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Autore: Oneirox    30/04/2013    0 recensioni
Romano ed Esmeralda passano alcuni momenti di vita quotidiana tra l'angst ed il fluff. Pairing: Romano/Fem!Spagna.
Dedicata a Tobba, che ora sarà un po' meno disperata.
Genere: Angst, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: Gender Bender
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Era il tempo di sfoderare l'arma letale, l'asso nella manica che, come un'incantesimo, riusciva sempre a sciogliere l'algida aura che attorniava l'italiano, quando cercava di fare il duro, l'impassibile, insomma, l'uomo di casa. Non che ad Esmeralda dispiacesse osservare i tentativi di Romano di restare ferreo nelle sue decisioni: il modo in cui l'altro gonfiava lievemente le guance e si sforzava di mantenere un'espressione di cruda fermezza le strappava ogni volta un sorriso divertito. Ma non stavolta, non ora che l'ispanica vedeva le aspettative che per qualche settimana l'avevano animata e resa attiva, febbricitante di entusiasmo, spaccarsi davanti a lei, infrangersi contro il muro della terribile realtà. Una parete che, per quanto alta ed incombente, Esmeralda aveva imparato, negli anni, ad ignorare.

- Ti prego, Romano! - Cantilenò quindi la ragazza, afferrando la mano di Romano tra le proprie e fissandolo negli occhi, il contatto con le umide iridi di lei interrotto frequentemente da uno sbatter di ciglia innaturalmente veloce. Maledizione. Il pugno dell'italiano rimaneva teso e chiuso, il volto tirato e corrucciato. Stavolta, neppure il solito trucchetto aveva funzionato.

- Smettila, adesso. Non dipende da me, d'accordo? Siamo in una situazione di merda, è normale che abbiano bisogno di me. - Il tono era quello di sempre, svogliato, per niente convinto delle sue stesse parole. Lo stesso che Romano usava quando si rifiutava di accompagnarla ad un pomeriggio di shopping, o di presenziare ad un aperitivo tra amici. Quello di tutte le volte che, dopo qualche dolce parolina di Esmeralda, qualche preghiera cantilenata ed una manciata di occhiate mielose, vedeva l'italiano crollare per accontentare la fidanzata. Eppure, stavolta era diverso, e per quanto volesse ignorare la realtà, in fondo anche lei lo sapeva.

- Ma si tratta solo di un weekend, nulla di più. Non possono pretendere che lavori anche durante il finesettimana, è inconcepibile. - Piegò le labbra in un broncio e lasciò la mano di Romano, per incrociare le braccia al petto. Col rischio di sembrare una bambina capricciosa, aveva bisogno di quel weekend, di una breve pausa di relax e nuotate e lui, Romano, finalmente libero dalle preoccupazioni e dall'ansia di un paese in crisi profonda, sull'orlo del collasso. - Non è affato giusto. Me l'avevi promesso. -

L'italiano sospirò e scosse la testa, nessuna traccia del rossore che era solito tingergli le gote quando era ancora possibile fargli cambiare idea. Posò una mano sullo schermo del portatile che, ultimamente, portava sempre con sè, e lo chiuse. Se ciò diede un istante di sollievo ad Esmeralda, che aveva imparato, nei mesi, ad odiare il personal computer dell'italiano, sempre fonte di angoscia, di amarezza e di cattive notizie, lo sguardo che Romano le rivolse fu come una sottile lama nel petto, l'ultimo decisivo colpo che fece crollare il castello di speranze che si era costruita.

- Non fare la ragazzina, ora. Si tratta del mio futuro... Del nostro futuro. Sarebbe ora che anche tu abbandonassi le tue fantasie da dodicenne e cominciassi a capire quali sono le priorità, nella vita. -

Aveva già cambiato stanza, Romano, quando Esmeralda, avvilita ed abbattuta, si trovò a sussurrare al pavimento che all'inizio era per la sua fantasia, che l'italiano diceva di essersi innamorato di lei.

 

 

Le offese, gli equivoci, i momenti di incomprensione e le osservazioni scomode fanno parte di ogni rapporto umano, soprattutto dei più solidi. Esmeralda se n'era resa conto già all'inizio della sua relazione con Romano, quando le offese sibilate tra i denti ancora facevano male. Ma durante l'interminabile esistenza di una Nazione, la ragazza aveva imparato ad avere pazienza, ad aprire il proprio cuore all'inaspettato e sorridere al mondo, perchè il mondo trova sempre il modo di far ricredere, di dimostrare che vale sempre la pena di non perdere la speranza e provare fino allo sfinimento. Quando quel Venerdì sera l'ispanica era tornata nell'appartamento che condivideva con l'Italia del Sud, aveva già riposto nel profondo delle memorie l'amara discussione con Romano. Il tempo e la fatica della giornata l'avevano aiutata a scordare qualsiasi malumore, e il sollievo di essere arrivata a casa e di poter finalmente lasciare i tacchi all'ingresso le aveva già dipinto un nuovo, largo sorriso sul volto. Ma fu un urlo di gioia che le uscì dalle labbra, quando si ritrovò davanti il dono che il mondo le aveva riservato. Nel salotto solitamente spoglio e buio, una luce soffusa color verde acqua illuminava un tavolo rettangolare, nel quale Esmeralda riconobbe la scrivania di Romano, già apparecchiato per due persone, il vecchio giradischi riescumato dalla cantina diffondeva nella stanza le note di una melodia conosciuta, che sapeva di oceano e di balli e di notti insonni. Le fiamme delle candele, piazzate sui mobili, a terra e sui davanzali, emanavano una fresca fragranza marina, ma il calore che la Spagna sentiva riempirla non proveniva da esse, bensì da mani ruvide e famigliari posate con affezionata leggerezza sulle spalle scoperte della ragazza, da labbra morbide e tese di emozione quasi impercettibilmente appoggiate sulla sua nuca, da parole non pronunciate, come tutte quelle più importanti che Romano le aveva dedicato.

  
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