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Autore: WhiteTiger    01/05/2013    1 recensioni
Seduta dietro la sua massiccia scrivania di mogano, abbigliata con le lunghe vesti bianche e dorate della sua carica, Sue aggrotta la fronte, fissando il piccolo pezzo di cristallo posato sul ripiano del tavolo come se la forza del suo sguardo potesse costringerlo a cambiare colore. Cosa che naturalmente non accade. La pietra continua a scintillare argentea alla luce del sole che entra dalla finestra, quasi stesse cercando di prenderla in giro.
Genere: Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sue Sylvester
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Saint Quinn'
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Cristallo d'argento

By WhiteTiger

***

Immaginate: una città bianca arroccata in una valle rocciosa.
Edifici di marmo candido che si innalzano da fondamenta di granito, usciti direttamente dagli antichi racconti dell'Età dell'Oro di Pericle, solidi ed aggraziati, sorretti da eleganti colonne scanalate. Una piazza circondata da statue di bronzo che ritraggono gli eroi, vivi e morti, che in passato hanno combattuto per difendere la pace e questo segreto scampolo di Grecia. Strade larghe, pulite e lastricate di pietre, gremite di comuni cittadini abbigliati con tuniche di lino variopinto e sandali di cuoio, soldati con elmi e pettorali di metallo e studiosi e sacerdoti in lunghe vesti nere. Tra quella folla a volte è possibile intravedere uomini e donne in armatura completa, che gli altri abitanti della città salutano con particolare deferenza. Sul punto più alto della valle sorge l'Acropoli, formata da tredici templi collegati tra loro da immense scalinate. L'enorme statua di una donna in armi domina il tredicesimo e ultimo tempio, costruito sulla sommità della collina più alta. Qui risiede la Grande Sacerdotessa, guida temporale e spirituale della comunità in assenza di colei che davvero regge le sorti di questo luogo: la dea Atena.

Questo segreto agglomerato di edifici prende il nome di Santuario, ed è qui che vivono e vengono addestrati i guerrieri destinati a difendere Atena e l'ordine nel mondo. L'aria è pura e fresca, addolcita dai profumi della primavera greca. Il sole splende con la solita intensità, accendendo di un biancore accecante il marmo degli edifici. Gli abitanti della cittadina attendono alle loro faccende e i suoni di un'altra giornata tranquilla riescono ad arrivare fin lassù, al tredicesimo tempio, trasportati dalla brezza profumata di sale che soffia dal mare.

Ma Sue Sylvester non è in grado di apprezzare lo splendore fuori dalla finestra della piccola sala del Consiglio, perchè si è verificato un nuovo problema, un nuovo avvenimento di cui preoccuparsi, un fatto inquietante che ormai sembra accadere sempre più più spesso.

Seduta dietro la sua massiccia scrivania di mogano, abbigliata con le lunghe vesti bianche e dorate della sua carica, Sue aggrotta la fronte, fissando il piccolo pezzo di cristallo posato sul ripiano del tavolo come se la forza del suo sguardo potesse costringerlo a cambiare colore. Cosa che naturalmente non accade. La pietra continua a scintillare argentea alla luce del sole che entra dalla finestra, quasi stesse cercando di prenderla in giro. Il giovane incaricato della Fondazione Grado che siede davanti a lei invece cambia colore immediatamente e il suo volto assume una malsana sfumatura verdastra, mentre le sue mani si aggrappano ai braccioli della poltrona da ufficio in cui è seduto come se fossero la sua ancora di salvezza. Lo sguardo di Sue Sylvester, dopotutto, è in grado di infrangere le pietre. Non le ci vuole molto per spaventare un semplice impiegato.

"Il... il cosmo di quella bambina è d'argento, Vostra Eccellenza," balbetta il ragazzo, ma quella precisazione è ridondante perchè il cristallo che lui ha riportato indietro dal proprio viaggio è una prova quantomai evidente. Non solo per il colore della pietra, ma per il cosmo che ha assorbito: nonostante la quantità presente nel cristallo sia piccola, la potenza intrinseca espressa dall'energia che ha catturato è percepibile anche da un cieco... è come se quel piccolo pezzo di gamanion urlasse. Sue sa che non è colpa di quel giovane incaricato, non è colpa di nessuno, eccetto forse degli dei o dell'universo o di una bizzarra congiunzione astrale, ma questa riflessione non migliora affatto il suo umore. Infatti la sua prima reazione è quella di strigliare il suo sottoposto.

"Me ne sono accorta, ammasso di inutilità," ringhia, pentendosi immediatamente di quello scatto una volta vista l'espressione del ragazzo, un misto di terrore e mortificazione.

"Vostra Eccellenza," cerca di placarla l'altro occupante della stanza. A proposito di ciechi. Shiryu della Bilancia, rivestito della sua armatura, è seduto dall'altro lato della scrivania, accanto all'incaricato della Fondazione. Il suo tono è calmo, ma Sue può percepire una sfumatura di rimprovero nei suoi occhi. Il Cavaliere della Bilancia sembra sempre vedere più degli altri, forse proprio a causa della sua menomazione, ed è stato il primo a preoccuparsi per il potenziale pericolo rappresentato dal cosmo racchiuso in quel pezzetto di cristallo.

Sue sospira e si passa una mano sul viso. Quando aveva accettato il manto di Grande Sacerdotessa sapeva che non sarebbe stato un lavoro facile ma, per quanto questa frase sia un clichè, non ha firmato per affrontare queste stronzate. Si alza dalla scrivania e fa un gesto.

"Sei congedato," dice, rivolgendosi al ragazzo ancora tremante, "grazie per il tuo lavoro."

Lui abbandona la poltroncina e si affretta a porgere i propri rispetti, per poi infilare la porta come se avesse Ade stesso alla calcagna. Shiryu fa un mezzo sorriso ma la sua espressione diventa immediatamente preoccupata quando i suoi occhi incolori si spostano di nuovo sul cristallo posato sulla scrivania di Sue.

"Sta accadendo sempre più spesso," mormora Shiryu e per un attimo Sue si chiede se la percezione di quel giovane ormai sia tanto affinata da permettergli di leggere il pensiero.

Mette da parte quel dubbio e stringe le labbra. Le capacità del Cavaliere della Bilancia non sono cosa di cui preoccuparsi. Invece, le stranezze accadute negli ultimi mesi richiedono attenzione immediata.

"Bambini," sibila. "Bambini... che sviluppano un cosmo naturalmente, senza bisogno di alcun genere di addestramento. Quanti ne abbiamo trovati nell'ultimo anno? Due? Tre?"
Shiryu annuisce.

"Tre. L'ultima è stata quella ragazzina americana. Anche lei ha un cosmo d'argento."

"Certo, come dimenticarla. Irritante. Verbosa. Non fa altro che cantare."

Shiryu fa di nuovo un cenno di assenso ma Sue non sa dire se il cavaliere d'oro sia d'accordo con il suo giudizio sprezzante sulla giovane apprendista o se semplicemente stia confermando che Rachel Berry è difficile da dimenticare. Ma non importa. C'è un problema più pressante al momento e si tratta di un nuovo potenziale cavaliere che se ne va a spasso con un cosmo d'argento, senza essere stata sottoposta al necessario allenamento per svilupparlo e controllarlo. Una bomba ad orologeria. Gli studiosi del Santuario stanno impazzendo per trovare una spiegazione a queste nuove 'nascite', ma finora non sono riusciti a giungere a nessuna conclusione soddisfacente.

Sue si avvicina alla finestra e appoggia entrambe le mani sul davanzale, mentre fissa pensosa gli edifici sotto di lei, incastonati tra le aspre rocce come diamanti in una corona di ferro. Il suo sguardo poi vaga sul mare in lontananza e si chiede quanti altri bambini come Rachel Berry ci siano al mondo, oltre quella distesa d'acqua, cavalieri nel potere ma non nello spirito. Fragili esistenze in possesso di un'energia che sono incapaci di controllare, pronti per diventare preda di forze che non avranno scrupoli a usarli per i propri fini.

Da un certo punto di vista è un sollievo essere riusciti a rintracciare una di questi ragazzini prima che accada una tragedia, ma la consapevolezza che potrebbero esisterne altri è quasi scoraggiante. Tuttavia Sue sa che, per il momento, è necessario affrontare un problema alla volta. Tormentarsi per ciò che non è ancora accaduto non aiuterà.

"Che sai dirmi di questo nuovo caso?"

Shiryu sfoglia lentamente i documenti raccolti dall'incaricato, passando le punte delle dita sul leggero rilievo delle parole stampate e riuscendo comunque a leggere le informazioni scritte sulle pagine.

"Undici anni. Molto atletica, a quanto pare. Proviene da una famiglia estremamente conservatrice. Frequenta una scuola privata con ottimi risultati. Dal punto di vista accademico è l'orgoglio e la gioia dei suoi insegnanti."

Shiryu chiude la cartella in cui sono conservati i dati e aggiunge:

"I suoi voti scolastici potrebbero essere il punto su cui far leva per convincere la sua famiglia."

Certo. Questo è il genere di inganno che hanno usato quando non devono rapire degli orfani.

"La vostra decisione, Eccellenza?"

Undici corazze d'argento attendono i loro padroni. Dieci di loro sognano nella Sala delle Armature, chiuse nei loro scrigni. L'undicesima riposa in cima alla Collina delle Stelle, dove solo il Gran Sacerdote può recarsi. Solo il Sacerdote... e colui che deve essergli eguale in tutto. Quindi Sue dà l'unica risposta possibile e la sua anima non trema, perchè il senso di colpa che provava quando strappava dei bambini innocenti ai loro genitori ormai è morto e sepolto.

"Non mi interessa chi lo farà. Scegli tu, hai la mia completa fiducia. Ma fa' in modo di portare al Santuario Quinn Fabray."

***

Note sparse:
- Per chi non conosce i guerrieri di Atena: la dea si reincarna ogni trecento anni circa, per combattere una guerra santa contro il Signore degli Inferi, Ade (che nella mitologia ufficiale è l'unico dio decente, ma non ci preoccuperemo di questo). Gli ottantotto cavalieri ai suoi ordini sono divisi in tre caste: in ordine di importanza decrescente abbiamo cavalieri d'oro (il rango più elevato, le cui corazze corrispondono ai dodici segni zodiacali), d'argento e di bronzo.

- Questa cosa diventerà una serie.

Grazie per aver letto fin qui, sono in debito con voi.

  
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