A pensare che la prima volta che aveva visto il Diavolo veste Prada l’aveva
trovata una commediola sciocca priva del minimo spessore. Irrealistica l’aveva
definita mentre pescava i popcorn dal sacchetto, nessuna sarebbe stata
tanto idiota da farsi trattare come una schiava per un posto di lavoro.
Le ultima parole famose che nessuno, fortunatamente, aveva avuto cuore di
rinfacciarle.
Nonostante la scatola di cerotti che consumava quasi giornalmente, le caviglie
gonfie di una donna incinta al nono mese
e le occhiaie come carte geografiche.
Perché andiamo forse lei non era Anne Hathaway, ma
quello per cui lavorava era Tony Stark e sicuramente
era più impegnativo di dieci Miranda Priestly messe
assieme.
Stark Tower
-Allora Noelle questa o questa?-
Noelle Andrea Moore, venticinque anni appena compiuti,
sorrise inebetita - Prego?-
Erano le cinque del mattino, al momento, sapeva a malapena il suo nome e come
era arrivata a star seduta sul bordo del letto del suo neo datore di lavoro.
-Noelle lo sai che non amo ripetermi…-la rimbrottò
Tony -…Questa o questa?-
Tony Stark, genio, miliardario,playboy e filantropo
reggeva per le grucce due giacche da completo di un blu perfettamente identico.
Noelle si stropicciò gli occhi con una mano, battè le ciglia più volte, ma non riuscì a trovare la
minima differenza fra i due capi.
-Sono…- sussurrò -…Sono uguali.-
Stark fece
schioccare le labbra in segno di disapprovazione - Moore sei daltonica? Questa
è chiaramente un blu 330099 mentre
questa è un blu 333399.-
Noelle ebbe la nettissima sensazione che la sua
mascella inferiore fosse sul punto di schiodarsi di botto da quella superiore. Un mese prima,
quando la signorina Potts aveva convalidato il suo
contratto di prova con la Stark Industries l’aveva avvertita che il principale era anche
più particolare di quanto si sapesse in giro grazie ai giornali, ma Dio e tutti
i Santi le erano testimoni che non si aspettava di certo di ritrovarsi ad avere
a che fare con un simile pazzo.
-Signor Stark potrebbe usare nomi e non codici html?- pigolò.
-Una è blu Oltre mare e una è blu di Prussia.-
-Sempre blu sono.-
-No! Altrimenti si sarebbero chiamate allo stesso modo.-
Noelle provò l’istinto di appallottolarsi sul
pavimento e piangere tutte le sue lacrime - La blu di Prussia?- provo
timidamente accennando alla giacca che Tony reggeva nella mano sinistra. L’uomo
ruotò il polso per rivolgerla verso di sé, la guardò per un lungo momento, dal
basso verso l’alto poi da sinistra a destra e alla fine annuì buttandola fra le
braccia della ragazza.
-Ora i pantaloni.-
-Mi sta prendendo in giro, vero?-
-Noelle se ti stessi prendendo in giro ti avrei
accolto con le mie mutande “Gli scenziati lo
fanno meglio” o proprio senza mutande.-
La ragazza, nemmeno per un secondo, dubitò che avrebbe potuto farlo sul serio.
-I jeans?- propose accennando alla sfilza di jeans che riusciva ad intravedere
dalle ante dell’armadio lasciate aperte.
-Con un giacca Cavalli?-
-Brad Pitt lo fa.-
Tony le lanciò uno sguardo poco convinto, poi annuì.
-SIGNOR STARK NON SI ABBASSI I PANTALONI DI FRONTE A
ME!-
-.-.-.-.-.-
-Giornata pesante Elle?-
Noelle era appoggiata di faccia sul tavolo della
cucina, le braccia lungo i fianchi e i capelli sparsi attorno al capo come una nuvoletta scura. -Da
cosa lo deduci Happy?-
-Dalle tue urla disumane, dal tuo correre fuori dalla stanza di Tony
urlando e dal fatto che lui ti abbia
inseguita in mutande.-
-Voleva sapere se i boxer che indossava andavano bene con la camicia.-
-Tony è un bambinone si diverte con poco.-
-La mia sanità mentale non è poco.-
Happy abbozzò una risata mentre si
voltava verso Tony. Era fermo di fronte alle
porte a specchio dell’ascensore e stava cercando di farsi il nodo alla cravatta
da solo.
-Dici che devo allacciargli anche le scarpe?-
Happy si strinse nelle spalle , ma non fece a tempo a rispondere che Tony girò
su sé stesso e andò verso di loro - Noelle.-
La ragazza si alzò con uno sbuffo - L’aereo della signorina Potts
arriva alle otto.- alzò il colletto della camicia di Tony , sistemò la cravatta
e poi lo riabbassò - Mi sono permessa di ordinare a suo nome un mazzo di dodici
rosse, la signorina li riceverà appena scesa dall’aereo.-
Tony accennò ad un sorriso -Grazie.-
- Ah… Ha chiamato l’Agente Hill.-
Noelle, sentì
il mento di Tony fremere mentre
faceva passare la mano fra il primo nodo
che aveva creato e la sua gola - Devo…-
-Dirle che sono morto? Sì,
grazie.-
Noelle
spalancò gli occhi. Erano passati due mesi dai fatti di New York, Iron man non aveva più solcato i cieli , e la gente si
chiedeva se l’eccentrico miliardario che gli aveva dato vita si fosse stancato
di vestire i panni del supereroe.
- Va bene.- annuì .
-Ti ringrazio.-
-.-.-.-.-.-
SHIELD.
-Stark si fa ancora negare?-
Hill annuì e Fury riportò immediatamente l’intenzione
al fagotto fra le braccia di Thor.
Il dio del tuono emise un lieve sospiro scostando
finalmente le fasce e facendo spuntare una minuscola faccina di un azzurro
particolare che si mosse verso i due umani .
Era un neonato paffutello con la pelle azzurra e gli occhi arancioni.
-Che diavolo!?-esclamò Hill.
-Cos’è quello?- le fece eco Fury
facendo un passo indietro.
Thor sorrise nonostante le ferite e i lividi che gli coprivano il viso - E’ Loki.-
FINE CAPITOLO.
Che ne dite? Vi va il seguito?