kay, io ho seriamente scritto questa cosa. *rotola* Nata da uno sclero arrandom, davvero, perdonate l'eventuale OCC dei personaggi.
Dedicata A TE, persona pessima che mi fai scrivere queste cose. A te che avrò dedicato già settordici fic. A te che sei, semplicemente se-...No. Okay, la pianto.
Sono l'unica che ogni volta che scrive una cosa sente il bisogno di sotterrarsi?

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Essere una nazione

Diventare una nazione; questo il sogno di Peter.
Non ricchezza, né gloria né potere, come quelli che potrebbero essere i desideri di un uomo.
Non un giocattolo particolare, né incontrare il proprio idolo, come quelli che potrebbero essere i desideri di un bambino.
Tutto ciò che chiedeva Sealand era diventare una nazione, una nazione al pari delle altre, non superiore né inferiore come livello. Credeva nel suo sogno e non ci avrebbe mai rinunciato, per nulla al mondo, eppure era così difficile partecipare ai meeting di America, era così difficile farsi accettare dagli altri.
Anche quel giorno, mentre il mondo era riunito per risolvere la crisi finanziaria mondiale, Peter e il suo gruppo di amici erano costretti a rimanere fuori, in attesa.
-         Che idioti, io saprei come risolvere la crisi! –
La piccola Wy borbottò incrociando le braccia al petto indignata per l’ennesimo rifiuto di Australia nel permetterle di partecipare al meeting.
-         Tsk, vorrei sapere cosa dà loro il diritto di trattarci in questa maniera! –
Ladonia, ancora più indignato, concordò con Wy guadagnandosi anche il consenso di Kugelmugel che annuì convinto.
-         VOI siete solo dei mocciosi. Quello che non capisco è perché vietino A ME di partecipare. America mi sentirà stavolta! –
-         Dai Molossia, non prendertela! Andrà meglio la prossima volta! –
Il piccolo Peter, forse il più ottimista della combriccola, fece oscillare i piedi avanti e indietro, trovandoli più interessanti della conversazione, e saltò giù dalla sedia.
-         Su, andiamo a prendere un gelato! Hahaha! –
-         Quanto sei infantile, Sealand… Facciamo una cosa veloce, ho un dipinto da finire a casa! –
-         Perché quelli che fai hai il coraggio di chiamarli “dipinti”? –
Kugelmugel sghignazzò e Wy gli lanciò un’occhiata infuocata, prima di voltarsi fingendo di non aver sentito. Era superiore a queste cose, lei.
Così le cinque micronazioni, tra frecciatine e discussioni, si avviarono all’uscita dell’enorme palazzo in cui si stava svolgendo il meeting. Davanti alle porte automatiche però, scorsero una strana figura intenta ad armeggiare con un pallone da calcio. Portava i capelli corti, quasi rasati, aveva la pelle scura e una corporatura considerevole coperta da una canotta gialla e dei pantaloncini bianchi.
-         Cameroon! –
Peter lo chiamò correndo nella sua direzione e ricevendo in cambio un sorriso cordiale. Gli altri quattro amici sbuffarono all’unisono; chissà quando avrebbero potuto prendere il gelato, ora. Quanto Peter era con Cameroon si dimenticava totalmente di loro, era snervante, perciò convennero fosse meglio svignarsela.
-         Heilà, Sealand! –
-         Che ci fai qui? Non dovresti essere dentro? –
Cameroon fece spallucce.
-         A nessuno interessa conoscere il parere di una nazione Africana… Ritengono che non siamo persone “adatte” per parlare di crisi finanziara. –
-         Mi dispiace molto… -
In quei momenti Sealand rifletteva sul suo sogno.
Bastava davvero essere semplicemente una nazione?
Cameroon gli aveva insegnato che questo non sarebbe mai bastato.
Come il mondo era popolato da tante persone diverse, anche le nazioni erano dissimili tra loro e non sarebbe bastata né una costituzione basata sui diritti né la globalizzazione mondiale ad attenuare queste divergenze. C’era chi comandava, chi sottostava, chi veniva ignorato, chi urlava e per questo veniva ascoltato.
Nonostante la differenza di altezza, la nazione africana non era tanto più grande di lui.
Eppure, a volte pensava Peter, eppure ne aveva passate già così tante, sembrava già così maturo. Più di tutte le nazioni europee messe assieme, più di America, più di Cina, più di tutti.
-         Nah, non preoccuparti, si sa come vanno le cose! Piuttosto, ti va di fare due tiri? E’ noioso giocare da soli! –
-         C-Certo! Sta pronto, eh! Arriva il bolide! Hahaha! –
Come previsto, Sealand dimenticò completamente i suoi amici e passò il pomeriggio a giocare a calcio con Cameroon finchè non caddero a terra, completamente sfiniti.
-         Ehi, sei migliorato! –
-         Mai sentito parlare di Holly&Banji, Inazuma Eleven, Wild Striker*? –
-         Quei cartoni animati di Giappone…? –
-         Esatto! Tu somigli proprio a Rodrigo*, ma lui è brasiliano! In realtà… In realtà penso che… -
-         Mhm? Cosa? –
-         Oh, no, n-niente… Cameroon… -
-         Su, coraggio, dimmi! –
-         Ti va di andare a prendere un gelato? –
Per un attimo cadde un silenzio imbarazzante rotto subito dopo dalla risata di Cameroon e dal conseguente sorriso di Sealand.
-         Certamente! –
-         Ok! Andiamo! –
Il più piccolo prese per mano il ragazzo africano, felice come una pasqua, e lo trascinò in gelateria.
Peter pensò allora che forse non era poi così male non essere ammesso ai meeting.


#I comizi di zia AlfiaH
Ebbeh, che dire? La CameroonXSealand è OTP. (?) Perchè un giorno andrò in Sealand a cercare un abitante Cameroonese (?)
Sto delirando, perdonatemi.
Alla prossima <3