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Autore: nobodyishopeless    30/04/2013    0 recensioni
Jill abita a Framlingham nella contea di Suffolk. Negli ultimi due anni la sua vita è diventata un disastro completo, un padre violento, la madre depressa, il fratello assente e un migliore amico lontano che ha deciso di seguire il suo sogno e ha fatto strada nella musica.
Ma un giorno torna...Lei si arrabbia, lei lo accusa di averlo abbandonata.. ma se lui ora fosse pronto a salvarla.. a mettere in gioco dei sentimenti che cercavano entrambi di reprimere?
Genere: Dark, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Io e nessun’ altro.

Ad Ale, perché mi inviti alla vita!



Quando Ed riaprì gli occhi  sentì un dolore lancinante alla testa, ebbe un momentaneo vuoto, non capiva dove si trovasse, era stordito e confuso, riconobbe la tappezzeria e ricordò improvvisamente gli avvenimenti accaduti poco prima di perdere i sensi. Si alzò e si guardò intorno, notando il silenzio che alleggiava nella casa comprese che il padre di Jill se n’era andato.
Si voltò verso l’ingresso preoccupato per Jill. La scorse nascosta dallo stipite della porta, con la schiena posata sul muro e le lunghe gambe magre stese a terra, martoriate dai lividi. Quando le fu innanzi, la visione lo colpì agghiacciante. Era svenuta, col volto pieno di lividi, il labbro rotto, un taglio sul sopraciglio e i cocci di vetro dovunque.  Il collo era cosparso di lividi violacei. Ed respirò, cercò di non perdere la testa, cercando di non svegliarla, la prese tra le braccia e la portò a casa sua.
Mentre la posava sul letto notò un rivolo di sangue all’angolo della bocca. Gli pianse il cuore, prese un fazzoletto e glielo pulì. Poi andò in cucina e si mise le mani tra i capelli. Nessuno doveva toccare Jill!! Lei era troppo importante per lui, non ce la poteva fare a stare a guardare con le mani in mano.
 
Poco dopo Ed prese la chitarra, aveva bisogno di calmarsi, mise la fascia al collo e cominciò gli accordi di “Kiss me” una delle più tranquille canzoni del suo repertorio. Passò poi ad altre canzoni, Jill fu svegliata dalle note della cover di “Chasing cars”.
“If I lay here
If I just lay here
Would you lie with me and just forget the world?”.
Jill si avvicinò attirando la sua attenzione, ma Ed non smise di cantare, cantò un’ultima volta il ritornello fissandola negli occhi, poi posò la chitarra e la abbracciò.
Jill si asciugò una lacrima prima che Ed la vedesse. Si sciolse dall’abbraccio.
“Come ti senti?”chiese Ed, la ragazza alzò le spalle, come era abituata a fare con i suoi amici che le chiedevano spiegazioni. Ed le strinse la mano.
“Cosa è successo?”chiese poi Ed con un sospiro sedendosi a peso morto sul divano seguito da lei.
“Sei svenuto..”rispose Jill.
“Questo lo so! Cosa è successo dopo?”chiese ancora guardandola negli occhi.
“Lui..-cominciò per poi stroncare la frase- non costringermi a dirlo!” sospirò guardando a terra. Ed immaginava la difficoltà della sua migliore amica. Jill si passò una mano tra i capelli, l’angoscia sul suo volto era penosa.
“Jill.. devi fare qualcosa, è troppo pericoloso che tu continui a vivere lì con lui.. potrebbe finire male!”le disse Ed seriamente preoccupato.
“Ed io ho capito perché lo fa..” confessò Jill guardando a terra “ E’ che io gli ricordo così tanto lui..” bisbigliò quasi avesse paura di ciò di cui stava parlando. Si stava riferendo a Joseph, Jill aveva capito che lei somigliando al fratello risvegliava i sensi di colpa del padre.
Ad un tratto Jill scoppiò in lacrime. Ed la abbracciò, la lasciò piangere sul suo petto, non gli importava se gli bagnava la maglietta di lacrime, ma improvvisamente qualcosa cambiò, qualcosa nelle sensazioni di Ed cambiò, il suo cuore accelerò i battiti senza che lui potesse fermarlo. Dei brividi gli percorsero la nuca e le mani cominciarono a sudare. Quell’insieme di sensazioni le aveva vissute una volta sola, poco prima di partire, quando lei lo aveva salutato all’aeroporto, prima che se ne andasse a Londra. Ad un tratto sciolse l’abbraccio e cercò di creare un’aria di normalità.
“Allora.. hai fame?”chiese alla ragazza
“Che ore sono?”chiese lei notando lo scuro che si attingeva ad infestare i cieli.
“Le 20.00 circa..”le disse Ed spostandosi in cucina, seguito da Jill.
Ed tirò fuori dal frigo  dell’affettato e l’occorrente per preparare dei panini.
“Ti va un sandwich?”chiese Ed sorridendo.
“Sì..”accettò Jill rilassandosi.
“Tacchino e pomodoro è ancora il tuo preferito?”chiese senza perdere il suo sorriso. La ragazza annuì mentre si chinava per accarezzare Garfield, l’enorme gatto di Ed che gli aveva regalato lei quattro anni prima.
“Che grasso che si è fatto!”borbottò Jill facendo scoppiare a ridere Ed.
Poco dopo avevano mangiato e stavano seduti a tavola in silenzio.
“Devo andare!”mormorò Jill, Ed sgranò gli occhi scioccato.
“Spero che tu stia scherzando.. Non esiste.. quello ti ha quasi ammazzato!”esclamò appena recepite le parole della ragazza.
“Ed.. non è vero.. stai esagerando! E’ la mia famiglia!”cercò di giustificarsi Jill.
“Jill.. ragiona che diavolo! Io non posso permetterti di mandare a puttane tutta la tua vita! Denuncia tuo padre e vattene, smettila di dargli i tuoi soldi, che lo sai..lui se li beve soltanto!”esclamò Ed, la ragazza guardò  a terra e Ed continuò vedendola esitante “Ho telefonato a tua zia Sophie ieri..” confessò puntando lo sguardo a terra.
“tu hai fatto che cosa?? Ma perché? Come ti sei permesso?”gridò esterrefatta Jill alzandosi in piedi di scatto.
“Jill.. l’ho fatto per te!”cercò di calmarla Ed
“No, tu non lo hai fatto per me.. tu lo hai fatto per te, per soffocare il tuo senso di colpa! E perché senti sempre il bisogno di fare l’eroe!”urlò ancora Jill.
“Jill piantala di dire stronzate!”gridò lui a sua volta alzandosi come l’amica.
Jill si portò le mani al viso, era arrabbiata , furiosa.
“Non dovevi immischiarti di nascosto! Non avresti dovuto azzardarti a intrometterti nella mia vita!”continuò lei imperterrita ad urlare e gesticolando più del dovuto.
“Lo so ma l’ho fatto per te, perché ti stai rovinando, stai diventando una fallita come tua madre!”gridò Ed, senza riflettere. Le parole non erano passate per la mente di Ed, erano state direttamente articolate dalla bocca, dalla lingua e sonorizzate dalle corde vocali, che facevano sognare cinque milioni di persone. Ma Jill invece le recepì nel cervello e  ragionò su ciò che fece, sulla sberla che raggiunse la guancia di Ed così forte da fargli voltare la faccia.
“Stammi a sentire! Solo io posso giudicarmi. Solo io so il mio passato. Solo io so il motivo delle mie scelte. Solo io so quello che ho dentro. Solo io so quanto ho sofferto! Io e nessun altro!”sibilò, senza urlare ma con un tono di voce alta, ferma e seria. Ignorò le lacrime che comparvero sul suo viso. Quando ebbe finito il suo discorso Ed era rimasto zitto con la guancia in fiamme e gli occhi lucidi. Non rispose, rimase zitto, pentendosi delle offese che senza riflettere aveva arrecato all’amica, Jill era corsa via nei campi dietro il cottage di Ed.
Si strinse nel cardigan mentre fumava nei campi ignorando i dolori che le provocavano le botte e i lividi inferti dal padre, sulle spalle e sulla schiena, ma soprattutto i tagli che si erano riaperti a causa delle strette fatte dal padre poche ore prima. Guardò le stelle e ricordò quando era piccola, era una vita così facile, non avrebbe mai immaginato gli sviluppi che poi si erano verificati. Non udì i passi di Ed alle sue spalle, si era calmato. La abbracciò da dietro facendola spaventare.
“Sei un deficiente! Mi hai spaventata da morire!”gridò terrorizzata.
“Scusa.. Jill io non penso  quello che ho detto!”le sussurrò sull’orecchio Ed.  Jill sentendo il fiato di lui sul suo collo fu invasa da brividi che non sfuggirono a Ed.
“Hai freddo?”le sussurrò.
“N-no!”balbettò lei cercando di controllarsi.
L’atmosfera era favorevole, il silenzio smorzato solo dai canti dei grilli. Ed osservava il collo della sua migliore amica, illuminato dalla luce della luna e delle stelle. Ed non fu in grado di trattenersi e posò le labbra sul suo collo. Jill sussultò quando poi, il suo migliore amico cominciò a baciare la sua pelle, rovesciò la testa con un gemito. Ed non si controllava, passò la lingua sul collo di lei, Jill chiuse gli occhi e posò una mano tra i capelli del ragazzo. Ma in quel momento anche un pensiero si fece largo nella sua mente.
Ed era sempre stato il suo migliore  amico, erano sedici anni di amicizia. Ma forse, negli ultimi anni non era amicizia il sentimento che la attanagliava. Lo aveva capito circa tre anni prima e quando finalmente stava per vomitare i suoi sentimenti, lui se n’era andato mandandola in pezzi.
Ed le strinse i fianchi facendola sospirare, Jill si voltò, voleva guardarlo negli occhi per scorgere le sue intenzioni. Gli occhi azzurri le trasmisero dolcezza. Sorrise e gli posò una mano sulla spalla, Ed sorrise a sua volta e le posò le labbra sulle labbra, per poi prenderle il viso tra le mani e approfondire il bacio sentendo le farfalle nello stomaco. Jill si rilassò e si appese al collo dell’amico stringendolo a sé. Ed la sollevò, lei allacciò le gambe alla sua vita e senza staccarsi un attimo rientrarono in casa. Con una mano Ed finì sotto la maglietta di Jill, accarezzò la pelle delicata  facendola sobbalzare quando sfiorò un livido.
La poggiò sul piano della cucina, le sollevò la maglietta senza smettere di guardarla negli occhi, tolse la t-shirt e le accarezzò i lividi e li baciò delicatamente facendola gemere. Anche lei gli tolse la maglietta, il petto di Ed era pallido ma ai suoi occhi bellissimo. Tornò a baciarla sulle labbra mentre con una mano le accarezzava il seno avvolto dalla coppa di raso nero, Jill fece scorrere le mani sulla sua schiena , i baci di Ed sul collo di lei erano roventi, lei accarezzò il bacino di lui notando un principio di erezione che gli stringeva visibilmente i pantaloni. I vestiti sparirono poco a poco lanciati chissà dove, così nudi con la mente vuota e un sogno, il sogno di stare assieme, di avere un futuro, in ogni modo possibile, con la coscienza che non era più l’amicizia a legarli ma qualcosa di più fragile e vulnerabile, ma allo stesso tempo sicuro e solido.
E così l’amore fatto di carne, gemiti, sussurri segreti comincia. L’amore che Ed  predicava nelle canzoni, a cui Jill non credeva. L’amore che traspariva dagli occhi traboccanti di Ed. L’amore fatto  delle sue spinte secche e decise, corrispondenti ai gemiti e ai sospiri da parta di Jill. Del sorriso di Ed alla fine e poi quando alla fine si accasciarono entrambi sul letto e del sussurro di Ed all’orecchio di Jill.
“Sei bellissima!”.

 

 Buonasera a tutti :) probabilmente vorrete farmi a pezzi, vi chiedo scusa,
ma credo di essermi fatta perdonare con questo capitolo no?
Sì lo so che è scritto di merda però il contenuto è dolcioso non credete?
Beh aspetto vostre opinioni mi lasciate una recensione?
E che vi costa??
Un bacio
Mar.

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