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Autore: annabll    28/04/2013    2 recensioni
In questi nove racconti ho espresso quelli che secondo me sono stati i pensieri di nove tra i personaggi di Grey’s Anatomy dinnanzi alla morte di Lexie Grey (ho incluso anche i pensieri di Mark, ovviamente prima che morisse).
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cristina Yang, Derek Sheperd, Lexie Grey, Mark Sloan, Meredith Grey
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nona stagione
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 (Mark Sloan)
Come fai a guardare negli occhi la donna che ami sapendo che sarà l’ultima volta in cui lei potrà ricambiare il tuo sguardo e accennarti un sorriso? Io ci sono riuscito, ma a che prezzo? Una parte di me è morta quando ho sentito il battito del suo cuore rallentare, sempre di più, fino a fermarsi completamente. Non credo di poter reggere una tale perdita. Lexie, lo so. So che vorresti che io andassi avanti, che pensassi a Sofia, che mi occupassi delle faccende lasciate in sospeso prima di partire. Ma che senso ha la mia vita se ho la consapevolezza di non poterti vedere ogni giorno? Se so di non poterti vedere più e basta?! Abbiamo sbagliato, saremmo dovuti stare insieme sempre e comunque, senza giocare a lasciarci e riprenderci come due dodicenni per tutti questi anni. Tu mi hai cambiato. Anzi, con il tuo arrivo al SGH hai cambiato tutti, ovviamente in meglio. Avrei dovuto ricordarti quanto ti amavo, quanto ti desideravo. Ma tranquilla, è questione di ore, minuti, secondi, e ci ricongiungeremo; potremo finalmente stare insieme per sempre, senza mai lasciarci.
 
 (Meredith Grey)
È vero, forse non sono riuscita ad essere una sorella perfetta, a prendermi cura di lei, come fanno le sorelle maggiori. Ma a modo mio io l’ho amata, era tutto quello che mi rimaneva della mia famiglia; continuo a rimpiangere quegli infelici giorni in cui non mi curavo della sua presenza, in cui le sue parole e i suoi gesti affettuosi mi ferivano. Lexie, ti prego perdonami! Non ho mai avuto nient’altro che una madre assente, che non mi aveva mai voluto. Non sapevo cosa significasse amare, amare  una sorella… tu, Lexie, tu me l’hai insegnato; mi hai insegnato a voler bene anche a me stessa, ad accettarmi per quello che sono. Ho bisogno di te e ti odio per avermi abbandonata, come hanno fatto tutti. Ti odio per avermi fatto scoprire cosa significa essere una famiglia, per poi portarmela via. Anche Zola continua a chiedere della zia, e io le ho detto che sei in vacanza, e che tornerai presto. Vorrei credere anch’io a questa favola; vorrei che un giorno tu rientrassi dalla porta di casa e dicessi: “eccomi qui”. Anche se so che non è possibile, io te lo chiedo lo stesso: Lexie, ti prego, torna presto.
 
 (Cristina Yang)
Sono sempre stata dura con te, non mi sono mai comportata da amica, ma comprendimi: da una parte sai come sono fatta, sai che non sono proprio l’amica tutta zucchero e panna che chiunque vorrebbe; in secondo luogo ero la tua insegnante, ero costretta a comportarmi così, e, sai? Non me ne pento minimamente. Sei diventata un grande chirurgo, e quest’anno saresti riuscita a superare l’esame finale e ad essere finalmente il grande strutturato che mi aspettavo che tu fossi. Ma oltre questo, anch’io avevo imparato a volerti bene. Piacevi a tutti, così socievole, impulsiva, brillante, solare. Sei riuscita a godere anche dei momenti difficili e brutti, una stella che camminava tra i corridoi del Seattle Grace (e, diciamolo, anche per merito mio). Mancherai a tutti, perché con te è venuta via anche quella luce folgorante che illuminava l’ospedale.
 
 (Jackson Avery)
Devo ammettere di essermi innamorato quasi subito di te, della tua bellezza, della tua intelligenza, del tuo sorriso, che non abbandonava mai il tuo volto. Poi, dopo che iniziammo ad uscire insieme, mi hai fatto innamorare anche dei tuoi baci, delle tue carezze, delle tue parole di conforto nei momenti di difficoltà. Sono sempre stato geloso di Mark e sapevo che prima o poi vi sareste ricongiunti, ma non volevo comunque privarmi della possibilità di assaggiare la dolcezza del paradiso, anche se ero consapevole che alla fine mi sarebbe stato strappato via dalle mani. Ne valeva la pena. Per te valeva la pena fare tutto; anche quando ci siamo separati ho continuato ad amarti, nella speranza di poter rivedere, anche se in lontananza, un piccolo stralcio di paradiso, del tuo idilliaco paradiso. Ora non ne potrò sentire nemmeno più l’odore, la fragranza, perché tu non sei più qui. È vero, la vita va avanti, ed io camminerò con lei, crescerò, maturerò, invecchierò; mi sarebbe piaciuto poterlo fare con te affianco, ma, dato che non sarà più possibile, ti porterò comunque sempre con me, nel mio cuore, nei miei occhi, nella mia mente, e persevererò nella ricerca di qualche altra donna che possa donarmi un altro assaggio di paradiso. So che avresti voluto così per me. Addio, angelo.
 
 (Derek Shepherd)
La migliore specializzanda in neurochirurgia che io avessi da anni. Lexie, non capisco come possa essere possibile che tutto ciò sia capitato proprio a noi, proprio a te. Non capisco come, se esiste davvero una giustizia divina, questo potesse essere il piano adatto a te. Tu eri così giovane e promettente! Meredith piange ogni notte, dopo aver messo a letto Zola e pensando che io stia già dormendo. Mark è in ospedale e non ne vuole sapere di svegliarsi; se tu fossi qui, sono convinta che non ci penserebbe due volte e aprirebbe quegli occhioni vispi e furbi. Ma tu non ci sei, ed è anche per questo che lui piano piano si sta lasciando andare. Allora se davvero puoi ascoltarmi, ti prego, aiuta Mark a rinvenire, perché già il dolore per aver perso te è straziante, non oso immaginare ciò che accadrebbe se anche lui andasse via. Nel nome dell’amore che hai provato per lui, per Meredith, per Zola e per l’intero ospedale, aiutalo a risvegliarsi.
 
 (Alex Karev)
Mi sei stata vicina quando avevo bisogno di qualcuno con cui confidarmi. Quando Izzie è andata via tu mi hai consolato, mi hai risollevato, mi hai fatto ridere. Non riesco a sopportare il fatto che nel momento in cui avevi più bisogno tu, io non fossi lì a darti tutto il mio sostegno. Io non sono uno che prega, non sono il ragazzo piagnucolone, ma per te, in questo momento, sto pregando e sto piangendo. Sai, probabilmente avrei bisogno di un’altra te che mi consoli perché sei andata via anche tu. Ma che cos’ha quest’ospedale? Perché non faccio altro che vedere tutti i miei più cari amici svanire nel nulla? Mi sorge il dubbio e la paura che un giorno, continuando a lavorare qui, possa capitare anche a me di scomparire improvvisamente. Ma almeno so che dall’altro lato ci sono ad aspettarmi amici come te, e ammettiamolo, anche come George. Ciao Lexie, un giorno sono sicuro che ci rivedremo.
 
 (April Kepner)
Non siamo mai state grandi amiche. Ammetto che non abbiamo avuto il piacere di conoscerci meglio, eravamo entrambe prevenute nei confronti dell’altra. Ma una cosa non posso negarla: eri davvero un’ottima coinquilina. Abbiamo litigato poco in casa, almeno per quello che ricordo, forse la più grande discussione fu quella in seguito alla morte di Reed, quando io presi la stanza di Izzie che tu ritenevi spettasse a te. Sai, avevi ragione e mi dispiace di aver provato a rubartela. Ma credo di averti portato via anche altro, cioè, ciò che ho preso non era proprio tuo, però lo è stato, e… ok, mi sto dilungando troppo come al solito. Credo di essermi innamorata di Jackson, e spero tu sia felice per noi, spero che in qualche modo tu possa esserne contenta; so che ci tenevi a lui e che volevi che lui fosse felice. Beh, con me lo è, io non lo farei mai soffrire. Tutto sommato, forse, avremmo potuto provare ad avvicinarci di più, magari saremmo potute diventare ottime amiche. Comunque addio Lexie, spero che ovunque tu sia, tu possa stare bene.
 
 
 (Callie Torres)
Sei stata la ragazza che mi ha portato via il mio migliore amico. No, dai, sto scherzando, anzi, grazie a te Mark ha scoperto cosa significasse amare (cioè non solo ciò che era abituato a fare a letto), gli hai sconvolto la vita, in positivo ovviamente, hai fatto in modo che trovasse la sua anima gemella. È vero, non hai accettato subito l’idea che potesse avere una bambina con me e Arizona, ma poi ti ci sei abituata, hai compreso che per lui era davvero una cosa importante, hai messo da parte l’orgoglio e sei riuscita di nuovo a dirgli che l’amavi. Mark mi ha detto, dopo essersi risvegliato la prima volta, come tu non riuscissi a credere che le sue parole d’amore fossero sincere, solo perché pronunciate in un momento critico. Lexie, Mark ti amava più di ogni altra cosa al mondo, non sarebbe riuscito a starti lontano per più di un giorno, aveva bisogno di te come un neonato ha bisogno della propria mamma. L’unico motivo per il quale non rispose subito alle  parole “ti amo” da te pronunciate quella sera fuori l’ospedale era rappresentato dalla sua paura di poter soffrire ancora e dal dispiacere che provava per Julie, per averla illusa che tra loro potesse essere amore. Un saluto Lexie, ah, e comunque Mark appena è tornato ha lasciato Julie.
 
 (Lexie Grey)
Cavolo! Le loro parole mi commuovono, anche se molte di loro sono dettate solo dal triste lutto, e magari non sono del tutto sincere. Mark, in vita ti ho amato come non mi è mai capitato prima; anche quando non c’eri potevo sentire il tuo profumo, la tua voce, le tue parole, le tue risate rimbombarmi nella mente, riempendola completamente, facendomi sentire come se al mondo non avessi bisogno d’altro. Avrei voluto sposarti, essere accompagnata all’altare da mio padre, avere dei bambini da te, che potessero giocare con Zola e Sofia. Purtroppo non sarà più possibile, e resterà per sempre solo una dolce illusione, un’utopia, un sogno . . . d’altronde qual è la differenza tra sogno e realtà, quando vivi un sogno dal quale non puoi risvegliarti? È la consapevolezza che ciò che viviamo non sia reale che ce ne fa capire le diversità. Tuttavia Mark, se tu ora potessi essere qui con me, potremmo amarci e viverci, respirare solo il profumo dell’altro, assaggiare solo il sapore delle nostre labbra, toccare solo la morbidezza della nostra pelle, udire solo il suono delle nostre risate e dei nostri pianti di gioia per esserci ricongiunti. Ma sarebbe egoistico da parte mia portarti via con me quando ci sono molte persone che hanno bisogno di te, che necessitano anche solo che tu sia vivo. Non puoi far questo loro, devi lottare, devi resistere, perché so con certezza che un giorno ci potremmo riunire, potremmo stare finalmente insieme. Ma quel giorno non è oggi, e tranquillo, io sono disposta ad aspettare per sempre. Meredith, eri tutto ciò che avevo, eri una guida per me, la mia confidente, la mia tutto: eri semplicemente la mia sorellona. Non devi preoccuparti per me, io starò bene e starai bene anche tu, perché, a differenza mia, tu non sei sola: tu hai Derek, Zola, Cristina… tu continuerai la tua vita, magari non più come prima, ma questo non significa che sarà meno bella. Ti chiedo solo una cosa: non dimenticarmi mai, portami sempre nel tuo cuore, non chiedo altro.
  
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