Serie TV > Sherlock (BBC)
Segui la storia  |       
Autore: Scaramouch_e    02/05/2013    5 recensioni
[aggiornamento del 23.07.2019: questa storia rimarrà incompiuta. Mi sto dedicando ad altro, ma non la voglio cancellare, e o eliminare. Quindi rimarrà qui, senza conclusione. Scusatemi.]
Fine 800-Inizio 900.
Prendete John Watson ex soldato dell'Impero Britannico che vede caduti i suoi sogni quando viene ferito in battaglia, aggiungeteci due fratelli gli Holmes, che vivono in una grande villa vittoriana, e prendete soprattutto il fratello minore Sherlock, del quale John cadrà cotto a puntino; unite gli Holmes con Gregory Lestrade che si è da poco scoperto loro fratellastro e che nutre una passione proibita per il maggiore degli Holmes combinate il tutto con i racconti e le passioni dei domestici mescolate bene e otterrete la mia ultima fatica, Garden Paradise, fanfic ispirata alla serie televisiva Downton Abbey.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Lestrade, Mycroft Holmes, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Cap sett.
Disclaimer: io non scrivo a scopo di lucro. Tutti i personaggi sono rispettivamente della BBC. 
Ringraziamenti: ringrazio, la mia beta Charme per i preziosi consigli riguardante questo capitolo! 

Buona lettura ;)!


Garden Paradise


Il party organizzato da miss Irene Adler, una bella donna sulla quarantina, bruna, andava avanti già da un po’ di tempo.

La donna, che indossava un vestito rosso scollato che esaltava la bellezza del suo corpo, camminava avanti e indietro da più di un’ora
offrendo sorrisi e smancerie agli uomini presenti, che erano ben felici di essere presi in considerazione e la guardavano con fare seducente.

Solo un giovanotto non la stava guardando: il suo nome era Sherlock Holmes, e stava guardando fuori dalla finestra del salotto dov’era organizzata la festa di beneficenza.
Il profilo di Sherlock era illuminato da una candela, e Irene si perdette un attimo ad ammirare la pelle bianca che contrastava con i ricci neri. Il giovane, sentendosi osservato, si voltò verso di lei e la donna rabbrividì; gli occhi di Sherlock erano sottili, quasi quanto quelli di un gatto, e di un colore strano: verde, ma di verde acqua bellissimo, che ricordavano tanto quelli di un predatore… e lei odiava sentirsi in trappola.
Avanzò verso Sherlock, alta, fiera e con il viso roseo illuminato dalle candele.
“Vi state divertendo, signor Holmes?” domandò con voce dolce.
L’uomo socchiuse gli occhi e, per un momento, la donna ebbe davvero paura e soggezione, poi però Sherlock sorrise inchinandosi leggermente, cosicché arrivarono quasi a toccarsi, fronte contro fronte.
“Diciamo che non mi sto annoiando, miss.” Mormorò con la voce roca.
La donna sorrise e posò una mano sul ginocchio dell’uomo alto.
“Sono contenta, nessuno si dovrebbe annoiare a una festa.”
Sherlock ghignò e si staccò dalla donna.
“Lasciatemi che mi complimenti con lei, miss: siete bellissima, stasera, e la questa stanza è resa al meglio.”
Sherlock fissò il salotto bianco; effettivamente il salotto era reso al massimo splendore: c’erano molti divani color rosa antico messi qua e là, candele per dare un’atmosfera intima, si sentiva una musica classica, che proveniva da un’orchestrina, ed infine dalle finestre aperte si sentiva il buon odore del mare.
“Sono molto felice di questo vostro complimento, mr. Holmes, detto da voi è veramente importante.” Disse la donna sorridendo e inchinandosi ancor di più verso Sherlock.
L’uomo si voltò verso di lei e sorrise. “Molto bene, chiarito questo, che ci fate con me, piuttosto che andare a cinguettare da un vostro amante?”
La donna rise di gusto. “Signor Holmes, voi mi fate solo ridere; mi fa piacere stare con voi, ecco perché rimango. Amante? No, quale amante? Nessuno di questi uomini è venuto qui per ammirarmi, ma per riempire le casse alla parrocchia.”
“Signorina Adler, non fate la furba con me, io so che volete qualcosa da me, e poi… ognuno di questi uomini è venuto per vedervi e per desiderarvi. Dopotutto, siete una bellissima donna.”

Irene lo guardò, beandosi della vicinanza di quel bellissimo e intelligentissimo uomo.
Si inginocchiò dietro l’uomo e fece sfiorare le labbra colorate di rosso, con l’orecchio  di Sherlock.
“Ebbene, signor Holmes, vedo che siete uno che arriva subito al punto. Sono contenta di ciò. Sì, effettivamente c’è una cosa che potreste fare per me… ho delle fotografie in cui sono… ecco… come dire… in pose molto intime con una donna che mi è molto cara, ed è inoltre potentissima. Le fotografie mi sono state prese e beh, questa persona ha paura che possa venir fuori il suo nome. È disposta a pagare davvero tanto per riavere le foto.”
 Irene si scostò da Sherlock, che la guardò a lungo pensieroso… era un caso semplice, quello che gli proponeva la donna, e poteva far partecipare anche John Watson. Era da un po’ di tempo che, chissà per quale ragione, nel suo cervello era venuta a maturare l’idea che John potesse aiutarlo nei casi. Era strano per lui, che preferiva agire in solitaria, volersi far aiutare da qualcuno, quando di aiuto, effettivamente, non c’era bisogno.
“Vi aiuterò, miss.”
“Sapevo di potermi fidare di voi signor Holmes, di voi e della vostra discrezione.” La donna sorrise alzandosi da dietro l’uomo. “Ora continuate a divertirvi, devo andare a cinguettare con altri uomini.” Disse Irene salutandolo con la mano e lasciandolo solo al proprio mormorio della mente.

James Moriarty aspettava davanti al portone principale di Garden Paradise la carrozza di mr. Holmes.
La carrozza arrivò dopo un po’ davanti al portone. James si precipitò al cospetto del padroncino e aprì l’ombrello, visto che c’era una sottile pioggerellina di fine primavera.
“Bentornato, mr. Holmes, come sono andate le cose da miss Adler?” domandò il servitore, fissando negli occhi il signor Holmes.
“Molto bene, James, molto bene. Ho accettato un caso. John è in casa?” domandò Sherlock parlando di fretta, entrando in casa e fissando le scale che portavano di sopra.
“Sì, in realtà non è mai uscito di casa, signor Holmes.” Rispose James prendendosi il cappotto che il suo padrone gli porgeva.
“Vado un attimo di sopra, James. Aspetta altri ordini.”
James Moriarty annuì e scomparve in cucina mentre Sherlock saliva di sopra.
Quest’ultimo arrivò davanti alla porta di John e bussò.
Quando l’altro rispose che poteva entrare aprì la porta.
Dentro c’era John, steso sul letto che leggeva un libro: era vestito con dei pantaloni neri, una maglietta bianca trasparente che mostrava il petto che si alzava e abbassava nei respiri regolari. Gli occhi chiari, ma più scuri di quelli di Sherlock, s’infransero sul viso del detective e rimasero per un attimo incatenati. John chiuse il libro, il respiro affannoso e mozzato.
“Ciao, Sherlock.” Mormorò posando il libro sul comodino e mettendosi seduto sul letto.
“Buonasera, John, scusa se sono venuto a quest’ora.”
John sorrise. “Non fa niente, Sherlock. Come stai?”
Sherlock sorrise di rimando. “Come vuoi che stia, John? Benissimo, non sono passate che poche ore da quando ci siamo lasciati, e va tutto a meraviglia. Ho anche accettato un caso.”
Gli occhi di John luccicarono a quelle informazioni, per poi spegnersi subito dopo da quello che John aveva capito su Sherlock  quest’ultimo preferiva fare le cose da solo, anche se lui, John, voleva tanto dare una mano.  Mentre ragionava su quella realtà, lo colse un inaspettato senso di inadeguatezza: che razza d’aiuto avrebbe potuto dare un soldato ferito?
“Mi servirebbe il tuo aiuto, John, per risolvere questo caso. È un caso molto delicato e, beh, ho paura, che con il mio fare da sociopatico non lo saprei gestire.” Presentato così, John non poteva dire di no; dopo un attimo di turbamento, infatti, il biondino annuì.
“Accetto, ti do una mano, ma solo se mi dai qualcosa in cambio. Non voglio fare qualcosa senza essere ricompensato.”
Sherlock ghignò: anche in quel caso, aveva avuto la meglio su John. “Va bene, John, come vuoi.”
“Raccontami del caso.” Disse John, facendosi interessato a quello che Sherlock aveva da dire.


Il pesce ha abboccato.

Molto bene. Tieniti pronta: il gioco è incominciato.

_______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
Salve, chiedo scusa del vergognoso ritardo nel pubblicare questo capitolo. Non ho scusanti se non che l'ispirazione tardava a venire.
A parte ciò, come avete letto, ho introdotto, finalmente, Irene... Irene è un personaggio parecchio importante, in questa fic, poichè collega sempre più John a Sherlock, in quanto affida un caso parecchio importante, che alla fine non si rileverà così semplice come aveva ipotizzato Sherlock. Ma non voglio dirvi altro, diciamo solo che solo inizialmente è simile a quello della bbc, ma poi si evolverà.
Che altro dire?
Spero che il tutto vi sia piaciuto, e non vi preoccupate: Mycroft e Greg torneranno al più presto. Fra l'altro Greg interagirà  con Sherlock e John... Ma non vi voglio fare più spolier.
Un bacio.
Giù.
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: Scaramouch_e