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Autore: CinderNella    02/05/2013    0 recensioni
[coppia Jamie Dornan/Keira Knightley]
"«E sono passati otto anni, credevo di averlo superato, credevo di non dover più avere quel dolore lancinante alla bocca dello stomaco, quel dolore fisico, credevo che otto anni fa mi sarebbe bastato. Ed è tornato, è tornato come un fulmine, e non voglio tornare ad essere quella che piangeva nei locali perché aveva lasciato il fidanzato. Non posso tornarlo ad essere, perché il mio fidanzato, il mio futuro sposo non mi ha lasciato, e io sto pensando al mio ex-ex-fidanzato che probabilmente amo ancora. O forse no. O forse è tutta una pretesa, una stupida pretesa… ma mi fa male, capisci? Come faccio a sposare James se sto ancora così male per Jamie?!»"
Genere: Angst, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccomi con una nuova Keimie! (Ebbene si, Keira Knightley + Jamie Dornan per me sono i Keimie) Questa volta fondamentalmente triste, ho pianto scrivendola. Sì, sono masochista, ma non potevo non scriverne a riguardo quando lo sciagurato s'è sposato da poco con una che non era la mia Keira T_T
Per il resto, buona lettura. <3
P.S. la canzone di riferimento è "La Notte" di Arisa. Non sono una sua grande fan, ma mi sembrava adatta.



La vita può allontanarci, l’amore continuerà.


Lei non si sarebbe dovuta sentire così, non ne era in diritto. Eppure… eppure questo non la fermava dal provare quelle sensazioni. Di astio, gelosia, invidia e un pizzico di odio. E aveva mal di testa. E mancavano solo due giorni. Lasciò sprofondare la mano nella borsa buttata sul pavimento sotto la scrivania, prendendo il pacchetto di sigarette: aveva fumato il triplo da quando aveva saputo e razionalizzato il fatto che non sarebbe stato più disponibile. Che non era più mentalmente sulla piazza, che non sarebbe mai tornato a salvarla sul suo bel cavallo bianco.
Non erano queste le fantasie, perché l’avrebbe prima picchiato a sangue, ma poi avrebbero fatto l’amore come erano soliti fare. E non sarebbe mai potuto accadere, nemmeno nei suoi sogni. Perché non sarebbe mai tornato. E non accettava un suo ritorno da sposato. Non era l’amante, non era la ruota di scorta. Ma tanto… non sarebbe stata nemmeno quello.
Senza rendersene conto, nel bel mezzo della notte, mentre il suo futuro marito dormiva nella sua camera da letto nella sua casa, si ritrovò a comporre un numero di telefono a lei molto conosciuto: «Ehi.»
«Keira! Sto per cenare e ho appena messo a letto Marlowe, cosa c’è? Ma aspetta… non sono le tre di notte da te?» Sienna, dall’altra parte dell’atlantico, mollò tutto sul tavolo della cucina per appollaiarsi sul divano, osservando corrucciata la sua libreria, cercando di visualizzare l’immagine dell’amica. Non si sarebbero viste tanto spesso, ma si sentivano parecchio. E si volevano comunque bene, da tanti anni. Era il loro rapporto, solo e unico. Non aveva un rapporto così con nessun’altro, era solo Keira, e sarebbe stata solo lei. Potevano non vedersi per mese, ma si sarebbero sempre capite. Non era incostanza, solo… tanti impegni. Ma stranamente il loro rapporto non ne soffriva.
«Sì, sono le tre di notte.» pronunciò l’altra, nel suo studio buio, dove l’unica fonte di luce era quella che proveniva dallo schermo del PC. Non poteva permettersi nient’altro, e si era ridotta a trovare informazioni sui siti del comune, sulle dichiarazioni pubbliche di matrimonio e sui siti dei fan. Dei FAN. Era caduta così in basso.
«K…»
«Sai qual è la cosa peggiore, sai qual è? Quell’essere meschino si sta sposando esattamente un mese dopo il mio compleanno. Il giorno del mio compleanno, solo il mese dopo. Il mio giorno! Il mio fottutissimo giorno.»
«Keira…»
«E sto fumando come una turca. E chi se ne frega del mio promesso sposo quando l’unico uomo che abbia mai davvero amato si sta sposando con una che era sposata con Colin Farrell…urgh.»
«Keira…» sapeva di star ripetendo il suo nome e star pagando troppo per dirle solo quello al di là dell’atlantico, ma il dolore che percepiva da quelle frase non la faceva riflettere… non sapeva cosa dire alla sua amica. Voleva solo prendere il primo volo per Londra e correre ad abbracciarla. E possibilmente, prima passare da Jamie e prendere la sua testa e sbatterla trecento volte contro a un muro. Fortunatamente gli avrebbe potuto far cambiare idea, o l’avrebbe ucciso. E forse quest’ultima opzione sarebbe stata meglio.
«E lo so, lo so che il matrimonio con Colin Farrell era falso. Ma il solo pensiero di poter sposare una persona così ambigua… io non mi fiderei di quell’Amelia. Ha creduto di sposare quel viscido di Colin Farrell!»
Sienna allora tacque. Non sapeva davvero cosa dire, perché quando Keira farneticava, il solo fatto che lo stesse facendo non prometteva niente di buono, perché prima o poi sarebbe crollata. Più prima che poi.
«E sai cosa? Lo so che quell’Amelia in realtà fa Bennett di cognome. Ha anche il cognome della mia Lizzie, incredibile! Mi ruba tutto—Fanculo!»
«Keira?» chiese Sienna, preoccupata «Cosa è successo, stai bene?»
«Ho solo fatto cadere la cenere della sigaretta su tutta la tastiera, e James non sa che ho ripreso a fumare come una futura malata terminale e quindi così potrebbe scoprirlo e non deve.» con la stessa mano che manteneva la sigaretta si stropicciò gli occhi, cercando di asciugarsi le lacrime ma riuscendo soltanto a spargere altra cenere ovunque «Fanculo!»
«Keira, tesoro, calmati…» sapeva che l’avrebbe fatta arrabbiare ancora di più… ma meglio incazzata con la sua amica più stretta che depressa, preferiva così.
«Voglio scomparire dalla faccia della terra, qualcuno mi ammazzi, mi sedi, mi picchi a morte. Non voglio spiegare alle persone quello che provo perché non è giusto, non è salutare e non me lo merito.»
«Keira…» le doleva il cuore a sentire parlare così una delle persone che più amava al mondo… eppure non sapeva cos’altro dirle. In certi casi c’è davvero bisogno solo di un abbraccio, di risate terapeutiche e gelato a volontà. E tutte quelle cose non poteva dargliele in quel momento, e si sentiva parecchio inutile per questo.
«E sono passati otto anni, credevo di averlo superato, credevo di non dover più avere quel dolore lancinante alla bocca dello stomaco, quel dolore fisico, credevo che otto anni fa mi sarebbe bastato. Ed è tornato, è tornato come un fulmine, e non voglio tornare ad essere quella che piangeva nei locali perché aveva lasciato il fidanzato. Non posso tornarlo ad essere, perché il mio fidanzato, il mio futuro sposo non mi ha lasciato, e io sto pensando al mio ex-ex-fidanzato che probabilmente amo ancora. O forse no. O forse è tutta una pretesa, una stupida pretesa… ma mi fa male, capisci? Come faccio a sposare James se sto ancora così male per Jamie?!»
«Keira… dovresti riflettere bene sulla tua vita. Insomma, perché stai con James?»
«Bé, credo di amarlo?»
«Non lo so, dimmelo tu.» incrociò automaticamente le braccia, squadrando con entrambe le sopracciglia sollevate la sua immagine riflettuta nello specchio. Avrebbe guardato l’amica nello stesso modo se solo fosse stata davanti a lei.
«Io… non lo so. Io so solo che l’unico uomo che abbia mai amato nell’accezione più completa è stato Jamie. Quindi questo elimina molte persone, devo dire. È ha scelto il mio fottuto numero per il suo fottuto matrimonio di merda!» sbatté con forza un pugno contro la scrivania, facendo vibrare lo schermo del portatile.
«Tesoro, sai che tu stai per sposarti…»
«Non sto per sposarmi, non ho organizzato nulla, non ho scelto nulla, non ho invitato nessuno, porto solo un orrendo anello di fidanzamento all’anulare sinistro e ho cambiato lo stato relazionale su Facebook. Non ho pianificato niente, non voglio pianificare niente, non sono una che si sposa
«Uhm… dirlo al tuo futuro marito?»
«Se mi conoscesse lo saprebbe! Se mi conoscesse saprebbe che odio quelle cose, odio la roba sfarzosa, Jamie lo sapeva!»
«Keira, James non è Jamie, anche se i nomi sono pressoché gli stessi, e devi fartene una ragione perché non si merita questo. Non sono la sua fan numero uno e lo sopporto poco, ma non puoi sposarlo perché non riuscivi a dirgli di no quando te l’ha chiesto!»
«L’ho amato… l’ho amato tanto. Non so se lo amo ancora, ma saperlo sposato con un’altra che non sono io… l’avrei dovuto sposare io. Ne avevamo parlato, se mai ci fossimo sposati…» interruppe il pensiero a voce alta, non perché non volesse condividerlo con l’amica, ma perché le faceva troppo male ammetterlo, così tanto che la voce era rotta. Erano loro, erano comunque ancora loro. Lei sentiva di essere ancora la Keira di otto anni prima. Voleva ancora quello, e stentava a credere che l’avrebbe voluto anche senza di lui. Certo, era cresciuta… ma era ancora lei. Era ancora quella con cui lui tornava dalle premiere e dagli eventi lussuosi per parlare male di tutte le persone che avevano incontrato… o quasi tutte. Odiava essere costretta ad andare alle premiere da quando lui non c’era più, non era più lo stesso.
Sienna non aveva parlato molto. In realtà non sapeva cosa dirle, non credeva sarebbero tornate ad affrontare quell’argomento. Era completamente un fulmine a ciel sereno, e non sapeva come rendersi utile.
«E sono le tre del mattino… è già domani. Non è più oggi… è notte. E domani qualcuno dei miei vecchi amici in comune metterà le foto del loro matrimonio su Facebook e vorrò morire dentro.»
«E tu non guardarle! Perché ti vuoi fare questo, perché ti vuoi fare del male?!»
«Perché almeno c’è lui. Almeno lo vedo felice… sai, le ultime volte che l’ho visto, non era felice con me. Eravamo piccoli, stupidi e ingenui… ma ci amavamo, come ci amavamo.. almeno lo vedrò. Vedrò se la ama come ha amato me. Se lei lo ama come l’ho amato io, ma questo è impossibile… ho perso la mia dignità per lui… otto anni fa e ancora ora. E sai qual è la cosa strana? E anche la più brutta? Che sarei pronta a perderla nuovamente altre cento volte se questo lo riportasse da me.»
«Ehi Keira… cosa pensi di fare un salto a New York ora che… ora che lasci James? Dovresti lasciarlo, sai? Siete fidanzati ufficialmente da un anno e tu non hai ancora voluto progettare nulla… da me sei la benvenuta, e ora sono ancorata qui a New York… magari puoi passare anche un po’ di tempo con Marlowe, dopotutto sei la sua madrina.» magari le avrebbe fatto bene, la Grande Mela fa sempre bene. E standole vicina avrebbe potuto evitarle di pensare a Jamie. Perché non poteva rovinarsi l’esistenza così, lei non gliel’avrebbe permesso.
«Sì, perché no. Mi piacerebbe molto essere ospite tua e di Tom… nella vostra Grande Mela.» sorrise al cellulare, sospirando pesantemente «Dici che se tappezzassi tutti i locali del Somerset di scritte “Jamie, ti amo” rovinerei il suo matrimonio?»
«Non so come risponderti, perché sinceramente non so quale risposta potrebbe dissuaderti dal farlo.»
«“Non cambieresti nulla e vivrebbero comunque felici e contenti” questa qui mi ferirebbe e non mi farebbe comunque tappezzare il Somerset di poster. Mi piacerebbe rovinargli il matrimonio…»
Sienna si fece scappare una risatina: «Cerca di andare a dormire, e domani non passare tutta la giornata su Facebook. Pensa a non aprirlo proprio, magari…»
«Ti voglio tanto bene, Sienna. Grazie, cercherò di pensare a come comportarmi con James… ma non penso prenderò tanto sonno. Buona cena e buonanotte!» chiuse la chiamata e non si preoccupò di controllare il credito, sapendo di aver speso comunque troppo.
Abbassò lo schermo del computer portatile e rimase al buio nel suo studio. Allora si accasciò volontariamente sul tavolo e cercò di prendere sonno così, a mo’ di auto-punizione.
 
E quando arriva la notte
e  resto sola con me
la testa parte e va in giro in cerca dei suoi perché.
Né vincitori né vinti
Si esce sconfitti a metà.
 
Si risvegliò nel suo letto, ma non sapeva che ore fossero. Controllò l’orologio e si rese conto che era pomeriggio inoltrato — e fortunatamente era sola in casa. Ritornò nel suo studio, alzando lo schermo del PC e correndo a controllare Facebook. Sarebbe stato il compagno della giornata. Dopotutto voleva solo rivederlo, era forse un peccato?
Era sbagliato, sì, ma qualcuno poteva dire che fosse un vero peccato? L’aveva amato tanto, aveva diritto di vederlo e starci male. Ne aveva il diritto, di vederlo con un'altra persona. Vederlo sposare un’altra persona che non era lei… aveva il diritto di vedere almeno le foto.
E aspettandole con ansia, controllando tutti i profili della gente che sapeva sarebbe stata invitata e aveva ancora tra gli amici… aspettava. E aveva trovato delle foto interessanti, disegni, più che altro. Aveva trovato qualcosa che le piaceva particolarmente.
“Le rette parallele hanno molto in comune e non si incontrano mai, MAI. Potresti pensare che questo sia triste… Ma ogni altro paio di rette si incontrano una volta e poi si separano per sempre. E questo è anche abbastanza triste.” Decise di condividerlo. Lei, che non condivideva mai nulla, che aveva il profilo segretissimo… a parte per alcuni amici dei suoi amici. Nella speranza che questi non-amici la cercassero, prima o poi… com’era patetica, non sarebbe mai accaduto.
E poi aveva trovato un’altra stupida condivisione del genere. Avrebbe spezzato le gambe a chi condivideva quelle cose in cui tanto si rispecchiava se avesse potuto.
“Certe persone sono destinate a innamorarsi l’uno dell’altra, ma non sono destinati a stare insieme.” E le doleva il cuore, lo stomaco… le doleva sinceramente tutto. E l’aveva condiviso, aveva condiviso anche quella foto. E aveva chiuso Facebook. Ci sarebbe tornata, ci sarebbe tornata… subito. E aggiornando la home… le aveva trovate. Le aveva caricate un amico di Jamie che aveva tra gli amici e le cui pubblicazioni comparivano sulla sua bacheca… sfortunatamente o fortunatamente, ancora non aveva deciso. Ed era perfetto. Jamie, le sue sorelle, suo padre… tutti gli invitati. Persino quella dannata Amelia che le aveva rubato tutto era perfetta. Sbatté con forza lo schermo del computer contro la tastiera, tornando a letto. Non avrebbe fatto altro, avrebbe dormito tutto il giorno. E se non ci fosse riuscita… bé si sarebbe presa qualche sonnifero. Non voleva vivere quel giorno, quel giorno no.
 
 
Aveva beccato tra i suoi Dvd “500 days of Summer” e aveva deciso di riguardarselo. Sì, s’era appena sposato, sarebbe a breve partito in viaggio di nozze, era un momento felice… ma anche un po’ agrodolce. E aveva bisogno di vedere quel film, ne aveva davvero bisogno. Di tornare alla realtà, di vedere qualcosa che gli facesse ricordare lei. Perché era lei la sua Summer, era lei.
“Certe persone sono destinate a innamorarsi l’uno dell’altra, ma non sono destinati a stare insieme.” E si ritrovò a piangere. Era felice, sì, ma si ritrovò a piangere comunque. Si ritrovò a piangere comunque fino alla fine del film.
“Le persone cambiano, i sentimenti cambiano. Non significa che l’amore che avevano provato non fosse vero e reale, significa semplicemente che talvolta, quando le persone crescono, crescono per non stare insieme.” Era la sua Summer… ma anche lui era stato il suo Summer, in un certo senso. Distolse lo sguardo dalla TV per controllare una notifica su Facebook, allora gli balenò in mente di controllare il suo profilo. Non le aveva mai chiesto l’amicizia… ma sapeva che alcuni suoi amici e vecchi conoscenti che lui aveva tra gli amici l’avevano fatto. E chissà se avesse potuto vedere qualcosa…
Osservò la pagina web, accarezzando automaticamente la foto del profilo per scorrere giù, verso le pubblicazioni. E oltre alcune frasi abbastanza tristi sulle rette parallele, trovò proprio quella. Proprio quella che l’aveva portato a rivedere un film che lo faceva deprimere e che non era proprio adatto per quel periodo perfetto della sua vita, ma l’aveva condiviso anche lei. L’aveva pensato anche lei.
«Tesoro, sei pronto?! Devo passare dal negozio, mi accompagni?!» si stropicciò gli occhi, sperando che non si vedesse il rossore e le lacrime e oscurò lo schermo.

«Sì, sì sono pronto.» spense la TV e indossò la giacca. Perché forse erano ancora collegati in qualche strano modo, perche forse, davvero, “certe persone sono destinate a innamorarsi l’uno dell’altra, ma non sono destinati a stare insieme.”
  
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