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Autore: _MoonLight_    16/11/2007    6 recensioni
Eccomi con una nuova ff sui Tokio Hotel. La protagonista, Julia, è in una brutta situazione. Cosa farà con i suoi amici? E come finirà la vicenda? Tanti commentini please!!!^^
Genere: Generale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*°*°*Near or far/*°*°*

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1. Non voglio farti soffrire.

La professoressa continuò a spiegare quell’assurda lezione sui verbi, ma noi quattro continuavamo a scambiarci occhiate assopite.

L’ultima ora era davvero pesante!

Soprattutto il biondino all’ultimo banco, Tom, non riusciva a trattenere qualche sbadiglio di tanto in tanto.

La ragazza bionda in prima fila, Lav, continuava a disegnare sugli appunti di matematica, presi qualche ora prima, una grande rosa.

Il ragazzo moro vicino alla finestra, invece, osservava imbambolato le lancette che giravano lente sul quadrante dell’orologio, appeso sopra la lavagna.

Io stavo cercando di prendere appunti, ma la mia mente era da tutt’altra parte.

“Casualmente” noi eravamo seduti ai quattro angoli dell’aula. Ciò fu deciso, senza possibilità di contestazione, dagli insegnanti, i quali dopo un anno di scuola non sopportavano davvero più il “chiacchierio di quei quattro in fondo all’aula”.

Così, dal secondo anno, fummo divisi.

Soltanto durante l’intervallo potevamo incontrarci per chiacchierare e restare un po’ di tempo insieme.

Continuai a scrivere frasi senza alcun senso su quel foglio davanti a me.

Iniziai a tracciare segni come :bibobobobo”, “ciau bello”, “<3 <3 <3”, “lol”, “andiamo al mare con gli sci”, “came to the dark side, we have cookies!” e “saltiamo people”.

I miei momenti di follia si facevano sentire all’ultima ora in modo a dir poco preoccupante.

<< Bene ragazzi. La lezione è terminata. Vi lascio uscire qualche minuto prima del suono della campanella solo perché vi vedo particolarmente assonnati. Che cosa avete avuto prima? Verifica di Latino…>>

Subito Tom e Lav si svegliarono dal loro stato di crisi. La parola “uscire” aveva avuto uno strano effetto sul loro cervello.

Anche Bill si svegliò, alzando la tapparella di qualche centimetro per svegliare il resto della classe.

<< Per oggi sarò magnanima. Niente compiti per domani, ma ripassate la lezione. A domani! >> terminò il suo discorso la professoressa, accennando un lieve sorriso.

Sentendo la parola “uscire”, mi rinchiusi nei miei pensieri. Presi lo zaino e uscii velocemente dalla classe, senza aspettare come di solito facevo gli altri tre.

Mi venne quel “mal di pancia delle cose difficili da accettare”. Ormai da più di un mese continuava a persistere di giorno e di notte, senza tregua.

Ero davvero triste in quel periodo. Davvero triste. Arrivando a credere che quello sarebbe stato il momento più angoscioso della mia esistenza.

Uscendo dalla classe, scorsi i due amici biondi che, come al solito, si stampavano un dolce bacio.

Era sempre così.

Tutti i giorni.

Ogni volta che finivano le lezioni, Tom prendeva Lav sottobraccio e le stampava un bacio. La ragazza rideva.

Quel giorno, persi il bacio di fine lezione e corsi via.

Erano così carini quei due!

Da quando si erano conosciuti, non si erano più staccati e sembrava davvero che il loro amore potesse continuare all’infinito.

La prima volta che si videro, fu nell’aula magna, quando la preside formò le classi.

Io e Lav eravamo sedute vicine e speravamo con tutto il cuore di essere nella stessa classe. Chiacchieravamo tranquille, come accanto a noi facevano due gemelli tedeschi della nostra stessa età.

<< Ciao bella! Io sono Tom. Mi dai il tuo numero di cellulare? >> chiese subito il biondino accanto alla mia amica.

Lav si voltò verso di me e mi lanciò uno sguardo interrogativo.

Intuii già la risposta di Lav.

<< Neanche per sogno, bello! Te lo darò soltanto se saremo inseriti nella stessa sezione! >> rispose Lav per le rime, sicura del risultato della sua proposta.

<< OK! Però se ciò capiterà prepara il cellulare bella. >> rispose fin troppo sicuro di sé Tom.

Sulla sedia accanto, un ragazzo identico a Tom mi guardava con occhi impauriti.

Era molto truccato, con un importante ciuffo nero che gli copriva un occhio.

Una gran giacca di pelle ricopriva una maglietta molto aderente nera con un teschio bianco sul centro.

Il ragazzo sorrideva.

Subito, m’ispirò fiducia quel ragazzo così timido che sorrideva ad ogni battuta del fratello.

Era molto timido, era evidente.

La nostra attenzione fu attirata della preside che iniziò ad elencare gli alunni delle varie classi.

<< 4^alfa: Andrea *****, Julia *****, Brian *******, Frank********, Irene *****, Lavinia Darkstone… >>

Lav si alzò con un’espressione impaurita e mi mostrò un giro di dita, accompagnato da “a dopo sorella”.

Ero restata sola in quell’enorme aula ormai quasi vuota.

Un gruppetto di ragazzi occupava i primi posti a sedere. Loro non erano stati ancora inseriti in nessuna sezione.

Quanto avrei voluto che il tempo passasse velocemente!

Invece la preside continuava a scandire le parole una ad una, facendo trascorrere vari secondi tra un nome e l’altro.

I due gemelli continuarono a chiacchierare tranquillamente.

<< Paul *******, Kaylie *****, Ashley ********, Mary ******, Julia Anthos>>

Dentro di me, ci fu un’esplosione di felicità assoluta!!!

Lav! Sono in classe con te! Non è bellissimo?” pensai entusiasta.

Mi alzai e mi diressi verso l’uscita, continuando ad ascoltare attentamente i nomi di coloro che sarebbero diventati mie compagni di classe per i futuri cinque anni.

<< Simon ******** ed infine Tom e Bill Kaulitz. Bene questa era la classe 4^alfa che invito a dirigersi ordinatamente verso l’uscita. La classe verrà accompagnata nella propria aula da un’insegnante. Continuiamo ora con la 1^ M… >>

Uscii e con una falsa espressione triste mi diressi verso Lav.

Lei mi squadrò per qualche secondo.

“Forse gliel’ho fatta! “

<< Ho capito… Non dirmi nulla. Vabbè, il destino ha voluto così. Ci vedremo nei corridoi di tanto in tanto. >> mi disse lei, triste.

<< Te l’ho fatta! Insieme per sempre sorella! >> allungai una mano verso Lav.

<< Per sempre! >> rispose lei, battendo un vigoroso cinque.

<< Si! Per sempre! Vero Bill? Per sempre! >>

Una voce di ragazzo esordì da dietro. Era Tom, con il suo solito sorriso beffardo.

Bill stava sorridendo, imbarazzato per la figura del fratello.

<< Ora, bella, il tuo numero, grazie! Prendo nota… >>

Tom prese il cellulare dalla tasca.

La faccia di Lav assunse un’espressione che non riuscii a decifrare, a metà tra lo stupore e la rabbia.

Le tirai una gomitata. Con lo sguardo mi fece capire “ che cavolo faccio ora?”.

La guardai.

<< Va bene… Ma non devi telefonarmi di notte sennò…>>

Aveva capito cosa le volevo suggerire.

Alla fine, sembrava così simpatico quel ragazzo!

Pochi giorni dopo, grazie a me e a Bill, il quale non sopportava più suo fratello ossessionato da quella ragazza bionda, i due formarono una dolcissima coppietta.

I ricordi si sfumarono nella mia testa, lasciando posto ai problemi reali.

Continuavo a camminare in quell’affollato corridoio.

La gente che chiacchierava, e talvolta lanciava qualche urlo per chiamare un compagno più in basso, riempivano il locale.

Scesi per le scale fino ad uscire.

L’aria era fredda e pungente, penetrava nei vestiti sino alle ossa.

Mi sedetti sulla prima panchina che trovai libera e lanciai lo zaino a terra.

Fra pochi giorni tutto sarebbe cambiato. Tutta la mia situazione attuale sarebbe stata rivoluzionata.

Perché i miei genitori non mi avevano detto nulla fino a quel momento?

Perché stava succedendo tutto ciò senza nessun preavviso?

Avevo fatto qualcosa di male? No, ne ero certa. A scuola andavo bene e l’impegno era costante.

Non riuscivo a capire… ed ero triste.

Anzi distrutta.

I miei genitori, solo qualche settimana prima, mi avevano annunciato che ci saremmo trasferiti a breve a Parigi.

La notizia era stata per me una pallottola al cuore.

Avrei lasciato i miei amici con cui avevo trascorso i due anni migliori della mia vita, ma la cosa che mi lasciava più perplessa era l’assenza di spiegazioni da parte dei miei genitori.

Non una parola sull’argomento. Nulla. Silenzio più totale.

Iniziai a pensare persino che fosse stato un solo e semplice scherzo di mio padre.

La mano calda di un ragazzo bruno sulla mia spalla mi riportò alla realtà.

Era Bill, che come al solito mi abbracciava.

Ci volevamo davvero bene, come fratelli, o forse anche di più.

Era il mio migliore amico a cui confidavo tutto e lui confidava tutto a me.

Mi accoccolai fra le sue braccia.

Profumava, come al solito, di un odore tutto suo.

Mi guardò triste con i suoi occhi color nocciola.

<< Cosa ti sta succedendo Ju? Sei sempre così triste e la fuga di oggi? Con me ne puoi parlare, lo sai… >> mi disse con voce dolce.

<< Emmm… niente di particolare. Sono soltanto un po’ stanca. >> finsi io.

Aveva capito che era una bugia.

La calma e l’imbarazzo furono interrotti dalla voce di Tom.

<< Ehi, voi due! Smettetela di abbracciarvi e muovetevi! Stiamo perdendo il pullman! >>

Bill continuò a fissarmi con la stessa espressione triste di prima.

Mi dispiaceva farlo soffrire, ma sarebbe stato ancora più doloroso annunciargli che ci saremmo separati per non rivederci mai più.

Presi lo zaino e sporsi una mano verso Bill.

Lui accettò l’invito e mi seguì, anche se in un silenzio triste.

Per la prima volta gli avevo mentito. Sapevo benissimo che lui non avrebbe mai fatto lo stesso nei miei confronti.

Mi voleva davvero bene quel ragazzo dagli occhi così scuri e profondi.

Lav mi salutò dall’ultimo sedile del pullman, era con Tom.

Ormai, passavano ogni secondo insieme, non si staccavano mai!

Io e Bill ci sedemmo vicino a loro, su uno di quei seggiolini gialli, così freddi durante l’inverno e così caldi durante l’estate.

Bill era triste, si notava, e la sua espressione non sembrava voler mutare quel giorno.

Aprii lo zaino, tirai fuori l’MP3 ed iniziai ad ascoltare la musica: Green Day, uno dei gruppi preferiti di Bill.

Mi rinchiusi nel mio piccolo mondo mentre Lav e Tom continuavano a chiacchierare animatamente.

Posai la testa sul finestrino appannato dal freddo.

La strada era piena di persone che camminavano velocemente, salivano sui mezzi pubblici e scomparivano tra le porte gialle e grigie dei pullman.

Il traffico era notevole. Moltissime automobili si accalcavano l’una sull’altra.

Ai lati della strada, i numerosi alberi erano lievemente mossi dal vento.

Chiusi gli occhi per un lasso di tempo che non saprei definire.

Il pullman si fermò, svuotandosi quasi completamente.

Tom era letteralmente sdraiato sulle gambe di Lav ed insieme ascoltavano musica.

“ I due non sono riusciti a resistere alfascino’ del rap “ pensai.

Non c’era nulla da dire. Lav ed io eravamo simili sotto moltissimi aspetti, tranne per la musica.

Lei adorava il rap, mentre io lo odiavo.

Riposi l’MP3 nello zaino: fra poco sarei dovuta scendere dal pullman.

Bill ripose il cellulare con cui stava giocando in tasca.

<< Se per voi va bene, Tom ed io vi vorremmo invitare da noi questo pomeriggio. Siamo soli in casa e in ogni caso non credo che a nostra madre dispiaccia. >> aanunciò il ragazzo seduto al mio fianco.

Lav annuì in segno di assenso, mentre Tom continuò ad ascoltare tranquillamente la musica.

La ragazza bionda gli tolse di scatto le cuffie dalle orecchie.

<< Si? Cosa? Quando? Dove? Perché? Chi? Ho fatto qualcosa? >> disse assumendo un’espressione da “falso preoccupato”.

<< Qualunque cosa sia stata, va bene. >> continuò il ragazzo biondo e riprese ad ascoltare la musica.

<< Per me va bene! >> rispose Lav.

Bill mi guardò.

<< Va bene, ci sto anche io. >> risposi non troppo entusiasta.

Il pullman si fermò.

Tutti e quattro scendemmo e ci dirigemmo verso la piccola villetta in collina dei Kaulitz.

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Ciau a tutti!

Eccomi tornata con una nuova ff sui Tokio Hotel.

Spero vi piaccia e aspetto commentino! ^^

Grazie e baci8 Moon

  
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