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Autore: Lady_Payne_Jez    27/04/2013    2 recensioni
[spoiler dal promo e sneak peek della 2x20]
"Pensava di avercela fatta. Dopo 300 anni...pensava di aver finalmente vinto, di aver portato a compimento il suo scopo. E invece...aveva fallito. Di nuovo. Il Coccodrillo era vivo, e poteva vivere il suo 'per sempre felici e contenti'."
Breve incursione nei pensieri di Hook a partire da come è terminata la 2x19, e ipotesi di ciò che potrebbe accadere nella 2x20.
Accenni al Captain Swan.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Killian Jones/Capitan Uncino
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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“Who wants to live forever?

Who wants to live forever?

Who dares to love forever?

When love must die…”

Queen- who wants to live forever

Killian Jones  si risvegliò con la testa che pulsava, le costole ancora in via di guarigione che gli facevano dannatamente male, lo stomaco che protestava per la fame e la gola secca e riarsa.

Appena aprì  gli occhi si ritrovò nell’oscurità più completa. Cercò di muoversi, di alzarsi in piedi, ma qualcosa glielo impedì : perplesso, si tastò il torso, e scoprì che era legato come un salame. E che mancava il suo uncino.

‘Ok, facciamo il punto della situazione. Qual è l’ultima cosa che mi ricordo?’.  Disingarbugliare i pensieri nella sua mente offuscata e dolorante gli richiese qualche minuto, ma alla fine riuscì a ricreare una linea degli eventi abbastanza precisa.

Si ricordava di avere dato le coordinate sbagliate del luogo dove si nascondeva il pugnale del Coccodrillo a Cora e Regina, perché non si fidava di loro. E aveva fatto bene, perché Cora, appena aveva messo le mani sulla mappa, l’aveva sbattutto al muro e fatto svenire, mettendo bene in chiaro che non aveva mai avuto intenzione di aiutarlo nella sua vendetta.

Ma poco male. D’altronde lui non voleva il pugnale : gli bastava semplicemente recuperare il suo uncino e andare a cercare il Coccodrillo dovunque fosse andato…un posto senza magia, dove avrebbero potuto vedersela ad armi pari. Aveva dovuto giocare d’astuzia, per non far capire il suo vero piano alle streghe, le quali sembravano ossessionate da questo pugnale per chissà quali loschi e insidiosi piani…lui  invece aveva un unico e semplice obbiettivo : uccidere quel codardo con il suo uncino. Fine. E quando aveva chiesto, cercando di sembrare indifferente, se attraversando i confini della città avrebbero potuto perdere i ricordi e Regina aveva risposto che per quanto riguardava loro era solo una questione di magia, aveva immediatamente realizzato che finalmente poteva ottenere la sua vendetta; lui non aveva bisogno della magia, aveva sempre contato sulla sua astuzia e perseveranza. Ma aveva dovuto  essere cauto e far credere alle due streghe che era dalla loro parte, perché a quanto pare loro non avevano nessuna intenzione di assecondarlo.

Hook distese le labbra in un ghigno amaro. Nei suoi 300 anni e passa di vita, nessuno era mai riuscito a fregarlo, perlomeno non completamente, perchè la sua mente elaborava sempre strategie, piani di riserva e scappatoie. Aveva fregato Tremotino per quanto riguardava il fagiolo e aveva mentito a Cora e Regina sulle coordinate.

Solo una certa bionda l’aveva battuto clamorosamente e in più occasioni…

Hook scosse la testa per rimuovere quel pensiero molesto e tornò a focalizzarsi sui suoi ricordi.

Ricordava di aver salpato con la Jolly Roger verso questa “Manhattan”. Lo aveva trovato mentre entrava in un edificio insieme a…Swan: Era montata in lui una rabbia incredula : Emma aiutava il suo nemico? Nonostante sapesse che genere di uomo fosse?

Ma d’altronde…perché a lui importava? Quella donna aveva scelto da che parte stare già sulla pianta di fagioli, dove l’aveva abbandonato. Perché non si fidava di lui. Perché non gli aveva dato una possibilità.

Abbandonato…come chiunque altro a cui tenesse, nella sua lunga vita. (*)

Aveva preso un respiro profondo, e una gelida determinazione aveva rimpiazzato la sua furia cieca. Aveva spalancato la porta dell’edificio, per ritrovarsi Swan che gli dava le spalle mentre parlava con il Coccodrillo… era il suo unico ostacolo, in quel momento, sul suo cammino verso la vendetta.

Un colpo del suo uncino, e avrebbe potuto ucciderla senza che neanche che lei se ne accorgesse.

O perlomeno, avrebbe potuto tramortirla, come aveva fatto lei con lui al lago Nostos, per metterla fuori combattimento.

Ma non ci riuscì. Qualcosa, dentro di lui, glielo impedì…una piccola fiammella, un guizzo di calore, nel suo cuore che ormai considerava oscuro e marcio da quando Milah, la sua luce, gli era stata portata via.

Spinse via rudemente Swan, sperando che il messaggio fosse chiaro : questa è una faccenda fra me e lui, non ti intromettere.

Si voltò verso l’Oscuro, notando con piacere che la paura e lo shock riempivano i suoi occhi. Lo spinse contro l’inferriata alle sue spalle, e finalmente fece ciò che aveva bramato per secoli: piantare il suo uncino dritto nel suo cuore.

“Tick, tock. Il tempo è scaduto Coccodrillo .”, ringhiò Hook, sollevando l’uncino insanguinato. “Ti sei preso Milah. Il mio amore, la mia felicità. E ora per questo io mi prenderò la tua vita.”

Stava per colpirlo di nuovo…quando un dolore lancinante dietro la nuca lo aveva fatto svenire.

Hook agrottò la fronte. Non aveva più ricordi da lì in poi.

All’improvviso, sentì delle voci attutite. Poi, una porta venne spalancata e una luce lo investì in pieno volto. Con un gemito strinse gli occhi, non più abituati, e girò la testa di lato.

“Guarda un po’ chi si è svegliato!”, esclamò una voce di donna.

“Allora questo sarebbe il famoso Captain Hook…”, disse un’altra voce, questa volta un uomo.

“Sì. Anche se devo dire che sono un po’ delusa…quando l’ho trovato era svenuto e ammanettato nel seminterrato.”

Swan…lei e la sua passione per le manette.

“Cosa ne facciamo di lui?”

“Ho mente di fare una bella chiaccherata…ma non qui. Seguimi con la tua macchina, so qual è il posto perfetto.”

Il portellone venne rischiuso, e Hook risprofondò nell’incoscienza dovuta alla stanchezza e debolezza.

 

“It’s a beautiful lie

It’s the perfect denial

Such a beautiful lie to believe in…”

30 seconds to Mars- A beautiful lie

Quando si risvegliò, era ancora legato, probabilmente ad una sedia, e aveva un cappuccio sulla testa. Non aveva più però il bavaglio che gli impediva di parlare, perciò, avvertendo che c’era qualcuno lì accanto a lui, esordì : “Veramente preferirei con le luci accese.”

Il cappuccio venne levato dalla sua testa e lui si guardò attorno per esaminare la situazione.

Davanti a lui c’erano due persone in piedi che lo osservavano. Uno era un uomo, con un lungo cappotto e un berretto che gli celava in parte il viso. L’’altra era una donna, con lunghi capelli neri. Osservandola bene in viso; Hook capì che era di lei che doveva preoccuparsi. Perché esattamente come Cora e Regina, aveva l’aria di essere una che sapeva bene quello che voleva… e che non si faceva alcuno scrupolo per ottenerlo.

“Ho passato abbastanza tempo sotto coperta da non essere spaventato dall’oscurità. Se questa è la vostra idea di tortura…bè, mi sa che dovete provare con qualcosa di un po’ più…forte.”, disse il pirata, rivolgendosi alla donna.

Ma fu l’uomo a parlare per primo. “Torturarti? No, noi vogliamo solo offrirti un lavoro.”

Hook si voltò di nuovo verso la donna, esibendo la sua espressione più innocente e implorante. “Ah, e poi mi lascerete andare?”. Scoppiò subito a ridere, una risata maniacale e vuota persino alle sue orecchie. Questi due non avevevano forse ben chiaro un concetto. “Oh, mi dispiace. Ho già eseguito il mio ultimo lavoro. Ho ucciso Tremotino. Sono soddisfatto, appagato. Ho raggiunto lo scopo della mia vita.”

Perché sembrava che più che convincere loro…stesse cercando di convincere se stesso?

La donna gli sorrise, una scintilla di malignità negli occhi. “Oh avrei vouto essere lì, a vederti pugnalare l’Oscuro.”

Hook le sorrise. “Oh, ma guarda chi è informato.”

“Sono una che impara in fretta.”

“Allora dovresti sapere che il mio lavoro è terminato!”

L’uomo intervenne. “Non penso proprio, sai!”

Entrami si spostarono ai due lati della sedia dove era seduto e lo trascinarono in avanti, davanti allo squarcio di quello che sembrava un orologio che si affacciava su tutta la città.

“Guarda tu stesso.”, disse l’uomo, e la donna porse a Hook il suo cannocchiale.

Il pirata lo prese, perplesso e leggermente annoiato. Lo avvicinò agli occhi… e ciò che vide gli fermò il cuore.

Era il Coccodrillo, vivo. E non era solo…era abbracciato a Belle, ed entrambi passeggiavano ridendo.

“No”, bisbigliò Hook, “NO!”

La donna le strappo di mano il cannocchiale ed esclamò, con il veleno nella voce : “è vivo, Hook!”

Ma lui non la ascoltava più. Aveva chinato il capo, tempestato da una miriade di emozioni : tristezza, umiliazione, nera disperazione, impotenza, agonia ed infine quella che conosceva meglio…una rabbia cieca.

Aveva vissuto i suoi ultimi 300 anni miseramente. Anzi, più che di ‘vita’, bisogava riferirsi a ‘non vita’. L’aveva consacrata ad un unico scopo: uccidere il codardo che gli aveva portato via la sua Milah. Sapeva che era un’impresa impossibile, ma lui mai, mai si era arreso. Killian Jones non era certo uno che gettava la spugna così facilmente; era convinto che se un uomo voleva davvero qualcosa e lottava per esso, non importa quanto ci sarebbe voluto, l’avrebbe ottenuto. E così lui aveva fatto.

Ma aveva fallito, fallito di nuovo…aveva deluso la memoria di Milah, permettendo a quell’infame di respirare ancora quest’aria. E ora, non aveva nemmeno la soddisfazione di avergli portato via il suo Vero Amore. Perché non aveva ucciso Belle quando ne aveva avuto l’occasione? Perché, quando aveva premuto il grilletto, gli era venuta in mente Milah che moriva fra le sue braccia e il dolore che l’aveva accompagnato fino ad oggi, e aveva fatto in modo che il proiettile la colpisse solo di striscio? Il suono della sua risata, la luce nei suoi occhi, il profumo della sua pelle…dettagli della sua amata che dopo così tanto tempo non ricordava quasi più…ma la scena della sua morte era nitida nella sua mente, grazie agli incubi che lo tormentavano quasi ogni notte.

Lui ora era più morto che vivo, mentre Tremotino era sano e pronto a vivere il suo ‘per sempre felici e contenti’.

I suoi pensieri tormentati vennero interrotti dall’uomo che bisbigliò al suo orecchio, scandendo bene le parole : “Ti ha battuto. Quel tizio ha la magia più potente, amico. È intoccabile, non avrai più un’altra occasione per sconfiggerlo!”

“Ce l’avrò. Ce l’avrò sicuramente.”, rispose Hook a denti stretti. Ma in cuor suo sapeva che stava mentendo a se stesso. Se non aveva nemmeno funzionato il suo veleno inguaribile…come avrebbe potuto riuscirci qui, dove c’era la magia?

“No, a meno che non ti aiutiamo noi.”

“Come potete aiutarmi?!”, sbraitò il pirata, con una traccia di feroce disperazione nella voce.

La donna sorrise. “Sappiamo come uccidere le creature magiche.”

Hook la fissò attentamente. E capì che si ritrovava davanti alla medesima situazione a cui si era ritrovato davanti più di 28 anni fa, prima con Rgina, poi con Cora.

Entrambe avevano usato la sua vendetta come un osso, trattando lui come un cane. Gliel’avevano sventolata davanti agli occhi, promettendogli che, se avrebbe fatto il lavoro sporco al posto loro, l’avrebbe finalmente ottenuta.

Ma lui era stufo, stufo marcio di essere trattato come un tramite, un oggetto inutile di cui sbarazzarsi una volta terminata la sua utilità. Era molto più di questo…e non sarebbe cascato un’altra volta in questo tranello. Perciò, quando fissò gli occhi in quelli della donna, non ebbe nessun rimpianto dicendo : “Io dico…che potete andare all’inferno.” E sputò ai suoi piedi.

La sua testa scattò di lato, un dolore lancinante al naso. L’uomo, infuriato, si era fatto avanti e gli aveva mollato un pugno. Hook ghignò al suo indirzzo, il sangue che gli colava nella bocca. “Avanti, fatti sotto amico. Come ti ho già detto, ne ho passate di peggiori. Anzi, no, perché non mi tortura la tua dolce compagna? Scommetto che mi divertirei molto di più…” Voleva farlo infuriare, fargli perdere le staffe, in modo che gli provocasse dolore. Il dolre fisico era un’ottima distrazione da quello interiore che provava in quel momento.

Ma la donna si mise fra i due. “No, Greg”, disse, trattenendo l’uomo. “Ci serve vivo. Non lasciare che ti provochi. Vedrai che quando torneremo più tardi e si sarà schiarito le idee, ci implorerà di aiutarlo.” E se ne andarono, lasciandolo solo.

Hook chinò il capo e i suoi occhi caddero sul suo braccio destro, dove spiccava il tatuaggio di un cuore trafitto da un pugnale…il pugnale dell’Oscuro. La parola ‘Milah’ era incisa a chiare lettere sopra di esso.

“Mi dispiace, amor mio.”

Una singola lacrima cadde sul tatuaggio.

“When you try your best

But you don’t succeed

When you get what you want

But not what you need

[…]

When you love someone but it goes to waste

Could it be worse?”

Coldplay- Fix you

 

Un rumore di tacchi dietro di lui lo riscosse. Senza voltarsi, sibilò : “Ho già detto che non ho nessuna intenzione di aiutarvi.”

“Oh ma forse vorrai aiutare me, dopo aver sentito ciò che ho da dirti.”

Hook si voltò, sorpreso, e si ritrovò davanti Regina. La sorpresa sbiandì in fretta, e risprofondò nell’apatia. “Aiutare voi? Vi fidate, nonostante il mio trucchetto delle coordinate?”. Forse, se l’avrebbe stuzzicata abbastanza, sarebbe riuscita nell’intento in cui aveva fallito quel Greg.

Regina storse leggermente la bocca. “Ammetto di non fidarmi di te, pirata…”

Hook la interruppe. “Allora potete anche andarvene. Non lavoro più per nessuno.”

“Oh ma nemmeno vuoi sentire la ragione per cui hai fallito, per cui il tuo Coccodrillo è ancora vivo?”

Il pirata rimase zitto, e Regina lo prese come un assenso.

“La cara Miss Swan, Capitano. Chi credi che ti abbia stordito, giù a New York, e abbandonato là, alle mercè di coloro che ti hanno poi rapito e portato qua a Storybrooke? Come se non bastasse, lei e la sua famiglia hanno fatto in modo che Tremotino non morisse avvelenato…uccidendo mia madre al suo posto.” la rabbia della regina era palpabile nelle sue parole.

Hook, invece, si era gelato sul posto. Di nuovo, come con Belle, la sua pietà gli si era ritorta contro…ed Emma aveva di nuovo impedito la sua vendetta.

Ma non sarebbe successo mai più. Nessuna pietà, d’ora in avanti, nemmeno per la donna che era stata la prima, dopo secoli, ad averlo fatto sentire di nuovo vivo, di nuovo Killian e non Hook, sebbene per un breve periodo di tempo…

Un ira cieca, dettata dal tradimento e dal dolore, offuscò tutti i suoi pensieri, persino quello di non farsi più osare di nuovo. Un sorriso ombroso e leggermente folle gli increspò le labbra, e disse: “Cosa suggerite di fare, Vostra Maestà?”

Regina gli sorrise.

“Don’t get too close

It’s dark inside

It’s where my demons hide

It’s where my demons hide…”

 

                      ANGOLO AUTRICE

Detto sinceramente, non so da dove sia uscita fuori questa one shot così angosciata. Forse perché Hook  mi manca tantissimo, e nell’ultima puntata lo abbiamo visto tipo 5 secondi ç_ç e poi lo sneak peek mi ha dato il colpo di graZia! Sto poveretto ha bisogno di amore *cough Emma cough*, seriamente. Ma tutti i miei complimenti vanno a Colin O’Donoghue perché in 1:26 minuti è riuscito a condensare così tante di quelle emozioni che meriterebbe un premio! *___* Io qui Hook l’ho descritto come arrabbiato nei confronti di Emma, e penso che lo sarà anche nel telefilm, appena scoprirà che un’altra volta lo ha ostacolato…ma sono sicura che la perdonerà e alla fine si alleerà con i Charmings ^_^ (anche perché dagli spoiler sembra che Regina lo fregherà). Boh, spero vi sia piaciuto, diciamo che questo è il mio sclero personale post promo e sneak peek della 2x20 XD

(*) è una mia headcanon, non solo mia, ma molto popolare: Killian Jones è Peter Pan cresciuto. E non penso abbia avuto un'infazia molto felice..anzi, credo sia un orfano, per via di come parlava con tristezza dei Bimbi Sperduti  sulla pianta di fagioli con Emma.

  
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