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Autore: mikeychan    28/04/2013    1 recensioni
Michelangelo trova un cristallo arancio: sotto un’ottica diversa, una grande avventura!
Genere: Avventura, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Sembrava una sera come tante nella tana delle tartarughe ninja, famosi quanto sconosciuti eroi di New York. Splinter aveva appena finito di insegnare ai suoi figlioli alcune tecniche ti respirazione in casi di mancato ossigeno o immersione in acqua, quando la televisione dai dieci schermi, diede la notizia di un raro cristallo di origine sconosciuta, rubato in un museo, parallelo al negozio di April, "Second Time Around".

Il cristallo?- chiede interessato il nostro Donatello, mentre si stiracchiano le braccia muscolose, un po’ indolenzita, causa degli allenamenti prolungati.

-Credete dobbiamo indagare come Sherlock Holmes?- si aggiunge Michelangelo già perso nella sua fantasia da tartaruga quindicenne.

-Il cristallo? Ma che importa! Che se lo cerchi la polizia! Non abbiamo niente a che vedere con quel coso!- ringhia un Raphael con la fronte imperlata di sudore e le braccia conserte.

-Da quand'è che non ti cimenti in un'avventura come questa?- rimprovera calmo Leonardo, punzecchiandogli il pettorale giallo sinistro con l'indice destro, mentre la mano analoga poggia sul fianco.

-Mi stai dando del codardo?- si avvicina il rosso, con occhi minacciosi: -Vuoi vedere quanto mi piace l'avventura? D'accordo!-.

Afferra i Sai, poggiati sul divano azzurro e li rinfodera nella cintura: -Andiamo a trovare il cristallo, ma se malauguratamente ci capita qualcosa di spiacevole, saprò a chi dare la colpa!- spiega il mutante, avviandosi verso l'ascensore che condurrà al magazzino abbandonato di New York.

La porta esagonale marroncina dell'ascensore si apre e il mutante entra, aspettando gli altri che salutano il maestro Splinter, che affida a Leo la missione di tenere gli altri a bada.

-Prenderò il mio borsone! Magari mi sarà utile!- pensa Donatello, riferendosi a una borsa marroncina da palestra, che lui adopera come rifornimento di “giocattoli”, ossia aggeggi niente male, con “Certificato Tartarugato”.

 

Il magazzino abbandonato, uno spazio piuttosto grande, completamente in grigio, funge da garage alla tarta-moto rossa fiammante di Raph e al tarta-furgone verde militare di tutti e quattro. I due veicoli, sono stati modificati alla meglio da Donatello, appassionato di meccanica e ingegneria, per non parlare della scienza, la genetica, la fisica e la tecnologia.

-Ok, ragazzi! Il primo posto che andremo a controllare, sarà il museo!- spiega un Leo serio quanto scocciato da Raph che lo ignora divertito dalla sua faccia scura: -Andiamo, non vorrei che qualcuno possa crollare in terra addormentato!-.

-L’hai capito, finalmente! Tu fai troppe chiacchiere, bello!- ghigna Raphael, infilandosi sulla testa il casco rosso e salendo in groppa alla sua moto, gira le chiavi metalliche nel motorino di avviamento, facendo echeggiare quel rombo nell’intero magazzino, affumicando gli altri.

Tossendo per il fumo grigio, Leonardo cerca di rimproverarlo di essere come sempre troppo impulsivo, ma prima che possa farlo, la serranda arrugginita dell’entrata, è già spalancata e Raph romba sulle strade, impennando contro vento.

-Ci sarà mai una dannata volta in cui mi ascolterà? Macché!- tuona Leonardo, visibilmente offeso dall’essere stato snobbato così su due piedi.

I tre fratelli Hamato salgono sul tarta-furgone e una volta messa la cintura nera di sicurezza, i tre quindicenni senza patente, partono con Michelangelo alla guida.

Dopo solo cinque minuti di guida, le tartarughe e Raphael parcheggiano all’ombra di un vicoletto parallelo al cancello del museo e si preparano a entrare dalla finestra che c’è sul tetto.

 

-Ok, fratelli! Mi raccomando, niente colpi di testa!- ricorda il leader, mentre Raphael già forza la finestrella grande abbastanza per il loro guscio, con la lama più lunga del Sai.

-Aspetta, potresti far scattare l’allarme che sicuramente c’è!- ferma un Don che on ha intenzione di finire sulla lista dei ricercati della città: -Lascia fare a me!-.

Il genio, avendo trovato una piccola scatolina di metallo contenente tutti i fili per il sistema di allarme, su un muro, afferra un cacciavite cercafase giallo sole e in breve, un filo rosso e bianco attira la sua attenzione; con una forbice dalla punta stretta, taglia il filo, disattivando temporaneamente i sistemi di allarme.

-Abbiamo circa un’ora per introdurci nel museo e capire che sta succedendo; dopodiché fileremo via!- spiega con semplicità il viola, rialzatosi dalla sua posizione inginocchiata.

-Dite che dopo ci facciamo una pizza?- chiede Michelangelo, lisciandosi lo stomaco brontolante.

-Pensi sempre a mangiare!- ringhia Raphael, mollandogli uno scappellotto sulla nuca.

L’arancione protesta, ma proprio in quel momento, una coppia di ombre nere s’intrufola facilmente nel museo, entrando da una grande finestra, sul retro.

Leo, Raph e Mik guardano male Don, che si scusa per averli fatti salire così in cima, su un tetto un po’ pericolante: -Scusate!- ridacchia impaurito dalle facce scure dei fratelli.

Entrati lo stesso dalla finestra sul tetto, i quattro ninja, nonostante il buio, riescono a individuare una luce di una torcia, in direzione della storia che riguarda i Fenici.

-E quelli chi sono?- sussurra Michelangelo, nascosto dietro un’armatura di un cavaliere medievale.

-A me non sembrano ladri!- costata un Leo scrutatore attento, mimetizzato dietro alcune piante finte del Cretaceo.

-In effetti… Oh, cavolo!- esclama Donatello con occhi sgranati, dietro a uno scheletro di Stegosauro: -Sono due Foot Clan!-.

-Dei soldati di Shredder in un museo? L’ultima volta, erano venuti numerosi a prendere la Spada di Tengu!- ricorda Raphael, nascosto dietro a una colonna di cemento armato, sfumata dal blu notte del cielo.

-Sicuramente cercano qualcosa! E tutto sommato, suppongo debbano essere stati loro a prendere il cristallo rubato!- mormora Leonardo, sguainando le due katana dai foderi sul guscio.

Le quattro tartarughe ninja, compaiono alle spalle dei due Foot e inizia immediatamente lo scontro.

Uno dei Foot, afferra dalla cintura nera che cinghia il kimono corto grigio scuro, due pugnali Sai dall'impugnatura nera; l'altro, invece, afferra una naginata, ossia un bastone molto lungo marrone scuro, all'estremità una lama lunga e affilata.

-Lasciamo quello con i Sai: adoro i duelli alla pari!- sogghigna Raphael, roteando nelle tre dita verde bottiglia le sue armi, per poi congiungere le lame più lunghe dinanzi al suo viso.

-Donatello, vuoi avere tu l'onore di giocare con l'altro?- chiede un Leo molto fiero, abbassando le katana verso il pavimento marmoreo, che riflette nell'oscurità le punte metalliche delle spade.

-Con vero piacere!- e Don, spiccando un balzo piuttosto lungo, colpisce la naginata del nemico col suo Bo, mentre Mik e Leo, cercano il cristallo rubato.

 

Lasciando il rosso e il viola a combattere, il blu e l'arancione corrono nella zona più interna del museo, sperando di trovare un indizio o qualcosa sul cristallo.

-Allora, siamo in un museo, la casa dei reperti antichi: dove potrebbe essere, ammesso che forse non sia stato rubato!- spiega Leonardo, continuando a correre, mentre le fasce marroni della cintura e quelle azzurre della maschera, danzano sulla corrente d'aria, fredda per via dell'inverno alle porte: 22 novembre, per la precisione.

-Dici che il cristallo è ancora qui?- esclama basito Mik, inarcando il sopracciglio destro.

-Rifletti: i Foot si sono introdotti qui, sperando di trovarlo! La notizia del furto deve essere di sicuro falsa!- risponde un serissimo Leo, che aggrotta la fronte alla "Raph".

-Ma allora, se i Foot sono venuti, vuol dire che il cristallo si trova qui, vero?- ribatte Michelangelo, cadendo per terra: -Ahi!- protesta, massaggiandosi la pianta del piede destro.

-Fratello!- esclama Leonardo, sgranando gli occhi per la paura che il fratellino possa essersi fatto male: -Tutto a posto?- chiede, inginocchiandosi accanto a lui, portandogli la mano sulla spalla.

-Sì...- ammette: -Qualcosa di appuntito mi si è conficcato sotto il piede!-.

L'arancione nota l'oggetto del suo male brillare sotto un raggio di luna, penetrato grazie ai finestroni sul soffitto: si alza e zoppicando un po’, si china a raccogliere il misterioso oggetto.

-Non ci posso credere, mondo pizza!- esclama picchiandosi la guancia destra con fare meravigliato: -Questo sì che è un colpo di fortuna!-.

-Non mi dirai che hai trovato il cristallo!- esulta Leonardo avvicinandosi immediatamente al minore, che glielo porge nelle mani.

Una piccola gemma rettangolare, dai bordi arrotondati, arancione, con una strana incisione sul lato superiore; forse un antico alfabeto o qualcosa di simile.

-Se ti dico di sì?- ironizza lui, mutando l'espressione felice in una preoccupata.

-Scommetto che ti stai chiedendo come mai il cristallo era in terra- aggiunge un intuito Leo, mentre stringe nel pugno la gemma.

-Infatti... Non ti sembra strano che era a terra? Cioè, voglio dire, se fosse stata davvero così importante, avrebbe dovuto essere custodita in una teca di vetro anti-proiettili, blindato, spesso!- spiega dubbiosa la tartaruga, guardando con i suoi occhi blu notte quelli rame del maggiore, che fa le spallucce.

-E' un mistero che scopriremo! Per ora, torniamo dagli altri!- ordina il mutante, nascondendosi il cristallo dentro la cintura, correndo nuovamente con il fratellino, nella sala adibita ai dinosauri, la preferita di Donatello.

 

-Don!- esclama Raphael, esibendosi in una micidiale ginocchiata allo sterno del Foot con i Sai, che crolla in terra miseramente: -Quanto tempo abbiamo ancora?-.

Il genio, evitata con una spaccata e una capriola la naginata nemica diretta al suo viso, guarda l'orologio nero che porta sul polso destro, sotto il polsino marrone: -Solamente sessanta secondi!-.

-Dannazione! Dove sono Leo e Mik?!- ringhia il rosso, schivando un kunai con una verticale con una mano sola: -Questi tizi sono proprio ossi duri!-.

-Fratelli!- gridano all'unisono il blu e l'arancione, attirando la loro attenzione.

-Dove eravate?! Il giro del museo potevate farlo un'altra volta!- sbraita un irritato Raphael mentre colpisce con il dorso del pugno un Foot Ninja, senza nemmeno voltarsi.

Quando il tonfo del disgraziato batte contro il pavimento, il rosso si gira ghignando: -Ragazzi, non sapevo che le previsioni del tempo avrebbero dato pioggia in luoghi chiusi!- si cimenta in una battuta.

-Con tutto il cuore, non fa ridere!- aggiunge Donatello, impegnato a lanciare una corda a un asse dei finestroni, per poter uscire, dal momento che mancano solo venticinque secondi!

I due Foot Ninja, ammaccati per via dei colpi, tagliano la corda, sfondando una finestra, facendo scattare appositamente un allarme collegato su una linea esterna.

-GRANDIOSO!- grida Raphael, tappandosi con le mani le orecchie, per via dell'assordante allarme, unito a una luce rossa a intermittenza.

-MUOVIAMOCI!- urla Leonardo per farsi sentire dai suoi fratelli, titubanti per via della polizia, che ha già circondato il museo.

In fretta, i ninja si arrampicano sulla corda di nylon e se la danno a gambe, sparendo sui tetti di New York, nonostante il furgone e la tarta-moto, siano rimasti parcheggiati nel vicoletto parallelo al museo.

 

Dopo una lunga ed estenuante corsa, le quattro tartarughe posso riprendere fiato e spiegare la storia del cristallo. Leo comincia a raccontare dal principio, senza omettere nulla e quando dalla sua cintura estrae la gemma, anche Raph e Don si appassionano a questo mistero.

-Interessante, fratelli!- mormora Donatello, afferrando fra l'indice e il pollice quel piccolo luccicante oggettino: -Non ho la più pallida idea a quale epoca appartenga, ma so per certo che nei miei libri c'è qualcosa d'interessante!- spiega ammirandolo contro la luna.

-Quindi?- chiede titubante Michelangelo, cominciando a grattarsi: -Torniamo a casa?-.

La tartaruga si gratta insistentemente, fino ad arrossarsi il braccio, poi l'addome, il viso, le gambe, fino ad accovacciarsi in terra con posa canina. La lingua di fuori, le braccia che sostengono il busto, mentre le gambe sono piegate, schiacciate contro i fianchi.

-La smetti di esibirti in una specie di cane che si gratta con la zampa?- ringhia Raphael, guardando poi dei basiti Leo e Don.

-Mi prude dappertutto, mondo pizza!- spiega l'arancione, mentre la sua voce diventa più rauca, come aggressiva.

-Io non credo faccia finta...- mormora Leo a braccia conserte a Don, con la mano a sorreggersi il mento e l'altra sul fianco.

-Sei certo di non aver esagerato con qualcosa sulla pizza? Magari, sei allergico e non lo sapevi!- azzarda Donatello, avvicinandosi titubante.

-Ma se mangio sempre la stessa pizza, quella con doppia mozzarella, funghi, salame, prosciutto e basilico!- replica con occhi non troppo convinti.

Proprio quando il prurito stava diventando inarrestabile, si blocca di colpo, lasciando al minore il tempo di riprendersi da quella micidiale grattata.

-Finalmente! Non ne potevo più!- esclama, sedendosi in terra con soddisfazione: -Basta nascondersi nell'armadio della mia stanza, cercando di trovare le merendine che perdo!-.

-E tu ti butteresti nella polvere solo per una misera merendina?- ripete sottoforma di domanda Leonardo, scuotendo il capo, voltandosi poi verso la splendida luna piena nel cielo notturno dell'una e trenta.

-Forza, torniamo a casa! Qui si gela e poi il maestro Splinter si sarà già preoccupato!- ordina Leonardo, mentre Donatello richiama con il telecomando verde a bottoni blu, i due veicoli, grazie a un impulso radio, installato nel quadro dei comandi…

  
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