La pioggia batte inesorabile sul corpo esanime del biondo.
Gli occhi smeraldini di Fuya vagano pochi secondi sul ragazzo, poi diventano vacui e disperati.
-Kite …- ti aspetti di vederlo saltare in piedi e prenderti in giro.
-… Kite! – ripeti, non riesci a comprendere l’ accaduto; non vuoi comprenderlo. Ti accasci lento sul corpo pallido e lo sfiori, lo scruti.
Lo scruti perché speri che esso si rialzi e asciughi le tue lacrime, ma sai che è solo un sogno segregato negli antri più nascosti del tuo cuore, dove c’è un bimbo che scalpita e si dimena.
-Stupido! Alzati! Lo so … ti diverti a vedermi soffrire …- non ti arrendi, vero? Non ti arrendi al pensiero che le fredde e rugose mani della tanto temuta morte lo abbiano trascinato con sé.
Eppure senti una fioca voce, la sua fioca voce.

Vorrei poterti abbracciare per un sol secondo, anche a costo di cadere, subito dopo, negli antri più dannati dell’ inferno per aver osato toccare un angelo …
… ti prego, lasciami un posto nel tuo cuore, cosicché quando la mia anima troverà pace io possa nuovamente bearmi di un tuo sorriso.

Lo guardi, gli occhi ancora aperti. Li chiudi con un tocco delicato e poi …