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Autore: zigo_puff    20/11/2007    1 recensioni
Lui e Lei. Buffone e Sfigata. Così diversi, ma così simili. Può essere amore?
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Nell'istituto Fappolli di Wawacity c'era una ragazza di nome Genoveffa. Ella era una ragazza non proprio bella dell’età di 15 anni: portava grandi occhiali che le rimpicciolivano i già piccoli occhi color caccapupù; era grassa come un panetto di burro Prealpi e puzzava di ascella di cinesino che fotografa il duomo di milano. I suoi pochi capelli erano lunghi fili neri sporchi come un bagno pubblico; quando camminava per strada mangiava sempre, aveva perennemente fra le mani un cheeseburger di macdonald's ammuffito, e lo addentava con i suoi pochi denti, impreziositi da un apparecchio a baffo che si collegava direttamente dalla bocca alle orecchie, con incastrati pezzi di polpettone risalenti all'epoca dell'uomo ramapiteco. Al suo passaggio, i bimbi scappavano, temendola l'uomo nero o altro.
Le sue mani erano ricoperte da uno strato nero di sporcizia; le sue unghie erano lunghe, poco curate e luride. Il suo anulare destro era decorato da un tremendo anellino rosa con una farfallina brillantinosa.
Tutte le vecchiette di Wawacity provavano compassione per Genoveffa, figlia di una povera donna obesa e perennemente in Bolletta e di un rozzo camionista che aveva stuprato la donna ed era poi scappato. L’uomo, la sera in cui fu fecondata Genoveffa, stava tornando a casa col suo camion, quando si verificò un guasto al motore. Così fu costretto a fermarsi in una stazione di servizio dove lavorava Minni, la mamma della protagonista del racconto. Egli, dovendo passare tutta la notte al freddo in quel dannato Autogrill, si era tenuto caldo bevendo, fumando e, nel tempo libero, violentando la disgraziata. Al mattino seguente, resosi conto di con chi era andato a letto, aveva preso e se l'era data a gambe suicidandosi in seguito per la vergogna.
Minni detestava sua figlia. Non poteva vederla. Odiava quel suo sorriso ebete fortunatamente nascosto dal disgustoso apparecchio, le sue gambe storte e pelose, quel suo modo insopportabile di parlare, la sua voce stridula, i suoi capelli sporchi e unti, le sue braccia tozze e piene di braccialetti orripilanti. Insomma... Odiava sua figlia e tutto ciò che aveva a che fare con lei. Ma soprattutto odiava quella maledetta notte d'inverno dove si era fatta mettere incinta da un ciccione qualunque. E odiava sua madre, che, fissata con la religione, non le aveva dato il permesso di abortire.
Cosi Minni non badava alla figlia che era quindi cresciuta da sola. Benché fosse la ragazza più brutta sulla faccia della terra, per guadagnare qualche soldo per comprarsi il pane [dato che la madre non la manteneva] si dava alla prostituzione, infilandosi una maschera di Pamela Anderson, comprata alla fiera di playboy nel lontano 1998. Grazie a questa occupazione era riuscita a farsi un gruzzoletto, con il quale poté pagarsi il suo graziosissimo apparecchio e gli alimenti.
Il problema era che la povera Genoveffa (detta Geny) si era montata la testa con la frusta per fare lo zabaione, quindi si era gasata e aveva fatto dei turni extra con cui soddisfaceva i suoi piaceri carnali, cioè...IL CIBO! Si era comprata un'intera tonnellata di Chocorì grazie il quale aveva messo su sempre più chili, diventando la copia mal fatta di Diego Armando Maradona.
Con questa uscita chiudiamo le origini di Geny e la sua descrizione fisica, e passiamo alla sua vita quotidiana.
Ella non aveva una grande vita sociale, anzi. Tutti la evitavano, se potevano. Il suo presunto compagno di banco, Clodoveo Pasciatelli, appena c'era un assente, occupava il suo posto e lasciava sola la povera Geny. Clodoveo Pasciatelli era il buffone della classe ed era stato messo accanto a Genoveffa dalle prof per farlo stare zitto. Geny ne era innamorata. Si sa, i buffoni colpiscono sempre. Ma le poche volte che lei ci parlava, lui si girava dall'altra parte, disgustato dal terribile alito della sua compagna.
Un giorno però, Geny andò a scuola vestita molto sexy, solo per il suo Clody, ovvero: gonna a pieghe rosso fuoco lunga fino alle caviglie con degli adorabili mocassini di pelle di mammuth burundese estinto da duemila anni, una scollatissima canottierina che metteva in risalto il suo seno prorompente e cadente [si rifiutava infatti di portare reggiseni] e soprattutto i peli che le ricoprovano le candide braccia e le ascelle puzzolenti. Clodoveo non era un ragazzo stronzo. Affatto. Sapendo che Geny gli andava dietro, ogni tanto cercava di dimostrarsi simpatico nei suoi confronti. Subito capì che lei si era abbigliata in quella maniera per lui e, per essere carino, le disse (con molto molto coraggio): "Stai bene vestita così!" E le sorrise. Genoveffa rimase un'ora a guardare nel vuoto e ci mise due giornate a riprendersi dall'emozione.
Geny dopo essersi finalmente ripresa decise che si sarebbe sempre vestita cosi per fargli piacere, quindi per diciassette mesi non si cambiò mai, nemmeno le mutande.
Ben presto, però, Geny si accorse che Clodoveo non provava interesse per lei, ma solo compassione. Se ne rese conto solo quando un giorno, all'intervallo, alcuni ragazzi dell'ultimo anno la stavano prendendo in giro, e uno di loro le fece lo sgambetto e la fece cadere (provocando tra l'altro un buco nella sua magica gonna). Clody, anziché tuffarsi in sua difesa come avrebbe fatto un cavaliere vero, rise e disse: "No, dai, povera!"
Geny allora corse a casa piangendo e arrivata in camera sua si mise a rammendare la sua gonna preferia, rendendosi conto che puzzava, tantissimo. si guardò allora allo specchio e riflettè: era brutta, ma non brutta, bruttissima. allora si spoglio e le venne una crisi isterica...si lavò, si fece la ceretta, si tagliò i capelli, si mise le lenti a contatto, si strappò l'apparecchio con le unghie, si fece la manicure, si lavò i denti dopo anni che non lo faceva...alla fine si vestì con degli abiti rubati dall'armadio di sua sorellastra, che era la più popolare e fiKa della scuola...il giorno dopo si presentò in classe e nessuna la riconobbe, era veramente un stragnocca, superava persino la sorellastra!! Clodoveo però era tristissimo...lei era cambiata, solo ora si era reso conto che in fondo la amava, per quello che era.
  
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