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Autore: leedskiss    30/04/2013    8 recensioni
‘Vorrei abituarmi a sentire la voce di un angelo, prima di raggiungerli lassù.’ Sussurrò Coleen prima di iniziare a piangere.
‘Andrà tutto bene.’
‘Fin quando sarai qui con me, il mio mondo non crollerà Hemmings, dovrai sopportarmi.’
‘Correrò questo rischio, Coleen.’
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SUPERHERO, chapter one.
'rescue me, now'

Alcuni avvertimenti prima di leggere:
- se non vi piacciono le storie tristi/drammatiche, questa non fa per voi.
contaparole: 1899 (per ora)
spero vi piaccia, davvero.






Ora di pranzo, cortile della scuola.

Luke Hemmings stava sorseggiando avidamente dell’acqua dalla bottiglina comprata alla macchinetta automatica della scuola, l’acqua era calda. Il ragazzo si aggiustò la maglietta, tanto del caldo che fra poco gli si appiccicava al petto, ed infastidito si alzò un po’, poi si risedette sul muretto, dove a fargli compagnia c’era il nulla. Prese i suoi appunti di matematica e decise di anticiparsi un po’ di compiti, così da poter uscire quel sabato e girovagare per la città indisturbato.
Sentì qualcuno tossire, e alzò leggermente lo sguardo, era Calum. Alcune volte si erano incontrati nel suo garage per provare un po’ e a scrivere qualcosa, più che altro buttare giù qualche idea, ma nulla di più, qualche volta uscivano con il gruppo di Calum, ma non erano così amici da essere confidenti.
‘Hemmings, ho bisogno del tuo aiuto.’ Sussurrò il ragazzo trovandosi un po’ in imbarazzo, poi cacciò qualcosa dalla tasca, esattamente soldi e li posò sulla gamba del biondo, che guardandolo storto e non capendo fece segno di continuare.
‘Domani sera, devi aiutarmi, vieni a casa mia verso le nove.’ Disse l’amico.
‘E a cosa sono dovuti ben 200 dollari?’ chiese incuriosito il ragazzo e posò il quaderno di matematica.
‘Devi suonare Hemmings, se vuoi fai venire anche Ashton.’ Spiegò Calum guardandosi attorno.
‘Ah, okay, mi servivano dei soldi per una nuova chitarra, okay, ma è una festa in piscina, non so…’ iniziò Luke.
‘Sì, presentati puntuale amico, vestiti come ti va.’ E poi Calum andò via lasciando i soldi al biondo.
Luke ripose i soldi nella tasca e non ci badò più di tanto, era suonata la campanella, e nell’ora successiva spiegò ad Ashton la situazione durante l’ora di fisica.
Terminate le lezioni, Luke recuperò il suo skate e andò a casa con quello, in un certo senso si sentiva libero, forse perché poteva liberamente muoversi con lo skate o soltanto perché gli piaceva.
Diciamo che Luke non era uno dei ragazzi più popolari della scuola, no di certo, era uno di quei ragazzi piuttosto riservati, simpatici, con la comitiva fissa con cui uscire, stessi amici, stessi posti, vita monotona, aveva avuto tre ragazze, la sua passione era la musica. Quando finiva i compiti, e cercava di sbrigarsi, componeva testi e abbinava loro una base, e questo aveva attirato l’attenzione del ragazzo più popolare dell’istituto, Calum Hood, lui sì che si poteva considerare il figo perfetto, era simpatico, dolce, bello, e anche un dongiovanni, ma non aveva nulla che lo differisse da Luke, soltanto la popolarità, dovuta a particolari circostanze.
Era davvero strano, perché con quei due pozzi di acqua marina che si trovava al posto degli occhi, quel sorriso che faceva invidia a qualsiasi essere umano o alieno di questa galassia, quella risata così spontanea, con quella voce che ti fa venire un brivido lungo tutta la schiena raggiungendo il collo, Luke Hemmings doveva pur attrarre qualche ragazza e suscitare l’invidia di qualche ragazzo, probabilmente entrambi i sessi riuscivano a nasconderlo in maniera molto abile.
Appena arrivò a casa posò lo zaino e accordò la chitarra e iniziò a provare, poco dopo arrivò anche Ashton.
Dopo aver finito, parlarono un po’, e poi l’amico andò via, lasciando Luke solo a rimuginare su chissà che cosa, quando Luke pensava i suoi pensieri automaticamente si collegavano ad altri fino a portarlo a pensare alla ragazza più bella della scuola fino alla fine del mondo.
Prese sonno velocemente, nuova giornata.
A scuola andò tutto bene, riuscì anche a prendere una B al progetto di biologia, materia in cui certo non eccelleva, ma ne fu felice, proprio quando uscì dalla classe vide Coleen passargli davanti, abbozzò un sorriso, e poi alzò lo sguardo e andò via.
Lei era la ragazza più popolare della scuola, e stava andando via con le sue due leccapiedi, Alexia e Abigail.
Sarebbe venuta anche lei al party in piscina di Calum, e questa cosa lo imbarazzò un po’, di solito non aveva problemi a cantare in pubblico, era la sua più grande passione, ma quando si trattava di Coleen, tutto cambiava.


Ore 20.45, casa Hood.

‘Ehi, vi siete presentati.’ Costatò Calum dando a Luke e a Ashton una pacca sulla spalla.
‘Ci avevi pagato, come potevamo lasciarti così?’ chiese Luke un po’ scocciato.
‘Non so, ragazzi vado a prepararmi, sistematevi vicino la piscina.
Quella sera i due ragazzi erano entrambi bellissimi, ma non perché avessero indossato qualcosa di particolare, ma perché la loro bellezza era una bellezza autentica di quelle che ti tolgono il fiato, con un semplice sorriso.
Alle nove arrivarono gli invitati, e piano piano iniziarono a bere, cantare, e anche a buttarsi in acqua.
Luke e Ashton iniziarono a cantare e a suonare, e verso le dieci arrivò anche Coleen con le sue amichette.
Lei era dannatamente bella, pensò Luke, come sempre.
Aveva capelli lunghi castani, occhi verdi, ed un bellissimo viso. Quella sera indossava degli shorts e una maglia a righe larga con un’unica spallina.
I due ragazzi iniziarono a cantare ‘too late’ e a Luke sembrò che la ragazza si fosse girata e gli avesse sorriso per un attimo.
La serata si svolse tranquillamente, e naturalmente molti avevano esagerato con l’alcool.
‘Ehi, ragazzi, prendetevi una pausa, state suonando da un’ora e mezza.’ Disse Calum.
I due amici andarono dentro, c’era tantissima gente accalcata, le stanze era piene, in salone ci saranno state circa 100 persone, una cosa era sicura: quando Calum organizzava una festa, erano tutti invitati, e puntualmente si presentavano tutti, nessuno escluso.
‘Ehi, Luke vado un attimo in bagno.’ Disse Ashton e andò via.
Luke decise di andare in cucina, stranamente era sempre vuota, perché il cibo, e gli alcolici venivano sempre portati fuori in giardino, ma ciò di cui Luke aveva bisogno al momento erano dieci minuti di tranquillità e di riposo.
Appena arrivò in cucina, capì però che non avrebbe mai goduto di quei dieci minuti di tranquillità, vide il corpo di Coleen steso a terra, e subito si gettò a terra, gridando aiuto.
‘merda’ sussurrò.
Chiamò al cellulare Ashton che si precipitò in cucina, e appena lo vide Luke gli disse ‘merda, dobbiamo portarla all’ospedale, andiamo con la tua macchina.’ Disse velocemente Luke.
Luke prese in braccio Coleen, che non dava segni di volersi svegliare, e la portò in macchina.
‘Cavolo, Ash, accellera.’ Gli urlò Luke.
‘Eh, finiamo con l’essere investiti, e poi di feriti ce ne saranno tre.’
Luke premette l’acceleratore, e Ashton lo guardò male, quasi a volerlo picchiare, poi decise di andare più veloce.
‘Aspettami qui.’ Urlò Luke a Ashton, mentre raggiungeva il pronto soccorso dell’ospedale più vicino.
Portava in braccio Coleen, e poteva percepire oltre al suo profumo, quello dei suoi capelli, la puzza d’alcool.
‘Aiutatemi.’ Disse Luke all’infermiera dietro il bancone.
‘cosa è successo?’ chiese la donna facendo venire un infermiere con una barella.
‘non lo so, è svenuta…e…non so.’ Disse Luke.
‘Ehi, ehi, starà bene, tu sei…il suo…?’ iniziò l’infermiera.
‘un amico.’ Sussurrò Luke appoggiandosi ad una poltroncina.
Luke portò le mani al viso, e non seppe cosa fare, voleva fare di tutto per distrarsi, ma non poteva fare nulla, tranne che aspettare.
Dopo un po’ arrivò l’infermiera e gli disse ‘non c’è pericolo, ma dobbiamo fare degli accertamenti, dovrà stare qui per la notte, se vuoi puoi parlarle.’
Luke prese coraggio e arrivò alla stanza numero otto, e bussò, sentì un debole ‘avanti’ dall’interno.
‘Ehi, sono Luke…’ iniziò il biondo.
Coleen annuì debolmente, era piuttosto pallida, e gli sussurrò ‘so chi sei, io sono Coleen Averdean.’
‘Anche io ti conosco.’ Disse Luke un po’ più tranquillo.
Dopo un po’, lei si pronunciò e ringraziò Luke ‘grazie mille, davvero.’
‘nulla.’ Abbozzò Luke che forse era lontanamente arrossito.
‘Dicono che mi devono fare le analisi del sangue e poi posso tornare a casa.’ Disse Coleen toccandosi il braccio e l’ago nella sua vena.
‘fa male?’  chiese Luke avvicinandosi, e sfiorandole il punto in cui l’ago andava a contatto con la pelle.
‘Un po’, ma non è nulla.’ Sussurrò sorpresa dal suo gesto.
I due parlarono un po’, e  Luke si addormentò sulla poltroncina della stanza.


Il giorno dopo, ore 13.00

Il medico entrò nella stanza numero otto, e prese in disparte il ragazzo.
‘Hai detto di essere un suo amico, sai dove siano i suoi genitori, un parente?’
‘No, perché?’ chiese Luke preoccupato.
‘E’ una questione delicata, Luke, Coleen ha bisogno dei suoi genitori per decidere quale terapia scegliere…’
‘Terapia per cosa, scusi?’ chiese in un sussurrò Luke.
‘Leucemia.’ Disse il medico.
‘C-cosa? Cioè non è possibile, forse vi siete sbagliati….’ Iniziò Luke terrorizzato, i suoi occhi si fecero sempre più scuri.
‘no, gli esami lo accertano, mi dispiace.’ Il medico andò via, e Luke sconvolto entrò di nuovo in camera.
‘Dovresti chiamare un tuo tutore Coleen.’ Disse freddo.
‘E’ successo qualcosa?’
‘Chiama un tuo tutore Coleen, ti spiegheranno tutto dopo.’
E Luke uscì fuori, mille pensieri gli vorticavano in testa, mille proposte, mille idee, gli provocarono un terribile mal di testa.
Non entrò in stanza per tutta la mattinata, e quando fu un po’ più sicuro rientrò, cercando di non fare rumore.
‘Non abbandonarmi Luke, non abbandonarmi.’ Sussurrò Coleen, che aveva portato le gambe al petto, e stava dondolando. Dopo pochi secondi Luke riuscì a vedere i suoi occhi, quegli occhi splendidi adesso erano tutti rossi, e di certo non potevano esprimere tutto il tormento e la preoccupazione che aveva la ragazza.
‘Ehi, ehi.’ Le sussurrò Luke accarezzandole i capelli ‘sono qui, non me ne vado, stai tranquilla.’
Nessuno dei due aveva accennato alla malattia, forse entrambi sapevano che quella rappresentava una ferita troppo dolorosa ed appena aperta.
Fu tutto così veloce: l’arrivo della zia di Coleen, i pianti, le notizie dei medici, le possibili terapie, i loro discorsi, la vita segnata della ragazza.
Dopo pochi giorni Luke tornò all’ospedale a far visita a Coleen, era in uno stato pessimo, i segni della malattia non erano visibili, ma quelli della sua inquietudine sì, più che mai.
Il rapporto fra Luke e Coleen era così dannatamente strano, si conoscevano appena, ma lei aveva bisogno del suo appoggio, e lui di starle accanto fin quando quella lo volesse con sé.
‘Luke!’ disse entusiasta Coleen, asciugandosi le lacrime.
Luke si avvicinò a lei timidamente e l’abbracciò.
Si sedette vicino a lei, e le chiese ‘come stai oggi?’
‘Un po’ meglio.’ Mentiva, e lui lo sapeva.
‘Uhmm, avete deciso cosa fare, intendo, con la terapia…’ iniziò Luke.
‘Farò la chemio, sono troppo giovane e testarda per lasciare questo mondo, Luke.’ Quello era decisamente l’atteggiamento che Luke voleva dalla ragazza.
Lui istintivamente sorrise e l’abbracciò di nuovo, quell’abbraccio durò un paio di minuti, entrambi avevano bisogno di tempo, per assimilare la notizia, entrambi.
Dopo un po’ Coleen prese a fargli il solletico visto che lui era seduto sul letto accanto a lei e le disegnava cerchietti con il dito sul braccio.
‘Finiscila, Hemmings.’ Disse lei un po’ imbarazzata.
‘Finiscila te, Coleen.’ Troppe cose accadute nella settimana per preoccuparsi per quali cose fare o no, quel contatto non procurava alcun fastidio ad entrambi.
‘Avevo pensato che quando vieni a trovarmi potresti portare la chitarra.’
‘Davvero?’ chiese lui sorpreso.
Vorrei abituarmi a sentire la voce di un angelo, prima di raggiungerli lassù.’ Sussurrò Coleen prima di iniziare a piangere.
‘Andrà tutto bene.’
Fin quando sarai qui con me, il mio mondo non crollerà Hemmings, dovrai sopportarmi.’
Correrò questo rischio, Coleen.’ 


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myspaaace uu
Adesso mi starete maledicendo del tipo 'oh dio, questa scrive cose depresse addio.'
Sì, è un mio problema, ma adesso vi spiego da dove è nata questa storia.
Uno di questi giorni ho sognato Luke per la prima volta ed è stato bellissimo, ho sognato le ultime due scene di questa fanfic (che naturalmente non vi posso descrivere, sorry) e le ho trovate di una dolcezza infinita.
Ogni volta che penso a Luke mi sento delle farfalle svolazzare nello stomaco, un senso di vuoto, perché lui non c'è, ma c'è sempre a cullarmi con la sua voce, cosa che farà anche con Coleen.
E' inutile dirvi che ogni notte, da un po', sogno Luke, e mi sveglio sempre con un sorriso da ebete in faccia.
Spero che la storia vi piaccia, vi dico già che sarà composta da altri due o tre capitoli al massimo, volevo che questa fosse una one shot, perché mi sto concentrando su 'like a broken record' sui ragazzi, e una larry, ma visto che questa roba che avete letto è venuta quattro pagine e rappresenta soltanto l'inizio, bhe', sarà una fanfic a tutti gli effetti.
NON HO RILETTO, MI SCOCCIO, SCUSATEMI PER EVENTUALI ERRORI. (:

ringrazio voi che avete letto questa cosa che non può essere definito capitolo.
E la persona più importante di tutte (scusate) lui:
Luke Hemmings
(il ragazzo che si è permesso di rubarmi il cuore e l'anima, idiota.)
on twitter: @haroldsromance

aggiorno ogni giovedì o venerdì, se mi lasciate un commento, recensione, boh vi amo ancora di più, spero vi piaccia, davvero.
vi amo 5SOS FAMILY.

godetevelo.


 

  
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