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Autore: Vahonica    01/05/2013    1 recensioni
Jad, una ragazza timida, pallida, indecifrabile. Una ragazza non come le altre, un po' fuori dal comune.
Incomincia così la nostra storia...
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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NdA: Ehilà ^^
Sono io, Very, ma questa che segue, non è una mia storia. L'ha scritta mio fratello, per scuola, ispirandosi a me - che dolce *^* - e io ho deciso di pubblicarla, perché, be', per essere la prima storia "d'amore" che scrive e per avere solo 12 anni, l'ha scritta anche piuttosto bene.
Vorrei un vostro parere, se non vi dispiace, che ne dite? Ci tiene parecchio anche lui.
Un bacio,
Very


Tutto iniziò una fredda mattina di Gennaio. Jad, una ragazza timida, pallida e indecifrabile, di 15 anni. Una ragazza non come le altre, un po' fuori dal comune.
Incomincia così la nostra storia.
Erano le 7.25 a Comis City, Jad si era appena incamminata per la scuola.
Alle 7.40 era lì, davanti a scuola, indecisa se entrare o no, per via dei compagni che, ogni volta che entrava in classe, si mettevano a parlare sottovoce con una mano davanti al viso e ridacchiando come iene nell'ombra.
Ogni volta che lei alzava la mano in classe, durante l'ora di Geometria, tutti la guardavano male, e i maschi continuavano a tossire "secchiona" o magari "copiona".
Il fatto è che lei non ce la faceva più, non riusciva più a vivere i soliti giorni. L'unica cosa che gli serviva era una colonna, una trave di sostegno, metaforicamente, cioè una persona che la aiutasse a trascorrere quei giorni che sembravano torture, finché un giorno, girando l'angolo della fermata dell'autobus come al solito a testa bassa per non farsi vedere dai compagni, sbatté addosso a un ragazzo e gli fece cadere tutti i libri.
Jad, dispiaciuta, chiese scusa al ragazzo, lui accettò le scuse e si presentarono. Il suo nome era Edward, un ragazzo simpatico, divertente e bello. Anche lui, come lei, aveva 15 anni, ma a differenza sua, lui frequentava un'altra classe. Jad, travolta come da una specie di folata di vento freddo invisibile, gli chiese subito se potevano diventare amici, ed Edward accettò molto volentieri.
Jad in classe teneva gli occhi puntati contro la lavagna. I suoi occhi erano senza vita, come se qualcuno le avesse staccato la spina dalla presa, continuava a pensare sempre allo stesso momento di quella mattina e di quella folata di vento freddo e di come fosse arrossita. Quel momento magico venne interrotto dalla prof che aveva chiamato Jad alla lavagna per risolvere un problema. Jad provò a fare quel problema, ma non ci riuscì, continuava sempre a pensare a Edward ogni istante, ogni secondo di quella giornata, senza interruzioni.
Arrivati a sera Jad pensò di chiedere a Edward se volevano stare insieme. Difatti il giorno dopo, fatto l'angolo della fermata dell'autobus, gli chiese se voleva stare con lei. Lui le disse che ci doveva pensare e ogni giorno, quando Jad lo guardava, lui sembrava sempre meno convinto.
Jad, dopo l'ultima delusione della sua vita, entrando a scuola decise di andare sul tetto della scuola per buttarsi e farla finita per sempre.
Edward, che la stava cercando, chiese ai bidelli se l'avevano vista e il bidello del terzo piano disse che l'aveva vista andare sul tetto.
Lei era lì, con gli occhi chiusi, sul cornicione, pronta per buttarsi.
Si buttò, ma Edward, lanciandosi, facendo uno scatto da leopardo, le prese la mano e con forza la tirò su. Poi lei, lacrimando, gli chiese perché l'avesse fatto ed Edward le rispose che l'amava e la baciò appasionatamente sul cornicione, mentre le nuvole d'inverno si scostarono e fecero spazio a un caldo e affettuoso sole di primavera.
   
 
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