E quando aveva chiesto, cercando di sembrare indifferente, se
attraversando i confini della città avrebbero potuto perdere
i ricordi e Regina
aveva risposto che per quanto riguardava loro era solo una questione di
magia,
aveva immediatamente realizzato che finalmente poteva ottenere la sua
vendetta;
lui non aveva bisogno della magia, aveva sempre contato sulla sua
astuzia e
perseveranza. Ma aveva dovuto essere
cauto e far credere alle due streghe che era dalla loro parte,
perché a quanto
pare loro non avevano nessuna intenzione di assecondarlo.
Hook
distese le labbra in un ghigno amaro. Nei suoi 300 anni e passa di
vita,
nessuno era mai riuscito a fregarlo, perlomeno non completamente,
perchè la sua
mente elaborava sempre strategie, piani di riserva e scappatoie. Aveva
fregato
Tremotino per quanto riguardava il fagiolo e aveva mentito a Cora e
Regina
sulle coordinate.
Solo
una certa bionda l’aveva battuto clamorosamente e in
più occasioni…
Hook
scosse la testa per rimuovere quel pensiero molesto e tornò
a focalizzarsi sui
suoi ricordi.
Ricordava
di aver salpato con la Jolly Roger verso questa
“Manhattan”. Lo aveva trovato
mentre entrava in un edificio insieme a…Swan: Era montata in
lui una rabbia
incredula : Emma aiutava il suo nemico? Nonostante sapesse che genere
di uomo
fosse?
Ma
d’altronde…perché a lui importava?
Quella donna aveva scelto da che parte stare
già sulla pianta di fagioli, dove l’aveva
abbandonato. Perché non si fidava di
lui. Perché non gli aveva dato una possibilità.
Abbandonato…come
chiunque altro a cui tenesse, nella sua lunga vita. (*)
Aveva
preso un respiro profondo, e una gelida determinazione aveva
rimpiazzato la sua furia cieca. Aveva spalancato la porta
dell’edificio, per ritrovarsi
Swan che gli dava le spalle mentre parlava con il
Coccodrillo… era il suo unico
ostacolo, in quel momento, sul suo cammino verso la vendetta.
Un
colpo del suo uncino, e avrebbe potuto ucciderla senza che neanche che
lei se
ne accorgesse.
O
perlomeno, avrebbe potuto tramortirla, come aveva fatto lei con lui al
lago
Nostos, per metterla fuori combattimento.
Ma
non ci riuscì. Qualcosa, dentro di lui, glielo
impedì…una piccola fiammella, un
guizzo di calore, nel suo cuore che ormai considerava oscuro e marcio
da quando
Milah, la sua luce, gli era stata portata via.
Spinse
via rudemente Swan, sperando che il messaggio fosse chiaro : questa
è una
faccenda fra me e lui, non ti intromettere.
Si
voltò verso l’Oscuro, notando con piacere che la
paura e lo shock riempivano i
suoi occhi. Lo spinse contro l’inferriata alle sue spalle, e
finalmente fece
ciò che aveva bramato per secoli: piantare il suo uncino
dritto nel suo cuore.
“Tick,
tock. Il tempo è scaduto Coccodrillo .”,
ringhiò Hook, sollevando l’uncino
insanguinato. “Ti sei preso Milah. Il mio amore, la mia
felicità. E ora per
questo io mi prenderò la tua vita.”
Stava
per colpirlo di nuovo…quando un dolore lancinante dietro la
nuca lo aveva fatto
svenire.
Hook
agrottò la fronte. Non aveva più ricordi da
lì in poi.
All’improvviso,
sentì delle voci attutite. Poi, una porta venne spalancata e
una luce lo
investì in pieno volto. Con un gemito strinse gli occhi, non
più abituati, e
girò la testa di lato.
“Guarda
un po’ chi si è svegliato!”,
esclamò una voce di donna.
“Allora
questo sarebbe il famoso Captain Hook…”, disse
un’altra voce, questa volta un
uomo.
“Sì.
Anche se devo dire che sono un po’ delusa…quando
l’ho trovato era svenuto e
ammanettato nel seminterrato.”
Swan…lei
e la sua passione per le manette.
“Cosa
ne facciamo di lui?”
“Ho
mente di fare una bella chiaccherata…ma non qui. Seguimi con
la tua macchina,
so qual è il posto perfetto.”
Il
portellone venne rischiuso, e Hook risprofondò
nell’incoscienza dovuta alla
stanchezza e debolezza.
“It’s a
beautiful lie
It’s the
perfect denial
Such a
beautiful lie to believe in…”
30 seconds
to Mars- A beautiful lie
Quando
si risvegliò, era ancora legato, probabilmente ad una sedia,
e aveva un cappuccio
sulla testa. Non aveva più però il bavaglio che
gli impediva di parlare,
perciò, avvertendo che c’era qualcuno
lì accanto a lui, esordì : “Veramente
preferirei con le luci accese.”
Il
cappuccio venne levato dalla sua testa e lui si guardò
attorno per esaminare la
situazione.
Davanti
a lui c’erano due persone in piedi che lo osservavano. Uno
era un uomo, con un
lungo cappotto e un berretto che gli celava in parte il viso.
L’’altra era una
donna, con lunghi capelli neri. Osservandola bene in viso; Hook
capì che era di
lei che doveva preoccuparsi. Perché esattamente come Cora e
Regina, aveva
l’aria di essere una che sapeva bene quello che
voleva… e che non si faceva
alcuno scrupolo per ottenerlo.
“Ho
passato abbastanza tempo sotto coperta da non essere spaventato
dall’oscurità.
Se questa è la vostra idea di
tortura…bè, mi sa che dovete provare con qualcosa
di un po’ più…forte.”, disse
il pirata, rivolgendosi alla donna.
Ma
fu l’uomo a parlare per primo. “Torturarti? No, noi
vogliamo solo offrirti un
lavoro.”
Hook
si voltò di nuovo verso la donna, esibendo la sua
espressione più innocente e
implorante. “Ah, e poi mi lascerete andare?”.
Scoppiò subito a ridere, una
risata maniacale e vuota persino alle sue orecchie. Questi due non
avevevano
forse ben chiaro un concetto. “Oh, mi dispiace. Ho
già eseguito il mio ultimo
lavoro. Ho ucciso Tremotino. Sono soddisfatto, appagato. Ho raggiunto
lo scopo
della mia vita.”
Perché
sembrava che più che convincere loro…stesse
cercando di convincere se stesso?
La
donna gli sorrise, una scintilla di malignità negli occhi.
“Oh avrei vouto
essere lì, a vederti pugnalare l’Oscuro.”
Hook
le sorrise. “Oh, ma guarda chi è
informato.”
“Sono
una che impara in fretta.”
“Allora
dovresti sapere che il mio lavoro è terminato!”
L’uomo
intervenne. “Non penso proprio, sai!”
Entrami
si spostarono ai due lati della sedia dove era seduto e lo trascinarono
in
avanti, davanti allo squarcio di quello che sembrava un orologio che si
affacciava su tutta la città.
“Guarda
tu stesso.”, disse l’uomo, e la donna porse a Hook
il suo cannocchiale.
Il
pirata lo prese, perplesso e leggermente annoiato. Lo
avvicinò agli occhi… e
ciò che vide gli fermò il cuore.
Era
il Coccodrillo, vivo. E non era solo…era abbracciato a
Belle, ed entrambi
passeggiavano ridendo.
“No”,
bisbigliò Hook, “NO!”
La
donna le strappo di mano il cannocchiale ed esclamò, con il
veleno nella voce :
“è vivo, Hook!”
Ma
lui non la ascoltava più. Aveva chinato il capo, tempestato
da una miriade di
emozioni : tristezza, umiliazione, nera disperazione, impotenza, agonia
ed
infine quella che conosceva meglio…una rabbia cieca.
Aveva
vissuto i suoi ultimi 300 anni miseramente. Anzi, più che di
‘vita’, bisogava
riferirsi a ‘non vita’. L’aveva
consacrata ad un unico scopo: uccidere il
codardo che gli aveva portato via la sua Milah. Sapeva che era
un’impresa
impossibile, ma lui mai, mai si era arreso. Killian Jones non era certo
uno che
gettava la spugna così facilmente; era convinto che se un
uomo voleva davvero qualcosa e
lottava per
esso, non importa quanto ci sarebbe voluto, l’avrebbe
ottenuto. E così lui
aveva fatto.
Ma
aveva fallito, fallito di nuovo…aveva deluso la memoria di
Milah, permettendo a
quell’infame di respirare ancora quest’aria. E ora,
non aveva nemmeno la
soddisfazione di avergli portato via il suo Vero Amore.
Perché non aveva ucciso
Belle quando ne aveva avuto l’occasione? Perché,
quando aveva premuto il
grilletto, gli era venuta in mente Milah che moriva fra le sue braccia
e il
dolore che l’aveva accompagnato fino ad oggi, e aveva fatto
in modo che il proiettile la colpisse solo di striscio? Il suono della
sua risata, la
luce nei suoi occhi, il profumo della sua pelle…dettagli
della sua amata che
dopo così tanto tempo non ricordava quasi
più…ma la scena della sua morte era
nitida nella sua mente, grazie agli incubi che lo tormentavano quasi
ogni
notte.
Lui
ora era più morto che vivo, mentre Tremotino era sano e
pronto a vivere il suo
‘per sempre felici e contenti’.
I
suoi pensieri tormentati vennero interrotti dall’uomo che
bisbigliò al suo
orecchio, scandendo bene le parole : “Ti ha battuto. Quel
tizio ha la magia più
potente, amico. È
intoccabile, non
avrai più un’altra occasione per
sconfiggerlo!”
“Ce
l’avrò. Ce l’avrò
sicuramente.”, rispose Hook a denti stretti. Ma in cuor suo
sapeva che stava mentendo a se stesso. Se non aveva nemmeno funzionato
il suo
veleno inguaribile…come avrebbe potuto riuscirci qui, dove
c’era la magia?
“No,
a meno che non ti aiutiamo noi.”
“Come
potete aiutarmi?!”, sbraitò il pirata, con una
traccia di feroce disperazione
nella voce.
La
donna sorrise. “Sappiamo come uccidere le creature
magiche.”
Hook
la fissò attentamente. E capì che si ritrovava
davanti alla medesima situazione
a cui si era ritrovato davanti più di 28 anni fa, prima con
Rgina, poi con
Cora.
Entrambe
avevano usato la sua vendetta come un osso, trattando lui come un cane.
Gliel’avevano sventolata davanti agli occhi, promettendogli
che, se avrebbe
fatto il lavoro sporco al posto loro, l’avrebbe finalmente
ottenuta.
Ma
lui era stufo, stufo marcio di
essere
trattato come un tramite, un oggetto inutile di cui sbarazzarsi una
volta
terminata la sua utilità. Era molto più di
questo…e non sarebbe cascato
un’altra volta in questo tranello. Perciò, quando
fissò gli occhi in quelli
della donna, non ebbe nessun rimpianto dicendo : “Io
dico…che potete andare
all’inferno.” E sputò ai suoi piedi.
La
sua testa scattò di lato, un dolore lancinante al naso.
L’uomo, infuriato, si
era fatto avanti e gli aveva mollato un pugno. Hook ghignò
al suo indirzzo, il
sangue che gli colava nella bocca. “Avanti, fatti sotto amico. Come ti ho già detto,
ne ho passate di peggiori. Anzi, no,
perché non mi tortura la tua dolce compagna? Scommetto che
mi divertirei molto
di più…” Voleva farlo infuriare, fargli
perdere le staffe, in modo che gli
provocasse dolore. Il dolre fisico era un’ottima distrazione
da quello
interiore che provava in quel momento.
Ma
la donna si mise fra i due. “No, Greg”, disse,
trattenendo l’uomo. “Ci serve
vivo. Non lasciare che ti provochi. Vedrai che quando torneremo
più tardi e si
sarà schiarito le idee, ci implorerà di
aiutarlo.” E se ne andarono,
lasciandolo solo.
Hook
chinò il capo e i suoi occhi caddero sul suo braccio destro,
dove spiccava il
tatuaggio di un cuore trafitto da un pugnale…il pugnale
dell’Oscuro. La parola
‘Milah’ era incisa a chiare lettere sopra di esso.
“Mi
dispiace, amor mio.”
Una
singola lacrima cadde sul tatuaggio.
“When you
try your best
But you
don’t succeed
When you get
what you want
But not what
you need
[…]
When you
love someone but it goes to waste
Could it be
worse?”
Coldplay-
Fix you
Un rumore
di tacchi dietro di
lui lo riscosse. Senza voltarsi, sibilò : “Ho
già detto che non ho nessuna
intenzione di aiutarvi.”
“Oh
ma forse vorrai aiutare me,
dopo aver sentito ciò che ho da dirti.”
Hook si
voltò, sorpreso, e si
ritrovò davanti Regina. La sorpresa sbiandì in
fretta, e risprofondò
nell’apatia. “Aiutare voi? Vi fidate, nonostante il
mio trucchetto delle
coordinate?”. Forse, se l’avrebbe stuzzicata
abbastanza, sarebbe riuscita
nell’intento in cui aveva fallito quel Greg.
Regina
storse leggermente la
bocca. “Ammetto di non fidarmi di te,
pirata…”
Hook la
interruppe. “Allora
potete anche andarvene. Non lavoro più per
nessuno.”
“Oh
ma nemmeno vuoi sentire la
ragione per cui hai fallito, per cui il tuo Coccodrillo è
ancora vivo?”
Il pirata
rimase zitto, e
Regina lo prese come un assenso.
“La
cara Miss Swan, Capitano.
Chi credi che ti abbia stordito, giù a New York, e
abbandonato là, alle mercè
di coloro che ti hanno poi rapito e portato qua a Storybrooke? Come se
non
bastasse, lei e la sua famiglia hanno fatto in modo che Tremotino non
morisse
avvelenato…uccidendo mia madre al suo posto.” la
rabbia della regina era
palpabile nelle sue parole.
Hook,
invece, si era gelato sul
posto. Di nuovo, come con Belle, la sua pietà gli si era
ritorta contro…ed Emma
aveva di nuovo impedito la sua vendetta.
Ma non
sarebbe successo mai
più. Nessuna pietà, d’ora in avanti,
nemmeno per la donna che era stata la
prima, dopo secoli, ad averlo fatto sentire di nuovo vivo,
di nuovo Killian e non Hook, sebbene per un breve periodo di
tempo…
Un ira
cieca, dettata dal
tradimento e dal dolore, offuscò tutti i suoi pensieri,
persino quello di non
farsi più osare di nuovo. Un sorriso ombroso e leggermente
folle gli increspò
le labbra, e disse: “Cosa suggerite di fare, Vostra
Maestà?”
Regina gli
sorrise.
“Don’t get
too close
It’s dark
inside
It’s where
my demons hide
It’s where
my demons hide…”
ANGOLO
AUTRICE
Detto sinceramente, non so da dove sia uscita fuori questa one shot così angosciata. Forse perché Hook mi manca tantissimo, e nell’ultima puntata lo abbiamo visto tipo 5 secondi ç_ç e poi lo sneak peek mi ha dato il colpo di graZia! Sto poveretto ha bisogno di amore *cough Emma cough*, seriamente. Ma tutti i miei complimenti vanno a Colin O’Donoghue perché in 1:26 minuti è riuscito a condensare così tante di quelle emozioni che meriterebbe un premio! *___* Io qui Hook l’ho descritto come arrabbiato nei confronti di Emma, e penso che lo sarà anche nel telefilm, appena scoprirà che un’altra volta lo ha ostacolato…ma sono sicura che la perdonerà e alla fine si alleerà con i Charmings ^_^ (anche perché dagli spoiler sembra che Regina lo fregherà). Boh, spero vi sia piaciuto, diciamo che questo è il mio sclero personale post promo e sneak peek della 2x20 XD
(*)
è una mia headcanon, non solo mia, ma molto popolare:
Killian Jones è Peter Pan cresciuto. E non penso abbia avuto
un'infazia molto felice..anzi, credo sia un orfano, per via di come
parlava con tristezza dei Bimbi Sperduti sulla pianta di
fagioli con Emma.