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Autore: radioactive    29/04/2013    3 recensioni
«Selamat pagi» sussurrò lo stregone in quella lingua antica che sulle sue labbra sembrava una qualche formula che regalava felicità eterna, Alec rabbrividì appena pensando a tutte le volte che gli aveva parlato in quell’idioma sconosciuto, lontano dal latino e dal greco – mugugnò in risposta qualcosa di vagamente simile al “buongiorno”.
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Niente da aggiungere, in realtà.
Sempre quei piccoli momenti Malec che a me piacciono tanto. ♡
A Sick.
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Sorpresa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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A Sick (so che volevi tutto ciò, lo so)

che la forza sia con te.

 

 

Soles occidere et redire possunt

 

«Il sole può tramontare e sorgere»

 - Catullo, carmen 5, v. 4

 

 

 

I polpastrelli dell’indice e del medio correvano lentamente sulla gote di Alexander, con un’urgenza che sapeva di amore e di pop-corn al cioccolato mangiati la sera prima davanti a Harry Potter e la pietra filosofale, perché per qualche motivo al cacciatore piaceva molto quella saga, e Magnus non sapeva spiegarsene il motivo come non avrebbe mai resistito davanti a quegli occhi blu.

La stanza odorava di loro e delle notti insieme, a fare l’amore o a dormire non era importante, perché dentro quelle quattro mura dai colori improponibili (il Nephilim era riuscito quasi miracolosamente a togliere l’animalier dalla camera da letto) c’erano solo loro due e ci sono sempre stati solo loro due. Sorrise quando Alec si mosse appena, mettendosi a pancia in su da girato verso Magnus che era, si coprì uno sbadiglio con una mano che scivolò poi sugli occhi e giù sul cuscino, appoggiata mollemente sulla federa.

«Selamat pagi» sussurrò lo stregone in quella lingua antica che sulle sue labbra sembrava una qualche formula che regalava felicità eterna, Alec rabbrividì appena pensando a tutte le volte che gli aveva parlato in quell’idioma sconosciuto, lontano dal latino e dal greco – mugugnò in risposta qualcosa di vagamente simile al “buongiorno”.

Il materasso non produsse alcun rumore sotto il corpo di Magnus che si metteva a sedere e poi si alzava in piedi, senza fretta recuperò la vestaglia di seta blu e se la legò in vita, «Vado a prepararti il caffè, tu non ti riaddormentare» lo ammonì, camminando silenziosamente fino alla porta, si fermò appoggiandosi allo stipite di questa, «ah!» l’esclamazione era quella di qualcuno che si era appena ricordato qualcosa, Alec si appoggiò sui gomiti e alzò un sopraciglio, aspettava che Magnus continuasse a parlare, i capelli corvini un disastro «… è il nostro anniversario».

Il Nephilim sorrise tranquillo, «Sarebbe anche il compleanno di Presidente Miao» la voce impastata dal sonno aveva qualcosa di malinconico, come se il Cacciatore si fosse ubriacato di un drink fatto di lacrime e vodka – aveva letto un libro dove c’era scritto una cosa del genere, ricordava.

Magnus, in tutta risposta alzò le spalle e si passò una mano tra i capelli corti – con l’età aveva deciso di tagliarseli, «E’ morto da cinque anni, Alec – va bene così» e sparì giù per le scale.

Alec si lasciò cadere sul materasso, passandosi ancora una volta la mano sul viso, riusciva a immaginarsi le poche rughe che gli solcavano la pelle sulla fronte e intorno agli occhi, talvolta attorno alle labbra quando sorrideva – immaginò quelle di Magnus, così espressive da farlo sciogliere, così belle che gli donavano come un abito fatto su misura, gli davano un’aria antica e solenne.

«Trentasette anni» mormorò più a sé stesso che alle pareti, «non avrei mai pensato di poter vivere così a lungo».

 

 

 

Note d’Autrice perché tutto è malec e tutto fa male A volte ritornano

 

Non ho molto da dire, perché è tutto scritto qui sopra.

Se siete arrivati fino alla fine, bravi. Se avete capito ciò che è successo, bravi alla seconda.

Non è uscito esattamente come volevo, ma un po’ si è avvicinata.

L’idea era quella di fare qualcosa con Magnus è Alec sulla quarantina, ma senza dirlo esplicitamente.. usando la tecnica del “ommiodio Presidente è morto”, perché Presidente è un povero gattino mondano ;w; e prima o poi doveva accadere. Ma non fa niente. E questo perché? Perché c’è troppo angst nel mondo (niente contro l’angst, sia chiaro, io lo amo! e amo voi che ne scrivete a palate ;w; - il fluff è il fluff) e nel mio posto felice (se vi siete immaginati uno scoiattolo fatto di funghetti allucinogeni allora sapete di chi sto parlando) loro invecchiano assieme, e sto completamente ignorando la mente malata della Cassie.

Un piccolo appunto sul titolo: non è scelto a caso, lol. Nella poesia di Catullo il sole è visto come metafora delle giornate, ma in modo molto più “brillante”, una vita degna di essere vissuta. In realtà andrebbe spiegato meglio, ma sono un po’ pigra e quindi faccio il minimo indispensabile, vogliate perdonarmi ~

Il libro citato nella flash-fic è La meccanica del cuore, un piccolo capolavoro che amo in modo assoluto, è a dir poco sublime: lo consiglio vivamente (:

I conti non sono il mio forte, neanche quelli semplici (sono un po’ sbadata ;_;) ma dovrebbero essere giusti, facendo una ricerca in giro ci sono gatti che muoiono a ventisei anni – e ho supposto che Presidente avesse grossomodo quell’età.

Detto ciò, vi saluto.

 

scots

   
 
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