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Autore: _Stayweird_    28/04/2013    2 recensioni
'Sei chiara come un'alba,fresca come l'aria.
Diventi rossa se qualcuno ti guarda,e sei fantastica quando sei assorta nei tuoi problemi,nei tuoi pensieri'
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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La campanella dell'inizio della ricreazione suonava.
Mi guardavo intorno,cercando gli sguardi di chad e michael.



Come ogni mattina,scendevamo giù nel cortile,e come ogni mattina,ci sedevamo sul muretto a fumare qualche sigaretta.
Parlavamo del più e del meno,il mio sguardo,inevitabilmente,cadeva su una ragazza che stava pochi metri più in là.
Ogni mattina,alla solita ora,la notavo lì,sola,assorta nei suoi pensieri,con un volto,uno sguardo dolce e ingenuo.
Mentre i miei amici,finivano di fumare l'ennesima sigaretta,avevo l'abitudine di fischiettare una canzone,sempre la stessa.
E rimanevo lì,fermo,a osservare quella strana e solitaria ragazza.

No,non era particolarmente bella,ma aveva quel fascio di  misteriosità che mi aveva portato a provare sempre un certo interesse nei suoi confronti,ma mai,quel coraggio che mi avrebbe portato a lei.
Mi limitavo così,a scrutare ogni suo più piccolo movimento o gesto,ogni suo più piccolo sguardo,ogni suo più piccolo particolare.
Non sono mai riuscito ad esprimere il mio interesse per quella ragazza.
Lei mangiava il suo panino,e io fischiettavo la mia canzone.


Era strano,si,come una ragazza tanto semplice,e mai conosciuta prima,riuscisse a catturare la mia attenzione in quel modo.
Altrettanto strana,era la mia voglia di conoscerla,e quella di non conoscerla.

Una mattina,apparentemente come tutte le altre,alla solita ora,scesi con i miei amici,sul solito muretto,con le solite sigarette,e la solita canzone.
E lei era sempre lì,questa volta con un libro in una mano,e una mela nell'altra.
Quella,fu la prima mattina,in cui fui io,a catturare il suo sguardo,la sua attenzione sempre voluta ma mai ottenuta.
Continuai a fischiettare la mia canzone.
Per la prima volta,riuscì a osservare davvero,i suoi occhi.
Sapete quando si dice che gli occhi raccontano tutto,no?
Ecco. I suoi erano esattamente così.
Così sinceri,così trasparenti,da poter lasciare ad una qualsiasi persona,di vedere e valutare i suoi pensieri.
Vidi le sue guance arrossire,le sue labbra curvarsi in un timido sorriso,e i suoi occhi abbassarsi di colpo,intimiditi dal mio sguardo posto su di lei.
Sorrisi anche io.
Sembrava,o forse lo era davvero,così fragile,ingenua.
Lei era pura,trasparente.
Proprio come l'acqua.
Lei era ciò che di più si avvicinava ad un angelo.
Sola,persa nei suoi pensieri,timida,insicura,semplice,piccola.

Me ne tornai ancora una volta in classe,con la consapevolezza,che non avrei mai trovato il coraggio,ne di parlarle,ne di sfiorarla,ne tantomeno,di renderla mia.

Lei era un angelo.

*****



Sono passati otto anni,da quando l'ho vista l'ultima volta.
Da quell'ultimo giorno di scuola,da quell'ultima ricreazione.
Eppure,anche dopo otto anni,il rimpianto di non essere stato in grado neanche soltanto,di avvicinarmi a lei,continuava a persistere.

Ma proprio qualche giorno fa,tornando dal lavoro,ero in metro.
Nella calca dell'ora di punta a diversi metri da me, ma con almeno dieci persone che ci separavano, mi è sembrato di riconoscerla di spalle. Sarei sceso alla fermata dopo, volevo capire se era lei, volevo provare, ora che ero cresciuto ed ero più sicuro di me, ad attaccare quel bottone che nei cinque anni di "immaturità" non ero riuscito ad attaccare. Ma non sapevo come fare... così, tra le facce stanche del lunedì sera, mi sono messo a fischiettare quel vecchio motivo. Racchiusi nelle proprie preoccupazioni nessuno si è voltato, tranne lei. Ha girato velocemente la testa cercando di capire da dove arrivasse quel suono, quel motivetto che sembrava non aver mai ascoltato e che invece per cinque anni era stata la colonna sonora della sua ricreazione, puntuale ogni giorno a pochi metri da me. Mi sono fatto largo tra la folla e passandole accanto... sono sceso. La mia fermata era arrivata. Quel treno era passato tanti anni fa ed io non lo avevo preso. Mentre la metro riparte lei mi guarda e sorride.

Quel sorriso me lo porto dietro,tenendomelo stretto.
Così attaccato,così 'innamorato' di qualcosa che non mi è mai appartenuto,qualcosa che non è mai stata mia.



Allora,diciamo che è una (a mio parere) delle 'storie' più belle che ho scritto (grammaticalmente e strutturalmente intendo) ma è quella che mi convince meno..però vabè.
Io l'ho pubblicata,quesot sito è fatto apposta..quindi ci ho provato :))
ccciao babees
  
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