Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
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Autore: Writer    18/11/2007    0 recensioni
"Penelope era una ragazza come le tante, sognava come le altre, anzi viveva di sogni perchè quello che vedeva non le piaceva, preferiva vivere della sua fantasia piuttosto che in quel mondo sregolato che non riconosceva o che forse non ha mai conosciuto." Questa storia ruota intorno a Penelope e ai Tokio Hotel,in particolare Georg e Gustav
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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"Ciao" A parlare era una ragazza con i capelli biondi, i grandi occhi marroni e un sorriso dolce, inconfondibile. -Perchè è qui?-..... "Posso entrare?" Un ragazzo dai capelli castani e lo sguardo malinconico la fece passare senza rispondere. "Sei sorpreso di vedermi?" Dopo tutto quello che era successo era sicuro che non l'avrebbe più vista. Basta poco per far allontanare due persone anche se magari provano sentimenti sinceri. La ragazza si era messa a giocherellare con delle chiavi sopra un tavolino di vetro... "Cosa fai qui?" chiese il ragazzo quasi sicuro che qualcosa sarebbe cambiato. "Sono venuta a trovarti" - sì è venuta per dirmi che le manco, ne sono certo, è venuta qui per me. Ora glielo dico anche io, sì tutto tornerà alla normalità- Il ragazzo stava per avvicinarsi a lei per abbracciarla, voleva sentire di nuovo il suo profumo ma la ragazza si girò di scatto interrompendo i suoi pensieri: "Senti, voglio proporti un'amicizia, dato che saremo costretti a vederci quasi tutti i giorni è inutile stare nella stessa stanza e non parlarci" Ecco questo proprio non se lo aspettava. "Amicizia è per questo che sei venuta fin qua??" "Sì Georg" "Non è un problema siamo persone adulte" L'orgoglio era a palare non di certo il suo cuore.




Erano già passati due giorni da quella visita inaspettatta e Georg ancora non si era ripreso.Aveva già accettato di perderla una volta ma due...due erano troppe. Aveva detto a tutti che stava male,non aveva voglia di vedere nessuno....-Non ci si può ridurre così per una femmina- pensava il ragazzo ogni volta che si ritrovava a fissare il vuoto. Basta aveva deciso si sarebbe comportato da uomo...




Ore 8.30 Il sole stava entrando con prepotenza attraverso una finestra a persiane aperte, andando a svegliare una ragazza stesa su un letto non ancora sfatto. Non si ricordava niente della sera prima. Si era addormentata completamente vestita, e le era rimasto addosso un'odore nauseante di fumo e alcool. Non appena provò ad alzarsi una fitta lancinante alla testa la bloccò -Se i miei mi vedessero in queste condizioni- ancora qualche pensiero andava a loro, nonostante fosse scappata di casa ormai da tempo e avesse fatto perdere completamente le sue tracce. Per rimediare a un post sbornia niente c'è di meglio di un caffè e un'aspirina così prima si diresse verso il bagno per lavarsi il viso. Vedendosi allo specchio si fece quasi pena. I suoi capelli biondi che la sera prima aveva accuratamente sistemato ora erano tutti arrufati,il trucco che aveva messo ormai era ridotto a qualche macchia sparsa qua e là e le sue guance erano attraversate dalla matita nera colata. Si soffermò su questo particolare,si accarezzò la guancia e pensò- Ma che ho pianto?- si sforzo di ricordare ma alla mente le sovvenivano solo immagini confuse, rinunciò subito, i ricordi della sera prima ormai erano persi. Una volta uscita dal bagno si diresse verso la cucina,era piccola ma comunque ordinata. I suoi movimenti erano lenti,d'altronde non aveva niente e nessuno che l'aspettasse, avrebbe cominciato solo il giorno successivo a lavorare come la commessa di un piccolo negozio di musica, finalmente un lavoro decente. Non fece in tempo a sedersi su una sedia che il telefono squillò. "Pronto." le uscì fuori una voce rauca. "Ehy Penelope!! t'ho svegliata?" una voce squillante le rimbombò nella testa,odiava il suo nome e comunque c'era sempre qualcuno pronto a ricordarglielo. "No Hellen.. che c'è?" "Non mi dire che ieri sera ti sei data alla pazza gioia di nuovo!!Posso sentire l'odore dell'alcool da qui!!" Un sorriso glielo strappava sempre. "Andiamo a fare colazione?

  
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