Film > Alice nel paese delle meraviglie
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Autore: Megan Alomon    02/05/2013    5 recensioni
“Mi manca.” Disse il Cappellaio.
“Uhm?”
“Alice. Mi manca.”
“Manca a tutti noi.” Detto questo, lo Stregatto sparì.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alice Liddell, Cappellaio Matto, Gatto del Cheshire
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il cilindro nero.
 
Alice se ne era andata. Di nuovo. Aveva sperato che, essendo tornata per la seconda volta, sarebbe rimasta, rimasta per sempre.
Non era andata così.
Alice aveva scelto di tornare a casa, per la seconda volta.
Il Cappellaio si sedette sul letto che scricchiolò sotto il suo peso.
Gli sembrava di vederla ovunque, in salotto, in cucina vicino ai fornelli, nel laboratorio che accarezzava con le bianche e sottili dita le sue creazioni. E sorrideva, nei suoi ricordi Alice sorrideva sempre.
Il Cappellaio sospirò.
L’aveva persa per sempre, ne era cosciente, ma non poteva far a meno di sperare in un suo ritorno improvviso, come l’ultima volta, ma sapeva, sapeva che non sarebbe tornata più, che non l’avrebbe più rivista, Alice, la sua Alice.
La Lepre Marzolina saltellò verso di lui e lo fissò con occhi strabici: “Cappellaio? Vuoi un tè?”
“Non è il momento per il tè, Lepre.”
“Ma è sempre il…”
“Ho detto no.”
E la Lepre uscì dalla stanza.
 
“Alice, vuoi del tè?”
“Certo!”
 
Una lacrima scese lenta sulla guancia del Cappellaio. Con lei aveva sempre voglia di prendere il tè, con lei era fantastico anche pungersi con un ago mentre cuciva qualcosa sui suoi cappelli.
Si tolse il cilindro nero dalla testa e se lo appoggiò sulle ginocchia. Era estremamente stanco da quando se ne era andata.
Lo Stregatto si materializzò nella stanza e, camminando in aria, chiese al Cappellaio: “Qualcosa non va?”
Il Cappellaio non rispose subito, prima si voltò dando le spalle allo Stregatto per asciugarsi un’altra lacrima.
“Sì, tutto bene.”
“No, non credo vada tutto bene, hai rifiutato il tè dalla Lepre. L’ho incontrata venendo qui.” Lo Stregatto roteò la testa, fece sparire la coda e poi si sedette in aria.
“Non ne avevo voglia.”
“Ah ah, chi prendi in giro Cappellaio?”
Ci fu silenzio e lo Stregatto fece ricomparire la coda.
“Mi manca.” Disse il Cappellaio.
“Uhm?”
“Alice. Mi manca.”
“Manca a tutti noi.” Detto questo, lo Stregatto sparì.
Il cappellaio si alzò, si rimise il cilindro in testa e si diresse versò il suo laboratorio. Sulla scrivania troneggiava la sua opera incompiuta, il cappello a larghe tese che avrebbe voluto regalare ad Alice.
 
“Perché un corvo assomiglia ad una scrivania?”
“Non ne ho la più pallida idea.”
 
Era di rafia chiara, con un nastro azzurro come decoro. Mancavano ancora dei fiori che il Cappellaio avrebbe dovuto attaccare ad un lato.
Lo sfiorò con le dita pensando a come sarebbe stato bello su Alice. Lo prese in mano. Dopo che lei se ne era andata, qualche mese prima, non lo aveva neppure più toccato. Se lo strinse al petto immaginando che fosse lei. Chiuse gli occhi e sorrise. Il Cappellaio fece due o tre giri su se stesso, fingendo di ballare abbracciato ad Alice.
Il fuoco nel caminetto scoppiettava, facendo da sottofondo alla sua danza.
Per un po’ tornò ad essere felice; ma quando si rese conto che Alice non sarebbe tornata più, che non si sarebbe ricordata di lui, allontanò il cappello dal petto e lo ripose sulla scrivania.
 
“Potresti restare.”
“Oh, che folle, pazza, meravigliosa idea! Ma non posso.”
 
Il Cappellaio pianse.
Cadde in ginocchio, gridò, la Lepre accorse, spaventata, ma fu cacciata con un brusco “Vattene.”
Avrebbe voluto morire, affogare, soffocare, voleva Alice, era tutto quello che desiderava e non c’era.
 
“È impossibile.”
“Solo se credi che lo sia.”
 
Ma stavolta lui sapeva, sapeva che non sarebbe tornata, lo sapeva e basta.
Con la poca forza che gli rimaneva si aggrappò alla scrivania, prese il cappello incompiuto e si tolse il suo.
Si avvicinò al fuoco e pensò che era l’unico modo, l’unico modo per rimanere anche solo simbolicamente insieme ad Alice.
Abbracciò di nuovo il cappello di rafia chiara e poi lo gettò nelle fiamme, insieme al suo.
 
 
  
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