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Autore: Giorgiatosi    01/05/2013    1 recensioni
L'amore non esiste, si tratta solo di semplice curiosità. Questo è quello che Emi, diciottenne immatura e ingenua, si ripete spesso. Non vale lo stesso però per Andrea, studente universitario timido e con la stoffa dell'artista. Quando l'attrazione è così inevitabile che nemmeno la forza di volontà è capace di resistergli.
AVVERTIMENTO
NON è UNA STORIA ONE SHOTS MA UNA SERIE DI CAPITOLI, DEVO AVER SBAGLIATO NEL MOMENTO IN CUI L'HO CREATA E NON RIESCO PIU' A MODIFICARLO
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: PWP | Contesto: Universitario
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PROLOGO
Mi manca tutto di lui: dall'ascoltare la sua musica abbracciati letto, spogliati da ogni paura e vestito, al risvegliarmi con il suo sguardo docile e sorridente puntato su di me. Non posso farne a meno; mi manca. Perchè mentire a me stessa e al mondo? E' la verità. Mi mancano anche i suoi stupidi documentari inglesi che interessavano solo a lui, per non parlare delle sue assurde manie riguardo l'imitazione di personaggi famosi. Mi mancano perfino le sue mille paranoie e il suo modo di sfiorarmi la pelle quando mi accarezzava con la punta delle dita. E l'ammirazione che compariva d'un tratto quando ascoltava Bon Iver o i suoi amati Mumford. per non parlare della sua voce, che improvvisamente diventava la più dolce mai sentita in tutta la mia vita quando cominciavano a scorrere le ore, fino ad arrivare alle tre,quattro... cinque e anche sei. mi manca la tristezza nel salutarlo quando arrivava il momento di separarci, e mi manca notare il suo sorriso ad occhi chiusi quando mentre mi baciava di nascosto aprivo i miei e sbirciavo le sue espressioni. io non posso non pensarlo, non posso evitare che tutto mi torni in mente e nemmeno che le lacrime scendano senza accorgermene.


1.
L’amore non esiste. E se anche esistesse, non sarebbe conoscibile a noi semplici umani. Questa frase mi ricorda molto i discorsi di certi filosofi empiristi, quali Locke, Hobbes e gli altri del ‘600. I problemi della vita allora erano altri, ad esempio il rapporto tra la Chiesa e la neonata Scienza. Invece oggi consideriamo delle catastrofi un brutto voto preso a scuola o più semplicemente un amore non corrisposto. Io penso che l’amore non esista, almeno per quanto riguarda l’amore inteso come eternità. È logico che prima o poi finisca: all’inizio c’è la curiosità nel conoscere l’altro, che può durare mesi e se si è fortunati anche anni, ma prima o poi questa svanisce, in ogni caso. Le coppie che ancora dopo quarant’anni si ritrovano insieme e dicono di amarsi mentono: lo posso vedere dai miei genitori, che stanno insieme ormai solo per abitudine, detestandosi l’un l’altro in segreto, ogni giorno che passa sempre più. Quindi non possiamo parlare di amore ma semplicemente di curiosità. È un concetto piuttosto triste da accettare, però è così, è la pura realtà. Ero arrivata a pensare questo dopo una miriade di storie andate male. E tutti (compresi Giulia, Matteo, Leo e i miei genitori) mi ripetevano che non era vero, che ho solo diciotto innocenti anni e che la vita è lunga. Ma in fondo lo sapevo che anche Leo e Giorgia si sarebbero lasciati prima o poi, e lo stesso sarebbe successo a Matteo e Francesca. Quando invece Giulia mi aveva presentato il suo nuovo ragazzo Cristian (Cris per gli amici) invece che essere felice per lei, in quanto sua migliore amica da sempre, sono stata colta da una sensazione mista all’invidia e alla disperazione. Mi vergogno ad ammetterlo, ma è stato proprio così: eravamo a casa sua, in cui ho passato tutti i giorni della mia vita da quando la conobbi all’asilo. Eravamo amiche da sempre, ed io egoisticamente non ero felice per lei, ma invidiosa e triste per me. Era il suo primo vero e proprio ragazzo, bellissimo e perfino serio. Alto, moro, occhi verdi, tipico fisico da calciatore (giocava nella squadra principale della città fin da quando beveva ancora il latte nel passeggino) e studente universitario. Frequentava la facoltà di ingegneria. Non ho idea in quale campo di ingegneria si stesse specializzando, non credo di aver ascoltato una parola della sua presentazione, ero troppo presa dalla mia disperazione. Dopo un’infinità di storie andate a finire drasticamente (sempre per colpa della mia svogliatezza e insicurezza riguardo ai sentimenti che provavo), Giulia, la mia migliore amica, una bellissima ragazza, alta, occhi verdi smeraldo e lunghi capelli castani che lisci le cadevano sulle spalle dorate, aveva finalmente trovato “l’amore” in Cristian – mi rifiutavo di chiamarlo Cris, non essendo un mio amico - , o almeno così diceva.  Ed io, la sua migliore amica da sempre, non ero felice per lei, ma la invidiavo. E diavo ancor più questo mio comportamento, perché avrei voluto davvero esser felice per lei, ma non ci riuscivo.
E così decisi passare l’estate lontano, nell’indescrivibile bellezza della Costa Azzurra, presso una famiglia francese che mi ospitò per uno scambio interculturale. Un’esperienza magnifica, in cui visitai anche Parigi e ne rimasi folgorata. Ho sempre amato la Francia e lo spettacolo artistico che offre, per non parlare della lingua, il francese, così elegante e raffinato, è quasi musica per le mie orecchie. Fatto sta che anche in quell’estate sono riuscita a cadere nel tranello del finto “amore” e credere di essermi innamorata di un ragazzo francese che abita a Nizza. Anche con lui finita tragicamente, dopo un’estate fantastica passata insieme siamo spariti, ognuno a rincorrere la propria vita. Si chiamava Françoise, ed era il tipico ragazzo francese: occhi azzurri, altissimo e magrissimo e capelli biondo cenere. Ero così illusa che pensavo di trasferirmi lì finita la scuola, mentre ora dopo sette mesi non ricordo nemmeno la sua voce, e non spesso mi domando che fine abbia fatto. Per dir la verità, non me lo sono mai chiesta fino ad ora. Giulia e Cristian sono ancora felicemente fidanzati, Leo (il mio migliore amico) e Giorgia si sono lasciati da un pezzo ormai, mentre Matteo e Francesca ( gli amici con cui io e Giulia passiamo più tempo ) hanno deciso di prendersi una pausa qualche settimana fa. E sappiamo tutti, sinceramente parlando, che le “pause” sono semplicemente piccoli periodi in cui si cerca di abituarsi a vivere senza l’altro prima di lasciarsi definitivamente.
In questa triste giornata di Marzo, che dovrebbe essere felice perché preannunciava la primavera nel modo migliore possibile (c’era un caldo sole accompagnato da un fresco e leggero venticello che dolcemente accarezzava i miei lunghi capelli biondi), mi ritrovavo chiusa in biblioteca a studiare tutti i filosofi del ‘700, fino ad arrivare agli inizi dell’illustre Kant con le sue teorie sull’Illuminismo e ad interrogarmi sull’esistenza o meno dell’amore. Volevo essere ben pronta per l’interrogazione del giorno dopo; ho sempre amato andare bene a scuola e volevo mantenere la mia media. ”Il mio liceo è in grado di darti tante soddisfazioni quante delusioni, mi ha fatto crescere in tutti i sensi”: questo è ciò che ognuno sentirebbe dire da un qualsiasi ragazzo appena maturato al liceo Classico, e io mi trovo d’accordo già adesso che sono ancora in quarta. Per quanto possa trovare pesante lo studio sono contenta dei risultati che inizio ad ottenere piano piano. Mentre sono immersa nel leggere il perché l’Illuminismo sia nato o meno, il mio telefono inizia a squillare senza pudore, provocandomi l’attenzione di tutti. Dimentico sempre di mettere il silenzioso! Ho sempre la testa altrove. Corro fuori dalla “stanza del super-silenzio, gli Universitari devono studiare” (così la chiamiamo sempre io e Giulia, perché appena fai un movimento di troppo ogni persona presente si gira verso di te e ti guarda con fare minaccioso) e rispondo al telefono. Era proprio lei: chi poteva essere altrimenti?
-Emi, ciao! Sono Giulia. Allora ci sei più tardi per l’aperitivo? Leo e Matte arrivano per le sei. Oggi a scuola sei scappata e non mi hai fatto più sapere nulla!
- Hai ragione, scusa. Sì, ci vediamo tra un’oretta! Io sono ancora in biblioteca, e la tua chiamata mi ha causato non pochi problemi, puoi immaginare.
- Hai di nuovo scordato il silenzioso! Sei proprio un caso disperato. A dopo – E conclude la telefonata lasciando sentire una debole risata. Aveva ragione comunque. Oggi dopo scuola sono realmente scappata. Ma come biasimarmi: Cristian era venuto a prenderla, Matte e Francesca erano rimasti a parlare per definire la loro situazione ed io mi annoiavo veramente tanto a vederli litigare o ad assistere alla felicità incontaminata della coppietta felice. Col tempo però ho cominciato ad essere davvero contenta per Giulia e a considerarla molto fortunata. Cristian è il ragazzo perfetto: protettivo e geloso al punto giusto, fermo nelle sue idee ma dolce nei momenti opportuni.  Ed è anche molto simpatico! Ogni volta che esce con noi mi diverto un sacco. E ho perfino iniziato a chiamarlo Cris.
Guardo l’orario e sono già le sette. Sono sempre in ritardo! Dovevo essere al bar mezz’ora fa. Mi precipito fuori dalla biblioteca e raggiungo gli altri in fretta e furia. Siamo proprio una bella compagnia: Giulia, l’amica perfetta, che ogni volta è sempre pronta a consolarmi e a correre da me nel momento del bisogno, Leo, con il quale passo ore e ore a parlare di tutto; Matteo, perso nel suo mondo e nella sua musica, Francesca, che purtroppo ora sarà molto poco con noi in vista della prossima rottura con Matteo e Nicola, maniaco del calcio ma allo stesso tempo intelligente e studioso. Insieme ne abbiamo passate di tutti i colori: dal guardare l’alba dopo serate fantastiche in estate al restare palesemente in casa a guardare un film in inverno. Quello che più mi piace della nostra compagnia è che se anche litighiamo e ci vorremmo prendere a pugni il giorno dopo facciamo la pace perché non riusciamo a restare arrabbiati l’un con l’altro. E amo anche il fatto che appena qualcuno ha un problema ne parliamo e cerchiamo la soluzione tutti insieme. Siamo molto uniti, pur avendo altri amici. Io e Giulia andiamo in classe insieme dalla scuola media, e non penso di conoscere meglio nessun’altro come lei. Riesco a capire ogni suo minimo gesto, so quando c’è qualcosa che non va semplicemente guardandola. E  per lei è lo stesso con me. Se non ci fosse lei penso non sarei più qui già da un pezzo. Arrivo al bar e non mi scuso nemmeno per il ritardo, gli altri mi conoscono e ormai sono abituati. Le sedie al tavolo sono finite, per cui devo prenderla da qualche altra parte. Mi avvicino ad un tavolo in cui sono seduti tre ragazzi sulla ventina, carini per lo più.
- Scusate, è occupato? – chiedo molto gentilmente. – No, però puoi sederti tu se vuoi – mi risponde uno con un sorriso da tipico ragazzo mi-muoiono-tutte-dietro-e-lo-farai-anche-tu . Odio quando sono così esageratamente pieni di sé! – Grazie, ma sono già con altre persone- prendo la sedia e me ne vado.  Mi siedo con gli altri e passiamo un’oretta a ridere e a scherzare. Oggi Leo ha litigato con il prof di chimica, mentre Nicola è caduto dalle scale della scuola davanti a tutti! Mentre mimava la sua caduta pensavo di non smettere più di ridere, avrei proprio voluto esserci! Ad un tratto, mentre ero presa dal bere gli ultimi sorsi del mio cocktail, sento qualcuno che mi tocca la spalla da dietro. –Ehi ciao, scusa ma ti deve essere caduto questo prima- era uno di quei ragazzi del tavolo da cui ho preso la sedia, non lo avevo nemmeno notato. Sembra molto timido, anche nella voce. Non so perché ma la prima cosa che noto di lui sono gli occhi verdi con qualche sfumatura color nocciola ai lati delle pupille. Non sono molto appariscenti, ma il mio sguardo cade su essi. Mi passa il telefono in mano. Non posso crederci! Ma dove ho la testa? Mi è caduto il telefono e non me ne sono neanche accorta! Se lo perdevo i miei genitori non me ne avrebbero mai comprato un altro, con tutto quello che è costato. – Oddio, grazie! Mi hai salvato la vita, non so come ringraziarti! - , - ah non preoccuparti, fai più attenzione in futuro-. Mi risponde così e sparisce in fretta.
Che strano, chissà perché non me l’ha portato mi-muoiono-tutte-dietro-e-presto-lo-farai-anche-tu.
 
 
Spazio Autrice: 
Questa storia è nata un po' a caso: ero triste e ho cominciato a scrivere, poi ho creato un'ideale "Emilie-Giorgia" e ho iniziato a raccontare la mia storia, a me stessa. Magari non è particolarmente avvincente, anche perchè è la prima e vera volta che scrivo e si tratta quasi di un'autobiografia. Poi un'amica, leggendo i miei testi, mi ha consigliato questo sito, e ho pensato: proviamoci dai, non ho nulla da perdere. Spero di distrarvi, o quantomeno divertirvi un po'. 
Se avete commenti, consigli, o anche critiche, per favore recensite: imparare dai propri sbagli o sentire pareri fa sempre piacere. 
  
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