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Autore: Nike95    28/04/2013    1 recensioni
Salve! Questa è la mia prima fanfic, mi è venuta un'idea ed ho provato a concretizzarla, mi farebbe piacere sapere il vostro parere, ogni critica è costruttiva!
"Lo sguardo freddo e distaccato di Sesshomaru si posò su di lei per la prima volta, ma Kara sembrò non accorgersi della sua espressione impassibile […] una strana sensazione era nata all’arrivo dei suoi tre salvatori, qualcosa le diceva di seguirli, non aveva senso stare lì, in quel luogo dove nessuno tenesse a lei sul serio, dove chi pensava fosse suo amico l’aveva abbandonata nel momento del più imminente bisogno, dove avrebbe ridotto la sua vita ad una triste giostra."
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Rin, Sesshoumaru
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Era un giorno come tanti, il cielo color mare si stava con calma tingendo di nero, le piccole stelle e la luna già facevano capolino tra i rami di una stupenda foresta di aceri; proprio lì accanto, su una collinetta armoniosa e mite risiedeva da tempo un villaggio, conosciuto nei dintorni perché produttore di un riso di notevole qualità. La maggior parte degli abitanti, che in realtà erano davvero pochi, viveva di questo commercio. Da tempo, forse mesi, il luogo era spesso attaccato da briganti, consapevoli delle ricchezze che potevano nascondersi all’interno di quelle abitazioni semplici e antiche. Anche quella sera, com’era diventata abitudine, gli uomini di Koro erano giunti al villaggio per saccheggiare i guadagni degli ultimi giorni. La gente era ormai rassegnata all’evidenza, umili e pacifici non avevano mai opposto resistenza, convinti che presto tutto sarebbe cessato, ma così non andò, l’abitudine prese il sopravvento. Ogni mattina i lavoratori si svegliavano con la consapevolezza che stavano andando a rimboccarsi le maniche per un guadagno ormai misero. Quel giorno però le cose sarebbero cambiate, ne era sicura, Kara voleva convincersi di questo. Lei e la sua sorellina Tura vivevano in quel luogo da poco, le era sembrato un posto sicuro. Non le pesava per niente alzarsi presto la mattina per recarsi nei campi limitrofi, questo e altro per la piccola, si era ripetuta. La loro vita era già stata sconvolta dalla morte della madre, Kara aveva avuto il piacere di stare con lei ben vent’anni, alla nascita di Tura morì e come se non bastasse suo padre si cercò presto un’altra, era da sempre stato un uomo debole, come se l’amore si potesse cancellare da un giorno all’altro. Con le sue sole forze si era fatta coraggio e saputa l’esistenza di quell’incantevole luogo decise di andarvi, era grande ormai e cresciuta anche la sorella la portò con sé. Partirono, il padre non si aspettò il gesto, eppure Kara glielo aveva ripetuto centinai di volte che non ne poteva più di stare con lui e quella donna che voleva fingersi loro madre, ma quel giorno successe, non seppe mai dove andarono le sue figlie, forse per paura che fossero morte non si degnò neppure di cercarle. Era una sera come quella, pensò Kara, rivivendo per un attimo il passato, il suo arrivo e gli anni trascorsi con Tura, i bei momenti che avevano trascorso assieme, le gioie e i dolori, non poteva permettere che tutte le sue fatiche venissero sprecate. Consapevole dell’imminente arrivo dei saccheggiatori, uscì da casa dopo esserci assicurata che Tura dormisse nel letto, dovevano smetterla. “Ehi Koro! Guarda un po’ qui! C’è una donna! Non ha capito con chi ha a che fare!”disse uno.”Ah vuoi forse metterti contro di noi?”disse un altro scatenando le risate degli invasori. Gli abitanti, impauriti e pronti a ricevere i ladri in casa, sentendo queste risate si sporsero per vedere. Da giorni molti si lamentavano con Kara e mentendo assicuravano ribellione da quei farabutti, ma mai si sarebbero aspettati che lei facesse sul serio, era là di fuori, sola e disarmata, che voleva fare? “Mi avete stancato! Non posso spaccarmi la schiena per voi! Lasciateci in pace maledetti!”urlo sfogandosi Kara. “Uh ci metti paura se dici cosi e voi fate il vostro lavoro-disse Koro rivolgendosi infine ai suoi uomini-a lei ci penso io”, “Stai zitto! Non capite, non ne possiamo più di voi, questa non è vita!”rispose amaramente la ragazza,”Non mi sembra che i tuoi compaesani siano d’accordo donna-disse sarcastico l’uomo-sei qui, sola e disarmata contro di noi, hai del coraggio … forse incoscienza!”,”Chiamala come vuoi, io non ho paura”rincarò la dose Kara, “Belle parole, ma non hanno effetto su di me”rise Koro sfoderando la sua spada affilata. Kara che lo anticipo gli tirò un calcio in direzione della mano armata, e la spada cadde a terra.”Ah complimenti per la velocità, ma …”,”Capo abbiamo finito!”gridò uno, “… bene tocca a casa tua ora”continuò Koro indicando con l’indice l’abitazione della giovane. “Non potete farlo!”gridò disperata lei bloccando il passaggio ai malintenzionati. “Ah guarda chi c’è”disse sogghignando uno di loro. “Sorellona che succede?”Non poteva crederci, impietrita Kara si voltò, Tura era lì sulla soglia della porta, tutto quel trambusto doveva averla svegliata, d'altronde sarebbero entrati comunque in casa sua, come le era venuto in mente, aveva messo in pericolo le loro vite, per cosa poi …”Tura entra in casa”ordinò singhiozzando la ragazza. Cosa sarebbe cambiato in realtà, il suo coraggio stava scemando, le gambe cominciavano a tremare …
Poco distante dallo sfortunato villaggio, Sesshomaru, Jaken e la piccola Rin stavano considerando il da farsi. Il cielo incominciava a scurirsi e l’aria si faceva pungente e ricca di umidità. Il demone era deciso a proseguire ancora per un po’ il cammino, tempo da perdere non ne aveva e la minaccia di Naraku si faceva sempre più imminente. “Padron Sesshomaru non siete stanco? Non abbiamo fatto neanche una pausa oggi …” disse sconsolato l’animaletto, “Ma Jaken ti lamenti sempre”commento sorridendo Rin. L’interpellato non rispose, sentiva un forte odore di umani, erano sicuramente diretti verso un luogo abitato. Anche Jaken se ne accorse e ne rimase soddisfatto, avrebbero finalmente cenato. Arrivati in prossimità delle prime abitazioni, seguendo la strada maestra sul quale esse erano affacciate, si distinguevano in lontananza nere figure, uomini di certo. “Possibile che non vogliate capire”urlava una voce femminile poco più avanti,“Padron Sesshomaru una ragazza è in pericolo!”disse spaventata la piccola Rin affiancando il demone, “Non sono affari nostri Rin”disse Jaken in malo modo, “Zitto”sentenziò secco Sesshomaru continuando a proseguire il suo cammino,”Oh Padron Sesshomaru scusi! Non volevo disturbarla, volevo solo dire che …”.”Ah donna mi hai dato un’idea, potremmo portarti con noi!”sogghignò divertito Koro ovviamente ottenendo il consenso di tutti i suoi uomini, “Non mi interessa, l’importante è che lasciate stare mia sorella e tutti noi!” rispose decisa Kara. “Aiutateci ve ne prego!”urlò la piccola Tura vedendo in lontananza dei viaggiatori, “Arriviamo!” urlò in risposta Rin, che già correva senza timore verso quella banda di briganti. Sembrerà strano ma il solo avvicinarsi del demone impietrì tutti i presenti, compresi gli abitanti che spiavano, codardi, la scena. Come conseguenza inaspettata, gli uomini di Koro si spaventarono a tal punto da battere la ritirata accompagnati da grida del tipo “Scappiamo veloci!”,”Lo sapevo capo, è un posto maledetto! Quella strega ha evocato un demone!”,”Corri!Correte!”. “State bene?” intervenne Rin avvicinandosi alle due. “Sì! Grazie!”urlò di gioia Tura correndo verso l’altra bambina. Un miracolo le aveva salvate pensò Kara … un segno del destino, forse … “Grazie ci avete salvato, vi dobbiamo la vita!” disse la giovane al demone abbassando il capo in segno di riverenza. Lo sguardo freddo e distaccato di Sesshomaru si posò su di lei per la prima volta, ma Kara sembrò non accorgersi della sua espressione impassibile e continuò ringraziando animatamente i tre forestieri. “Posso offrirvi qualcosa? Cibo, acqua, un riparo, infondo sta arrivando la notte” continuò entusiasta. “Nulla” rispose diretto il demone che voltatosi proseguì la marcia. Jaken a malincuore seguì il padrone, sperava di poter mangiare qualcosa, ma gli ordini sono ordini, Rin invece continuava a scherzare con Tura. Kara rimase lì, una strana sensazione era nata all’arrivo dei suoi tre salvatori, qualcosa le diceva di seguirli, non aveva senso stare lì, in quel luogo dove nessuno tenesse a lei sul serio, dove chi pensava fosse suo amico l’aveva abbandonata nel momento del più imminente bisogno, dove avrebbe ridotto la sua vita ad una triste giostra. Che aveva da perdere? Quando vide sorridere e scherzare sua sorella con quella bambina decise, li avrebbe seguiti e lo avrebbe chiesto al demone. Egli era già lontano, a metà strada vi era l’animaletto che innervosito continuava a chiamare la compagna. “Mi spiace ma devo andare” disse triste Rin, “No, non puoi restare ancora un po’?” rispose l’altra. Kara corse in casa preparò in fretta una sacca con qualche coperta e uscita guardò ancora una volta quel luogo che era diventato in una sera come quella il suo presente ed ora lo sentiva come passato. Prima che Rin partisse Kara la fermò: “Credi che sia possibile venire con voi?”,”Ma certo!”rispose felice lei senza nemmeno riflettere, era immensamente felice di poter stare con Tura. ”Dici sul serio?” chiese l’altra alla sorella, “Ma dobbiamo sbrigarci! Il tuo padrone è già lontano!”disse Kara,”Faremo a chi arriva primo vero Rin?”domandò la bambina, ma l’altra era già partita, “Non è valido Rin!"gridò Tura e così anche Kara le raggiunse di corsa.
 
  
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