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Autore: Amaimon    29/04/2013    11 recensioni
La canzone è ispirata a '' L'Assasymphonie- Mozart Opera Rock ''.
La storia parla di un nobile francese, Pierre Bonnefoy e di un nobile inglese, Oliver Kirkland.
Da un lato vi è un attore drammaturgo illuso e dall'altra un pasticcere londinese.
Vi sono lievi accenni UsUk, ma molto sottintesi.
Genere: Angst, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: 2p!Hetalia, Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
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  • Piccola nota: Ascoltate '' Assasymphonie- Mozart Opera Rock '' mentre leggete, rende meglio. 

♫♪ Assasymphonie  ♫♪

 

♫♪ Cette nuit 
Intenable insomnie 
La folie me guette 
Je suis ce que je fuis ♫ ♪
 
Si chiama Pierre Bonnefoy, un nobile francese, dall'aspetto di un barbone alcoolizzato.
Un famoso attore nella città Parigina, un attore di teatro, che gira il mondo cantando e danzando le proprie opere e infine, vi è anche Oliver Kirkland, un inglese dal dubbio aspetto, quasi femmineo, dai tratti somatici molto delicati, quanto particolari, col sogno di voler aprire una pasticceria nel centro di Londra. A differenza del francese, che possiede una chioma biondo cenere abbastanza lunga e una barba colta, con le iridi color ametista, l'inglese è il suo opposto. Possiede due gioielli azzurri al posto degli occhi, la sua carnagione è chiara, i suoi capelli sono di un biondo, rossiccio ed è pieno di lentiggini su tutto il corpo.
I due sono migliori amici sin da bambini, quando si son conosciuti per caso in un viaggio per la Manica. 
Pierre aveva solo dieci anni, mentre Oliver appena otto.
All'inizio i due non si parlavano, al massimo qualche occhiataccia da parte del francese che si sentiva perseguitato dagli sguardi di quel bambino fin troppo curioso che lo fissava da lontano.
Ma non si videro per almeno due giorni, però, una volta arrivati ambedue a destinazione, il fato, il destino o meglio chiamatosi, la fortuna, ma no quella che intendiamo noi al giorno d'oggi, ma la fortuna nel termine rinascimentale, volle farli rincontrare in una spiaggia desolata, di fronte lo stretto della Manica. 
Pierre non era il tipico bambino solare e simpatico, come il fratello gemello Françis, bensì tutto il contrario. Era apatico, asociale e solitario, infatti non possedeva nessun amico se no se stesso.
Però, Oliver gli si avvicinò, notando quanto fosse solo e triste, rivolgendogli un semplice saluto.
Da lì iniziò la loro amicizia che la portarono avanti fino ai giorni d'oggi, agevolata dal fatto che le due famiglie si erano trasferite lì vicino, in due enormi residenze separate, ma vicine.
 
♫ ♪ Je subis 
Cette cacophonie 
Qui me scie la tête 
Assommante harmonie 
 
Elle me dit 
Tu paieras tes délits 
Quoi qu'il advienne 
On traîne ses chaînes 
Ses peines ♫ ♪
 
 
-Oliver, sai. 
Ho preso una decisione.- Disse il francese guardando il suo amico, che era seduto accanto a lui, sul divano cucito con stoffe persiane e indiane, mentre fumava un sigaro proveniente dalla Cina. 
- What dear? ~ - Oliver posò il libro di Romeo e Giulietta di Shakespeare, uno dei suoi preferiti, guardando con un dolce sorriso l'amico.
- M'iscrivo a teatro. Voglio fare l'attore. 
Porterò al successo la mia famiglia, rendendola più potente e ricca di quanto ora non lo sia! - Si alzò in piedi, sorridente. Era raro che egli sorridesse, ma quella volta era così convinto di farcela. Sapeva che se avesse preso gli studi giuridici, come il padre , avrebbe fallito amaramente e poi lui, insieme al suo gemello Françis, avevano un dono in comune. Da un lato vi era Pierre, attore drammaturgo dall'altro Françis, più portato per le commedie, ma tutti e due col dono della parola, dell'espressione facciale, del saper cantare, del saper ballare, ma sopratutto del saper recitare. 
- Mhm? Io penso che aprirò un negozio di dolci a Londra, mi manca casa mia. - Oliver fu schietto. Sapeva cucinare divinamente, Pierre pensava che il suo era un dono celeste, che egli possedesse le mani del loro tanto amato Dio, ma tutto ciò erano solo pensieri del francese. 
- Quando sarò famoso mi verrai a vedere Oliver? - Era un addio.
Decidendo quella strada il francese sapeva che non l'avrebbe più rivisto, se pur a malincuore. La vita da teatro comporta enormi sacrifici e Pierre ne era consapevole, ma anche Oliver sapeva che se fosse partito ora per Londra, per realizzare il suo sogno nel cassetto, non avrebbe mantenuto più il suo rapporto d'amicizia profonda con il francese. 
L'inglese si girò, accarezzando il volto di Pierre, guardandolo dritto negli occhi, quegli occhi che tanto amava e bramava, color ametista, così rari, così pieni di lussuria, ma allo stesso tempo puri e innocenti. 
- Verrò a vederti ogni volta che sarà possibile Pierre. - Si diedero un abbraccio e da quel giorno non si videro quasi più. Quasi perché capitava che ogni tanto s'incontravano per strada e parlavano per qualche minuto oppure, dopo che il francese era stato accettato alla scuola di recitazione e dopo arduo lavoro aveva superato tutti gli esami, sia orali, che pratici, aveva iniziato a girare per la Francia e l'Inghilterra e quando aveva l'occasione si fermava per parlare un po' con il suo amico d'infanzia e fu una sera di quelle a ingannare il cuore ancora puro del francese.
I due, dopo  aver parlato per ore intere, dentro la stanza d'albergo di Pierre, finirono per toccare un punto dolente per entrambi. Sapevano che in loro c'era un'intesa, c'era più che una semplice amicizia, ma nessuno dei due aveva mai avuto il coraggio di farsi avanti per primo, ma quella sera, senza dir una parola in più, Pierre si avvicinò a Oliver baciandolo delicatamente sulle labbra, prima una volta, poi una seconda, una terza e così via. I due cominciarono a spogliarsi, senza parlare, guardandosi complici e sapendo in che guai sarebbero finiti se li avessero scoperti, ma poco importava in quel momento. Per ora esistevano solo loro due al mondo e la voglia di soddisfare i loro bisogni più primitivi, saziando il loro amore. 
Fecero l'amore quella notte, ma al risveglio, Pierre trovò la stanza vuota e fredda, con solo un biglietto sul comodino con su scritto '' I'm sorry Pierre, but I can't love you, because I love an other guy. '' Il biglietto su cui era scritto questa pugnalata al cuore profumava di rose e la carta era umida, probabilmente per le lacrime versate dall'inglese mentre lo scriveva. 
Passò un mese pieno. In quell'arco di tempo Pierre si era dato alla prostituzione e all'alcool, rovinandosi per la disperazione e trattando male chiunque cercasse di destarlo da quei suoi vizi, ma fu grazie a ciò che scrisse una delle sue opere più importanti adesso, l'Assasymphonie. 
Nessuno sapeva a chi fosse dedicata, ma in cuor suo Pierre lo sapeva.
Vi era la sua prima a Londra e puntualmente Oliver si trovava tra i primi posti come era abituato a fare, ma questa volta, insieme a lui, vi era un ragazzo, un po' più giovane, dal bell'aspetto e dallo stemma che portava sull'anello, probabilmente apparteneva a qualche famiglia americana importante. 
Quella sera Pierre sarebbe stato il protagonista della sua stessa opera. 
Ormai erano quasi al finale, ed era la parte più importante, dove il ricco signore francese veniva tradito dalla donna amata, illudendolo e facendolo soffrire.
Vi era solo lui sul palco, che si muoveva da una punta all'altra, cantando e tenendo in mano un coltello, che all'inizio doveva essere finto, ma infine si rivelò di puro argento e tagliente. L'aveva scambiato prima di salire sul palco. 
 
♫♪ Je voue mes nuits 
A l'assasymphonie 
Aux requiems 
Tuant par dépit 
Ce que je sème 
Je voue mes nuits 
A l'assasymphonie 
Et aux blasphèmes 
J'avoue je maudis 
Tout ceux qui s'aiment ♫♪ 
 
Cantò queste parole con una voce roca, profonda e sofferente, quasi in lacrime, sporgendosi dal palco, in direzione di Oliver e fissandolo con due occhi pieni di odio e rancore. 
 
♫ ♪ L'ennemi 
Tapi dans mon esprit 
Fête mes défaites 
Sans répit il me défie 
 
Je renie 
La fatale hérésie 
Qui ronge mon être 
Je veux renaître 
Renaître! ♫ ♪
 
Quasi urlò l'ultima parole in preda ad una crisi, mentre tre ballerini entrarono in scena, con lo scopo di morire uno ad uno, ma ovviamente per finta, uccisi dal ricco signore francese, peccato che Pierre non fece finta di uccidere il primo ballerino, ma lo trafisse per davvero, lasciando il cadavere a terra, sanguinante. 
Ovviamente nessuno sospettava nulla, pensando che quello era soltanto sangue finto e che il ballerino non era morto davvero.
 
♫♪ Je voue mes nuits 
A l'assasymphonie 
Aux requiems 
Tuant par dépit 
Ce que je sème 
Je voue mes nuits 
A l'assasymphonie 
Et aux blasphèmes 
J'avoue je maudis 
Tout ceux qui s'aiment ♫♪
 
E di nuovo pronunciò il ritornello della canzone che stava cantando, buttandosi a terra e facendo finta di tagliarsi il polso, come a far credere che il signore voleva uccidersi, ma alzandosi, non vi era riuscito perché era troppo codardo. Avendo paura anche della morte stessa.
Si girò nuovamente verso Oliver, guardandolo con odio, incrociando il suo sguardo, attirando la sua attenzione e puntandogli contro il coltello, con fare teatrale, mentre un ghigno gli si stampava in viso.
 
♫♪ Pleurent les violons de ma vie 
La violence de mes envies 
Siphonnée symphonie 
 
Déconcertant concerto 
Je joue sans toucher le DO 
Mon talent sonne faux 
 
Je noie mon ennuie 
Dans la mélomanie 
Je tue mes phobies 
Dans la désharmonie ♫♪
 
 
E mentre cantava l'ultima strofa, uccise anche gli ultime due ballerini, senza destar alcune attenzione dal retroscena, che pensava che fosse tutto normale, non potendo immaginare che quel sangue era vero, che Pierre li avesse uccisi veramente.
Adesso mancava soltanto l'ultimo ritornello e l'opera si sarebbe conclusa.
L'idea iniziale era quella di suicidarsi sul palco, far morire il signore, ma preferì fuoriuscire dalla sua stessa opera e scendere dal palco, sporco di sangue, impugnando quel coltello argenteo, andando verso il pubblico, ma no da una persona qualcuno, bensì da Oliver, che lo guardava felice, con quel suo sorriso che tanto amava, quanto odiava, tenendo per mano quel ragazzo.
 
 
♫♪ Je voue mes nuits 
A l'assasymphonie 
Aux requiems 
Tuant par dépit 
Ce que je sème 
Je voue mes nuits 
A l'assasymphonie 
Et aux blasphèmes 
J'avoue je maudis 
Tout ceux qui s'aiment ♫♪ 
 
Sussurrò vicinissimo all'inglese e solo lì, Oliver, capì che era riferita a lui quell'opera, che quei ballerini erano veramente morti perché inermi sul palco, nemmeno respiravano, che quel sangue fosse tutto vero e che quel coltello fosse vero.
Non ebbe il tempo di difendersi, ne di dir parola, che vide la mano del francese avvicinarsi e stringergli le gote con la mano libera, mentre con quella che impugnava il coltello, con un colpo veloce, lo sgozzò, uccidendolo sul colpo, Pierre in mente, aveva voglia di uccidere anche il suo compagno, ma lui era innocente, era solo stato soggiogato dalla bellezza femminea di Oliver, non aveva colpe, se non quella di avergli rubato l'unica persona cara.
E tra le urla del pubblico e lo spavento, pronunciò cantando.
 
♫♪Je voue mes nuits 
A l'assasymphonie (l'assasymphonie) 
J'avoue je maudis 
Tout ceux qui s'aiment ♫♪
 
Uccidendosi pure lui poco dopo. 
Il protagonista in una tragedia muore sempre, gli hanno insegnato e la sua vita cosa è stata? Un'amara tragedia, piena di dolore, senza amore, vivendo nell'illusione con un tragico destino già segnato dalla fortuna, che un giorno ti è amica e l'altro ti pugnala.
 
- Staremo per sempre insieme adesso, vero Oliver? -
- Yes Pierre. -
- Mi amerai per sempre Oliver? -
- Yes Pierre. -
- Non lasciare mai la mia mano Oliver, stammi sempre vicino. -
 
- Yes Pierre. -

SPAZIO AUTRICE:
Ed ecco qui a voi un'altra mia one-shot FrUk 2P Au e_e 
Lo so vi sto rompendo le palle con questa coppia insieme la ItaUk e la UsUk, sempre 2!P :'' però li amo in chiave AU ~ Beh.. alla prossima!

 
  
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